PALMANOVA, UN ESEMPIO DI PATRIMONIO FRUIBILE
"A Palmanova, con una visione importante di recupero della città, si sono messe insieme le forze di Comune, Regione Friuli Venezia Giulia, Consorzio di bonifica Ledra Tagliamento per concludere un lavoro necessario per far fruire questa città ai visitatori. Palmanova è un esempio di come si possa valorizzare un bene mettendo a frutto il lavoro di più forze congiunte."
Sono le parole, con cui il Governatore, Debora Serracchiani ha commentato la conclusione dei lavori di ripristino del nodo idraulico di Palmanova e che hanno riportato l'acqua attorno alla fortezza veneziana, nel cui fossato mancava da oltre 20 anni. I lavori di rifacimento del nodo idraulico, che garantisce l'immissione dell'acqua della Roggia di Palma attorno alla cinta fortificata, sono terminati dopo un iter iniziato sei anni fa,
Sono così ora tornate alla luce le strutture secentesche ad archi del sistema idrico, che si collega con l'acquedotto veneziano, che affianca Porta Udine.
"Abbiamo chiesto - ha ricordato la presidente, Serracchiani - di inserire Palmanova nei sentieri culturali promossi dalla Commissione Europea. Vogliamo che la città sia patrimonio Unesco e per questo stiamo lavorando per giungere in tempi brevi al protocollo d'intesa, che porti le risorse nazionali ed europee necessarie alla salvaguardia delle fortificazioni."
Palmanova fa parte della candidatura, a patrimonio Unesco, delle opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo, di cui fanno parte anche Bergamo, Peschiera del Garda, Venezia ed alcuni siti in Croazia e Montenegro.
La costruzione del fossato di Palmanova è coeva alla fondazione della città da parte dei veneziani, che fin dal 1593 scavarono la fossa attorno alla fortezza, ricavandone la terra per erigere i bastioni. Il fossato inizialmente raccoglieva le acque stagnanti, che si accumulavano in città, ma successivamente fu adeguato, deviando l'allora roggia di Cucana, oggi Roggia di Palma.