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Territori

27/04/2015

Storicamente anche la cultura idraulica italiana è esempio nel mondo e di questo “mainstream” fanno parte a pieno titolo i consorzi di bonifica e di irrigazione, alla cui associazione nazionale (ANBI) casualmente, ma proprio per questo significativamente, spetta la presidenza di turno della E.U.W.M.A. (European Union of Water Management Association) nell’anno dell’Expo.
Qualche anno fa aveva destato clamore la notizia, emersa durante un Congresso ANBI-FAO, della presenza in Cina di un migliaio di realtà di gestione della risorsa idrica, costituite sul modello consorziale e sui suoi principi fondanti: autogoverno e sussidiarietà. Non solo: nel corso degli anni si sono succedute le visite di studio da Paesi considerati maestri nella gestione idraulica come l’Olanda (le grandi dighe) o la Gran Bretagna (la riqualificazione fluviale), così come da Stati dell’area mediterranea alla costante ricerca di sistemi per l’ottimizzazione d’uso della preziosa risorsa idrica.
Ora due recenti eventi allargano ulteriormente l’orizzonte.
Un esplicito invito per contribuire allo sviluppo idrocompatibile dell’agricoltura in Australia è stato infatti avanzato dall’Ente Commerciale dell’importante Paese oceanico ai consorzi di bonifica italiani durante la missione, che i vertici della Victorian Farmers Federation hanno svolto alla scoperta della gestione idraulica italiana ed in particolare lombarda, laddove proprio il panorama irriguo è oggetto di iniziativa per la candidatura a patrimonio Unesco.
“E’ sempre una grande soddisfazione verificare come, a fronte di problemi comuni, dall’estero si guardi con grande interesse alla realtà italiana di gestione del territorio agricolo” - commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue (ANBI) - “E’ però sconcertante notare la differenza di attenzione, riservata dalla politica ai medesimi temi: là sono stati stanziati 7 miliardi di euro in 10 anni per  incrementare e migliorare la rete irrigua; in Italia, dove l’84% del celebrato  made in Italy agroalimentare dipende dalla disponibilità d’acqua, sono rimasti 300 milioni dopo una ripetuta serie di tagli nel corso degli anni.”
Quella di Vittoria è la regione più rurale dell’Australia, ma arriva da 9 anni di siccità; per questo, la Victoria Farmers Federation (8.000 imprese associate con una dimensione media superiore ai 300 ettari!) è alla ricerca di soluzioni, che ottimizzino l’uso della risorsa idrica in agricoltura, evitando i crescenti contrasti con altri utilizzi e migliorandone la compatibilità con l’ecosistema.
“Non è certo un caso – prosegue Vincenzi – il grande interesse, che sta suscitando il sistema irriguo Irriframe ad Expo, dove è sperimentabile grazie ad un’apposita app: combinando più variabili, questo know how italiano invia il miglior consiglio per l’irrigazione sul cellulare o sul computer dell’interessato. Eppure, proprio in Italia, è necessaria una battaglia comune per affermare che in agricoltura l’acqua si usa e non si consuma, restituendola al ciclo biologico talvolta addirittura migliore di come la si è prelevata da fonti idriche minate dal diffuso inquinamento.”
A confermare l’interesse internazionale verso la gestione della risorsa idrica in Italia è ora anche l’Uganda. “Il nostro spazio espositivo ad Expo - continua Vincenzi – è stato visitato da una delegazione del Paese africano, particolarmente ricco di risorse idriche, che potrebbero avere una funzione determinante per migliorare l’agricoltura, incrementando significativamente l’economia locale. L’attenzione dimostrata verso il sistema dei Consorzi di bonifica italiani ci riempie d’orgoglio – conclude il presidente ANBI – così come il crescente interesse internazionale verso il know-how italiano di Irriframe. Finora, però,  le prospettive erano limitate all’Unione Europea ed ai Paesi dell’area mediterranea; Australia ed Uganda potrebbero aprire orizzonti decisamente nuovi.


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