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22/12/2021
L’ECOMUSEO DEL LITORALE ROMANO, INTITOLATO A MARIA PIA MELANDRI
Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Life Plus Ambiente, il pro-getto ReQpro interessa la provincia di Reggio Emilia.; l’obbiettivo è quello di contribuire alla protezione della risorsa acqua, attraverso un efficiente recupero e riutilizzo ai fini irrigui delle acque reflue, in parziale sostituzione delle acque superficiali e di falda. Tale traguardo è stato raggiunto, sviluppando uno specifico modello di recupero e riuso per irrigare colture agrarie di pregio. Le attività di progetto sono condotte presso il depuratore urbano gestito da IRETI ( azienda multiservizi); le acque sono distribuite e gestite per l'uso irriguo dal Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale. Tale risorsa, ai fini irrigui, non ha rappresentato un modesto contributo aggiuntivo, ma un vero e proprio “serbatoio” strategico, utilissimo in periodi siccitosi come si sono dimostrati quelli vissuti negli ultimi anni. Il quantitativo di risorsa recuperata e distribuita dal Consorzio, grazie a questa azione virtuosa, oscilla tra i 3,5 milioni e i 5 milioni di metri cubi, una quantità di acqua paragonabile a quello di una diga di medio-grandi dimensioni.
L’impianto è entrato in funzione nella primavera 2016. In fase di avvio sono state svolte le analisi delle acque reflue trattate per stabilirne l’idoneità all’uso irriguo; completato questo passaggio, è iniziata l’immissione delle acque nella rete irrigua secondo l’Accordo di Programma siglato da Regione Emilia Romagna, Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia, Agenzia Territoriale dell'Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti, IREN Acqua Gas S.p.A. (ora IRET) e Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale.
L’Accordo ha definito i valori-soglia che le acque affinate dovevano rispettare per poter essere immesse nella rete ai fini irrigui; ha regolato le modalità del monitoraggio delle acque e di gestione delle eventuali non conformità.
Il riuso ai fini irrigui delle acque reflue ha contribuito ad aumentare la disponibilità di acqua per l’irrigazione, contenendo la necessità di prelevare acque di falda di elevata qualità e diminuendo i costi energetici per il sollevamento delle acque di superficie. Si è favorito la destinazione ai fini produttivi di una risorsa altrimenti destinata allo scarico in acque di superficie. Gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti attraverso il monitoraggio puntuale sia dell’impianto di trattamento terziario sia dell’uso in campo delle acque recuperate.
In particolare, il Consorzio di bonifica dell’ Emilia Centrale ha prodotto, nel corso della stagione irrigua 2016, una serie di analisi integrative sulle acque in uscita del depuratore, incrementando i normali autocontrolli, con una cadenza mensile.
É stato pertanto organizzato un sistema di gestione e tracciabilità delle acque reflue depurate all’interno del bacino di utenza, al fine di ottimizzare l’uso irriguo e di conoscere aziende, appezzamenti e colture, che utilizzano le acque depurate, informandone gli utenti; allo stesso modo sono stati verificati gli effetti ambientali e agronomici dovuti al riutilizzo irriguo delle acque reflue.
Infine, il progetto ha previsto una dettagliata valutazione economica dei costi che il trattamento terziario ed il riuso irriguo comportano, includendo nella valutazione anche i benefici ambientali e le problematiche relativa alla “accettabilità sociale”, che una innovazione di questo tipo necessariamente comporta.
L’impianto a pieno regime ha trattato circa 40.000 metri cubi di acqua al giorno, pari a una quantità variabile, che oscilla tra 3,5 e 5 milioni di metri cubi prodotti nel corso dei circa 120 giorni della stagione irrigua, in grado di soddisfare potenzialmente tutti gli ettari irrigabili nel bacino. L’area potenzialmente interessata all’immissione delle acque depurate è situata nella pianura a nord del depuratore di Reggio Emilia ed ha una superficie di circa 2.000 ettari e più di 80 chilometri di canali.
Le colture irrigue prevalenti sono mais, sorgo, pomodoro, le foraggere poliennali (medicaio e prato stabile), vigneti ed alcune orticole (melone e cocomero). Le dieci aziende interessate hanno messo a disposizione gli appezzamenti, sui quali sono stati effettuati, nel corso del 2016, i monitoraggi ambientali e agronomici; le colture irrigate sono state irrigate con tecniche a diversa efficienza dell’acqua utilizzata, come lo scorrimento, l’aspersione e l’irrigazione a goccia.
22/12/2021
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