
22/12/2021
L’ECOMUSEO DEL LITORALE ROMANO, INTITOLATO A MARIA PIA MELANDRI
La cura dell’oasi naturale del Bottaccio, che segna l’esatto confine tra i comuni di Capannori e Bientina tra i territori della Lucchesia e del Pisano, ha il volto e il sudore di Idrissa: giovane guineano, sbarcato a Lampedusa quasi quattro anni fa dopo essere scappato dalla guerra, aver attraversato il deserto della Libia e oggi, in virtù di una selezione pubblica superata, operaio del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord: il primo rifugiato-richiedente asilo politico ad essere assunto in un consorzio di bonifica in Italia. Ma ha anche le mani di Moussa, arrivato dalla Costa d’Avorio; le braccia di Mahmmod, proveniente dall’Afghanistan; l’impegno di Jallow, originario dal Gambia e di decine di altri migranti (tante nazionalità, tra cui Nigeria, Senegal, Pakistan), ospitati in strutture di accoglienza capannoresi, che hanno accettato di collaborare, da volontari, alla manutenzione delle aree protette del Bottaccio, del bosco Tanali e del lago della Gheradesca: zone di alto pregio ambientale, tutte poste a cavallo tra le province di Lucca e Pisa. Il progetto, il primo in Italia, è promosso dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord assieme ai Comuni di Capannori e Bientina, al WWF Alta Toscana e a Legambiente di Capannori, Pianura lucchese e Valdera.
Nei giorni scorsi, gli ultimi del loro Ramadan, per la prima volta circa venti migranti hanno iniziato la propria attività al fianco degli attivisti delle associazioni ambientaliste. Armati di vanghe, cesoie, carriole e falci hanno realizzato piccoli interventi di manutenzione dei sentieri e delle palizzate presenti, di taglio del legname, di raccolta delle ramaglie e dei rifiuti:un impegno che, d’ora in avanti, ripeteranno ogni mese, dedicando un’intera giornata a questo importante obiettivo. Con loro c’erano anche il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi; l’assessore regionale toscano all’immigrazione, Vittorio Bugli ed amministratori locali, tra cui i sindaci di Capannori e Bientina, Luca Menesini e Corrado Guidi.
“L’integrazione può essere vissuta come un’opportunità, più che come un problema; può diventare, addirittura, motore per la sicurezza, ambientale e idrogeologica del nostro territorio – spiega il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi – E’ partendo da tale scommessa che abbiamo ben volentieri raccolto la richiesta della Regione Toscana, che ci ha chiesto un impegno in questa direzione. E assieme ai Comuni e alle associazioni ambientaliste abbiamo dato gambe alla nostra idea, cogliendo la disponibilità volontaria di questi giovani migranti. Gli immigrati possono così imparare ad utilizzare strumenti di lavoro, con l’auspico che ciò sia utile per una futura occupazione e tutti i cittadini traggono un vantaggio immediato, perché le oasi naturali sono più curate e, quindi, maggiormente fruibili. Abbiamo iniziato dalle aree naturali, ma altri progetti simili riguarderanno presto la manutenzione delle canalette d’irrigazione e la salvaguardia dei crinali montani: abbiamo già raccolto la disponibilità di tanti altri migranti anche per questi progetti.”
“E’ partito, dal comprensorio del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, un progetto pilota fortemente voluto dalla Regione – sottolinea l’assessore toscano all’immigrazione, Vittorio Bugli – I ragazzi richiedenti asilo, ospiti delle strutture di accoglienza del nostro territorio, prestano il loro tempo e il loro impegno per la cura e la valorizzazione di quanto più bello abbiamo in Toscana: l’ambiente. E’ un piccolo segno, una partenza, che traccia la strada, lungo la quale stiamo lavorando tutti assieme: affinché siano sempre di più le occasioni, in cui la solidarietà e l’accoglienza diventano l’altra faccia della medaglia della sicurezza del territorio.”
Daniele Bianucci - Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord
22/12/2021
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