22/12/2021
L’ECOMUSEO DEL LITORALE ROMANO, INTITOLATO A MARIA PIA MELANDRI
Il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino ha, fra le proprie missioni, quella di operare nella prospettiva dello sviluppo (armonico e sostenibile) del territorio, dal livello locale all'intero Paese.
È in quest’ottica che le nostre attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico sono, in generale, volte a studiare le tematiche del progetto a tutte le scale, e – come in questo specifico caso – alla scala del paesaggio.
Per trasformare il paesaggio, bisogna conoscerlo, studiarlo, saperlo interpretare ed essere capaci di prefigurare scenari possibili, attraverso la lettura di quanto è stato tramandato a noi dal passato, quasi come un lascito testamentario, con l’intento di prendersene cura e, con il progetto, di conservarlo, valorizzarlo, recuperarlo, a volte anche di rigenerarlo.
Gli studi, le ricerche e le esperienze didattiche che il nostro Dipartimento ha messo in atto in questi anni vanno spesso nella direzione di lavorare sul paesaggio, promuovendone innanzitutto la conoscenza, attraverso la storia e la memoria, traendo dagli archivi gli elementi che consentono di comprendere come si è formato, nel tempo, quel palinsesto su cui viviamo e abitiamo; e, in secondo luogo, cercando di proporne la trasformazione seguendo un criterio generale di sostenibilità, che significa esplorare le possibilità di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte alle esigenze che verranno, secondo quanto stabilito dal Rapporto Bruntland nel 1992.
Quando parliamo di paesaggio, non possiamo non occuparci anche delle infrastrutture per la mobilità, che ci consentono gli spostamenti fra i diversi poli del territorio, ma nel tempo inducono importanti trasformazioni, per adeguarsi alle innovazioni di carattere tecnologico, necessarie per far fronte alle sempre maggiori esigenze sociali ed economiche.
E l'infrastrutturazione del territorio gioca un ruolo dominante: le città sono e saranno sempre legate da linee infrastrutturali, le quali possono diventare non soltanto una connessione di punti nevralgici del Paese, ma anche un biglietto da visita per il viaggiatore.
La Legge 2/2018, che istituisce per la prima volta in Italia una rete ciclabile nazionale, è molto chiara nell'indicare l'opportunità di rifunzionalizzare o co-funzionalizzare ai fini ciclabili le infrastrutture già esistenti sul territorio.
Le infrastrutture storiche, siano esse ferrovie o canali, non solo offrono sedi ciclabili, dedicate e perciò sicure, ma presentano in varia misura caratteri altimetrici molto favorevoli alla realizzazione di ciclovie e quindi, in un territorio quasi sempre montuoso come quello italiano, permettono risolvere tracciati impervi che altrimenti sarebbero proibitivi.
Oltre a questi aspetti di ordine pratico, le infrastrutture idrauliche assumono un ruolo strategico nella realizzazione della rete di ciclovie di lunga percorrenza grazie anche alla memoria storica e sociale che la loro realizzazione ha sedimentato nei territori e che oggi merita di essere disvelata. È questa una memoria legata agli immensi cantieri che hanno coinvolto le popolazioni locali, ai dibattiti che hanno animato la società civile, alle culture tecniche innovative che sono state attivate.
Grazie alla ciclabilità questa memoria può essere riportata alla luce e messa in scena: le infrastrutture da meri oggetti tecnici possono così tornare ad essere ammirate e visitate come elementi identitari sia dai cicloviaggiatori, sia dagli abitanti.
Questa ammirazione nasce anche dal particolare rapporto che i canali di irrigazione e bonifica intrattengono con gli elementi geografici che formano i paesaggi attraversati. Ad esempio, nel caso dell'intersezione con i fiumi, il vincolo della minima pendenza comporta la costruzione di tombe sifone, laddove la quota del canale è più bassa del letto del fiume o di ponti canale, laddove la sua quota è invece più alta. Tali manufatti, superando l'ostacolo geografico, allo stesso tempo ne descrivono spettacolarmente la forma. Straordinari esempi di dialogo tra architettura e ingegneria, e non per nulla chiamati “opere d’arte”, essi descrivono la forma della Terra con la quale si misurano. Percorrere in bicicletta queste linee d'acqua significa perciò anche godere di una sorta di lezione di geografia a cielo aperto che permette di riconoscere i luoghi e riconoscersi in essi.
La realizzazione delle ciclovie nazionali si offre quindi come un potente dispositivo di progetto (e di rilancio) del patrimonio storico costituito dalle infrastrutture idrauliche e dai loro manufatti. La loro co-funzionalizzazione necessita però di apposite linee guida in grado di garantire il rispetto sia dei loro caratteri architettonici, sia della funzionalità idraulica, che ovviamente non deve essere inficiata dall'affiancamento della sede ciclabile.
I 231.044 km di canali irrigui e di scolo, i 16.686 km di argini, le 22.839 briglie e sbarramenti, i 960 impianti idrovori, i 1668 impianti di sollevamento delle acque, i 914 invasi, che costituiscono il patrimonio gestito dai consorzi irrigui, rappresentano una spettacolare città d'acque, estesa sull'intero territorio italiano, che i cicloviaggiatori italiani ed esteri attendono di poter abitare pedalando.
In questo senso crediamo di poter affermare che si sta facendo strada, seppur lentamente, una nuova sensibilità verso i paesaggi e le infrastrutture che li caratterizzano.
Accudirli, prendersene cura è utile anche per non dimenticare. E in questo particolare frangente storico, pensiamo che rispettare la nostra Memoria sia un imperativo rispetto al quale tutti dovremmo assoggettarci.
Note:
Il Dipartimento di ARCHITETTURA E DESIGN (DAD) è la struttura di riferimento dell'Ateneo nelle aree culturali che studiano l'arte e la scienza del progettare, a scala sia del manufatto architettonico e urbano, sia del design del prodotto.
Il DAD promuove, coordina e gestisce la ricerca fondamentale e quella applicata, la formazione, il trasferimento tecnologico e i servizi al territorio con riferimento agli ambiti del progetto di architettura e del progetto urbano, anche in rapporto alla sostenibilità e alla dimensione economica-finanziaria, del progetto di restauro, valorizzazione e gestione del patrimonio architettonico, urbano e paesaggistico, nonché del design industriale, grafico e virtuale.
22/12/2021
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