AUDIZIONE IN COMMISSIONE AMBIENTE SENATO
ANBI: SI AL DECRETO AMBIENTE MA VANNO PRECISATE LE NORME SULL’UTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE
GARGANO: “SERVONO CERTEZZA SULLA QUALITA’ E CHIAREZZA SULLE RESPONSABILITA’. IN GIOCO CI SONO SALUBRITA’ DEL CIBO E FUTURO DEL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE”
SPERIMENTAZIONE IN ATTO SUL LITORALE ROMANO
Pur ribadendo le persistenti criticità in materia di qualità e gestione delle acque reflue, è complessivamente positivo il giudizio di ANBI sul Decreto Ambiente per adeguare la disciplina italiana in materia di riuso idrico alle direttive ed ai regolamenti dell’Unione Europea con particolare riferimento alle norme, che permettono di utilizzare il ravvenamento delle falde come misura di stoccaggio idrico in condizioni d’emergenza, nonché di caricare serbatoi sotterranei ad uso agricolo anche al di fuori della stagione irrigua, contrastando il ripetersi di stagioni siccitose.
“Gli enti di bonifica non sono però meri ricettori dell’acqua depurata, ma ne sono responsabili della qualità nei confronti degli agricoltori associati, della salute dei consumatori e della tutela per la sicurezza del Made in Italy agroalimentare, e chiedono che questo ruolo sia riconosciuto”: a dichiararlo è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, audito dalla Commissione Ambiente del Senato in relazione al riuso delle acque reflue in agricoltura, previsto nel Decreto Ambiente. Infatti, se spetta ai gestori dell’impianto di affinamento il raggiungimento del “punto di conformità”, tocca ai Consorzi di bonifica e irrigazione, in qualità di soggetti titolari della concessione di trasporto delle acque, il dover svolgere una funzione di controllo sulla qualità di tutti i parametri chimico-fisici previsti, essendone responsabili nei confronti degli agricoltori utilizzatori e, più in generale, dell’ambiente.
“Al proposito abbiamo in atto una sperimentazione all’impianto di Fregene con il gestore ACEA, tramite il Consorzio di bonifica Litorale Nord ed il coinvolgimento dell’Università Politecnica delle Marche e l’Ateneo di Bologna – aggiunge il DG ANBI - Chiediamo, infatti, la certificazione di un ente terzo sulle acque depurate, perché in gioco c’è la salubrità del cibo e la credibilità del made in Italy agroalimentare.”
L’esempio è la presenza di azoto e fosforo nelle acque affinate, spesso indicati come importanti fertilizzanti: se ciò è vero per tre mesi all’anno, nei restanti nove sono elementi inquinanti perché, attraverso la percolazione nelle falde freatiche ed il fluire nei corsi d’acqua fino al mare, diventano causa di eutrofizzazione come dimostrato dai tanti interventi di disinquinamento naturale (fitodepurazione), operati dai Consorzi di bonifica nella gronda lagunare di Venezia. Non solo: il servizio di convogliamento e adduzione di acque reflue necessita di una puntuale programmazione in quanto tale risorsa non può essere indifferentemente utilizzata sulle diverse tipologie di colture, distinguendole tra uso alimentare o meno: è evidente, quindi, che i Consorzi di bonifica e irrigazione sono chiamati a svolgere un’ulteriore funzione nella pianificazione d’utilizzo della risorsa.
“Tali elementi – ha concluso Gargano - rendono evidente la necessità di ricomprendere, all’interno del Piano di Gestione dei Rischi, il ruolo attivo svolto dai Consorzi di bonifica e irrigazione, riconoscendo loro anche i costi per la veicolazione delle acque reflue, attraverso i 231.000 chilometri della rete idraulica in gestione, nell’arco dell’intero anno.”
LA NOMINA DI MARIA CHIARA ZAGANELLI NUOVO DIRETTORE CREA
ANBI: GLI AUGURI PER UN COMUNE LAVORO A SERVIZIO DI UN’ECCELLENZA ITALIANA
La nomina di Maria Chiara Zaganelli a Direttore Generale di CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) segna un momento significativo per il settore primario italiano: l’attività dell’ente, cruciale per il progresso di un comparto che è emblema del made in Italy, sarà guidata da un’esperta ed appassionata professionista con vasta esperienza e competenza nel settore.
"Vogliamo fare i nostri migliori auguri di buon lavoro a Maria Chiara Zaganelli. La sua guida sarà importante per il prosieguo dell’importante compito svolto dal CREA” affermano Francesco Vincenzi e Massimo Gargano, Presidente e Direttore Generale ANBI.
ANBI si conferma pronta a continuare la collaborazione con l’ente, mettendo a disposizione la propria esperienza quotidiana, maturata attraverso i Consorzi di bonifica ed irrigazione; gli sforzi comuni saranno indirizzati verso la crescita e lo sviluppo innovativo del comparto agricolo, elemento distintivo dell'economia e della cultura italiana.
LA NOMINA DI ANDREA MARCHI NUOVO DIRETTORE GENERALE ISMEA
ANBI: CONTINUIAMO A LAVORARE INSIEME PER L’AGRICOLTURA CHE PRODUCE CIBO E MANTIENE IL TERRITORIO
“Analisi di mercato e adeguati strumenti finanziari sono asset indispensabili per la competitività del sistema agricolo italiano: la celerità nell’ufficializzazione della nomina di Andrea Marchi a nuovo Direttore Generale di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è testimonianza del ruolo fondamentale attribuito a tale ente”: questo il commento del Presidente, Francesco Vincenzi e del Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, nell’augurare buon lavoro nel segno della reciproca collaborazione.
Proseguono: “Auspichiamo che l’azione di ISMEA sia un ausilio determinante a mantenere il presidio agricolo sui territori, fondamentale non solo per il made in Italy agroalimentare, ma anche per la manutenzione idrogeologica e l’equilibrio dell’ecosistema. In questo quadro, un ulteriore sforzo deve essere fatto verso l’insediamento di giovani imprenditori ed imprenditrici, nonché per la conservazione delle attività agricole in montagna. I Consorzi di bonifica ed irrigazione saranno costanti alleati.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ESTREMIZZAZIONE EVENTI METEO
L’ALLARME DEGLI SCIENZIATI: IL MEDITERRANEO È AD ALTO RISCHIO
VINCENZI: “URGE CONSAPEVOLEZZA PER PROTEGGERE TERRITORI E POPOLAZIONE”
Gli scienziati concordano, ma le opinioni pubbliche sono distratte così come l’Unione Europea, nonostante le ancora vive immagini del disastroso evento abbattutosi sulla Spagna (nella provincia Valenciana oltre duecento morti, 53.000 ettari inondati, 190.000 persone alluvionate, 32.000 chilometri di strade allagate): le attuali condizioni climatiche del mar Mediterraneo (dai 23° di Ionio e basso Adriatico ai 25° lungo le coste dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente) sono ideali per fenomeni meteorologici di estrema violenza su tutta l’Europa, ma principalmente sui Paesi nel Sud del continente, come l’Italia. Anche la temperatura dell’aria, a livello globale, è tornata a registrare anomalie in crescita (ad inizio Novembre: +0.90°) dopo che per quasi un mese e mezzo era scesa al di sotto dei valori del 2023, l’anno più caldo della storia (fonte: Copernicus).
“Torniamo a ripeterlo: in attesa di politiche planetarie per la mitigazione servono urgenti politiche di adattamento, capaci di contenere i rischi per la popolazione. Quanto accaduto in Spagna può ripetersi anche da noi e bisogna esserne coscienti” ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Alla politica, ad ogni livello, chiediamo consapevolezza che investire in prevenzione idrogeologica è un’ineludibile condizione di sviluppo. Insieme ai finanziamenti per infrastrutture capaci di rispondere alla situazione climatica, che si sta consolidando, serve una campagna di prevenzione civile perché, di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici, è necessario che tutti assumano nuove consapevolezze anche nella vita quotidiana” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Per quanto concerne la situazione idro-climatica del nostro Paese, l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche segnala che dopo gli eccezionali apporti pluviali del mese di ottobre, le riserve d’acqua nell’Italia Settentrionale e parzialmente in quella Centrale registrano un’ulteriore crescita dei volumi stoccati nei bacini, delle portate in alveo e della soggiacenza sotterranea; al Sud, invece, l’estrema localizzazione e concentrazione di piogge anche molto violente non hanno consentito di contrastare il lunghissimo periodo di scarsità idrica. L’esempio arriva dalla Sicilia dove ad Ottobre, sulla provincia di Messina sono caduti mediamente 70 millimetri d’acqua con cumulate, che andavano dai mm.28 di Montalbano Elicona ai mm. 217 di Antillo fino ai mm.316,2 in 5 giorni su Fiumedinisi.
Nelle regioni meridionali le piogge autunnali non sono state finora sufficienti a colmare l’enorme deficit idrico, venutosi a creare in un anno di siccità.
In Puglia, nei bacini della Capitanata, manca l’89% d’acqua e resta solamente un volume pari 36,76 milioni di metri cubi (lo scorso anno, l’agricoltura del Tavoliere disponeva del triplo dell’acqua).
In Basilicata, l’acqua presente nei serbatoi è solo il 15% di quella invasabile; a seguito di un’ulteriore riduzione di oltre cinque milioni di metri cubi il gap con il 2023 è salito a quasi centocinquanta.
In Calabria crescono i livelli del fiume Coscile, mentre si riducono quelli del Lao; le portate dell’Ancinale sono quasi azzerate dopo che, nelle settimane scorse, i flussi di questa fiumara si erano rivitalizzati. grazie agli abbondanti apporti pluviali, che avevano interessato il Catanzarese.
Se in Campania le portate dei fiumi (Sele, Volturno, Garigliano) sono in crescita, in Sardegna gli invasi sono complessivamente al 39,76% di riempimento: il lago di Maccheronis (Sardegna Nord-Orientale) trattiene 570.000 metri cubi su oltre ventidue milioni invasabili (2,48%), mentre i bacini dell’Alto Cixerri (Sardegna Sud-Occidentale) contengono solamente il 6,49% dell’acqua invasabile (mln. mc.1,42 su mln. mc.18,80).
Nel Lazio il livello del lago di Bracciano, grazie agli apporti meteorici della seconda metà di ottobre, cresce di 6 centimetri, mentre il piccolo bacino di Nemi mostra endemiche difficoltà a trattenere l’acqua invasata nei periodi piovosi, abbassandosi di 2 centimetri dopo solo pochi giorni di sole e bel tempo. Tornano a ridursi le portate dei fiumi con il Tevere, che ridiscende al di sotto dei flussi tipici del periodo, così come l’Aniene ed il Velino.
In Umbria è negativo il “trend” della portata nei fiumi Chiascio, Topino e Paglia. Invariata è la deficitaria altezza idrometrica del lago Trasimeno, nonostante le precipitazioni ottobrine (circa centottanta millimetri), ben superiori alle medie degli anni più recenti.
Nelle Marche, le altezze dei fiumi Potenza, Esino, Tronto, Nera e Sentino tornano ai livelli più bassi del quinquennio.
In Toscana, tutti i fiumi registrano portate in calo ed inferiori alle medie mensili.
Anche in Liguria, netta riduzione dei flussi nei bacini fluviali, che nelle settimane scorse avevano creato danni e destato preoccupazioni; torna sotto media il fiume Magra.
Netto ridimensionamento pure nelle portate dei fiumi appenninici dell’ Emilia-Romagna, dove solamente la Secchia continua a registrare flussi superiori alla norma (+16%). I bacini piacentini, avendo nei giorni scorsi assolto alla fondamentale funzione di mitigazione delle piene, trattengono ora oltre dieci milioni di metri cubi d’acqua, cioè un quantitativo ben superiore a quello tipico del periodo (quasi mai superiore a mln. mc. 3).
Con il defluire della piena, le portate del fiume Po, pur mantenendosi sopra media, risultano però meno minacciose: a Pontelagoscuro, alle porte del delta, si registra +68% circa rispetto al consueto, mentre a monte, nell’Alessandrino interessato nelle scorse settimane da nubifragi, il flusso del Grande Fiume si riduce del 76% in 7 giorni, rimanendo tuttavia del 31% superiore alla media del periodo.
In Piemonte, il flusso medio nel fiume Tanaro, che la settimana scorsa era di 1404 metri cubi al secondo, è sceso a mc/s 172 (-32% sulla media); la Stura di Lanzo, con una riduzione di portata di quasi cento metri cubi al secondo, registra ora un flusso pari all’80% della media mensile. Nella regione il mese di ottobre è stato caldo (+1,6°) e molto umido con un surplus pluviometrico del 153%, ma che raggiunge addirittura +200% sui bacini di Cervo, Bormida, Orba, Pellice, Stura di Lanzo, Orco, Residuo Po-confluenza Dora Baltea (fonte: ARPA Piemonte).
Nel Nord Italia, la tregua dal maltempo ha ridimensionato le ingenti portate nei corsi d’acqua e permesso ai “grandi laghi” di stabilizzarsi su livelli più rassicuranti: il livello del Maggiore scende di mezzo metro in 7 giorni, attestandosi comunque su un volume di riempimento superiore al 100%.
In Valle d’Aosta si riducono le portate della Dora Baltea e del torrente Lys.
In Lombardia, il totale delle riserve idriche ha raggiunto i 2 miliardi e 60 milioni di metri cubi, una quantità superiore di circa il 39% a quello tipico del periodo.
Un abbassamento generalizzato dei livelli idrometrici lo si registra anche in Veneto: in alcuni casi le portate attuali sono inferiori a quelle medie del periodo (Muson dei Sassi -31%, Bacchiglione -19,4%).
FRIULI VENEZIA GIULIA: I VENT’ANNI DI UN’OPERA LUNGIMIRANTE
Presente la ViceMinistro Ambiente e Sicurezza Energetica, Vannia Gava, la cerimonia del ventennale dalla messa in funzione dello scolmatore del torrente Corno si è aperta con una visita guidata al sito dell’opera, non distante dal Castello di Arcano Superiore, dove si è poi svolto un convegno.
Ai presenti sono state illustrate le componenti (sfioratore a calice, 4 paratoie laterali, galleria) ed il loro funzionamento, evidenziando che “ciò che ai tempi si reputò un’opera forse sovradimensionata, si è rivelata invece necessaria”, considerandone quindi il ventennale come un’occasione di riflessione e non solo una celebrazione. Secondo le previsioni di quel tempo, l’opera si sarebbe dovuta attivare circa una volta al decennio per far fronte ad eventi gravi, ma nei fatti la frequenza d’intervento è stata maggiore.
Il canale scolmatore riesce attualmente a convogliare nel fiume Tagliamento il 70% della portata massima prevista, ma il restante costituisce ancora un rischio di esondazione e richiede la realizzazione di ulteriori opere al fine di evitare danni. Vi sono inoltre porzioni del territorio regionale non ancora coperte da opere prioritarie per la sicurezza idrogeologica.
In Friuli Venezia Giulia, oltre al bacino del Corno, vi sono infatti zone con grado elevato di pericolosità anche nell’area del bacino idraulico Torre-Isonzo. Per celebrare non solo il lato tecnico, ma anche e soprattutto quello del contributo umano all’opera, il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) ha realizzato un libro fotografico di 90 pagine.
PUGLIA: ESPERTI TUNISINI VISITANO IMPIANTO
Prosegue la collaborazione tra l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari ed il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia): ingegneri tunisini della Scet-Tunisie (azienda leader nel settore dell'ingegneria in Africa e che si occupa di idraulica, sviluppo agricolo, pianificazione territoriale, urbanistica) hanno visitato l’impianto consortile di San Samuele, in agro di San Ferdinando.
Scopo della missione era conoscere la storia dell’ente consortile, la gestione sia amministrativa sia tecnica della distribuzione irrigua e vedere “sul campo” le innovazioni tecniche in tale ambito.
TOSCANA: CONTRATTI DI FIUME PROTAGONISTI
“Civis Chiana” (il primo Contratto di Fiume sottoscritto ufficialmente in Toscana) e “Casentino H2O” (il primo contratto di fiume sottoscritto sull’asta del fiume Arno e sviluppatosi in parallelo a Casentino 2040, il percorso partecipativo per la stesura del Piano Urbanistico Intercomunale della vallata) sono stati tra i protagonisti della 21° edizione di Urbanpromo – Progetti per il Paese, manifestazione promossa da INU (Istituto Nazionale Urbanistica), tenutasi a Firenze: l’esperienza dei percorsi partecipativi è stata portata dal Consorzio di bonifica Alto Valdarno (con sede ad Arezzo).
Due sono quelli già sottoscritti ed operativi: uno è il Contratto di Fiume sul Canale Maestro della Chiana che, con il coinvolgimento di 7 Comuni, è nato con la necessità di oltre sedici milioni di euro di investimenti, senza considerare la realizzazione dei Distretti Irrigui a completamento del Sistema Occidentale di Montedoglio; l’altro è il Contratto di Fiume sul tratto iniziale dell’Arno, con l’adesione di 10 Comuni, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino, l’Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Settentrionale, la Provincia di Arezzo, numerosi stakeholders pubblici e privati.
A questi si uniscono altri 2 percorsi partecipativi, inseriti nella cornice di Patto per l’Arno, il maxi Contratto di Fiume dalla sorgente alla foce del corso d’acqua più importante della Toscana, promosso dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale: sono “Abbraccio d’Arno” sul tratto centrale del fiume (dalla confluenza con il canale Maestro della Chiana fino alla diga di Levane) e “Acque d’Arno” (fino al confine con il comprensorio di competenza del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, con sede a Firenze); hanno stadi di sviluppo differenti, che dovrebbero approdare alla sottoscrizione entro il 2025. In più, c’è Tevere in Toscana, il Contratto sul tratto toscano del “fiume di Roma”, primo tassello di un altro maxi percorso partecipativo, che andrà a coinvolgere anche le regioni Umbria e Lazio.
MARCHE: MERCATALE UNA RISORSA MULTIFUNZIONALE
Hanno richiesto oltre due settimane le operazioni, che hanno portato allo svaso del lago di Mercatale: fino al prossimo Febbraio, le paratoie verranno lasciate sollevate ed il bacino tornerà ad invasare a primavera, in previsione dell'apertura degli impianti irrigui e dell'estate.
La richiesta di svaso rientra nelle procedure obbligatorie ai fini della corretta gestione dell'opera e della sua capacità di invaso.
Lo svasamento, che nonostante le molte attenzioni provoca il rilascio della grande quantità di fango e materiale legnoso accumulati, non sostituisce lo sfangamento della diga, per il quale il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) si è attivato, attraverso un innovativo sistema già finanziato dal Ministero Infrastrutture e Trasporti con oltre otto milioni di euro.
Il progetto prevede l’utilizzo di una draga, che eviti l’accumulo di materiale fangoso e di conseguenza il sollevamento delle paratoie per farlo defluire.
Lo sfangamento consentirà di recuperare l’originale volume d'invaso (oltre cinque milioni di metri cubi), garantendo una maggiore disponibilità d'acqua destinata all'irrigazione e all'idropotabile nella vallata del Foglia; anche la funzione di laminazione delle piene, che la diga di Mercatale svolge per tutta la vallata sottostante (inclusa la città di Pesaro), ne trarrà beneficio.
LAZIO: CONCLUSA STAGIONE IRRIGUA NEL SEGNO DI MANUTENZIONI E RISTRUTTURAZIONI
Il Consorzio di bonifica Valle del Liri (con sede a Cassino, in provincia di Viterbo) ha chiuso la stagione irrigua 2024, estesa di 15 giorni oltre il tradizionale termine del 30 Settembre, per rispondere alle esigenze agricole, considerate le variazioni climatiche dell’anno.
La stagione era partita con difficoltà agli impianti di Pontecorvo, alimentati dal canale Enel rimasto temporaneamente inattivo per lavori di manutenzione sulla paratoia in corrispondenza della centrale idroelettrica; per garantire la continuità della fornitura idrica, l’acqua era stata derivata dall’impianto Forma Quesa di Esperia attraverso un “bypass”, applicando rigide turnazioni irrigue, concertate con le Organizzazioni Professionali Agricole e le Amministrazioni Locali.
L’ondata di siccità prolungata, da Maggio ad Agosto, ha comportato un uso intensivo degli impianti irrigui; ciò ha comportato un aumento significativo nei consumi di energia elettrica, raggiungendo quasi dieci milioni di kilowattora per il 2024, rispetto agli 8.500.000 del 2023. Questo incremento ha portato i costi energetici a superare i tre milioni e mezzo di euro. Intensificati i controlli per contrastare l’irrigazione abusiva, l’ente consortile ha rilevato circa duecento ettari irrigati senza regolare autorizzazione; così, a conclusione dell’istruttoria, sarà inviata una richiesta di regolarizzazione e pagamento ad oltre seicentocinquanta utenti. Per affrontare l’aumento dei consumi, l’ente consorziale ha da tempo attivato 3 impianti fotovoltaici, galleggianti sulle vasche di Fontana Merola e Sant'Ermete, in località Pontecorvo ed Olivella in comune di Sant’Elia Fiumerapido; ora è allo studio la fattibilità per ulteriori installazioni di impianti fotovoltaici nelle aree consortili.
È stato anche progettato un impianto idroelettrico presso la centrale di via Appia a Cassino e si è in attesa di finanziamento. Con fondi stanziati dal Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste, il “Valle Liri” installerà strumenti di misurazione su nodi, settori, comizi e idranti dell’impianto destra Gari per monitorare i consumi e gestire i ruoli irrigui in base all’acqua utilizzata; un analogo progetto per l’impianto sinistra Gari è in programma per il 2025-2026.
Con fondi comunitari assegnati alla Regione Lazio verranno ammodernate alcune centrali di sollevamento, aggiornando i quadri elettrici in collaborazione con il competente dipartimento Università Cassino.
TOSCANA: ARRIVANO ALTRE DUE AUTO ELETTRICHE
Sono arrivate 2 nuove auto elettriche al Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca): dal 2020 l’ente consortile ha rinnovato e potenziato il parco mezzi, che ora può vantare 8 vetture e 2 scooter elettrici, ricaricati attraverso l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici; l’anno scorso, i veicoli ad emissioni zero hanno percorso km. 90.362, traducibili in 20,85 tonnellate di CO2 non emessa ed un risparmio stimato di oltre diecimila euro.
Prosegue così la missione del “Consorzio Verde”, declinata in 149 pagine di schede ed azioni positive con i “target” da raggiungere: tutte insieme costituiscono l’ossatura del Piano triennale per l’ambiente e le energie rinnovabili, che serve a pianificare le strategie per il futuro dell’ente consortile dal 2025 al 2027. Dalla dichiarazione di emergenza climatica del 2019, l’ente consortile ha ridotto anno dopo anno la propria impronta ambientale.
Le linee programmatiche sono chiare: nuovi impianti fotovoltaici, contenimento dei consumi energetici, prosecuzione nel rinnovamento del parco mezzi; conferma del progetto “Un albero ogni bimbo o bimba” attraverso la plantumazione annuale di almeno 1.000 alberi ed arbusti. I numeri testimoniano l’efficacia di quanto fatto: dal 2019 al 2023 si è passati da 59.038 kilowattora di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili a kWh. 165.689(+322%). Per il 2024 si stima una produzione pari a kWh. 225.000 .La previsione ambiziosa è quella di realizzare altri 5 impianti fotovoltaici: tettoia della sede di Viareggio (lavori già in fase di completamento), idrovore di Brugiano, Ranocchiaio e Vecchiano, nuova sede di Massa; l’obbiettivo 2025 è ridurre la presenza di anidride carbonica, anche plantumando oltre novemila alberi.
Non solo azioni “interne”, però, ma anche progetti di ampio respiro per diffondere una nuova cultura di rispetto per l’ambiente: in particolare, l’iniziativa “Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo” nata per prevenire e combattere i comportamenti incivili di coloro, che utilizzano i corsi d’acqua come discarica; le diverse azioni svolte hanno permesso di raccogliere, in un anno, circa ventisette tonnellate di spazzatura che, sommate a quanto raccolto dagli operatori consorziali (t.30), dalle panne (t.1) e dalle griglie delle idrovore (t.165) permettono di evitare che 223 tonnellate di immondizia finiscano in mare.
Il documento è stato votato dall’Assemblea uscente dell’ente consortile per metterlo così a disposizione della nuova Amministrazione, che lo potrà arricchire e modificare come riterrà più opportuno.
VERTICI ANBI A BOLOGNA PER INIZIATIVA CIA
Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno lunedì 11 Novembre p.v. al convegno “Acqua: le nuove sfide da affrontare in agricoltura”, organizzato a Bologna da CIA-Agricoltori Italiani; la sede sarà l’hotel Savoia Regency. |