Anno XXVI, n. 40 lunedì, 28 ottobre 2024

L’ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA

VINCENZI: “CI APPELLIAMO ALLA POLITICA PERCHE’ UNITARIAMENTE PONGA LA SICUREZZA IDRAULICA COME PRIORITA’ DEL PAESE. ALLUVIONI E SICCITA’ STANNO PENALIZZANDO L’ECONOMIA MINANDO LA COESIONE SOCIALE. DI FRONTE ALLE DRAMMATICHE CONSEGUENZE DELLA CRISI CLIMATICA SERVONO SCELTE CONCRETE E VELOCI”

RIPARTITA LE RETE DI SOLIDARIETA’ DEI CONSORZI DI BONIFICA ITALIANI

“In un conflitto, quando a cadere è la capitale, generalmente significa la resa, ma questo non vogliamo che accada in Emilia Romagna, anche se ad essere colpita dall’estremizzazione degli eventi meteorologici stavolta è stata Bologna, capoluogo di una regione alla quarta, drammatica alluvione in 16 mesi. A poco importa ricordare che la rete idraulica minore, benché travolta dalle esondazioni dei fiumi come il resto del territorio, stia ora contribuendo in maniera determinante allo scolo delle acque alluvionali o che è ripartita la rete di solidarietà operativa dei Consorzi di bonifica da tutta Italia. Il nostro appello è alla politica affinché, in maniera unitaria, ponga la sicurezza idrogeologica lungo l’intera Penisola al primo posto fra le priorità del Paese, perché le conseguenze di eventi meteo estremi stanno colpendo profondamente l’economia dell’Italia, pregiudicandone inevitabilmente anche la coesione sociale. Servono risorse subito, appellandosi anche all’Unione Europea: è dagli anni ’80 che in Italia manca un piano nazionale di interventi per la manutenzione del territorio, ora c’è il P.N.I.I.S.S.I. predisposto dal M.I.T., cui gli esperti indicano di destinare almeno un miliardo di euro all’anno, che però non ci sono. Non è nostro compito indicare dove reperirli, ma è nostro dovere dire che servono subito per evitare di compromettere definitivamente l’equilibrio dei territori.”: ad affermarlo con amarezza e preoccupazione è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, che ha concluso:
“Alla politica chiediamo di assumerne una coscienza piena e determinata, noi continueremo a fare la nostra parte assieme agli altri soggetti deputati del territorio, ma oggi serve di più: c’è bisogno di creare urgentemente le condizioni per un piano straordinario di manutenzione e infrastrutturazione lungo l’intera Penisola.”


EMILIA ROMAGNA: NOTTE DI SUPERLAVORO

Prosegue l’impegno del Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) per fronteggiare l’emergenza, che ha colpito i territori del Reggiano.
C’è voluta un’intera giornata, in località Ponte Testa, nel comune di Reggiolo, per effettuare le operazioni d’allestimento di un impianto idrovoro mobile, necessario a far defluire le acque in maggiore quantità e più rapidamente dai territori alluvionati: si tratta di un sistema con 2 motopompe, provenienti dalla Protezione Civile del Trentino, alimentate dalla rete elettrica.
È stato un intervento estremamente complesso, reso ancor più complicato dalle particolari condizioni meteo e dagli spazi ristretti per operare, realizzato in collaborazione con la Protezione Civile ed il supporto del sistema dei Consorzi di bonifica e di ANBI, che ha fornito una parte del materiale necessario al funzionamento dell’impianto.
Dopo innumerevoli tentativi gli operatori consortili sono riusciti, nel corso della notte, ad avviare il funzionamento di entrambe le pompe in grado di sollevare 3 metri cubi al secondo d’acqua dal sistema delle Acque Basse di Bonifica per farli defluire nel cavo Parmigiana Moglia, principale collettore del sistema della Acque Alte consortili.


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

“PALUDE PADANA”: GRANDE LAVORO IDRAULICO PER LIMITARE I DANNI

I DATI LO CONFERMANO: L’ESTREMIZZAZIONE DEGLI EVENTI METEO SCONQUASSA L’EQUILIBRIO IDROGEOLOGICO MA NON RISOLVE LA SETE DEI TERRITORI

Invertendo l’ordine dei fattori, in una condizione di estremizzazione degli eventi atmosferici, il risultato non cambia e si chiama alluvione: è così per l’ormai “palude padana”, ma è così anche per l’inaridito Meridione, come evidenzia il settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
La settimana scorsa è stata l’ennesima riprova della pericolosità degli effetti del riscaldamento globale e di come l’Italia sia l’hub europeo della crisi climatica: ben 236 nubifragi hanno squassato la Penisola in soli 7 giorni  (dal 15 alla mattina del 22 Ottobre; fonte: ESWD - European Severe Weather Database) con cumulate di pioggia, in alcuni casi impressionanti, su un Paese spezzato in due fra territori devastati da oltre un anno di siccità estrema e zone con i serbatoi acquiferi stracolmi, nonché terreni saturi d’acqua dopo mesi di piogge abbondanti: decine di corsi d’acqua tracimati nell’Emilia-Romagna nuovamente in ginocchio ad appena un mese dalla precedente inondazione, con una vittima e migliaia di sfollati.
“Al Nord, dove solamente un anno e mezzo fa  si combatteva contro la peggiore siccità della storia – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI  - l’imperativo è tornato ad essere quello di allontanare nel più breve tempo possibile l’acqua in eccesso ed asciugare la pianura stremata da eventi climatici estremi, frequenti ed ormai ingestibili con gli strumenti attualmente a disposizione.”
Solo tra Bologna ed il suo hinterland i corsi d’acqua, tombati o scoperti, esondati durante i recenti nubifragi sono stati almeno sette: Ravone, Savena, Zena, Idice, rio Brolo, rio Caurinziano, canale di Reno. Nell’Emilia Romagna alluvionata le portate dei principali fiumi appenninici sono cresciute al di sopra delle medie storiche ed alcune, vista la perdurante instabilità atmosferica, continuano suscitare preoccupazioni: il Panaro ha raggiunto mc/s 162,72 di portata (media storica: mc/s 8,39), mentre il Savio è cresciuto del 730% (fonte: ARPAE). La piena del fiume  Po, che sta attraversando il delta, risulta essere la terza più consistente del recente ventennio dopo quelle di Novembre 2019 e Novembre 2014; la portata media, a Pontelagoscuro, ha superato i 7.100 metri cubi al secondo (oltre 4 volte più della media ottobrina), mentre nell’Alessandrino ha toccato mc/s 2344, cioè quasi 6 volte quella consueta del periodo.
In Valle d’Aosta crescono  le portate di Dora Baltea e torrente Lys, passato da mc/s 1,60 nella settimana scorsa a mc/s 13,40 in questi giorni.
In  7 giorni il Piemonte ha visto crescere di oltre il 230% i flussi del fiume Tanaro, mentre quelli della Stura di Lanzo sono aumentati di più del 430%; inoltre è raddoppiata la portata della Stura di Demonte e triplicata quella della Toce.
In Lombardia, le riserve idriche sono superiori alla media di oltre il 38%.
Nonostante le portate erogate dai “grandi laghi” siano ben superiori al consueto, gli enormi afflussi idrici da monte (quelli del Benaco sono superiori ai massimi storici del 1980) mantengono i livelli dei bacini su valori nettamente superiori alla media.
In Veneto, dove è scattata più volte l’allerta rossa, i flussi dei principali fiumi hanno continuato a crescere notevolmente dopo che già la settimana scorsa avevano registrato significativi surplus idrici: la Livenza ha toccato mc/s 246,42 con una crescita settimanale del 37% ed una differenza sulla media di +178%; il Bacchiglione è salito a mc/s a 138,48, contro  mc/s 54,42 di 7 giorni fa; il Brenta ha registrato mc/s  256,37 (+362% sulla portata media storica d’Ottobre).
Sono cresciuti, per via del prolungato periodo di maltempo, anche i livelli dei fiumi in Liguria: prima tra tutti, la Vara che ha destato non poche preoccupazioni per via di un’impennata repentina di ben 3 metri in sole 2 ore.
Scendendo al Centro Italia, la fascia settentrionale della Toscana è quella maggiormente colpita da fenomeni meteorologici avversi in questo autunno 2024: solamente sul Massese, negli scorsi 30 giorni si sono registrate cumulate di pioggia tra  cinquecento e seicento millimetri con record di mm. 737 sul comune di Mulazzo; notevoli anche gli accumuli di pioggia su Pistoiese, Lucchesia e Livornese, dove in molte località si sono superati i quattrocento millimetri (fonte: Centro Funzionale Regionale) . Crescono le portate fluviali: il Serchio ha superato mc/s 77; la Sieve ha toccato mc/s 16,80 (+435% rispetto ad una settimana fa); l’Arno ha registrato flussi più che doppi rispetto a 7 giorni fa; nell’Ombrone è transitato oltre il 200% d’acqua in più.
E’ stata una settimana difficile anche nelle Marche e principalmente nelle province di Pesaro Urbino ed Ancona, dove è esondato il torrente Troscione; tutti in crescita gli altri corsi d’acqua.
In Umbria, nonostante le piogge (intorno al bacino sono caduti mm. 20 in 48 ore) non si sono registrati ulteriori incrementi di livello nel lago Trasimeno; crescono, ma in maniera meno consistente rispetto alle regioni confinanti, le altezze idrometriche dei fiumi Chiascio, Topino e Paglia.
Nel Lazio, dopo un lunghissimo periodo di costante decrescita, salgono di 7 centimetri, grazie a cumulate di pioggia fino a settantadue millimetri in 48 ore, i livelli del lago di Nemi, così come le portate dei fiumi della regione.
In Campania è la penisola sorrentina, il territorio maggiormente interessato dagli eventi estremi di questi giorni: sulla zona si sono abbattuti nubifragi di forte entità con cumulate di pioggia, superiori a cento millimetri.
Sorprendentemente, nonostante le forti piogge, nel Mezzogiorno non si registrano incrementi nei volumi idrici trattenuti dalle dighe, ma addirittura si assiste ad un costante svuotamento dei bacini artificiali.
“E’ la conferma della grande sete delle campagne, cui piogge violente e concentrate danno solo minima risposta, creando però grandi rischi per l’equilibrio idrogeologico dei territori” ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Negli invasi della Basilicata, la decrescita idrica è quantificabile in 8 milioni di metri cubi in una sola settimana: l’invaso di monte Cotugno, ad esempio, nonostante oltre centocinquanta millimetri di pioggia in 2 giorni, è sceso di ulteriori 800.000 metri cubi nella disponibilità d’acqua.
In Puglia, la decrescita dei volumi invasati è stata di “soli” 900.000 metri cubi; nei bacini della Capitanata rimangono ora solamente 38,77 milioni di metri cubi.
In Calabria sono cresciute le portate dei fiumi, mentre gli invasi, nonostante la tanta pioggia caduta, hanno registrato incredibilmente volumi inferiori a quelli di Agosto: il bacino di Farneto del Principe ha 5 milioni di metri cubi d’ acqua in meno, monte Marello -2 milioni, Tarsia –1 milione. Impressionano per converso i dati pluviometrici, provenienti dalla zona di Lamezia Terme, dove i 410,4 millimetri di pioggia caduti in 24 ore su Maida o i mm. 339,2  su Cortale sono stati causa delle esondazioni dei fiumi Amato (la portata è cresciuta in poche ore  da mc/s 30 ad oltre mc/s 121) e Cortale, provocando danni alle infrastrutture stradali e mettendo a rischio la vita delle persone; per questo sono state attivate squadre per far fronte alle emergenze. In provincia di Reggio Calabria, cumulate di pioggia superiori a duecentocinquanta millimetri (su San Luca, ad esempio) hanno fatto tracimare il torrente Bonamico.
Come la prospicente Calabria, anche l’assetata Sicilia ha visto cadere, su alcune zone, più acqua di quanta ne sia piovuta da inizio anno: alle pendici del vulcano Etna (a Nunziata in sole 6 ore e mezza si sono riversati al suolo mm. 275; a Piedimonte Etneo, mm. 388 in 9 ore e mezza; a Linguaglossa, mm. 379) così come in altre zone della Sicilia Orientale, dove le cumulate di pioggia di poche ore hanno superato i centocinquanta millimetri (Siracusa  mm.165,4; San Pietro Niceto, mm.189,2) ed Occidentale, dove sono bastati 75 millimetri di pioggia in un giorno per far tracimare il torrente Salso, inondando Licata. Sarà interessante verificare quanto queste piogge abbiano inciso sulla ricarica dei bacini, che in larga parte stavano esaurendo le riserve idriche e che, secondo le previsioni, tra circa tre mesi sarebbero rimasti vuoti.

                                                                                                       

EMILIA ROMAGNA: ALLUVIONE: RETE DI SOLIDARIETA’ DA TUTTA ITALIA

Come accaduto in occasione dell’evento alluvionale nel Maggio 2023 in Romagna, i Consorzi di bonifica mostrano vicendevole solidarietà operativa nei momenti di maggiore crisi.
A seguito dell’emergenza idrogeologica, che ha colpito il comprensorio, il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella città capoluogo di provincia) ha beneficiato di supporto tecnico e logistico in loco. Una squadra di 12 unità è giunta dal Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara (con sede nel capoluogo estense) con 4 pompe idrovore che sono state installate sul canale “San Genesio”, a San Secondo Parmense.
Dal Consorzio di bonifica Adige Po (con sede a Rovigo) sono pervenute 2 pompe idrovore mobili per il deflusso delle acque e l’aiuto operativo di 4 addetti destinati a dar manforte allo staff consortile sul canale “Banzole e bonifiche equadre”, nell’area dell’impianto di Cantonale, a Busseto.
Anche il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha inviato una squadra di tecnici ed una pompa mobile in supporto al personale consortile, impegnato sullo scolo “Ciabattini” (Busseto).
Infine, un gruppo di 10 volontari dell’associazione toscana Misericordie ha portato il proprio contributo con alcune pompe idrovore per la gestione dell’emergenza nel territorio di Sorbolo Mezzani, nell’area tra Enzano e Coenzo.


MARCHE: MANUTENZIONE IDROGEOLOGICA: SERVE UN CAMBIO DI PASSO

Gli eventi alluvionali riaccendono i riflettori sull’importanza della manutenzione dei reticoli idrografici. Nel 2023 il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) ha svolto 601 interventi per liberare gli alvei e consentire il corretto deflusso delle acque e, nell’anno in corso, tali interventi sono quasi quattrocento.
Parallelamente, a seguito degli eventi alluvionali di Settembre 2022, sono stati realizzati interventi in somma urgenza su corsi d’acqua per una lunghezza oltre ottantasette chilometri nella provincia Ancona, 44 chilometri in quella di Pesaro-Urbino e 8 chilometri in quella di Macerata.
Tali interventi sono stati realizzati grazie ai fondi attribuiti dallo Stato alla struttura commissariale regionale per l’alluvione.
Tutto questo però, non basta più. C’è bisogno di una manutenzione che non rincorra l’emergenza ma che sia inserita in un piano di prevenzione; servono maggiori risorse e non possono venire solo dal mondo agricolo, ma soprattutto serve un cambio di passo tanto politico quanto sociale.


VENETO: ANNO IDROLOGICO (QUASI) DA RECORD

L’anno idrologico 2023-2024 è stato, per il Veneto, il secondo più piovoso da 30 anni, superato solo dal 2013-2014. Tra Ottobre 2023 ed il mese di settembre da poco conclusosi sono caduti infatti 1.595 millimetri di pioggia, +44% rispetto ai mm. 1.110 di media dal 1994 ad oggi.
Il dato colpisce soprattutto, se messo a confronto con l’anno solare 2022, nel quale le precipitazioni sul Veneto si fermarono ad un valore medio intorno ai settecentosettantaquattro millimetri.
Questi valori, indicati da Arpav (Agenzia regionale protezione ambientale veneta) e riportati nel recente bollettino ANBI Veneto relativo alla disponibilità di risorsa idrica, fotografano ancora una volta una situazione estrema, ormai tipica di quest’epoca di cambiamenti climatici. A contribuire alle precipitazioni dell’anno idrologico è anche il mese di settembre, che ha registrato una piovosità superiore dell’89% alla media del periodo.
Il dato riunisce diversi episodi di maltempo, che hanno comportato allagamenti “a macchia di leopardo” un po’ in tutto il territorio regionale.
La stagione irrigua è stata dunque caratterizzata da situazioni opposte: forte piovosità in primavera ed autunno, temperature record in estate. Le forti piogge continuano a caratterizzare il mese d’ottobre nel corso del quale, senza arrivare alle drammatiche situazioni riscontrate in altre zone d’Italia, si stanno continuando a verificare frane e allagamenti.


FRIULI VENEZIA GIULIA: CAMBIAMENTI CLIMATICI: URGONO INTERVENTI A LUNGO TERMINE

La temperatura media annuale in Friuli Venezia Giulia sta salendo e le proiezioni per il futuro parlano di estati ed inverni sempre più caldi.
Bisogna agire sia come regione che come umanità intera, mediante risposte concrete e culturali, che nascano dal confronto: se ne è parlato a Basiliano, nel corso del convegno “Le nuove frontiere dell’irrigazione nella pianura friulana", organizzato dal Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine).
Negli anni recenti in Friuli Venezia Giulia, a parità di piogge annuali, l’acqua nelle falde sta man mano scendendo. Riguardo al dato stagionale (il più influente sul rifornimento idrico ad agricoltura, irrigazione ed uso civile), dalle Prealpi alla bassa friulana nell’arco temporale dal 1960 ad oggi, le piogge stanno diminuendo nel trimestre estivo in maniera importante con una perdita di circa un millimetro e mezzo all’anno. I dati sulla piovosità mensile con variazione percentuale rispetto alla media 1991-2020 mostrano in generale siccità abbastanza severe.
“Vi è tutta una zona della pianura dell’alta friulana dove l’irrigazione non arrivava – ha affermato Rosanna Clocchiatti, Presidente dell’ente consortile - Nel 2006 avevamo il 44% degli impianti a pressione, il resto a scorrimento; siamo arrivati nel 2024 con il 61% a pressione e 39% a scorrimento, segno che negli anni sono stati intrapresi percorsi di miglioramento. Vaste porzioni del territorio non sono ancora coperte dall’irrigazione ed alla diminuzione della risorsa idrica disponibile per minore piovosità, corrisponde invece un aumento del fabbisogno agricolo. Prevediamo dunque 3 grandi tipologie di interventi: misure strutturali, incentivanti e gestionali come la diffusione del consiglio irriguo mediante app e l’implementazione del servizio Irriframe.”
Fra le misure strutturali, indicaste dall’ente consorziale, oltre alle trasformazioni irrigue, spicca la realizzazione di opere strategiche, in primis la costruzione di una condotta di collegamento tra il canale SADE e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago. Il progetto è stato approvato già in via preliminare nel 2015 e definitiva nel 2023 e, finalmente, il 21 Ottobre di quest’anno si è tenuta la prima riunione della conferenza dei servizi. Quest’opera importante è finalizzata non solo all’ utilizzo irriguo del comparto agricolo, ma anche ad uso plurimo (in primis idropotabile e di produzione idroelettrica), ed apporterà benefici di natura ambientale, salvaguardando l’ecosistema della media pianura friulana.
Ulteriori interventi strutturali del Consorzio di bonifica riguarderanno l’ammodernamento della rete di adduzione e distribuzione, la creazione di piccoli invasi a beneficio delle culture di pregio e il passaggio da aspersione a goccia.
Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ha osservato come “purtroppo, negli anni si sia sempre pensato a un modello di ricerca chiuso senza contatto col mondo agricolo e imprenditoriale”, sottolineando che vanno affrontate sfide come quella dell’adattamento ai cambiamenti climatici, “i cui dati fanno paura e mettono a rischio la sicurezza alimentare del Paese, ma spingono anche a progettare una visione comune con cui affrontarli a partire da strategie di prevenzione.”
Ha chiuso il convegno l’Assessore Risorse Agroalimentari, Forestali ed Ittiche di Regione FVG, Stefano Zannier, che ha posto l’attenzione sulla “necessità di incrementare la capacità biologica dei terreni e la resilienza rispetto agli stress idrici indotti dai periodi di siccità”.


VENETO: MIGLIORAMENTO IRRIGUO DOC

Il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) ha inaugurato a Villafranca di Verona, il rifacimento del canale Sommacampagna, opera fondamentale per l’irrigazione nell’area D.O.C. (Denominazione Origine Controllata) del vino Custoza.
Il costo dell’intervento ammonta a 15 milioni di euro finanziati tramite P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) con decreti Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste (M.A.S.A.F.), nonchè Ministero Economia e Finanze.
Si tratta di un’opera importante per l’adattamento del territorio al cambiamento climatico: con la riconversione pluvirrigua della rete afferente, l’agricoltura arriverà a risparmiare oltre il 50% di risorsa idrica, garantendo produzione di qualità e preservando i servizi ecosistemici. Grazie allo sfruttamento del salto d’acqua per mezzo di una nuova centrale idroelettrica, il canale consentirà la produzione di energia rinnovabile.
Oltre ai vertici dell’ente consortile, sono intervenuti all’inaugurazione Francesco Vincenzi, Presidente ANBI; Francesco Cazzaro, Presidente ANBI Veneto; Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura Senato; Francesca Coniglio e Manuela Napolitano della Direzione Sviluppo Rurale M.A.S.A.F., oltre a rappresentanti istituzionali regionali e ai Sindaci del territorio.


PIEMONTE: 9 MILIONI DI INVESTIMENTI NEL TERRITORIO RISICOLO PIÙ IMPORTANTE D’EUROPA

Oltre nove milioni di euro in investimenti per opere di manutenzione ordinaria, straordinaria ed urgenti nel novarese e nel pavese: nel 2024 l’Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara) ha realizzato 10 importanti interventi per migliorare i canali e le rogge, che alimentano l’agricoltura nel territorio, contrastare gli effetti del cambiamento climatico e i danni causati dagli eventi meteorologici estremi.
Nel biennio 2023-2024 l’ente consortile ha avviato opere per 20 milioni di euro, interamente finanziati, che diventano circa noanta, guardando al 2025; non solo: sono stati sbloccati ben 14 milioni di euro di crediti con il Ministero Economia e Finanze: 2 milioni sono stati già incassati, mentre i restanti 12 sono destinati alla realizzazione di 2 centraline idroelettriche, di cui una già appaltata e la seconda, che andrà in appalto entro fine anno. Si stanno inoltre recuperando crediti anche con il Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste, risalenti agli anni dal 2007 al 2019.
“Est Sesia” opera su un territorio di 330.000 ettari distribuiti su 5 province e 254 comuni tra Piemonte e Lombardia, dove si produce il 90% del riso italiano. Per il quinquennio 2021-2025 l’ente consorziale ha progettato e avviato un ampio piano di interventi infrastrutturali, di manutenzione e di messa in sicurezza del territorio tra il Novarese e la Lomellina con 35 diverse iniziative in 6 diversi ambiti, tra appalti nazionali, interregionali e locali, per un valore complessivo di oltre novanta milioni di euro; inoltre, fin dall’avvio dell’iter relativo al P.N.R.R., ha realizzato altri 8 macro-progetti, già pronti per la cantierizzazione, per un valore di ulteriori 190 milioni di euro. Il valore delle opere realizzate nel 2024 è pari a € 9.146.799,00 ,che diventano quasi quattordici milioni, considerando gli ultimi 2 appalti consegnati a fine 2023.
Tra gli interventi realizzati e già consegnati o in fase di consegna nel 2024 ci sono il ripristino dello scaricatore Busca e Biraga nonché la sistemazione dello scaricatore della roggia Biraga nel comune di Robbio, il ripristino della roggia Gamarra Manufatta nei comuni di Vercelli, Vinzaglio e Palestro, la ricalibratura e la sistemazione del canale Rotta ed il ripristino della roggia Ferrera in comune di Gravellona Lomellina.
Sono stati inoltre realizzati 2 interventi urgenti per il ripristino del Roggione di Sartirana e del cavo Vercelli nel comune di Vercelli, danneggiati dalle alluvioni del 2020, per un valore totale di quasi seicentomila euro.  Nei comuni di Casalino, Novara e Granozzo con Monticello, “Est Sesia” ha inoltre condotto un importante intervento per la sistemazione idraulica della roggia Biraga, che ha visto anche la realizzazione di un impianto idroelettrico al salto Tombe, per un valore complessivo di quasi cinque milioni di euro.
Infine, l’ente consortile ha portato a termine il ripristino della roggia Gamarra Manufatta, grazie alla realizzazione di muri e rivestimenti in calcestruzzo armato, per un valore dell’appalto pari a 2 milioni di euro, finanziati con fondi del P.N.R.R. .


VENETO: INAUGURATO IMPIANTO PLUVIRRIGUO A SERVIZIO ANCHE DELLA FALDA

Un nuovo importante tassello sulla via dell’adattamento climatico a garanzia dell’agricoltura vicentina: il Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Cittadella, in provincia di Padova) ha inaugurato a Colceresa un nuovo impianto pluvirriguo, in grado di soddisfare la richiesta di risorsa idrica su 930 ettari di campagna tra i comuni vicentini di Colceresa, Breganze, Sandrigo e Schiavon.
L’opera, che già oggi consente un risparmio idrico fino al 70%, è predisposta per futuri allacciamenti che, oltre ad ampliare ulteriormente gli ettari d’irrigazione a pressione, consentiranno anche, nel periodo invernale, la ricarica della falda. L’impianto deriva l’acqua dal fiume Brenta, consentendo la dismissione di alcuni pozzi ed alleggerendo così la pressione sulla falda.
Il costo dell’intervento ammonta a 12 milioni di euro stanziati dal Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste. All’inaugurazione, con i rappresentanti delle realtà territoriali, erano presenti i vertici dell’ente consortile e di ANBI Veneto, nonchè il Presidente del Consiglio Regionale Veneto, Roberto Ciambetti.


TOSCANA: DA OSTACOLO IN OPPORTUNITA’

Si è conclusa l’operazione condotta dalle “Sentinelle dell’Arno”, mobilitate per recuperare rami e tronchi caduti accidentalmente sulle sponde e nell’alveo del fiume, nel tratto compreso tra la sorgente ed il canale Maestro della Chiana.
Il progetto, elaborato dal Consorzio Agricolo Forestale Contea in partnership con il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) nella cornice del Contratto di Fiume Casentino H2O, è nato con un triplice obbiettivo: migliorare la sicurezza  del territorio; formare nuovi operatori ai quali affidare gli interventi;  consentire un’integrazione al  reddito degli agricoltori coinvolti.
Sono queste le leve azionate dall’iniziativa informativa-formativa e tecnico-operativa  che ha conquistato le risorse messe a disposizione dal “Bando di selezione di progetti relativi all’attività di raccolta di legname depositato naturalmente nell’alveo dei fiumi, dei torrenti, sulle sponde di laghi e fiumi e sulla battigia del mare”. Il bando ha rappresentato un’importante opportunità ed è con questa convinzione che è stato  elaborato e presentato il progetto “Le sentinelle dell’Arno: da ostacolo a opportunità”, articolato in più fasi: predisposizione del materiale informativo, organizzazione di attività formativa e informativa, recupero del materiale accatastato nei corsi d’acqua,  trasformazione e trasporto del cippato per una distanza massima di 15 chilometri.
L’idea progettuale è stata apprezzata tanto da risultare una delle 8 finanziate in Italia e  l’unica avente come partner, un Consorzio di bonifica. I tecnici dell’ “Alto Valdarno” hanno  redatto una sorta di “mappa delle criticità”, riportando su cartografia i siti, che necessitavano di intervento; nel frattempo, Contea ha individuato e formato le “sentinelle” del corso d’acqua che, dopo un periodo di preparazione, sono state impiegate per eliminare i depositi vegetali. Il recupero ha interessato 45 chilometri di tratti nei comuni di Pratovecchio Stia, Poppi, Castel San Niccolò, Bibbiena, Chiusi della Verna, Castel Focognano, Subbiano, Capolona.
L’operazione si è conclusa con il calcolo del materiale rimosso: 600 quintali di legname che, una volta cippato, è stato valorizzato nell’impianto di teleriscaldamento di un edificio scolastico pubblico della vallata casentinese. Si tratta di un’iniziativa sperimentale, che potrebbe essere replicata facilmente in altri territori e che può essere consolidata ed ampliata per migliorare, insieme alla sicurezza idraulica, il reddito delle imprese agricole.


LAZIO: MANUTENZIONE ORDINARIA CONTINUA

Il Consorzio di bonifica Valle Liri (con sede a Cassino, in provincia di Frosinone), in esecuzione del piano di manutenzione programmata, ha realizzato una serie di interventi finalizzati a migliorare il funzionamento delle reti scolanti.
Tra le principali attività, è stata effettuata la manutenzione del corso d’acqua Forma Quesa, nel comune di Pontecorvo, lungo un tratto di oltre tre chilometri; quest'area, di particolare importanza paesaggistica grazie alle cascate naturali della Mola della Terra, ha richiesto interventi specifici di manutenzione idraulica per garantirne l'efficienza.
L’ente consortile è intervenuto anche sulla rete scolante Cassino-Sant’Elia Fiume Rapido,  sul rio Solfegna e sul torrente Saetta, nel comune di Cassino, nonché sulla rete scolante Sinistra Liri Melfi di Sotto, nel comune di Pontecorvo.
Queste operazioni risultano fondamentali per mitigare il rischio idrogeologico e garantire la sicurezza delle comunità locali.


TOSCANA: APPROVATO BILANCIO TRIENNALE

Il nuovo Presidente e la rinnovata Assemblea del Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) potranno contare su conti in ordine, grazie all’approvazione del bilancio di previsione 2025-2027 effettuato dall’Assemblea uscente.
I ricavi nello scorso  triennio sono rimasti costanti, attorno ai ventidue milioni di euro, in gran parte derivati dai contributi dei consorziati e tali numeri si rinnovano nel previsionale, mantenendo un aspetto prudenziale; come gettito extra è stato inserito il finanziamento di 430.000 euro da Regione Toscana, finalizzato all’intervento straordinario sul fiume Serchio per il 2025.
In questi anni il bilancio dell’ente consorziale è stato in grado di sostenere tutte le attività istituzionali dell’ente, a partire dalla manutenzione del reticolo idraulico, nonostante il lievitare dei costi; ciò è stato possibile grazie soprattutto alle strategie legate all’efficientamento energetico, nonchè alla produzione ed all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili.


LIGURIA: LA CICLOPEDONALE DEL CANALE LUNENSE ENTRA NELLE ‘VIE DEL BIKE’

La pista ciclopedonale del canale Lunense entra a far parte di “Viaggio Italiano-Le vie del Bike”, un’iniziativa promossa dal Ministero Turismo, in collaborazione con Enit (agenzia nazionale del turismo) e le Regioni, con l’obbiettivo di raccontare le bellezze italiane attraverso percorsi ciclabili, individuando 3 ciclovie per ogni regione, scelte per il valore paesaggistico e storico; nel caso, si tratta di un suggestivo percorso nella piana del Magra e che per circa ventisei chilometri si snoda lungo un’opera irrigua centenaria.
La ciclopedonale del canale Lunense ha così guadagnato visibilità in una vetrina importante, promossa da siti e social specializzati.
Tra l’altro, il video di presentazione di "Viaggio Italiano-Le vie del Bike" trova la sua suggestiva ambientazione nello scenario unico dell'anfiteatro romano di Luni, un luogo dove storia e natura si intrecciano. Consultando la pagina Facebook Viaggio Italiano www.facebook.com/share/PaXEUXo368sRypne/ e il sito Komoot www.komoot.com/it-it/tour/1823169952 si hanno a disposizione mappe GPX, altimetrie, clip illustrative e dati tecnici.
Gli appassionati di attività all'aperto trovano così nel percorso ciclopedonale del canale Lunense un'opportunità per conoscere scorci da Santo Stefano di Magra a Luni, passando per i borghi di Sarzana, Fosdinovo e Castelnuovo Magra. Il Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia di La Spezia), attento alla valorizzazione del territorio ed alla mobilità sostenibile, ha collaborato con ‘Viaggio Italiano-Le vie del Bike’ per promuovere un itinerario adatto ad escursionisti e ciclisti.


VINCENZI AD AQUAWATT

Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà martedì 29 Ottobre p.v. alla sessione inaugurale “Il rinnovo delle concessioni idroelettriche e i benefici per il sistema Paese” della mostra-convegno “Aquawatt - L’idroelettrico nella transizione energetica”, organizzata negli spazi di Piacenza Expo; nello stesso sito concluderà il giorno dopo, mercoledì, il convegno “Riduzione dei costi energetici ed emissioni CO2: sfide e soluzioni dei Consorzi di bonifica per l’ambiente, le imprese ed i cittadini” organizzato da ANBI Emilia Romagna e C.E.A.-Consorzio Energia Ambiente.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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