15 APRILE 2024, PRIMA GIORNATA DEL MADE IN ITALY
ANBI: L’ECCELLENZA AGROALIMENTARE NASCE IN CAMPO E L’ACQUA È FONDAMENTALE
“In vista della prima Giornata del Made in Italy, indetta per il 15 Aprile dal Ministero competente, mi corre l’obbligo di ricordare che le eccellenze agroalimentari italiane nascono primariamente in campo e che l’85% di tali prodotti, che fanno celebre il nostro Paese nel mondo, dipendono dalla disponibilità d’acqua, gestita per l’81% in maniera collettiva dai Consorzi di bonifica ed irrigazione a servizio di 3.300.000 ettari di campagne”: a ricordarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), che ha proseguito: “Anche la qualità non può ormai prescindere da una cornice di sostenibilità e per questo l’innovazione, frutto della nostra ricerca, mette a disposizione Irriframe, sistema per il miglior consiglio irriguo e Goccia Verde, certificazione volontaria di sostenibilità idrica.”
A tal proposito, l’Associazione degli enti che si occupano di bonifica ed irrigazione, ricorda che tutti i cantieri del Piano di Sviluppo Rurale Nazionale, affidati alle realtà consorziali, sono stati avviati ed il 62% è nelle fasi conclusive; per quanto riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è in corso il 75% dei lavori ed il 27% ha già superato metà dell’opera. Su un campione di 115 progetti, pari al 75% di quelli finanziati per la gestione sostenibile dell’acqua dal M.A.S.A.F. (Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste), il valore complessivo degli interventi previsti è di oltre un miliardo e centoquattro milioni di euro (€ 1.104.345.375, 28), interessanti 478.004 ettari, di cui l’87% è stato colpito da siccità e ondate di calore nel più recente quinquennio.
Le opere previste permetteranno il 31% di risparmio idrico (548.710.121 metri cubi), cioè un volume superiore a quello utile dal lago di Garda, il più grande bacino italiano. I progetti in fase di realizzazione insistono per il 79% su aree con colture specializzate (quindi, a maggiore redditività) ed ogni progetto interessa mediamente 3 prodotti a denominazione d’origine (DOP, IGP, DOCG, DOC…); aumenteranno l’occupazione di quasi cinquantaquattromila unità, incrementando il valore agricolo di oltre novantasei milioni di euro all’anno. Particolarmente interessante ed esemplificativa è la proiezione sulla trasformazione di 20.000 ettari da frumento a coltura specializzata (frutteti, orticole, ecc.), grazie all’irrigazione: il valore della Produzione Lorda Vendibile schizza da 24 milioni a 300 milioni di euro, incrementando l’occupazione di quasi settemilasettecento unità.
“Ciò è quantomai significativo nella settimana caratterizzata dal ritorno del presidio Coldiretti al valico del Brennero per protestare contro la concorrenza sleale di importazioni spesso prive delle necessarie certificazioni – ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Migliorare la rete irrigua del Paese garantirà invece maggiore salubrità alimentare, incrementando i servizi ecosistemici per contrastare la crisi climatica, salvaguardando il territorio. Per questo chiediamo che l’eventuale utilizzo di acque reflue in agricoltura debba essere accompagnato da precise garanzie a tutela della qualità del cibo.”
Non solo: è del 2019 il Piano ANBI di Efficientamento Rete Idraulica del Paese, tuttora in attesa delle necessarie scelte strategiche di Governo e che prevede 858 interventi per un investimento complessivo di circa quattro miliardi e trecentotrentanove milioni, capaci di attivare oltre ventunmila posti di lavoro.
“Coerenti con gli interessi del made in Italy agroalimentare ed in linea con i cronoprogrammi europei, siamo pronti alle sfide della crisi climatica ed agli obbiettivi, che le autorità competenti vorranno affidarci” ha concluso il DG ANBI.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
IL DILEMMA DELLA SICILIA DOVE L’ARRIVO DEI TURISTI AGGRAVERA’ LA CARENZA D’ACQUA CHIARI SEGNALI DI SOFFERENZA IDRICA ANCHE NEL CENTRO ITALIA
Nel Marzo 2024, il più caldo di sempre a livello globale (fonte: Copernicus), è l’Italia centrale a registrare le maggiori anomalie termiche lungo lo Stivale: +1,52° sulla media 1991-2020 (al secondo posto tra i più caldi dal 1800), mentre al Nord lo scarto positivo è stato di 1,39° ed al Sud di 1,44°.
Analizzando invece l’intera Penisola (fonte: ISAC-CNR), la media delle temperature nel recente periodo Dicembre-Marzo è stata record storico (+2,20° al Nord, +2,07 al Centro, +1,87° al Sud). In questo quadro il settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche non può che confermare la situazione delle settimane scorse, evidenziando come, tra un Nord Italia dai corpi idrici al colmo ed un Meridione in sofferenza idrica già dall’inverno, ci sia il limbo delle regioni centrali che, di fronte ai molti segnali preoccupanti per la tenuta idrica nella prossima stagione estiva, sperano in piogge primaverili, che possano garantire le necessarie riserve d’acqua per i mesi più caldi.
“E’ questa fotografia idrica dell’Italia a confermare la necessità di dotare il territorio di infrastrutture capaci di calmierare l’imprevedibilità di eventi meteo, che quest’anno stanno premiando il Nord altresì colpito da siccità nello scorso biennio. La grande quantità di risorsa idrica, che stiamo rilasciando in mare per mancanza di bacini, è l’immagine di un Paese incapace di programmare il proprio futuro” ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
E’ l’Abruzzo la regione, che appare in maggiore sofferenza idrica: situazione critica soprattutto sulle colline teramane (a Cellino Attanasio il deficit pluviometrico da Ottobre ad oggi è di oltre cento millimetri) ed anche se nel mese di marzo si è registrato sulla regione un surplus di pioggia pari a circa il 16%, le temperature eccezionalmente alte (circa tre gradi superiori alla media) hanno aggravato il bilancio idroclimatico soprattutto nella provincia de L’Aquila e nei territori settentrionali della provincia di Teramo (fonte: Regione Abruzzo).
Avvisaglie di potenziali difficoltà idriche si riscontrano anche sulle aree adriatiche, che non hanno finora beneficiato di piogge abbondanti: si va dalle zone di pianura romagnole sotto il fiume Reno (da inizio d’anno sono caduti solamente 163 millimetri d’acqua, vale a dire circa la metà di quanto registrato sulle pianure piacentine e parmensi) fino al Sud delle Marche, dove molti comuni nelle province di Fermo ed Ascoli guardano con preoccupazione i prossimi mesi a causa delle precipitazioni scarse e delle sorgenti ancora compromesse dal sisma del 2016 (!!)
In questa regione, le portate dei corsi d’acqua sono in calo e registrano livelli più bassi rispetto agli anni scorsi (male soprattutto Esino, Sentino e Tronto), mentre restano cospicue le riserve idriche negli invasi. In Umbria, il mese di marzo, con una cumulata di pioggia media, superiore ai centodieci millimetri, è stato il più piovoso del recente quinquennio; ciò nonostante, i fiumi registrano portate in calo (unica eccezione, il Chiascio) ed il livello del lago Trasimeno non raggiunge il livello minimo vitale (-cm. 120), rimanendo ancora 81 centimetri sotto la media. L’invaso di Maroggia cresce di 470.000 metri cubi d’acqua.
Anche il Lazio registra una significativa riduzione nei flussi dei fiumi, dove spicca la performance negativa del Tevere, che in 6 giorni perde il 28% della portata e si attesta attorno al 42% della media del periodo; calano anche Aniene, Velino e Fiora. Tra i laghi, stabile è il livello del Sabatino, mentre quello di Nemi cresce di 3 centimetri, ma resta 26 centimetri più basso dell’anno scorso e l’acqua nel bacino di Albano si alza di solo 1 centimetro in 2 settimane. A Sud c’è stato un incremento nei volumi idrici invasati dalle dighe di Puglia (+1,68 milioni di metri cubi), raggiungendo il 58% della capacità, ma registrando un deficit di 98 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso.
Sempre più grave è l’emergenza idrica in Sicilia dove, oltre allo stato d’emergenza già dichiarato dalla Regione ed al razionamento dell’acqua per centinaia di migliaia di abitanti, l’imminente inizio della stagione turistica acuirà la grave situazione, comportando la pressochè scontata penalizzazione delle necessità irrigue delle campagne sottoposte già ora ad uno straordinario stress termico.
“E’ doloroso assistere al destino segnato per l’Isola, dove paradossalmente la ricchezza turistica si riverbererà negativamente su un’eccellente economia agricola, già assetata. Ancora una volta si rincorrono eventi prevedibili in un territorio, dove il primo obbiettivo dovrebbe essere l’efficientamento dell’esistente. Dopo decenni di commissariamenti, il ritorno all’autogoverno dei Consorzi di bonifica in un chiaro quadro di compatibilità economiche deve essere la chiave di volta per la progressiva soluzione dei problemi, valorizzando le professionalità esistenti” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Risalendo verso Nord, un segnale confortante arriva dalla Sardegna, dove le piogge di Marzo hanno portato oltre duecentonove milioni di metri cubi d’acqua negli invasi regionali, permettendo di abbandonare la condizione d’emergenza e di raggiungere percentuali tra il 60% ed il 70% di riempimento; fanno eccezione purtroppo i bacini del territorio dell’Alto Cixerri (solo al 17,35% del riempimento). In Toscana si segnala una netta riduzione delle portate fluviali, pur mantenendosi abbondanti (solamente l’Ombrone scende leggermente sotto la portata media del periodo). Un netto abbassamento dei livelli dei fiumi si registra anche in Liguria, dove l’Entella scende al di sotto della media del periodo.
L’Emilia-Romagna si conferma regione spartiacque con la portata del fiume Reno in aumento e quella dell’Enza in marcata decrescita. Pure in Veneto si registra una contrazione dei flussi nella gran parte dei fiumi, che però continuano a mantenersi sopra le medie; eccezione rilevante è la portata dell’Adige, che segna un incremento di ulteriori 125 metri cubi al secondo, salendo a mc/s 403,93, cioè il 135% in più sulla media. D’altronde il mese di marzo sulla regione è stato ricco di precipitazioni piovose (+156%), nonché nevose: sulle Dolomiti, il manto è superiore alla media. Da inizio 2024, sulla fascia prealpina insiste una condizione di umidità estrema e, fatta eccezione per l’alta pianura veronese, le falde sotterranee sono ora ricche d’acqua (fonte: ARPA Veneto).
Anche in Lombardia vi è sovrabbondanza di risorsa idrica, grazie allo spesso manto nevoso (indice SWE – Snow Water Equivalent: 3918 milioni di metri cubi) ed ai bacini colmi; nel complesso si stima +59% di riserva idrica rispetto alla media. La portata del fiume Adda si mantiene da settimane largamente al di sopra delle medie del periodo, grazie alle massime erogazioni (oltre mc/s 300) dal lago di Como. Dopo le apprensioni per le ondate di piena, i fiumi del Piemonte tornano a regimi più rassicuranti, mantenendo comunque portate molto al di sopra delle medie mensili (Toce +92%, Tanaro +22%). Grazie ai 280 millimetri di pioggia caduti in Marzo (+317% sulla media e surplus anche per l’anno idrologico: +50%) e ad oltre tremilaseicentoquarantadue milioni di metri cubi d’acqua, rappresentati dalla neve presente (i bacini idrografici hanno registrato fino al 412% di coltre in più rispetto alla media), la falda idrica sotterranea, da anni in sofferenza, è tornata quasi ovunque a rimpinguarsi (sola eccezione: Alessandria; fonte ARPA Piemonte).
I grandi laghi (Maggiore, Sebino e Benaco) si mantengono ai livelli massimi del periodo con percentuali di riempimento rispettivamente pari a 110,9%, 93,6% e 100,7%. In Valle d’Aosta, le alte temperature dei giorni scorsi (a m.2280 registrati oltre dieci gradi medi) hanno iniziato a sciogliere l’abbondante manto nevoso, senza però intaccare troppo gli imponenti accumuli, che questa generosa primavera ha regalato alla catena alpina insieme a precipitazioni, che a Marzo sono state le più copiose da 20 anni (mm.203, cioè 4 volte la media mensile sulla regione). I corsi d’acqua mantengono portate importanti (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle D’Aosta).
Infine, il fiume Po, pur registrando una riduzione di portata, mantiene un flusso medio nel tratto piemontese e fino all’emiliana Boretto, di +75% sulla media, crescendo poi ulteriormente in prossimità del delta dove, a Pontelagoscuro, ha segnato una portata di ben 3695,67 metri cubi al secondo (+137% sul consueto del periodo) dopo aver toccato, sul finire della settimana scorsa, il valore più alto da novembre 2019: mc/s 4810,26.
NUOVO CDA CREA: AUGURI DI BUON LAVORO DA ANBI E PIENA DISPONIBILITA’ A COLLABORARE
“Nell’augurare buon lavoro, ci mettiamo a disposizione per incrementare la già proficua collaborazione con il più importante ente di ricerca nel settore primario italiano”: è con queste parole, che Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ha salutato il nuovo Consiglio d’Amministrazione del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), presieduto da Andrea Rocchi, coadiuvato dal Vice, Giancarlo Righini e da Alessandro Monteleone.
“Nell’epoca della sostenibilità sono molteplici i campi d’azione comune: dall’esperienza ormai internazionale del nostro centro sperimentale Acqua Campus alla divulgazione, come ha dimostrato anche il recente corso di formazione giornalistica, organizzato congiuntamente. Il futuro del settore primario non può prescindere da innovazione e disseminazione delle conoscenze” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
VENETO: CONVENZIONE RINNOVATA
Il Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Cittadella, in provincia di Padova) ha recentemente rinnovato per altri 10 anni la concessione con i proprietari di un’area agricola, in località San Giovanni a Carmignano di Brenta, volta all’attività di ricarica della falda.
L’area, nota come “Bosco limite”, rappresenta un esempio innovativo alla gestione idrica: il progetto consente ormai da parecchi anni di ricaricare le falde attraverso una rete idrica artificiale di oltre un chilometro di lunghezza, collegata al fiume Brenta. Tale rete è in grado d’immettere nel sottosuolo fino ad un milione di metri cubi d’acqua per ettaro all’anno. È un progetto, che mette insieme la difesa dell'ambiente e la ricerca, godendo anche della collaborazione con Comune di Carmignano di Brenta, Università Studi Padova, Veneto Agricoltura. Il Bosco Limite è un polmone verde sperimentale di oltre due ettari e costituisce una delle più grandi Aree Forestali di Infiltrazione (AFI) del Veneto, finalizzata anche alla conservazione della biodiversità.
La superficie boschiva sorge in un contesto precedentemente destinato alle coltivazioni intensive di mais. Qui l’ente consortile ha predisposto un nuovo sistema di derivazioni in grado d’immettere, nel terreno permeabile dell’alta pianura, significative quantità d’acqua allo scopo di incrementare le riserve idriche sotterranee.
È stato così radicalmente trasformato e rivitalizzato un terreno adibito per decenni ad uso agricolo intensivo. Il Bosco Limite protegge al contempo le falde acquifere dall’infiltrazione di fertilizzanti e diserbanti.
Al fine di ricostituire l’ambiente tipico delle antiche foreste planiziali sono state inserite, nell’area, oltre duemilatrecento specie di arbusti ed alberi fra cui querce, carpini, frassini ed olmi campestri. Con tali caratteristiche, il Bosco Limite si presta bene alle attività ricreative, grazie ad un itinerario didattico, che conta diverse migliaia di presenze all’anno ed ai percorsi, che lo attraversano e sono fruibili a piedi, in bicicletta od a cavallo.
TOSCANA: IL CONSORZIO DI BONIFICA INTERVIENE A CASOLA AL VIA IL RIPRISTINO DELLE SPONDE SUL FOSSO BORELLO
Al via il ripristino delle sponde arginali del fosso Borello, nel comune di Casola in Lunigiana: si tratta di un intervento del Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne, finanziato dalla Regione Toscana tramite il Programma Sviluppo Rurale 2014-2020.
I lavori hanno il duplice obbiettivo di aumentare la sicurezza idraulica e favorire in questo modo le attività agricole e produttive della zona. L’opera si è resa necessaria, visto che le piene degli scorsi anni hanno provocato l’erosione dell’area, andando a destabilizzare parte del versante, che si trova in località Vedriano.
Sotto il profilo tecnico, il cantiere prevede il ripristino di un’opera spondale esistente, riprendendo le opere già esistenti a valle e a monte in modo da evitare ulteriori fenomeni di erosione e dissesto. Dopo la consegna del cantiere alla ditta appaltatrice, i lavori saranno completati in circa due mesi.
EMILIA ROMAGNA: PRIMA VISITA DEL SINDACO DI PARMA
Visita alla Casa dell’Acqua di Parma da parte del Sindaco, Michele Guerra: per la prima volta dall’inizio del suo mandato, il Primo Cittadino ha incontrato i vertici del locale Consorzio di bonifica Parmense per approfondire le priorità strategiche inerenti la gestione della risorsa idrica nel territorio cittadino, conoscere le azioni necessarie di tutela svolte dall’ente consortile, rafforzare la collaborazione sul fronte dell’efficientamento irriguo (l’ente consorziale sta completando i lavori del progetto Salvacqua alle condotte del nodo idraulico tra Parma e Colorno) e della capillare manutenzione del reticolo idrografico consortile, che si dipana in città, minato dalla fragilità naturale e dall’azione degli animali fossori.
LIGURIA: PROSEGUONO VISITE ISTITUZIONALI
Il Consorzio di bonifica ed irrigazione Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia di La Spezia) ha registrato, nel quadro degli incontri con i rappresentanti delle Istituzioni e della politica, la visita di Ferruccio Sansa, Consigliere alla Regione Liguria.
I temi e le sfide dell’irrigazione, nonché l’impegno pressante nel settore della sicurezza idraulica hanno suscitato l’ interesse dell’ospite, che ha raccolto le informazioni necessarie a stabilire un dialogo costruttivo per sostenere l’agricoltura e l’attività di bonifica.
È stato visto da vicino pure l'importante ruolo, che l’ente consortile svolge anche in materia di Protezione Civile, mettendo a disposizione personale e mezzi per la manutenzione e la gestione delle portelle lungo l'asta del fiume Magra. Sono stati inoltre illustrati i progetti di invasi per l’accumulo d’acqua contro le incognite della siccità oltre al piano di potenziamento della sicurezza idraulica nella piana del Magra.
La visita si è conclusa con il sopralluogo alla centrale idroelettrica, al canale irriguo e al laboratorio dell’acqua realizzato per i ragazzi delle scuole ed ubicati presso la sede consorziale. Non è mancata, infine, una riflessione sulla storia centenaria dell’ente consortile e sulle sue bellezze architettoniche (dalla palazzina ai quadri ed agli affreschi).
VENETO: CONFRONTO SU SICUREZZA IDRAULICA COLLI EUGANEI
Oltre un centinaio di persone, in gran parte sindaci e amministratori della provincia di Padova, hanno partecipato all’incontro tenutosi a Torreglia e dedicato alle tematiche connesse all’acqua nel territorio dei Colli Euganei.
L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di ANBI Veneto e dei 2 Consorzi di bonifica, che insistono nell’area: Bacchiglione (con sede a Padova) e Adige Euganeo (con sede ad Este, nel Padovano).
L’area dei Colli Euganei, ricca di bellezze artistiche nonchè dal grande valore paesaggistico e ambientale, è particolarmente fragile dal punto di vista idraulico, a causa del reticolo di torrenti, che scendono dalle colline e dei numerosi fiumi, che le lambiscono.
Tutto il territorio è poi caratterizzato da una vasta urbanizzazione con la presenza, nella parte orientale, di numerose strutture ricettive, legate al turismo termale. Anche nei recenti episodi di maltempo a fine Febbraio, diverse aree a ridosso dei Colli Euganei sono state interessate da allagamenti e hanno evidenziato la necessità di predisporre rimedi per la sicurezza di campagne e centri abitati.
Gli uffici tecnici degli enti consortili hanno pronti numerosi progetti per far fronte a queste problematiche: il nodo, come spesso accade, è legato ai finanziamenti pubblici, che arrivano sempre troppo lentamente.
TOSCANA: SUMMIT CON L’AGRICOLTURA
Formare operatori sempre più attenti a coniugare la mitigazione del rischio idraulico con la salvaguardia degli ecosistemi fluviali: è con questo obbiettivo che il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) ha riunito tutte le aziende del comprensorio, che hanno chiesto ed ottenuto l’inserimento nell’Albo delle imprese agricole (un piccolo esercito, cui di recente si sono aggiunte altre 31 realtà), cui l’ente consortile fa riferimento per realizzare gli interventi programmati nel Piano delle Attività di bonifica 2024; sono 138 le realtà, che si sono candidate sui corsi d’acqua del comprensorio e che, in presenza o da remoto, hanno seguito il workshop formativo.
Poter contare su tanti operatori, che conoscono in modo approfondito il territorio e le normative, è strategico per un ente consortile, che deve effettuare la vigilanza e la manutenzione ordinaria sul reticolo di un’area ampia, attraversata da circa 6.500 chilometri di alvei. Le imprese agricole sono partner importanti per l’esecuzione del Piano delle Attività di bonifica che, quest’anno, prevede lavorazioni per quasi tredici milioni di euro.
Inoltre, per la prima volta, alcune imprese agricole saranno coinvolte nella realizzazione del progetto “Le sentinelle dell’Arno e il legno da ostacolo diventa opportunità”, finanziato dal Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste per il recupero del legno caduto naturalmente in alveo.
Grande soddisfazione è stata espressa dalle imprese agricole che, grazie a questa attività, possono integrare il loro reddito.
LOMBARDIA: PROGETTO DI RICERCA VERSO LA CONCLUSIONE
Con l’articolo scientifico, dedicato ai tecnici e ai dirigenti dei Consorzi di bonifica, si va completando il quadro dei risultati del progetto di ricerca “Modfabe (Modelling individual farmers behaviours in Coupled Human Natural Systems under changing climate and society)”, nato con l’obbiettivo di aumentare la solidità dei processi decisionali nei sistemi accoppiati uomo-natura (Chns) con un “modello” della percezione e della capacità di adattamento degli attori coinvolti nei cambiamenti climatici.
Lo studio si concentra sugli atteggiamenti e le azioni dei dirigenti degli enti consorziali lombardi, operanti nella bonifica e nell’irrigazione, nei confronti dei cambiamenti climatici e la loro capacità di raccogliere informazioni significative sulle esperienze climatiche degli agricoltori dei propri comprensori. Utilizzando un mix di interviste semi-strutturate e questionari, l'approccio d’indagine ha permesso, grazie al supporto di ANBI Lombardia, di raccogliere informazioni sull’attività dei dirigenti dei 12 enti consorziali nel governare lo sviluppo dell'irrigazione e la gestione dell'acqua nel territorio regionale.
Lo studio conferma che i vertici tecnici degli enti sono consapevoli degli effetti del cambiamento climatico con il conseguente aumento delle temperature e di eventi meteorologici estremi, attuando contromisure sia strutturali che gestionali per l'adattamento.
Attraverso le loro esperienze, gli intervistati hanno portato alla luce i fattori, che determinano la propensione degli agricoltori ad adottare tecniche di risparmio idrico o ad adattare le loro colture, nonostante gli ostacoli rilevati principalmente nella disponibilità delle risorse economiche necessarie e nell’insufficiente sostegno pubblico; infine, l'identificazione della scarsità delle risorse e della sicurezza idrica, come punti nodali, resta comunque associata alla fiducia dei tecnici e degli agricoltori nelle soluzioni tecnologiche per contrastare la crisi climatica in atto.
“How do irrigation district managers deal with climate change risks? Considering expe- riences, tipping points, and risk normalization in northern Italy” è il titolo del saggio, apparso sulla monografia Climate Risk Management (a firma dei docenti universitari Sandra Ricart, Andrea Castelletti, Claudio Gandolfi) e liberamente consultabile attraverso il portale dedicato https://modfabe.deib.polimi.it/.
MARCHE: PER UNA GESTIONE PARTECIPATA DEL TERRITORIO
“Se notate situazioni anomale lungo i 18.000 chilometri del reticolo idrografico marchigiano vi invitiamo ad inviare una segnalazione attraverso il nostro, nuovo sito web”: l’invito è del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro).
Basta compilare l’apposito modulo come utente privato o eventualmente Comune, indicare la posizione sulla specifica mappa ed allegare almeno una foto (per un massimo di 4) dell’ostruzione o della situazione anomala riscontrata. La segnalazione verrà automaticamente inserita nel database consorziale, consentendo agli agronomi di verificare la pertinenza della richiesta e le eventuali azioni successive.
Resta contestualmente sempre attivo il “call center”.
AGENDA
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà in qualità di “discussant” al dibattito “Buone prassi e procedure critiche per la prevenzione e mitigazione del rischio” previsto nella mattinata di giovedì 18 Aprile p.v. nell’ambito della 1° Giornata Nazionale dedicata a prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, organizzata all’Acquario Romano, nella Capitale, dai Consigli Nazionali degli Ingegneri e dei Geologi.
Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il DG ANBI sono inoltre annunciati sabato 20 Aprile p.v. a Cologna Veneta, nel veronese, per l’evento “Radici nel futuro”, organizzato dal locale Consorzio di 2° grado L.E.B. – Lessinio Euganeo Berico.“ |