SI APRE UNA PAGINA NUOVA PER L’ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA
INTESA FRA ANBI, ACEA, BF E COLDIRETTI PER RICERCA ED INNOVAZIONE IN CAMPO IDRICO
“Il memorandum of understanding, firmato oggi da ANBI, ACEA, BF Spa e Coldiretti, è una lettera di comuni intenti per la ricerca di concrete soluzioni in campo idrico per l’adattamento dei territori alle conseguenze della crisi climatica: manutenzione del suolo, efficientamento della gestione dell’acqua, innovazione e sostenibilità sono le linee direttrici per aumentare la resilienza delle comunità”: ad evidenziarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, sottoscrittore del protocollo.
L’acqua è un bene primario per il Paese e dalla disponibilità idrica derivano 320 miliardi di euro in valore aggiunto; la sua filiera contribuisce ad oltre il 40% del Prodotto Interno Lordo (18% direttamente e 25% dall’economia del mare).
L’accordo, firmato in sede di Assemblea Coldiretti, prevede collaborazioni su progetti ed investimenti di sviluppo, ricerca e studio di nuove tecnologie per garantire , in particolare, approvvigionamento, tutela e riutilizzo della risorsa idrica per l’irrigazione. Si esamineranno anche iniziative congiunte, che promuovano modelli di economia circolare, finalizzati al recupero sostenibile delle risorse per la realizzazione di fertilizzanti, concimi organici e minerali.
“Cogliamo l’occasione – ha concluso Vincenzi – per esprimere i migliori auguri di buon lavoro ad Ettore Prandini, confermato Presidente della più importante organizzazione professionale agricola italiana, con cui condividiamo anche la proposta del cosiddetto Piano Laghetti, che prevede la realizzazione di 10.000 bacini ecocompatibili e multifunzionali entro il 2030.”
IMPORTANTE SCELTA DI FUTURO
ANBI, BF E CONSORZIO CER INSIEME PER LO SVILUPPO DI IRRIFRAME
ECCO I PARAMETRI CHE SARANNO AGGIORNATI PER OTTIMIZZARE L’IRRIGAZIONE
Se, dopo la Cop 28, la mitigazione della crisi climatica è tarata da qui al 2050, l’adattamento all’estremizzazione degli eventi atmosferici deve iniziare ora: in adesione a questo principio, dopo la firma avvenuta a Roma nello scorso Ottobre, sta diventando progressivamente operativa la convenzione tra ANBI, Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo (punto di riferimento internazionale per l’innovazione nell’irrigazione) e BF spa (il più grande gruppo agricolo italiano) per migliorare la gestione ed accelerare lo sviluppo, l’evoluzione e la diffusione del servizio irriguo “esperto” Irriframe, ideato nel centro di ricerca Acqua Campus.
L’intesa, che ha durata decennale, affida lo sviluppo del software alla società IBF, le verifiche in campo al Consorzio C.E.R. e la promozione del sistema lungo l’intera Penisola ad ANBI.
“In linea con la cultura del fare insita nei Consorzi di bonifica ed irrigazione portiamo un tassello d’innovazione alle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, che da tempo sollecitiamo in favore dei territori e delle loro economie – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Irriframe venne presentato in occasione dell’Expo a Milano e da allora ha contribuito ad ottimizzare l’utilizzo delle acque irrigue nelle campagne dove comunque, è bene ricordare, la risorsa idrica si utilizza, ma non si consuma; da allora, però, sono cambiate le condizioni climatiche ed il sistema abbisogna, quindi, di ricerca per l’adeguamento e l’implementazione.”
Sono 5 i parametri principali, che saranno integrati nel modello di bilancio idrico per permettere al sistema di inviare il miglior consiglio irriguo sul device (pc, tablet, cellulare) dell’agricoltore. Si parte dalla ridefinizione dei turni irrigui in caso di scarsità della risorsa idrica: nelle aree, dove l’irrigazione è turnata, sarà sviluppato un più preciso modello di calcolo sulla reale disponibilità d’acqua per l’eventuale ridefinizione della frequenza dei turni o della dotazione idrica di ciascuno di essi. Si procederà poi all’integrazione con i servizi satellitari per la validazione dei modelli di calcolo dell’evapotraspirazione effettiva a partire da dati telerilevati (immagini multispettrali) e da dati acquisiti sul posto (sensori).
Quindi sarà calibrato il modello per la programmazione della gestione irrigua durante episodi di scarsità idrica, così da redistribuire la poca acqua disponibile secondo le fasi fenologiche più critiche per le colture, con l’obbiettivo di ridurre le perdite di Produzione Lorda Vendibile. Ulteriori interventi punteranno a calibrare la sensoristica di umidità del suolo per contribuire a migliorare la precisione del miglior consiglio irriguo, grazie all’interazione con il DSS (Decision Support System) ed i moderni dispositivi per l’attuazione dell’irrigazione 4.0.
“Dopo tre anni, siamo finalmente tornati in una situazione di normalità idrica ed è proprio in questa situazione che si può meglio programmare il futuro, perché il rischio siccità non è certo scomparso, né ormai contano le casistiche” ha affermato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, che ha concluso: “L’incertezza climatica è ormai come una roulette: le probabilità che esca il rosso o il nero sono al 50%, ma non è detto che un colore non esca più volte di seguito. Quindi, l’emergenza acqua, che è costata oltre 10 miliardi alla sola agricoltura, potrebbe ripetersi anche a breve. Occorre esserne consapevoli ed attrezzarsi.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
FINITE LE PIOGGE PRIMI SINTOMI DI STRESS IDRICO
È ormai acclarato che l’anno, che stiamo per salutare, sarà il più caldo di sempre (più del 30% dei giorni hanno registrato temperature superiori di un grado e mezzo al periodo preindustriale 1850-1900, con picchi anche al di sopra di +2°) accompagnato, in questa seconda decade di Dicembre, dagli effetti dell’anticiclone atlantico, che sta comportando stabilità atmosferica ed un deciso aumento delle temperature.
I corpi idrici godono ancora di buona salute, ma il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche segnala come, soprattutto sull’Italia centro-meridionale, stiano emergendo i primi sintomi di stress idrico che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica (in linea con il trend degli inverni recenti), dovrebbero far scattare un campanello d’allarme. Il deficit di pioggia, accumulato negli scorsi 24 mesi, interessa ancora percentuali più o meno ampie di territori europei, così come gli anomali livelli di evapotraspirazione degli scorsi 3 mesi mostrano condizioni finora sconosciute soprattutto sul bacino del Mediterraneo centro-occidentale.
“La condizione di normalità idrica, raggiunta dall’Italia dopo 3 anni di difficoltà, non è assolutamente stabilizzata – ha segnalato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Condizioni di criticità possono tornare repentinamente a verificarsi ed è per questo quantomai necessario dotare il Paese di infrastrutture idrauliche, capaci di calmierare situazioni sia di rischio idrogeologico che di siccità.”
Analizzando la Penisola, i grandi laghi del Nord, sono tutti abbondantemente sopra la media con Maggiore e Benaco oltre il 90% di riempimento.
In Valle d’Aosta, lo zero termico oscilla fra i 3300 ed i 3500 metri, quando solo l’anno scorso si registrava a m. 3100. Le temperature medie sopra i duemila metri sono in forte rialzo (si fatica a scendere sotto lo zero anche a quote superiori ai duemilacinquecento metri), mentre sono in ribasso ad altimetrie inferiori. Il manto nevoso va assottigliandosi: mediamente sulla regione si calcolano poco più di sessantuno centimetri di neve al suolo. Si riduce la portata d’acqua nella Dora Baltea, mentre rimane stabile il torrente Lys.
Sulle montagne del Piemonte la neve è scarsa (circa una trentina di centimetri attorno ai duemila metri) ed è quasi assente sotto i millecinquecento metri. Decrescente è la portata della gran parte dei fiumi, dove si distingue negativamente ancora una volta, il Tanaro, attualmente ad 1/3 della portata media e addirittura più basso del 2022 (fonte: ARPA Piemonte).
In Piemonte è in calo anche il livello del Po: al rilevamento di Isola S. Antonio la portata attuale è addirittura inferiore a quella di un anno fa; valori in leggera decrescita ed inferiori alla media mensile anche sul resto dell’asta fluviale.
La Lombardia, che dopo l’estate ha avuto un vero e proprio “exploit idrico” con un totale recupero dell’enorme deficit accumulato dal 2022, gode di una condizione migliore delle regioni confinanti anche dal punto di vista nivale. Se infatti la quantità di neve nella regione risulta leggermente inferiore alla media del periodo (-8,7%), l’altezza del manto nevoso, a parità di quota altimetrica, risulta maggiore di quella delle altre regioni alpine. Buona, anche se in calo, la portata del fiume Adda; il surplus di acqua stoccata (compresa la neve) è pari a 8,5%.
Spostandosi ad Est torna ad esserci poca neve: in Veneto l’altezza massima del manto (cm. 64) è stata registrata a Ra Valles (m.2600 ca.), sulle Dolomiti. I fiumi Adige, Piave e Brenta hanno livelli in calo, mentre in crescita è la Livenza e stabile la Piave.
In Emilia Romagna si nota una netta tendenza al rialzo idrico nei bacini appenninici dei fiumi Secchia ed Enza, minore per il romagnolo Savio ed in calo per i corsi d’acqua più occidentali, quali Trebbia e Taro. Decisamente anomala è la condizione del Reno, la cui portata è il 3% della media mensile (mc/s 1,16 invece di mc/s 38,40!).
In Liguria, i livelli dei corsi d’acqua sono decrescenti con Entella e Magra ben al di sotto delle medie del periodo; la neve è praticamente assente.
In Toscana, la prima metà di Dicembre è stata molto piovosa: in 15 giorni sono caduti mediamente circa novantasette millimetri di pioggia, quando la media storica dell’intero mese si aggira su mm. 114. Il successivo periodo di tregua dal maltempo, però, ha immediatamente fatto scendere i livelli dei fiumi: calano, infatti, Serchio, Sieve, Ombrone ed Arno, la cui portata attuale si aggira su mc/s 64, più che dimezzata rispetto alla recente media mensile (mc/s 134).
Nelle Marche è presente un velo di neve solamente su uno dei rilievi della regione: cm. 14 sul Sibilla. Fatta eccezione per il Tronto, i fiumi marchigiani subiscono un nuovo, vistoso calo: Potenza ed Esino sono ai minimi del recente passato.
In Umbria rimangono sostanzialmente stabili i livelli dei fiumi Nera e Chiascio. Discorso a sè merita la condizione del lago Trasimeno: in questo periodo dell’anno e dopo una stagione caratterizzata da prolungati fenomeni di maltempo, l’ulteriore decrescita del livello lacustre (ora -cm. 139, lontano dal “minimo vitale” di cm. 120 ed anche dai -cm.129 dello scorso anno) deve fare riflettere sulle durature conseguenze causate dalla crisi climatica sulle risorse naturali di territori già pregiudicati da un’eccessiva pressione antropica.
Nel Lazio, stesso discorso vale per i laghi della cintura romana, dove si registra un’ulteriore, lieve decrescita di livello per i bacini di Nemi (ora a -cm. 9, quando l’anno scorso era a +cm.15!) e Bolsena. Calano le portate dei principali fiumi: Tevere (praticamente dimezzato), Aniene, Fiora e Liri.
In Abruzzo, il mese di novembre è risultato più piovoso della norma, principalmente sulla provincia di Chieti (+52,48% ma “a macchia di leopardo”: ad Ortona +333,8%, mentre nelle località meridionali della provincia si registra un deficit pluviometrico) e di Teramo (+42,6%, ma piogge scarse nell’entroterra); tra i fiumi cresce l’Orta, mentre cala il Sangro (fonte: Regione Abruzzo). Il manto nevoso si aggira sui venti centimetri soltanto ad una quota prossima ai millecinquecento metri e solo in poche stazioni di rilevamento.
In Molise, il tratto del fiume Volturno è ai livelli più bassi degli ultimi anni, così come sono in calo le portate di tutti i corsi d’acqua in Campania.
In Basilicata rimangono sostanzialmente invariati i volumi trattenuti negli invasi, ma si amplia il deficit con quelli stoccati a Dicembre di un anno fa: -73,21 milioni di metri cubi (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale).
Anche in Puglia, nonostante un incremento superiore ad 1 milione di metri cubi, i volumi invasati restano inferiori al 2022: - mln. mc. 30.
“Manutenzione idraulica, infrastrutture, innovazione, sostenibilità: devono essere queste, le direttrici per lo sviluppo di un’Italia, che voglia essere padrona del proprio destino di fronte all’incertezza del quadro climatico. I nostri recenti accordi nel campo della innovazione nell’irriguo ne sono testimonianza” ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
EMILIA ROMAGNA: POST ALLUVIONE: OCCORRONO 200 MILIONI
Durante le alluvioni di Maggio scorso, il carico di lavoro che ha gravato personale e mezzi del Consorzio di bonifica Romagna Occidentale (con sede a Lugo, in provincia di Ravenna) è stato enorme: sono state messe a disposizione attrezzature mobili e tutto il personale è stato impiegato h. 24, 7 giorni su 7.
Un dato che esprime meglio di altri questo sovraccarico di lavoro è il numero di ore di prestazioni straordinarie svolte dal personale dipendente, che nei soli mesi di Maggio e Giugno è di poco inferiore a 12.000.
Il reticolo di bonifica si è trovato a dover svolgere un ruolo di supplenza nell’allontanamento a mare delle acque dei fiumi, ruolo che è stato determinante nel consentire il graduale rientro a condizioni di normalità rispetto agli allagamenti dei primi giorni. Stante la morfologia del territorio della Bassa Romagna, senza le opere di bonifica, mantenute nel corso del tempo dall’ente consorziale, ancora si dovrebbero usare gli stivali nelle attività quotidiane.
Dopo questa fase iniziale di massima urgenza è partita la fase di recupero della funzionalità del sistema di reticolo di canali artificiali, delle strutture di irrigazione e di tutte quelle opere necessarie per rafforzare l’attività economica al servizio della collettività.
Nella ricognizione speditiva richiesta all’ente consortile sono state individuate esigenze di intervento nelle opere di bonifica in gestione all’ente per un costo stimato di circa duecento milioni di euro. Questo importo è suddiviso in 3 categorie di interventi: quelli di somma urgenza per un importo di circa novantacinque milioni di euro, quelli urgenti per un importo di oltre tredici milioni di euro e quelli finalizzati ad aumentare la resilienza a futuri analoghi eventi calamitosi per il restante importo. Tra gli interventi di somma urgenza già ultimati vanno menzionati i ripristini dei 12 impianti, sia irrigui sia idrovori, che hanno subito ingenti danni arrecati alle opere civili e alle apparecchiature elettromeccaniche, per un importo di circa due milioni di euro.
L’ente consorziale collaborerà inoltre con la Regione Emilia-Romagna per ripristinare condizioni di sicurezza dei rii, dei torrenti che si sviluppano nelle zone collinari e montane, aree alle quali il Consorzio con la sua attività ha dedicato dopo l’alluvione particolare attenzione. Non si può ignorare l’apporto determinante dei fondi, che la struttura commissariale presieduta dal generale, Figliuolo, ha messo a disposizione del “Romagna Occidentale”, riconoscendo materialmente, non solo gli sforzi economici sostenuti nel periodo di massima urgenza per fronteggiare l’alluvione, ma anche per sostenere le ulteriori iniziative progettate e segnalate, che dovranno essere ultimate entro il 2024.
Con ordinanza del commissario straordinario sono stati finanziati interventi di somma urgenza da realizzarsi principalmente nel territorio di pianura: tra questi, i più significativi in termini di importo sono gli interventi di ripresa di frane nei comparti Zaniolo-Buonacquisto (tra Sillaro e Santerno), Canal Vela (tra Santerno e Senio) e Fosso Vecchio (tra Senio e Lamone). Altrettanto rilevante è l’intervento di ripresa di frane ed erosioni e di rinforzo dei corpi arginale del canale di bonifica in destra di Reno.
Ad oggi non si hanno ancora notizie di finanziamenti della terza categoria di opere individuate con la ricognizione speditiva, finalizzate ad aumentare la resilienza ai futuri eventi; tra queste l’intervento più rappresentativo è la realizzazione delle casse d’espansione delle piene dei corsi d’acqua.
Va sottolineato che la progettazione del Consorzio non può che riguardare le sole casse d’espansione delle piene dei canali di bonifica. Il parametro di riferimento nel dimensionamento delle opere consorziali non può quindi essere quello delle portate fuoriuscite dai fiumi nello scorso mese di maggio, bensì quello delle portate affluenti ai canali di bonifica, generate dalle piogge cadute nel bacino scolante del reticolo artificiale, di un ordine di grandezza inferiore rispetto ai corsi d’acqua naturali pensili.
Nel perseguire l’obiettivo della riduzione del grado di rischio idraulico, occorre, pertanto, che parallelamente alla progettazione e, in caso di finanziamento, realizzazione di nuove casse d’espansione dei canali di bonifica, si proceda con analoghi interventi nei fiumi.
MARCHE: MITIGAZIONE RISCHIO IDROGEOLOGICO
Dal mese di settembre ad oggi, il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro), attraverso la sua società “in house” Bonifica Marche Service, ha realizzato e sta realizzando interventi di manutenzione straordinaria e pulizia dei corsi d’acqua nelle zone alluvionate nel Settembre 2022: da Arcevia a Serra de’ Conti, da Cantiano a Serra Sant’Abbondio.
Le operazioni, finanziate con i fondi alluvione ’22, riguardano principalmente la mitigazione del rischio e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua attraverso la rimozione del materiale ligneo accumulato e la riprofilatura degli argini danneggiati. Obbiettivo comune e prioritario, anche in previsione delle possibili forti piogge stagionali, è quello di evitare che il materiale già accumulato nel letto o negli alvei, li renda incapaci di gestire l’aumento di portata, in particolare nei pressi dei ponti, impedendone un regolare deflusso delle acque.
Le tante segnalazioni arrivate all’ente consortile in un anno evidenziano una sempre più diffusa attenzione e preoccupazione verso questa problematica. Nel 2023 sono stati realizzati circa seicento interventi ordinari su tutto il territorio e altrettanti sono già pianificati per il primo semestre 2024.
TOSCANA: FIRENZE PIU’ BELLA E SICURA
Sono stati realizzati dal Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede nel capoluogo regionale) alcuni importanti interventi eseguiti nel comune di Firenze lungo un tratto del torrente Terzolle.
La prima fase lavorativa è servita a rimuovere le 5 soglie esistenti per poi realizzarle ex-novo, più lunghe e stabili; il ripristino delle soglie consente di realizzare una pendenza di equilibrio, che impedisce l’erosione del fondo.
L’intervento è proseguito con la messa in sicurezza di circa duecentocinquanta metri di piede della muratura.
La bonifica a Firenze si fa dunque “urbana” con piccoli interventi di manutenzione come questo sul Terzolle o con grandi opere e sistemazioni sui fiumi Arno, Mugnone e Greve, mettendo i corsi d’acqua al centro dello sviluppo ambientale, sociale ed economico della città.
VENETO: NUOVO PROGETTO VIMINE. VIA LIBERA DALLA REGIONE
E’ stata approvata la delibera con lo schema di accordo attuativo tra Regione Veneto, Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche Veneto Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) ed Università Padova (Dipartimento di Ingegneria Industriale) per regolare le modalità di realizzazione degli interventi di difesa dall’erosione delle barene e delle paludi più interne della laguna di Venezia, attraverso l’applicazione di un approccio integrato e sostenibile alla gestione del territorio.
L’iniziativa, infatti, si colloca in linea con i risultati ottenuti e in continuità con le metodologie utilizzate nell’ambito del progetto Life Vimine e si inserisce nell’ambito del precedente Protocollo d’Intesa quadro sottoscritto nel 2020; in continuità il progetto si chiama ora “Vimine – Piano di Conservazione after life”. Il progetto consentirà la realizzazione di importanti interventi di conservazione delle barene nella laguna di Venezia anche grazie al coinvolgimento dell’ente di bonifica, appositamente incaricato dalla Regione per realizzare gli interventi di ingegneria naturalistica e la formazione specifica dei pescatori lagunari, che saranno coinvolti come manodopera.
Si tratta di un accordo attuativo, attraverso il quale la Regione si impegna a finanziare, per un importo massimo di 50.000 euro a valere sui fondi della Legge Speciale per Venezia, le attività di realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica per la conservazione delle barene nella Palude dei Laghi ed aree limitrofe.
TOSCANA: 12 MILIONI DI EURO PER I CORSI D’ACQUA
Via libera al bilancio di previsione 2024 del Consorzio di bonifica Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), che consentirà di trasformare in interventi di manutenzione ordinaria circa dodici milioni di euro.
Mentre in tutto il comprensorio, i cantieri per l’esecuzione dell’attività targata 2023 sono ormai ultimati, addirittura in anticipo sulla tabella di marcia fissata ad inizio anno, i numeri parlano chiaro.
Nel 2024, l’attività consorziale proseguirà secondo le linee già tracciate: il piano messo a punto per il prossimo anno prevede un ulteriore incremento di interventi (+10%) rispetto a quanto realizzato nel 2023 su un territorio costretto sempre più spesso a fare i conti con fenomeni meteorologici intensi e violenti. Gli interventi, secondo un metodo di lavoro ormai sperimentato e consolidato, saranno realizzati da operai consorziali o verranno affidati ad imprese agricole del comprensorio, rivelatesi nel tempo un prezioso e affidabile partner.
L’Assemblea consortile, che ha approvato il bilancio di previsione 2024, “ha fatto scattare il semaforo verde” anche ad una variazione del bilancio di previsione 2023: in particolare, è stato deciso di investire le ulteriori economie registrate nel corso dell’anno, pari a circa duecentomila euro, per migliorare la sicurezza idraulica e rimediare i danni causati dalle piogge intense e dal vento forte, che nelle ultime settimane, ha investito zone del comprensorio.
PUGLIA: FUNZIONARI STRANIERI IN VISITA
Nell'ambito della consolidata collaborazione tra l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari ed il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia), una delegazione di funzionari provenienti da Etiopia, Egitto e Kenya ha visitato l’impianto consortile di San Samuele, in agro di San Ferdinando.
I tecnici consortili hanno illustrato la storia e la struttura dell’ente consortile, gli impianti pubblici irrigui e la gestione delle acque reflue.
COSTITUITA L’ASSEMBLEA EBNCI
NOMINATI GARGANO PRESIDENTE, DE GASPERIS VICE
Si è costituita, a Roma in sede ANBI, l’Assemblea EBNCI, Ente Bilaterale della Bonifica, formato in maniera paritetica da rappresentanti di SNEBI (Sindacato Nazionale Enti Bonifica e Irrigazione) e di Flai-CGIL, Fai-CISL e Filbi-UIL; le sue funzioni sono: organizzare e gestire attività e servizi bilaterali, in tema di welfare ed integrazione al reddito, individuati dal contratto nazionale o da appositi accordi stipulati dalle parti, intervenendo, in particolare, attraverso strumenti accessori nei casi di ristrutturazione aziendale o di ricambio generazionale; favorire e promuovere la piena occupazione anche attraverso iniziative finalizzate a rilevare i fabbisogni formativi; partecipare alle attività eventualmente previste nell’istituenda “Giornata per la salute e la sicurezza sul lavoro”; prevedere eventuali ulteriori prestazioni, anche a carattere sociale, a sostegno di lavoratori e lavoratrici della bonifica; realizzare un confronto permanente sui temi dello sviluppo, dell'occupazione e della competitività; promuovere e sostenere, con le opportune iniziative, il potenziamento delle attività bilaterali anche per migliorare il dialogo sociale tra le parti e per il consolidamento, nonché lo sviluppo delle potenzialità del settore nel suo complesso; promuovere le relazioni sindacali e l'applicazione della contrattazione collettiva.
L’Assemblea ha provveduto a nominare Presidente dell’Ente, Massimo Gargano e Vicepresidente, Gabriele De Gasperis; ha altresì provveduto a nominare i membri del Comitato di Gestione e del Collegio Sindacale.
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