PREVEDERE CERTIFICATI BLU PER L’EFFICIENTAMENTO IDRICO: L’APPELLO DI FONDAZIONE UNIVERDE ED ANBI
Le transizioni energetica ed ecologica sono incomplete senza una transizione sostenibile anche nella gestione delle risorse idriche; occorre prevedere norme, misure ed eventuali incentivi per favorire l’adozione di sistemi di efficientamento idrico innovativi e di precisione da parte di imprese agricole e industrie: è questa la proposta lanciata al convegno “Risparmio idrico è efficientamento energetico?! Dai certificati bianchi ai certificati blu per imprese agricole e industria sostenibili”, promosso da Fondazione UniVerde ed ANBI, svoltosi a Roma con la main partnership di Acquedotto Pugliese.
Dalle drammatiche alluvioni alle prolungate siccità, passando per l’inquinamento delle acque dolci: gli effetti del cambiamento climatico in atto e delle attività antropiche si ripercuotono sulla disponibilità delle risorse idriche in quantità e qualità e si prevede che tali impatti si intensificheranno nei prossimi anni.
L’Italia non è immune a questi fenomeni; la loro maggior frequenza ed intensità deve sollecitare iniziative per un uso più intelligente e sostenibile della risorsa acqua: un percorso che interessa Istituzioni, imprese, organizzazioni di categoria e tutti i settori produttivi. In particolare, la proposta è quella di istituire meccanismi di incentivi al risparmio idrico, simili a quelli già impiegati per il contenimento delle emissioni inquinanti (ETS) o per l’efficienza energetica (certificati bianchi), al fine di promuovere innovazione ed applicazione delle migliori soluzioni tecniche di efficientamento idrico per approvvigionamenti ed usi agricoli o industriali. Ai lavori, introdotti dal Presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio, è intervenuto anche il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.
“La sostenibilità ambientale – ha sostenuto - non può prescindere da quelle economiche e sociali e, in questa direzione, va la proposta dei certificati blu; analogamente ANBI ha lanciato la certificazione Goccia Verde, a garanzia d’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica nel sistema agroalimentare, così come da anni è attivo il servizio Irriframe per il miglior consiglio irriguo agli agricoltori. Non solo: la transizione verso modelli idrici più sostenibili può essere anche occasione di nuova occupazione. La crisi climatica evidenzia con forza la necessità di efficientare la reta idraulica del Paese per ottimizzare la gestione dell’acqua sui territori; nel nostro piano, a fronte di un investimento di circa quattro miliardi per 858 interventi lungo la Penisola, prevediamo l’attivazione di oltre ventunmila posti di lavoro.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
TORNANO LE GRANDI PIOGGE: PRIMI SEGNALI DI NUOVE EMERGENZE
E’ un’Italia non priva di apprensioni meteo, quella che attende le annunciate precipitazioni soprattutto al Centro Sud, dove preoccupazioni hanno già creato i recenti nubifragi sulla costa pescarese (oltre settanta millimetri di pioggia tra Montesilvano e Colle Scorrano) e le trombe marine, che hanno colpito il litorale campano da Castel Volturno alla Costiera Amalfitana, toccando Ischia (un anno fa, la frana che causò 12 vittime) ed arrivando fino a Diamante in Calabria.
“Accanto al sempre più ravvicinato ripetersi di violenti eventi meteo, ciò che notiamo, purtroppo, è la velocità, con cui il tema della sicurezza idrogeologica esce dai radar dell’opinione pubblica, dimenticando che, terminata l’emergenza, i territori alluvionati restano maggiormente esposti alle evenienze meteorologiche, che solo il 10% dei danni subiti dalla popolazione sarà ristorato e che il 94% dei comuni italiani è toccato dal rischio di frane o inondazioni” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Se non abbracciamo le logiche della prevenzione civile, pregiudichiamo qualsiasi ipotesi di sviluppo per il Paese: l’Italia ha bisogno di un grande piano di manutenzione straordinaria del territorio - ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – È necessario efficientare ed incrementare reti ed infrastrutture idrauliche, ormai inadeguate di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici, indotta dalla crisi climatica. Oltre a ciò, va approvata urgentemente la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo: la cementificazione è evidentemente un moltiplicatore del rischio idrogeologico.”
Il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche segnala come, in questa fase, l’andamento della gran parte dei corpi idrici, compresi quelli meridionali, sia caratterizzato dal segno meno.
Al Nord, a fare eccezione sono i laghi Maggiore e d’Iseo: il primo guadagna circa trentadue centimetri in una settimana, attestandosi al 93,5% di riempimento, mentre il secondo raggiunge il 95%, così come il bacino di Garda, mentre quello di Como, tracimato qualche settimana fa, si abbassa di 28 centimetri in una settimana (ora è al 48,2% di riempimento, scendendo sotto la media del periodo).
In Valle d’Aosta è da segnalare la vistosa diminuzione di portata della Dora Baltea, che cala dai 76,80 metri cubi al secondo della scorsa settimana (dopo aver toccato anche mc/s 130!) a mc/s 4,70, cioè meno del 28% rispetto alla media mensile (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).
Anche la portata del fiume Po, specialmente nella sezione piemontese, è nettamente inferiore alla media del periodo con un deficit, che va dal -60% circa al rilevamento di Torino Murazzi fino a -67% dell’Isola S. Antonio. In Lombardia ed Emilia-Romagna lo scarto negativo risulta più contenuto (da -23% a Cremona e Borgoforte fino al quasi -47% di Piacenza), mentre sul delta risulta esserci un po’ meno del 70% dell’acqua mediamente presente in questo periodo.
In Piemonte tornano a scendere i livelli nei bacini fluviali del Sud della regione: il Tanaro, dopo gli exploit positivi di qualche settimana fa, vede ridursi la portata agli attuali 44,7 metri cubi al secondo, cioè il 79% in meno, rispetto al valore medio di Novembre; cala anche la Stura di Demonte, che però mantiene una portata leggermente superiore alla media. Invariato resta il livello della Varaita, mentre addirittura crescono Stura di Lanzo e Toce (fonte: ARPA Piemonte).
In Lombardia, grazie al deflusso dal lago di Como (quasi duecento metri cubi al secondo), la portata del fiume Adda, pur decrescente, si mantiene superiore ai valori tipici del periodo. Senza contare la riserva di neve in quota, dove il manto ha raggiunto cm. 120 a Lanzada (oltre i 3000 metri di altitudine) e cm. 80 a Livigno, il quantitativo d’acqua stoccata nei bacini della regione supera di ben il 20% il valore medio del periodo e di oltre il 90% quello dello scorso anno (fonte: ARPA Lombardia).
In Veneto, il livello del fiume Adige, pur in calo, mantiene valori più alti della media dello scorso decennio; stesso dicasi per la Livenza (altezza idrometrica: m. 1,07), mentre in discesa sono anche le portate di Brenta e Bacchiglione.
Tornano sotto media le portate dei fiumi appenninici in Emilia-Romagna, dove si evidenziano performances fortemente negative negli alvei orientali: Savio a circa l’11% della portata media di Novembre, Reno al 4,5%, Secchia (nella fascia centrale del Modenese) al 12% circa. Dopo le rischiosissime ondate di piena provocate dal ciclone Ciaran, anche i corsi d’acqua centro-occidentali quali Enza (ad un terzo della portata media mensile), Taro (al momento registra un deficit di oltre il 75%) e Trebbia (portata di mc/s 15,34 contro una media di mc/s 36,20), oggi ripresentano gli scarsi livelli già registrati nel 2023 e nell’anno precedente. In controtendenza c’è il Panaro, la cui portata (mc/s 25,24) pemane nettamente superiore alla media di Novembre (fonte: ARPAE).
Un netto calo si registra nelle altezze idrometriche dei fiumi liguri: sotto media sono i livelli di Magra ed Entella, che ad inizio Novembre preoccupavano per il rischio di esondazione.
La Toscana, idraulicamente infragilita dalla recente ondata di maltempo sulla Valdarno, vede scendere i livelli dei fiumi, che avevano portato paura, distruzione e purtroppo anche morte. Il Serchio torna al di sotto dei livelli medi del periodo; cala anche l’Arno. Nella parte meridionale della regione, l’Ombrone ha una portata di soli mc/s 4,46 ,cioè il 13% circa del valore medio nel recente passato (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
Ad eccezione della Nera, nettamente più bassi rispetto agli anni recenti sono i livelli dei fiumi marchigiani, in primis l’Esino, ma anche il suo affluente Sentino (fonte: Protezione Civile Marche).
In attesa delle piogge rimane sostanzialmente invariata la situazione dei corpi idrici dell’Umbria, dove il lago Trasimeno è incapace di abbandonare una condizione di crisi, che ormai perdura da troppo tempo.
Nel Lazio, sorte analoga è quella dei laghi di Bracciano, Nemi ed Albano; aumenta invece la portata del fiume Tevere a Roma, mentre decresce quella dell’Aniene. Nel Viterbese rimangono stabili i livelli della Fiora, mentre in Ciociaria il livello del fiume Liri continua ad abbassarsi.
In Campania è scarso, per il periodo, il livello del fiume Volturno nel tratto beneventano, mentre verso la foce risulta essere maggiormente in linea con i livelli tipici del periodo; importante calo del Garigliano, che scende di quasi un metro in 2 settimane.
In Basilicata, gli invasi artificiali trattengono attualmente quasi duecentocinquantatre milioni di metri cubi d’acqua, mantenendo un surplus di oltre venicinque milioni sul 2022 (Fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale).
In Puglia, invece, la disponibilità idrica nei bacini ammonta ad oltre centoventicinque milioni di metri cubi, con un calo di circa due milioni e mezzo rispetto alla scorsa settimana ed un margine di solo 7 milioni sul 2022.
In Sicilia, infine, il quantitativo d’acqua presente negli invasi si attesta sui 325 milioni di metri cubi, cioè un valore leggermente inferiore alla media dei recenti 13 anni (mln. mc. 328,49).
EMILIA ROMAGNA: IL MATEMPO PRESENTA IL CONTO
Oltre dieci milioni di euro è la cifra che il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) ha stimato alle proprie infrastrutture (strade, impianti, canali, ponti) dopo le criticità idrauliche e idrologiche, che hanno colpito 22 comuni (13 montani e 9 di pianura) nell’intero comprensorio durante gli ultimi eventi precipitativi che, tra la seconda metà di Ottobre ed i primi giorni di Novembre, si sono abbattuti sui territori della provincia.
L’importo dei lavori straordinari è suddiviso su 48 interventi complessivi, che l’ente consortile ha intenzione di effettuare tra le zone appenniniche e di pianura. Due sono già stati completati: si tratta della strada di bonifica "Poggio Gabrielli – Seghino", nel comune di Berceto, colpita da una frana e della strada di bonifica per il castello di Ravarano, nel comune di Calestano, dove si sono evidenziati cedimenti al piano viabile. Per entrambi gli interventi, d'intesa con le rispettive Amministrazioni Comunali, era stata attivata la procedura di “somma urgenza” operativa.
Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Calestano, Corniglio, Fornovo, Pellegrino Parmense Solignano, Terenzo, Valmozzola, Varsi: sono ben 13 i paesi montani, che sono stati colpiti dagli eventi meteo delle scorse settimane, per un totale di 27 punti di criticità, pari al numero di interventi da effettuare per riportare le condizioni di sicurezza sulle strade di bonifica e sui versanti. Lo scenario, che si presenta è vario: rimozioni di massi e detriti, interventi di difesa spondale, sistemazioni di movimenti franosi, riprese dei piani viabili, consolidamenti delle scarpate e rafforzamenti corticali.
Critica è anche la situazione in pianura, dove sono coinvolte le strutture consortili degli impianti di sollevamento acque, presenti, oltre che nella città di Parma, anche nei territori di Busseto, Colorno, Polesine Zibello, Roccabianca, Soragna, Sorbolo Mezzani, Torrile, Traversetolo: 9 comuni per un totale di 21 interventi da realizzare, quasi tutti di recupero dei manufatti consortili (dalle manutenzioni di chiaviche alla riparazione delle coperture sui tetti, oltre al ripristino spondale su alcuni canali della rete di bonifica).
TOSCANA: SINERGIA PER MIGLIORARE IL TERRITORIO
La manutenzione ordinaria del reticolo minore viene fatta in modo accurato:l’occasione per affrontare l’argomento è arrivata con l’inaugurazione degli importanti lavori di ripristino della difesa di sponda del corso d’acqua Archiano, realizzati dal Consorzio di bonifica Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) nel comune di Bibbiena.
L’intervento era già stato programmato nella proposta del Piano delle Attività di Bonifica, predisposto dall’ente consortile ed inviato per l’approvazione alla Regione Toscana nel Novembre 2022. Successivamente l’area è stata investita da un’ondata di maltempo, che ha causato ulteriori danni alla gabbionata; da qui la necessità di rivedere la programmazione con ulteriori investimenti e lavorazioni.
È stata così ripristinata una gabbionata in 5 ordini, completata con fondazione in massi. Inoltre, grazie alla sinergia Consorzio/Comune, è stata risistemata anche la vicina infrastruttura ciclopedonale, con un sostanziale risparmio di spesa: è stata stipulata una convenzione di 50.000 euro per costruire (con intero finanziamento comunale) una scogliera e ripristinare il percorso ciclopedonale.
L’intervento permetterà la riapertura dell’interno tracciato.
VENETO: SICUREZZA IDRAULICA SULLE PENDICI COLLINARI
Il Consorzio di bonifica Piave (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso) è impegnato in un importante intervento per la sicurezza idraulica nel territorio comunale di Asolo, dove lo “Scarico Tuna”, corso d’acqua a carattere torrentizio che scende dai Colli Asolani a tratti con pendenze marcate, è a rischio inondazione in occasione di forti piogge.
Il progetto prevede la realizzazione di un canale scolmatore (risezionando il canale esistente) e di un bacino di laminazione, che consentirà un invaso di circa millecinquecento metri cubi. I lavori sono finanziati all’ente consortile per un importo di 365.000 euro; preziosa è stata la collaborazione del Comune di Asolo, che ha espletato la procedura di esproprio.
Sebbene il cantiere non sia ancora concluso, il bacino è già “naturalmente” entrato in funzione con le piene del 31 Ottobre e 3-5 Novembre u.s., accogliendo le acque in eccesso.
LAZIO: SICUREZZA IDRAULICA URBANA
Il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma) ha effettuato un importante e delicato intervento di disostruzione dell'infrastruttura stradale di attraversamento dell'Influente “C” del canale Palocco, nel municipio X di Roma Capitale.
A seguito dell'occupazione illegale da parte di una persona senza fissa dimora, il cunicolo, lungo circa ottanta metri, era diventato un luogo di residenza non autorizzato; in risposta a questa situazione, gli operai dell’ente consortile hanno operato manualmente, trascinando fuori un ingente quantità di materiali: carrelli della spesa, bancali, biciclette, attrezzature sportive ed una varietà notevole di rifiuti, che ostruivano la sezione idraulica di deflusso.
Questo intervento dimostra l’impegno concreto dell’ente consorziale nella gestione delle criticità idrauliche, contribuendo alla sicurezza della comunità in una zona molto delicata dal punto di vista idrogeologico. La collaborazione con i Municipi rappresenta la chiave di volta per garantire il corretto funzionamento delle infrastrutture idrauliche.
IN SARDEGNA C’E’ UN LAVORIERO DIMENTICATO: DA FATTORE PRODUTTIVO AD INCOMPIUTA
IL CONSORZIO DI BONIFICA CHIAMA A RACCOLTA AUTORITA’ E PORTATORI D’INTERESSE
Italia, Paese di santi, poeti, navigatori e… opere incompiute (o dimenticate): stavolta non si tratta di un ponte o di un ecomostro, ma di un lavoriero, cioè uno sbarramento per imprigionare i pesci adulti (anguille, cefali, orate…) nelle valli da pesca. Il tutto accade in Sardegna dove, per la laguna del Calich, sono stati spesi circa 5 milioni di euro di fondi pubblici, ma il lavoriero non è mai entrato in funzione e ora necessita di un radicale intervento di ripristino: a denunciarlo è Gavino Zirattu, Presidente ANBI Sardegna e Consorzio di bonifica Nurra, protagonista di importanti interventi per la salvaguardia ambientale dello stagno di Alghero e la valorizzazione del potenziale produttivo dell’attigua zona umida.
Il tutto prende avvio nel 1996, quando la Regione Sardegna incaricò l’ente consorziale di provvedere al riassetto della laguna, finanziando l’opera con 5 miliardi di vecchie lire. La prima fase del progetto prevedeva la costruzione di un lavoriero in prossimità del canale di foce e la creazione di una zona umida di interfaccia fra le acque dolci, veicolate prevalentemente dal rio Barca e quelle salmastre del piccolo bacino. Due anni dopo, la Regione Sardegna stanziò ulteriori 4 miliardi e mezzo di lire per la bonifica dei sedimenti sul fondo: ancora una volta delegò i lavori all’ente consortile che, sotto la guida del Dipartimento di Scienze Zootecniche della Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, eliminò il primo strato di fondale ricoperto da depositi di gusci di molluschi morti, che impedivano una corretta ossigenazione della laguna.
Nel 2017 furono investiti ulteriori 100.000 euro per un restyling di alcune parti deteriorate del manufatto. Ora l’ete consorziale ha deciso di accendere i riflettori sulla vicenda, evidenziando la necessità di completare un’opera essenziale per consentire una pesca sostenibile all’interno dell’area umida.
“Esperienza di autogoverno democratico del territorio, il Consorzio di bonifica è ancora una volta interprete attivo delle istanze locali, coinvolgendo autorità e portatori d’interesse – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Quanto sta accadendo in Sardegna ne è un esempio, perché non può esserci sostenibilità ambientale, se non è anche economica e sociale.”
“Siamo i primi a sostenere la necessità di nuove infrastrutture idrauliche per migliorare la resilienza dei territori, ma contestualmente segnaliamo la necessità di ottimizzare, prima di tutto, l’esistente ad ogni livello – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Per questo, il nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica prevede 858 interventi, tra cui il completamento di 16 invasi e la pulizia di altri 90 per recuperare il 10% della loro capacità complessiva.”
MARCHE: BILANCIO STAGIONE IRRIGUA
Conclusa il 31 Ottobre u.s. è tempo di bilanci per stagione irrigua nel comprensorio del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro).
Un inizio d’estate piovoso e una gestione oculata delle risorse idriche a disposizione nei 5 invasi gestiti dall’ente consorziale hanno consentito di rispondere in maniera puntuale alle richieste del territorio, nonostante l’estate torrida; 2 i dati significativi: circa quindicimilaottocento gli ettari irrigati, oltre novemila gli utenti , che hanno utilizzato l’acqua fornita dall’ente consortile per irrigare quasi cinquanta tipologie di coltivazioni.
EMILIA ROMAGNA: AVVIATO RESTAURO STORICO
Sono partiti i lavori di restauro di un simbolo dell’Appennino emiliano-romagnolo: si tratta del ponte di Castrola, classico collegamento “a schiena d'asino” tra l'antico percorso, che collega i territori della valle del Limentra ed i territori delle valli di Brasimone, Setta e Bisenzio.
L'attuale manufatto risale alla metà dell'800, ma si hanno notizie di un attraversamento del torrente in questo punto già nel 1189. Il ponte, bene storico tutelato, versava in condizioni pessime ed era a rischio di crollo.
Dopo una complessa attività preventiva per fissare i ponteggi, parte ora il restauro vero e proprio con il consolidamento delle strutture portanti, la ricostruzione di parapetti e selciato di transito. Fortemente voluto dai Comuni di Castel di Casio e di Camugnano (congiuntamente alle associazioni locali, a Nueter ed al C.A.I.), il restauro del ponte di Castrola comporta un investimento di 500.000 euro, resi disponibili per il 90% dal Gruppo d’Azione Locale Appennino Bolognese e per il 10% dal Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna), cui compete anche la progettazione esecutiva (già conclusa) e la direzione lavori.
Il restauro del ponte è un intervento connesso al recupero di 10 chilometri dell'antico percorso nel tracciato coincidente con il sentiero C.A.I. 149, che collega il borgo di Guzzano con la piazza di Castel Casio. Anche tale intervento è in fase di realizzazione da parte dell’ente consorziale; entrambe le opere verranno concluse entro primavera 2024.
VENETO: LAGUNA CAORLE, CASO DI STUDIO SU RESILIENZA AREE COSTIERE
Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) è parte del progetto Eco2Smart, Co-finanziato dall'Unione Europea attraverso il Programma Interreg VI-A Italia-Slovenia 2021-2027 e recentemente presentato a Capodistria, in Slovenia.
L'iniziativa mira a sensibilizzare i cittadini sull'impatto dei cambiamenti climatici, promuovere soluzioni ecosistemiche per ridurre i rischi ed avrà il proprio focus sulla resilienza delle aree costiere. Diversi gli enti coinvolti; tra questi, anche l’Università Padova, con cui l’ente consorziale monitorerà e condurrà attività di modellistica ecologica delle barene artificiali nella laguna di Caorle, presso foce Baseleghe, parte integrante della rete ecologica europea Natura 2000.
Il progetto prevede inoltre la creazione di un tavolo di concertazione per promuovere strategie di conservazione nelle aree umide del Nord Adriatico. Avviato a Settembre 2023, Eco2Smart si concluderà il 31 Agosto 2025.
LAZIO: POTENZIATO PARCO MEZZI CONSORTILE
Si rinnova il parco mezzi del Consorzio di bonifica Lazio Sud Ovest (con sede a Latina) dopo l’acquisizione di 3 nuovi mezzi, utili a rendere più efficiente e puntuale la manutenzione sui canali. Insieme a 2 trattori (uno da 135 cavalli ed uno da 140) è stata acquistata una potente macchina semovente decespugliatrice.
Il comprensorio di bonifica è molto vasto (circa duecentocinquantamila ettari, che si estendono in 40 comuni fino a Minturno, Castelforte e SS. Cosma e Damiano); per garantire una manutenzione puntuale e tempestiva sul territorio è qui di stato necessario procedere al rinnovamento del parco mezzi meccanici, sia con il noleggio che con l’acquisto.
Nel corso di quest’anno, infatti, sono stati noleggiati 3 escavatori; inoltre, per rispondere alle esigenze di una manutenzione più impegnativa sono state acquistate 3 trince forestali per trattori. L’ente consorziale ha rinnovato anche il parco macchine con il noleggio di 15 automezzi, necessari negli spostamenti soprattutto fuori strada.
L’investimento economico complessivo è notevole ma indispensabile, considerate le emergenze legate ai cambiamenti climatici; i mezzi acquistati e noleggiati sono più performanti, consentendo una manutenzione del territorio più efficiente.
TOSCANA: ALBERI E BAMBINI IN FESTA
E' stata una gioiosa festa dell'albero, quella celebrata alla Scuola dell'Infanzia di Lammari, dove il Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca), il Comune di Capannori ed il circolo locale di Legambiente hanno organizzato la plantumazione di 5 alberi (uno per ogni classe), che da oggi svettano nel giardino della scuola.
Circa un centinaio di bimbi ha assistito, partecipando alle fasi della messa a dimora. La specie scelta è l'acero campestre, un albero autoctono tipico del paesaggio toscano, molto resistente e con buone capacità di adattamento anche agli ambienti urbani; tale albero è tra i più rapidi a crescere e non raggiunge dimensioni maestose, risultando quindi di migliore gestione anche per il futuro.
Piantare alberi è una delle azioni, che l’ente consortile conduce in ottica di prevenzione al dissesto idrogeologico, perché le piante oltre a catturare i gas serra e quindi a mitigare il microclima, hanno straordinari effetti anche sulla corrivazione delle acque, proteggendo il suolo e limitando gli effetti degli eventi climatici estremi.
Con l'iniziativa “Un albero in più, più ossigeno per tutti” sono stati già messi a dimora 2.500 alberi; obbiettivo dell’ente consorziale è di arrivare a 3.000 entro la fine dell’anno, grazie alla disponibilità delle Amministrazioni Comunali, che hanno accolto con entusiasmo il progetto.
NASCE EBNCI: ENTE BILATERALE NAZIONALE CONSORZI IRRIGUI
Le lavoratrici ed i lavoratori dei Consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario avranno un proprio ente bilaterale di riferimento. A darne notizia in una nota congiunta sono stati il Sindacato dei Consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario (SNEBI) ed i sindacati dei lavoratori agricoli (FLAI CGIL, FAI CISL, FILBI UIL). La nascita dell’Ente Bilaterale Nazionale Consorzi Irrigui (EBNCI) era prevista dal rinnovo, lo scorso Maggio, del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) per i dipendenti dei Consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario.
Tra i compiti dell’Ente: organizzare e gestire attività e servizi bilaterali in tema di welfare e integrazione al reddito, individuati dal contratto nazionale o da appositi accordi stipulati dalle parti, intervenendo, in particolare, attraverso strumenti accessori nei casi di ristrutturazione aziendale o di ricambio generazionale; favorire e promuovere la piena occupazione anche attraverso iniziative finalizzate a rilevare i fabbisogni formativi; partecipare alle attività eventualmente previste nell’istituenda “Giornata per la salute e la sicurezza sul lavoro”; prevedere eventuali ulteriori prestazioni, anche a carattere sociale, a sostegno dei lavoratori e lavoratrici della bonifica; realizzare un confronto permanente sui temi dello sviluppo, dell'occupazione e della competitività; promuovere e sostenere, con le opportune iniziative, il potenziamento delle attività bilaterali anche per migliorare il dialogo sociale tra le parti e per il consolidamento, nonché lo sviluppo delle potenzialità del settore nel suo complesso; promuovere le relazioni sindacali e l'applicazione della contrattazione collettiva.
L'Assemblea del nuovo ente è composta in maniera paritetica da 12 rappresentanti delle organizzazioni istitutive: 6 designati da quella datoriale ed altrettanti dai sindacati. L'Assemblea elegge, al proprio interno, il Presidente ed il VicePresidente dell'Ente, alternativamente su proposta dell’organizzazione datoriale e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori. Spetta altresì all'Assemblea nominare il Comitato di Gestione e i componenti effettivi del Collegio Sindacale.
Il Presidente ed il VicePresidente dell'Ente ricoprono analogo ruolo anche nel Comitato di Gestione; tale organismo è composto inoltre da 2 componenti nominati dall'Assemblea su proposta dell’organizzazione datoriale ed altrettanti su proposta delle organizzazioni sindacali.
Hanno espresso viva soddisfazione, per il raggiungimento dell’obiettivo, i sottoscrittori dell’atto costitutivo (Massimo Gargano, per lo SNEBI; Raffaella Buonaguro, per la FAI-CISL; Silvia Spera, per la FLAI-CGIL e Gabriele De Gasperis, per la FILBI-UIL): “Per il settore è una nuova, importante ed utile innovazione in quanto l’istituzione di tale organismo paritetico, che può intervenire per garantire prestazioni aggiuntive nelle fasi del rapporto lavorativo, rappresenta una opportunità per tutti i soggetti coinvolti.”
L'EBNCI ha sede a Roma presso l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura (ENPAIA).
GARGANO IN SARDEGNA
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nella mattinata di venerdì 1 Dicembre p.v. alla cerimonia di avvio dei lavori all’opera irrigua di Ittiri, in provincia d Sassari; a curare i lavori sarà il Consorzio di bonifica Nurra. |