VENETO: AVVIATO RIFACIMENTO CANALE SIMBOLO POLESINE
Con un evento pubblico, che ha visto anche la presenza del Presidente Regione Veneto, Luca Zaia, il Consorzio di bonifica Adige Po (con sede a Rovigo), ANBI ed ANBI Veneto, insieme al Ministero Infrastrutture e Trasporti, hanno dato il via a Badia Polesine, nel rodigino, ai lavori di ristrutturazione del canale Adigetto e dei suoi manufatti irrigui.
I lavori, che riguardano tutti i 67 chilometri dell’alveo, sono resi possibili grazie al finanziamento da 30 milioni di euro stanziato dal M.I.T. tramite P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa Resilienza). L’evento “Ricostruire il futuro: avvio dei lavori di efficientamento irriguo del sistema Adigetto-Scortico-Malopera” si è tenuto presso la derivazione della Bova, opera di presa sul fiume Adige, da cui si dirama l’Adigetto, tra le principali arterie irrigue del Polesine, fondamentale per la distribuzione della risorsa su 50.000 ettari di campagne, dove si coltivano 300 milioni di euro in produzione agricola di qualità.
L’Adigetto svolge inoltre una preziosa funzione di sicurezza idraulica, avendo anche una forte valenza ambientale e paesaggistica per i 10 comuni attraversati: Rovigo, Badia Polesine, Lendinara, Fratta Polesine, Villanova del Ghebbo, Costa di Rovigo, Ceregnano, Villadose, Adria, Pettorazza Grimani. La conclusione dei lavori è prevista entro il 2025; per rispettare i tempi, sono 4 i cantieri, che contemporaneamente opereranno sull’Adigetto. In epoca di cambiamenti climatici e di necessità di efficientare la rete idraulica del Paese, l’intervento acquisisce un valore simbolico, che va oltre l’aspetto territoriale; per questo motivo la cerimonia inaugurale ha visto la presenza di oltre quattrocento persone provenienti da tutta la regione; presenti, inoltre, i componenti del Consiglio Nazionale ANBI riunitosi, per l’occasione, nella sede consorziale a Rovigo.
All’evento sull’Adigetto hanno presenziato anche Elisabetta Pellegrini, Coordinatrice della Struttura Tecnica di Missione M.I.T., accompagnata dal consulente tecnico, Attilio Toscano; l’Assessore al Territorio Regione Veneto, Cristiano Corazzari; la Segretaria Generale Autorità Distrettuale Bacino Alpi Orientali, Marina Colaizzi; i rappresentanti delle Organizzazioni Professionali Agricole.
Tra i protagonisti, ovviamente, anche i Presidenti e Direttori ANBI (Francesco Vincenzi e Massimo Gargano), ANBI Veneto (Francesco Cazzaro ed Andrea Crestani), Consorzio di bonifica Adige Po (Roberto Branco e Marco Volpin).
LIGURIA: FINANZIATO AMMODERNAMENTO STORICA LINEA IRRIGUA
Il Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia della Spezia) ha ricevuto un finanziamento di quasi quattro milioni di euro dal Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste per proseguire il rinnovo delle sue infrastrutture, rendendo più efficiente e sostenibile il sistema di irrigazione.
Il progetto riguarda la sostituzione delle canalette a scorrimento superficiale con linee sotterranee a pressione, consentendo di risparmiare acqua e di gestire meglio la risorsa idrica, in linea con l'obbiettivo di ammodernamento della rete di distribuzione.
La presentazione del progetto è avvenuta nel corso di un evento svolto nel salone storico della sede consortile, decorato per celebrare l’anno centenario dell’irrigazione. Ad illustrare i dettagli del progetto sono intervenuti il Presidente, Francesca Tonelli ed il Direttore dell’ente consorziale, Corrado Cozzani, nonchè il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
L’ITALIA E’ UN PAESE CLIMATICAMENTE SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
MANUTENZIONE STRAORDINARIAINFRASTRUTTURE ED INNOVAZIONE: ECCO LE MEDICINE
C’è un dato che, ancora più delle eccezionali quantità di pioggia cadute sulla Toscana, evidenzia il grande rischio, che sta permanendo sui territori italiani: su gran parte del Paese si registrano tuttora temperature anomale dopo un Ottobre, che è stato il più caldo da 200 anni (+3,14° sulla media 1991-2020!) in un analogo panorama mondiale (+0,85 gradi rispetto alla media, secondo Copernicus), mentre in Valle d’Aosta, dopo temperature di 3 gradi superiori alla norma, la neve è ricomparsa su gran parte della regione, superando gli ottanta centimetri a La Thuile, a Saint Rhemy en Bosses e sulle Grandes Murailles.
“In questo straordinario quadro climatico, i cicloni, come quelli che hanno recentemente colpito l’Italia centro-settentrionale oltre ad altri Paesi europei, sono le preannunciate conseguenze dell’inevitabile scontro tra le correnti nordiche ed il clima eccessivamente caldo dell’area mediterranea” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue).
“E’ fondamentale non dimenticarsi della tragedie alluvionali, che hanno colpito la Penisola in soli 12 mesi: dalla Toscana all’Emilia-Romagna, dalle Marche alla Campania; essere consapevoli del persistente pericolo, che incombe sul Paese, è indispensabile per favorire comportamenti responsabili, ma anche sollecitare investimenti nella sicurezza idrogeologica, secondo 3 direttrici: manutenzione straordinaria del territorio, nuove infrastrutture adeguate alla fase climatica in divenire, innovazione nella gestione idraulica” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
I dati dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche forniscono una chiara immagine dei rischi, che si stanno correndo; basta citare gli impressionanti numeri relativi alle precipitazioni, che si sono riversate sulla fascia settentrionale della Toscana: lungo il bacino del fiume Bisenzio, poi esondato nella piana di Firenze-Prato -Pistoia, nelle scorse due settimane sono caduti oltre quattrocento millimetri di pioggia (la punta a Vaiano con oltre centottanta millimetri in sole 24 ore), cioè circa la metà di quanto mediamente cade in un anno sulla Toscana (mm. 804,3, secondo i dati ECMWF - Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine). In alcune stazioni di rilevamento della Garfagnana, ma anche in Lunigiana, la cumulata pluviometrica di 400 millimetri è stata superata in soli 4 giorni, così come in un mese si sono raggiunti, in diverse località montane, i mm. 1000 (record a Stazzema, dove in 30 giorni sono scesi oltre milleduecento millimetri di pioggia), cioè un quantitativo di pioggia, che lo scorso anno era caduto in 4 mesi, da Settembre a Dicembre.
“Un ulteriore elemento di preoccupazione – ha aggiunto il DG ANBI – è che il passaggio del ciclone Ciaran, oltre all’inestimabile perdita di vite umane ed agli ingenti danni economici, ha stravolto la situazione idrologica di interi territori, come quelli dell’Appennino Tosco-Emiliano, dove solo un paio di settimane si parlava di siccità.”
Il Report Osservatorio ANBI Risorse Idriche segnala che i grandi laghi del Nord stanno letteralmente traboccando acqua: il Lario è tracimato a Como, ricoprendo con quasi mezzo metro d’acqua piazza Cavour; grazie ad un afflusso superiore di ben il 213% alla media.
Il Piemonte ben rappresenta la schizofrenia della situazione climatica: Ottobre è stato caldo (+3,1°) e più piovoso della media (+20% su base regionale: +62% al Nord con punte di +72% sul bacino del fiume Ticino), ma nelle zone orientale ed occidentale della regione si registra ancora un deficit pluviometrico rispettivamente del 10% e del 9% con punte del 36% sul bacino della Stura di Lanzo. I livelli dei fiumi Varaita, Tanaro e Toce sono, però, in crescita, pur rimanendo sotto media (fonte: ARPA Piemonte).
In Valle d’Aosta, la portata della Dora Baltea è largamente superiore alla media.
In Lombardia, a causa delle forti precipitazioni, le riserve idriche sono abbondanti (+22%) e le portate dei fiumi in forte aumento.
In Veneto, dove si sono succedute le allerta meteo e si sono verificati nubifragi, che hanno provocato danni per decine di milioni di euro, i corsi d’acqua non hanno ancora smaltito le piene dei giorni scorsi.
In Emilia-Romagna, i territori appenninici sono quelli, che maggiormente hanno subìto la furia del ciclone Ciaran; in particolar modo, la zona dei bacini montani dal Parma al Trebbia è passata, in meno di due settimane, da una condizione di grave siccità a registrare il record di piovosità del periodo negli ultimi 57 anni: dal 18 Ottobre ad oggi è piovuta la stessa quantità d’acqua caduta nei precedenti 5 mesi e mezzo! Fatta eccezione per il romagnolo Savio, tutti i fiumi della regione, pur registrando l’auspicato calo di livello dopo le piene della scorsa settimana, rimangono abbondantemente sopra la media del periodo. Le dighe piacentine, dopo aver attraversato una stagione di grande crisi pur assolvendo pienamente la loro primaria funzione irrigua, contengono attualmente meno di 2 milioni di metri cubi d’acqua.
La portata del fiume Po è ben superiore alla media storica: a Pontelagoscuro ha toccato mc/s 4553,39, vale a dire +133% sulla media.
In Liguria, l’ondata di maltempo ha interessato principalmente i rilievi del Levante e soprattutto i bacini dei fiumi Magra, Vara ed Entella, con cumulate fino a mm. 347,8 in una settimana sull’entroterra di Chiavari; recenti dati danno tali livelli in calo ma, nel caso della Vara, ben al di sopra delle medie del periodo.
In Toscana la portata del fiume Bisenzio è stata più che doppia rispetto alla media del periodo; quella del Serchio (in gravissima sofferenza idrica dal 2022) è stata oltre il 160% superiore alla media. È cresciuta di oltre il 200% la Sieve ed anche l’Arno ha raggiunto una portata circa doppia rispetto alla media di Ottobre. Sul versante meridionale della regione, dove le precipitazioni sono state ben più contenute, l’Ombrone, pur crescendo, era sotto media (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
Nelle Marche sono aumentate le portate di tutti i fiumi controllati, mentre negli invasi rimangono attualmente circa quarantaquattro milioni di metri cubi d’acqua.
In Umbria, ad Ottobre è piovuto circa il 35% in meno della media; continua la crisi del lago Trasimeno, mentre crescono i fiumi Tevere, Nera e Chiascio, che supera l’altezza media di novembre (fonte: Centro funzionale regionale Protezione Civile)).
Nel Lazio meridionale, i fiumi Liri e Sacco hanno registrato un livello superiore a quello del precedente triennio.
In Abruzzo, il mese di ottobre è stato molto siccitoso (circa -72% di pioggia), soprattutto sulle province di Pescara e Teramo (rispettivamente -87% e -84%). La temperatura media ha raggiunto punte di quasi sei gradi in più sulla media (a Lanciano), mentre le massime hanno addirittura registrato +7° (fonte: Regione Abruzzo)! L’invaso di Penne è nella media mentre, in Molise, il fiume Volturno registra uno dei livelli più bassi in anni recenti (fonte: Centro funzionale multirischi Protezione Civile Campania).
Il Meridione, che è stato raggiunto dal maltempo, ha visto i fiumi della Campania con livelli superiori a quelli del recente triennio.
Proseguono gli scampoli di stagione irrigua in Basilicata, dove il volume invasato dalle dighe si riduce di 4 milioni di metri cubi in una settimana, mentre in Puglia la contrazione sfiora i cinque milioni.
In Sardegna, infine, negli invasi rimangono circa novecentotrentasei milioni di metri cubi d’acqua; l’anno scorso ce ne erano 60 milioni in più mentre, rispetto agli ultimi 13 anni, il deficit di risorsa idrica sale a 145 milioni di metri cubi (fonte: Autorità di bacino regionale della Sardegna).
TOSCANA: EMERGENZA MALTEMPO: IL PUNTO SUGLI INTERVENTI
Sono 18, gli interventi di somma urgenza attivati ed oltre un centinaio le segnalazioni registrate, relative alle necessità di riparazioni di opere e sistemazioni idrauliche lungo i corsi d’acqua dei territori colpiti dal maltempo.
Prosegue così incessantemente il lavoro del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze) a seguito dell’evento meteo ed alluvionale, verificatosi a partire dal 2 Novembre scorso. La pioggia caduta nella notte tra il 9 e 10 Novembre u.s. ha generato un nuovo innalzamento generalizzato dei livelli, senza tuttavia generare ulterioricriticità sul reticolo idrografico, in particolare, nei tratti danneggiati e stabilizzati nei giorni precedenti.
“Negli ultimi 5 anni, nel territorio che abbraccia Piana Fiorentina, Prato e Pistoia, sono stati investiti 85 milioni di euro per la messa in sicurezza del reticolo minore fra manutenzioni ordinarie (finanziate con il contributo di bonifica) e straordinarie (con finanziamenti derivanti da altri enti di fiscalità generale)”: a fare il bilancio è stata una nota di ANBI Toscana, che ha proseguito:
“Sul fronte della manutenzione, nel comune e nella provincia di Prato, ogni anno viene speso oltre un milione di euro per quella ordinaria, 6.500.000 euro per quanto riguarda l’Unità funzionale Ombrone e la Provincia di Pistoia ed altri € 7.500.000,00 nella Piana Fiorentina. Parliamo di una delle zone della Toscana con maggior numero di opere fra casse di espansione, impianti idrovori e paratoie. Proprio a seguito dell’alluvione del 1991, in questa zona è stato fatto uno sforzo enorme sulla sicurezza idraulica e durante l’ondata di maltempo tutte le opere sono entrate correttamente in funzione. Per anni, anche a fronte di eventi meteo impegnativi, gli impianti avevano evitato problemi; stavolta purtroppo non è bastato: la mole d’acqua era troppa per poter essere gestita”.
Dal 1991 al 2014, solo nel territorio della Piana Fiorentina sono state realizzate 13 opere di difesa per un valore di 47.600.000 euro, a partire dalla realizzazione del nodo idraulico di Castelletti a Signa, per cui sono stati investiti 11.700.000 euro. Ci sono poi i 2 sistemi acque alte del Reale, le Casse Padule a Sesto Fiorentino (per un importo di 2 milioni di euro) ed il manufatto paratoie a Campi Bisenzio (investiti 6 milioni di euro). A questi si aggiungono i sistemi acque basse, che hanno previsto la realizzazione di impianto idrovoro e paratoie: il fosso di Piano a Signa (7 milioni di euro), quello di Crucignano a Campi Bisenzio (3.700.000 euro) e quello della Viaccia a Signa (6 milioni), che ha visto anche la realizzazione del I e II lotto delle casse di espansione di San Donnino (€ 2.600.00,00).
A Calenzano, il sistema di casse espansione di Pizzidimonte e delle Pagnelle (circa due milioni e duecentomila euro), le casse di espansione Le Carpugnane sul torrente Chiosina (1 milione), La Gora sul Torrente Marina (1.200.000 euro) e Le Torri (1 milione); realizzati anche gli adeguamenti al sottopasso del canale Macinante di Signa (2.200.000 euro) e del sistema idraulico Prataccio Ovest Garille a Campi Bisenzio (un milione ca.).
Nei recenti 5 anni, nel comune e nella provincia di Prato sono stati spesi per la sicurezza 12.300.000 euro. Nell’Unità funzionale Ombrone e nella provincia di Pistoia, sempre nello scorso quinquennio, sono stati investiti quasi quarantotto milioni e mezzo di euro. Passando alla Piana Fiorentina, sono 17.800.000, gli euro investiti nello scorso quinquennio.
VINCENZI: “I CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE STANNO RISPETTANDO I CRONOPROGRAMMI DEL PNRR. AVVIATA LA REALIZZAZIONE DI OPERE PER OLTRE 4 MILIARDI MA PER CONCLUDERE I LAVORI ENTRO IL 2026 SONO NECESSARIE LINEE DI FINANZIAMENTO CERTE”
“I Consorzi di bonifica stanno mettendo a terra, nel rispetto dei cronoprogrammi, progetti per 4 miliardi e 300 milioni di euro su finanziamenti del Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste e del Ministero Infrastrutture Trasporti”: a comunicarlo è stato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, intervenuto a Rimini nel corso di una giornata dedicata al “ciclo dell’acqua” nell’ambito del salone Ecomondo.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha proseguito il Presidente ANBI – aiuta e non poco, ma non è la panacea alle criticità idriche del Paese. Bisogna guardare oltre, abbandonando la logica dell’emergenza ed investendo con una programmazione di medio-lungo periodo sugli interventi di adattamento alla crisi climatica, cui il Piano Idrico Nazionale può essere un’importante risposta di sistema. In attesa di ancora lontane soluzioni comunitarie e planetarie di contrasto ai cambiamenti climatici, infatti, è necessario intervenire per prevenire il ripetersi di crisi idriche, che sono già costate, all’agricoltura del Paese, 7 miliardi l’anno scorso e 6 miliardi quest’anno. Oggi, il primo problema non sono le risorse, ma gli iter attuativi: ad esempio, nell’attuazione del P.N.R.R. – ha concluso Vincenzi – bisogna individuare linee di finanziamento certe, cui sappiamo sta lavorando la Cassa Depositi e Prestiti. Vista l’importanza degli investimenti, infatti, soggetti attuatori come i Consorzi di bonifica ed irrigazione possono non disporre di sufficienti risorse di autofinanziamento con il conseguente rischio di blocco dei cantieri. Non devono ripetersi incertezze come quelle evidenziate nell’applicazione del superbonus edilizio.”
TOSCANA: SALVATE SICUREZZA IDRAULICA E PISTA CICLABILE
Il tecnico che, per valutare criticità e soluzioni si muoveva tra i sassi e la terra scivolati in alveo in seguito all’ondata di maltempo, che nel Dicembre 2022 si abbattè sul Casentino, è diventata immediatamente il simbolo della fragilità dei territori e della necessità di fare rete per migliorarne la sicurezza.
Immediata è stata la reazione: Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) e Comune di Ortignano Raggiolo hanno deciso di allearsi ed unire le forze economiche per restituire sicurezza all’area. A distanza di pochi mesi, ecco il risultato: la grave erosione che, in località Macee, ha invaso il torrente Teggina e ha rischiato di inghiottire la pista ciclabile, è stata scongiurata; al suo posto, adesso, c’è una robusta difesa di sponda in gabbioni, completata da una staccionata di legno. Il corso d’acqua ha così ritrovato la corretta sezione di deflusso ed il tracciato, adiacente al corso d’acqua, la sua forma originaria. Con poco meno di cinquantamila euro, la criticità è stata affrontata e risolta. Lavorare in sinergia ha permesso di ottimizzare i risultati, risparmiando; a rendere possibile l’operazione è stata una convenzione sottoscritta dai 2 enti per definire responsabilità e impegni reciproci.
EMILIA ROMAGNA: NASCE FOCUS ACQUA
Un forum permanente aperto a tutti gli stakeholder della filiera dell’acqua in agricoltura: è Focus ACQUA, community che contribuirà alla diffusione delle innovazioni per la produttività in agricoltura e l’adattamento ai cambiamenti climatici, il cui “battesimo” si è tenuto a Bologna, nella sede di Emil Banca Credito Cooperativo. “Focus ACQUA” mira a promuovere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per l'uso sostenibile delle risorse idriche in agricoltura, tenendo conto dei fabbisogni e degli interessi del settore, nonché delle principali soluzioni disponibili.
L’intero progetto redatto da Acqua Campus, il laboratorio tecnico scientifico del Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo e targato ANBI, è stato possibile, grazie al finanziamento del bando di Regione Emilia-Romagna sul Piano Sviluppo Rurale 2014-2020.
L’apertura dell’incontro inaugurale ha visto un’introduzione di Nicola Dalmonte, Presidente Consorzio di 2° grado C.E.R. (con sede a Bologna), sul ruolo che l’ente riveste nella ricerca irrigua in Emilia-Romagna. A seguire sono intervenuti: Marianna Ferrigno, Ricercatrice CREA - Consiglio Ricerca in agricoltura e analisi Economia Agraria; Patrizia Alberti, Dirigente Area Innovazione, Formazione e Consulenza Regione Emilia-Romagna; Raffaella Zucaro, Direttrice Generale Consorzio C.E.R. . A margine dell’incontro si è riunito il Comitato Tecnico Scientifico di “Focus ACQUA” per un primo confronto sulle esigenze del mondo produttivo e le nuove sfide del cambiamento climatico.
Il C.T.S. è costituito dai rappresentanti delle Organizzazioni Professionali Agricole e delle Organizzazioni di produttori, cooperative, industrie nella filiera agroalimentare unitamente ai Consorzi di bonifica dell'Emilia-Romagna. Le istanze del C.T.S., raccolte dal Consorzio C.E.R., andranno a costituire un “policy brief”, documento di sintesi che esprimerà, di fatto, i fabbisogni di ricerca, le possibili soluzioni e le relative innovazioni disponibili per guidare le attività di “Focus ACQUA” e supportare le Autorità regionali e nazionali nella definizione delle linee di finanziamento per la ricerca e l’innovazione nel campo della gestione della risorsa idrica in agricoltura.
Le conclusioni dell'evento sono state affidate ad Alessio Mammi, Assessore Regionale Agricoltura Agroalimentare, Caccia e Pesca, che ha sottolineato come l’Emilia Romagna sia la prima regione in Europa per numero di gruppi operativi e progetti pilota per l’innovazione: 87 su 314 complessivi riguardano proprio l’utilizzo dell’acqua in agricoltura per un totale di oltre diciasette milioni di euro di contributi concessi.
LOMBARDIA: PRESENTATO NUOVO PROTOCOLLO REGIONALE SVILUPPO SOSTENIBILE
ANBI Lombardia è tra i sottoscrittori del nuovo Protocollo lombardo per lo Sviluppo Sostenibile. Il documento, sulla scorta dell’esperienza conclusa con la precedente legislatura, raccoglierà l’impegno di tutti i soggetti portatori di interessi pubblici e collettivi nel costruire una Lombardia sempre più sostenibile.
A firmarlo a Milano, nel corso della giornata conclusiva del 4° Forum per lo Sviluppo Sostenibile, è stato il Direttore ANBI Lombardia, Gladys Lucchelli. In questa nuova legislatura, la sostenibilità è diventata uno dei perni della politica della Regione, insieme ai concetti di autonomia, ricerca ed innovazione. Per questo Regione Lombardia ha aperto la sottoscrizione del nuovo Protocollo a un vasto numero soggetti, non chiedendo più la realizzazione di singole iniziative, ma la messa in atto di un percorso più articolato e strutturato sulla sostenibilità, da rendicontare ogni anno in occasione delle prossime edizioni del Forum e poi a fine legislatura.
All’ingresso dell’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia che ha ospitato i lavori del Forum, ANBI Lombardia, sponsor dell’iniziativa, ha allestito una mostra sull’attività dei Consorzi di bonifica per il territorio e l’ambiente.
VENETO: EFFICIENTAMENTO IRRIGUO NEL VERONESE
Hanno preso il via i lavori operati dal Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) per l’intubamento di un tratto del canale San Giovanni e la realizzazione di un percorso ciclopedonale sul suo sedime.
Il progetto si inserisce nel quadro più ampio della conversione irrigua di un’ampia area di territorio tra la frazione veronese di Chievo ed il comune di Bussolengo; parte integrante è anche la creazione di un dislivello per la produzione di energia idroelettrica. Il progetto si compone, sostanzialmente, di 3 interventi apparentemente distinti tra loro, ma che in realtà, sfruttando al meglio le opportunità offerte dal territorio e dalle esistenti infrastrutture irrigue, ben integrati e coerenti con una finalità di gestione della risorsa idrica basata sulla sostenibilità.
Nello specifico, il progetto prevede la conversione irrigua di 950 ettari nei comuni di Verona e Bussolengo, serviti a scorrimento in parte dall’ex Consorzio di bonifica Agro Veronese e in parte dall’ex Consorzio di bonifica Adige Garda. Grazie all’irrigazione in pressione, si potrà quindi contare su un risparmio del 50% nell’acqua utilizzata e, inoltre, parte dell’energia necessaria al sollevamento (fino al 60%) verrà fornita dal nuovo impianto idroelettrico del Chievo, con conseguente riduzione delle spese. Contestualmente, l’ente consortile sta procedendo con l’ammodernamento del canale Diramatore di San Giovanni per un tratto di circa due chilometri.
L’obiettivo, in questo caso, è ridurre le perdite della fatiscente struttura attuale. Viene inoltre realizzata una centralina idroelettrica ad acqua fluente, finalizzata ad utilizzare il salto ricavato dalla ricalibratura per produrre energia rinnovabile (oltre un milione di kilowattora durante la stagione irrigua).
L’importo complessivo dei lavori, la cui conclusione è prevista per l’apertura della stagione irrigua 2026, è di 24.300.000 euro, interamente finanziati con fondi P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa Resilienza).
LOMBARDIA: BILANCIO OPERATIVO
Salvaguardare comunità ed imprese dal rischio idraulico è uno dei pilastri dell’attività consortile: con il convegno “Sicurezza idrica del territorio lodigiano”, che si è tenuto a Cornegliano, il Consorzio di bonifica Muzza Bassa Lodigiana (con sede a Lodi) ha fatto il punto sui molti interventi realizzati e su quelli in cantiere; in questi anni, oltre otto milioni di euro di stanziamento regionale sono stati de- stinati alle opere sul reticolo, in particolare per i colatori Muzza, Sillaro e Brembiolo, cui si aggiungono le vasche di laminazione a Pieve Fissiraga ed una serie di interventi in tutto il comprensorio (Settala, San Martino e Borgo San Giovanni).
La collaborazione tra enti territoriali è stata al centro dell’iniziativa, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Presidente dell’Amministrazione Provinciale, Fabrizio Santantonio. Nell’occasione è stato anche anticipato l’avvio di nuovi lavori a Tavazzano per 800.000 euro.
EMILIA ROMAGNA: CHECK MONTANO
Il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) è operativo su 2 strade consortili in montagna, per le quali, d'intesa con le rispettive Amministrazioni Comunali, è stata attivata la procedura di "somma urgenza" operativa: si tratta della strada di bonifica "Poggio Gabrielli – Seghino" colpita da una frana nel comune di Berceto e della strada di bonifica per il Castello di Ravarano, che presenta cedimenti al piano viabile nel comune di Calestano.
Il personale consortile sta inoltre proseguendo il “check” sui territori colpiti dal maltempo per quantificare eventuali criticità presenti nel comprensorio, dalla montagna alla pianura parmensi; l'ente consorziale comunicherà gli esiti appena concluse le procedure di verifica dello stato dell'arte.
MARCHE: TUTTO SECONDO ACCORDO
Prima la progettazione e l’installazione della struttura ciclopedonale provvisoria, poi la demolizione del vecchio ponte: erano questi gli step concordati fra Regione Marche e Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) in merito al Ponte Garibaldi di Senigallia.
Così è stato: dopo l’installazione della struttura provvisoria, che ha ricollegato il centro storico con l’area dell’ospedale, l’ente consortile ha iniziato la rimozione. Ritenuto obsoleto per le travi in calcestruzzo armato, scoperte e corrose, oltre a non essere adeguato a causa delle 2 pile in alveo e che in fase di piena hanno ostruito il flusso idrico per via dei detriti accumulati, il vecchio Ponte Garibaldi lascerà il posto ad una nuova opera affidata ad ANAS.
LOMBARDIA: ARRIVA IL CAR-SHARING ELETTRICO
La diga del Panperduto è stata dotata di una postazione per il car-sharing, utilizzabile da tutte le auto elettriche del sistema E-Vai.
La nuova possibilità di collegamento con questo luogo, simbolo dell’architettura legata alle grandi opere idrauliche, è stata resa possibile, grazie al progetto pilota messo a punto dal Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) in collaborazione con la società dei trasporti ferroviari regionale. La monumentale opera di derivazione del Canale Villoresi dal fiume Ticino avrà, a disposizione del gestore dei servizi ricettivi, anche un mezzo elettrico per raggiungere il vicino aeroporto di Malpensa e tutte le stazioni di Tre-nord della zona.
Con questa iniziativa legata alla mobilità sostenibile si è inteso contribuire a valorizzare ulteriormente il Panperduto nell'ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera MuLM (il Museo più Lungo del Mondo).
AGENDA
I vertici ANBI sono annunciati, giovedì 16 Novembre p.v., all’Earth Technology Expo di Firenze per partecipare all’ atelier “Troppa acqua poca acqua”; sede dell’evento sarà la Fortezza Da Basso. |