Anno XXV, n. 33 martedì, 26 settembre 2023

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA?

C’E’ MOLTA INCERTEZZA SUL FUTURO METEO DELL’ITALIA BENE LE RISERVE IDRICHE DI EMILIA ROMAGNA E LOMBARDIA. ALLARME PER I LAGHI DI UMBRIA E LAZIO. CRESCE IL RISCHIO URAGANI SOPRATTUTTO AL SUD

Le ultime piogge di questa estate regalano bilanci idrici positivi in particolare ad Emilia Romagna e Lombardia; dall’inizio dell’anno nella prima regione, il cui andamento pluviometrico è fortemente condizionato dalle precipitazioni del “Maggio alluvionale” (+230,2%), 4 mesi hanno segno positivo (oltre al drammatico Maggio: Gennaio, Giugno ed Agosto), mentre gli altri registrano un deficit (il più accentuato ad Aprile: -66,2%). Grandi sono anche le differenze da zona a zona: il territorio più “bagnato” è la pianura ferrarese dal Po al Reno dove, dopo quasi tre anni di estrema siccità e con solo 55 giorni piovosi nel 2022, nell’anno idrologico in corso si è registrato il maggior valore di “cumulata” (mm.722,6) dei recenti 9 anni (nei primi 18 giorni di Maggio si è registrato un incremento di pioggia pari a mm. 232).
A poco più di centocinquanta chilometri di distanza, però, viaggiando da Ferrara a Piacenza, la situazione nei bacini di pianura dal Parma al Tidone è invece esattamente opposta: qui la “cumulata” nell’anno idrologico 2022-2023 è stata di mm. 550,5 cioè inferiore a quanto registrato l’anno scorso e solo 22 millimetri sopra i livelli minimi storici; il bilancio idroclimatico, ampiamente deficitario, è il quarto valore più basso dagli anni ’60 dopo le annate idrologiche 2021-2022, 2016-2017, 2011-2012: se ne deduce che l’Emilia Nord-Occidentale, nel recente decennio, è diventata molto più calda ed arida del passato.
In continuità con tale macrozona, anche i bacini dal Parma al Trebbia, dopo un 2022 drammatico, continuano a soffrire con valori di “cumulata”, nettamente inferiori alla media storica; a testimoniare lo stato di crisi sono i volumi invasati dalle dighe di Mignano e Molato, dove a fine Agosto rimanevano solamente 1,47 milioni di metri cubi d’acqua contro un volume autorizzato di oltre ventuno milioni (fonte: Arpae).
In particolare, è la portata della Trebbia a risentire dell’evidente condizione di siccità, che registrano i territori occidentali della regione: attualmente al fiume manca il 66% dell’acqua, che normalmente scorre a Settembre in alveo; anche il Savio, nella pianura cesenate, versa in condizioni peggiori rispetto all’anno scorso, mentre crescono le portate di Reno (+79% in 7 giorni) ed Enza. Questi dati si inseriscono in un quadro complessivamente ancora caratterizzato da un clima estivo con fenomeni temporaleschi intensi sulla Lombardia (la scorsa settimana il record di pioggia a Vertemate con Minoprio, nel Comasco: mm.146 in 24 ore), dove hanno contribuito a rimpinguare le riserve idriche della regione, a lungo fortemente deficitarie.
Il livello del fiume Adda al momento segna +110% rispetto al 2022, ma è superiore anche al quadriennio 2018-2021. Per quanto riguarda la risorsa stoccata nei grandi invasi, il surplus si attesta a + 13% sulla media e addirittura oltre +106% sul 2022. Questa situazione idrica favorisce una ripresa nei valori di portata del fiume Po, che però permane quasi ovunque sotto media e nel tratto emiliano-lombardo, pur migliorando rispetto alle performance del recente biennio, rimane deficitario per oltre il 22% a Piacenza fino a sfiorare il 30% a Pontelagoscuro. In Valle d’Aosta, la Dora Baltea ha una portata maggiore rispetto alla scorsa settimana, ma rimane comunque lontana dalla media storica (-33%); in rialzo anche i livelli del torrente Lys.
In Piemonte, situazione opposta per il fiume Varaita, che cala, pur mantenendo una portata superiore alla media di Settembre (+46%); trend crescente, ma valori inferiori alla media, invece, per Tanaro, Stura di Demonte, Stura di Lanzo e Toce. In Veneto la situazione del fiume Adige appare sorprendentemente preoccupante con un livello idrometrico tra i più bassi del decennio (inferiore al solo 2022); stessa cosa si registra su Piave, Brenta e soprattutto Livenza che, decrescendo in una settimana di quasi novanta centimetri, è attualmente più bassa di 18 centimetri rispetto al 2022.
“E’ paradossale, ma ora c’è grande preoccupazione per l’entità delle piogge future: la persistente, alta temperatura delle acque mediterranee accentua il pericolo di violenti fenomeni meteo soprattutto nelle zone litoranee” ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In Liguria sono stabili i flussi nei fiumi Entella, Vara ed Argentina, mentre segna un leggero incremento, la portata della Magra.
In Toscana riprende finalmente a crescere il fiume Serchio, la cui portata si avvicina ora a valori simili alla media degli ultimi anni; Ombrone e Sieve mostrano andamento stabile mentre l’Arno, in ulteriore decrescita, rimane sotto i livelli medi di Settembre. Nelle Marche crescono le portate dei fiumi Tronto e Nera; gli invasi continuano ad erogare acqua alle campagne assetate: la risorsa idrica trattenuta è calata di 1.800.000 metri cubi in una settimana, pur conservando volumi idrici nettamente superiori al passato. In Umbria, l’altezza delle acque del lago Trasimeno guadagna solo 1 centimetro in 7 giorni e l’invaso resta quindi in uno stato di preoccupante carenza idrica: l’attuale livello (-cm. 144 ) continua a rimanere lontano dai -cm. 120, che rappresentano il limite di criticità, sotto cui non dovrebbe mai scendere.
E’ grave la situazione anche per i laghi del Lazio: i livelli degli specchi lacustri di Bracciano e Nemi continuano a scendere vistosamente e questo è un allarmante segnale per bacini, che da anni combattono contro una conclamata crisi idrica e che possono fare affidamento solo sulle acque meteoriche e sui sempre più esigui afflussi da acque sotterranee; il lago Sabatino, a Bracciano, nel mese di settembre è sceso di ulteriori 8 centimetri, mentre quello di Nemi ha perso 2 centimetri nella scorsa settimana.
Tra i fiumi continuano a crescere la Fiora (attuale portata superiore ai quattordici metri cubi al secondo) e l’Aniene, i cui livelli sono in linea con quelli medi del periodo. Decresce ancora, invece, il Tevere, la cui portata è largamente sotto media. Buone notizie arrivano per le riserve idriche dell’Abruzzo: a chiusura del periodo estivo, il bilancio idrico del bacino alla diga di Penne è fortemente positivo, trattenendo ancora 4.720.000 milioni di metri cubi d’ acqua quando normalmente, in questo periodo, tali riserve superano di poco i due milioni.
Proseguono, infine, le necessità irrigue delle campagne meridionali; ne sono esempio i bacini pugliesi della Capitanata, che in una settimana hanno erogato ulteriori 8 milioni di metri cubi d’acqua, riuscendo comunque a trattenerne ancora una confortante quantità (163,07 milioni di metri cubi, cioè oltre trentatre milioni in più rispetto al 2022).
“E’ questa la conferma della fondamentale funzione economica, oltre che ambientale, degli invasi a riempimento pluriennale, che furono realizzati per rispondere alle esigenze di un Sud Italia assetato e la cui lungimirante visione è necessario ora estendere soprattutto al Nord, evitando che la sua importante agricoltura sia solo alla mercè degli eventi climatici – ha ribadito Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Ovunque, tuttavia, l’esistente ha bisogno di importanti azioni di manutenzione per restituirlo a piena efficienza: il nostro Piano ha individuato 90 bacini su cui è necessario intervenire per liberare i fondali dal sedime depositato, incrementando così di circa il 10%, la capacità complessiva di trattenere acqua; il costo stimato è di circa duecentonovanta milioni di euro, capaci di attivare oltre millequattrocentocinquanta posti di lavoro: non una spesa quindi, ma un investimento per il domani del Paese.”




GARGANO: “LA RIMOZIONE DEL CARBONIO NON PUO’ ESSERE L’ANTICAMERA DELLA DECRESCITA INFELICE. I CONSORZI DI BONIFICA SONO PROTAGONISTI DI PROCESSI SOSTENIBILI PER IL MIGLIORAMENTO DELL’ECOSISTEMA”

No ad un’antistorica “ripaludificazione” delle aree fluviali, sì ad una corretta gestione idrogeologica del territorio, rispettosa degli ecosistemi acquatici: a ribadirlo è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, intervenuto nella Capitale al Forum ENPAIA, dopo averlo già affermato davanti alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, in sede di audizione sulla proposta di regolamento comunitario per la costituzione di un quadro europeo di certificazione della rimozione del carbonio, vale a dire il processo di cattura dell'anidride carbonica dall'atmosfera per trattenerla, tra l’altro, nelle piante, nel suolo, nei mari, negli strati geologici.
La rimozione della CO2 e la conservazione del carbonio in un ciclo sostenibile potrebbero ridurre in modo permanente il rischio climatico, rallentando o addirittura invertendo la tendenza in atto; i risultati del 6° Rapporto IPCC WG3 indicano che la rimozione dovrà svolgere un ruolo importante nel contenere il riscaldamento globale a + 1 grado e mezzo, come previsto dagli Accordi di Parigi.
“Accogliamo con favore l'obbiettivo di armonizzare le norme di certificazione per i crediti di carbonio, poiché l’agricoltura irrigua ed il governo delle acque nei territori agricoli sono parte della soluzione per mitigare il cambiamento climatico attraverso lo stoccaggio di CO2 nel suolo e nelle biomasse – ha aggiunto Gargano - A tal proposito giudichiamo opportuna la possibilità di vedere riconosciuto e retribuito il servizio ecosistemico alle aziende agricole, reso attraverso il sequestro del carbonio nel suolo agricolo, nelle foreste, nelle colture arboree e come materiale per la produzione di prodotti a base di legno o costituiti da biomateriali.
ANBI ritiene che il sistema debba restare su base volontaria e chiede di collegare le metodologie (ad esempio: “bioenergia con cattura e stoccaggio”, “forestazione e riforestazione”, “gestione agroforestale”, “accumulo di carbonio in suoli minerali”) a soluzioni in sintonia con la natura come quelle proposte dal Piano piccoli e medi invasi od attuate attraverso la “manutenzione gentile” del reticolo idraulico.
“Esprimiamo altresì forti riserve sulle ipotesi adombrate da alcuni settori ambientalisti di interrompere l’azione della Bonifica, consentendo alla falda freatica di innalzarsi ed alle acque di accumularsi per ricreare paludi e torbiere, perché è dubbio il vantaggio sia per la rimozione del carbonio che in termini generali; va altresì favorita la protezione dei suoli organici attraverso il mantenimento di una condizione idrica ottimale anche in periodi di scarsità idrica per evitare che se ne avvii il degrado – ha aggiunto il DG ANBI - E’ opportuno ricordare che il 30% dei territori di pianura italiani, dove insiste gran parte dell’economia agroalimentare del Paese ma non solo, esiste grazie alla costante azione di gestione idraulica, operata dai Consorzi di bonifica. Migliorare l’equilibrio ambientale non può prescindere da condizioni di sostenibilità economica e sociale, creando così i presupposti per una decrescita infelice delle comunità e sconfessando un modello economico, quello agroalimentare, che costituisce un primato economico e occupazionale per il Paese!”
ANBI
è infine pronta ad integrare le componenti dei sistemi di certificazione volontaria, riguardanti la rimozione del carbonio per il comparto della Bonifica e dell’agricoltura irrigua, nel proprio standard di certificazione di sostenibilità idrica “GocciaVerde”.

TOSCANA: DELEGAZIONE TURCA IN VISITA

Una visita a Venezia, Firenze e Roma per comprendere l’organizzazione della prevenzione del rischio idraulico e della difesa del suolo in uno dei Paesi, l’Italia, tra i più fragili ma anche tra i più avanzati del panorama europeo: questo lo scopo della missione di una delegazione del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste della Repubblica di Turchia, che ha voluto conoscere anche il sistema della Bonifica ed il “modello toscano”, visitando la sede del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (nel capoluogo fiorentino) ed il cantiere per la realizzazione della nuova cassa di espansione, dei nuovi argini e del nuovo ponte di accesso ai Renai a Signa.
Obiettivo generale di progetto per la delegazione turca è stato quello di acquisire conoscenze da replicare nella prossima stesura del piano di bacino della valle del MERIÇ-ERGENE, nella parte più occidentale della Turchia, al confine con la Grecia e la Bulgaria.
La visita dell’ importante delegazione turca dimostra che l’operato dei Consorzi di bonifica italiani può essere esempio per molte altre comunità.
Il comune di Signa può essere considerato una capitale italiana nella regolazione delle acque: con il gran numero di impianti idrovori sul territorio, lo sviluppo della grande cassa di espansione ai Renai e i tanti interventi di regimazione sui fiumi Ombrone, Arno e Bisenzio è fra i territori più attivi della Piana Fiorentina.

VENETO: SI ADEGUA LA RETE IDRAULICA

Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) è stato incaricato dal Comune di Fossalta di Portogruaro di realizzare il progetto esecutivo di riqualificazione delle sponde della roggia Lugugnana, fondamentale per la sicurezza idraulica delle abitazioni, che sorgono lungo l’asta di questo canale consortile; gli interventi saranno finanziati, grazie ad un contributo di 2.388.000 euro stanziati tramite P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa Resilienza) ed ottenuti sulla base di un progetto preliminare realizzato con l’ente consorziale.
Il ripristino spondale è reso necessario a causa della ridotta capacità di deflusso del corso d’acqua, con conseguenti esondazioni ed allagamenti, determinata da frane in alveo e crescita di vegetazione. La valorizzazione del tratto della roggia, che attraversa il centro storico, favorirà inoltre la fruizione del patrimonio naturale e paesaggistico del ricco territorio comunale, grazie anche alla realizzazione di un percorso pedonale sulle sponde della Lugugnana con l’installazione anche di 2 ponti in legno.
 Il costo significativo dell’intervento è dovuto all'estensione del tratto di canale interessato, che attraversa tutto il centro e costituisce di fatto l’unico intervento di tale portata, realizzato in comune negli ultimi 50 anni.
L'affidamento dell'appalto dovrà avvenire entro 18 mesi, mentre il collaudo finale dovrà avvenire entro Marzo 2026, in linea con il termine di conclusione del Piano Nazionale Ripresa Resilienza.

TOSCANA: LA MANUTENZIONE GENTILE E’ D’OBBLIGO

La manutenzione è attenta ed accurata, ma quasi non si percepisce; l’intervento dell’uomo è delicato, l’ambiente naturale non viene alterato, la sicurezza idraulica risulta migliorata limitando al massimo l’impatto sugli ecosistemi, che rendono pregiato ed unico il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna; all’interno del grande polmone verde toscano-romagnolo si procede con estrema cautela.
In quest’area le lavorazioni vengono progettate ed eseguite dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), in modo da non alterare l’ambiente naturale, che rappresenta un importante patrimonio da difendere. Il risultato è nelle immagini, che ritraggono il fosso dell’Isola a Badia Prataglia, nel comune di Poppi, dove di recente si è conclusa l’operazione “Fiumi Sicuri”, prevista dal Piano Attività 2023 dell’ente consortile: l’intervento si è limitato alla sola rimozione delle piante cadute in alveo od agli esemplari in condizioni di salute precarie.
La selezione dei soggetti da rimuovere è stata attentamente e preventivamente valutata dall’ente consorziale, in collaborazione con il personale del Parco, dell’Unione Comuni Montani Casentino e dei carabinieri forestali. Un sopralluogo congiunto ha permesso di definire la mappa dei soggetti da eliminare ed è su questi che si concentra l’attività manutentiva, che viene eseguita con i sistemi più “soft”, con un utilizzo limitato dei mezzi meccanici e con un’attenta valutazione degli ecosistemi presenti. Con questo criterio saranno portati a termine anche i prossimi interventi di manutenzione ordinaria sui torrenti Corsalone, Archiano, Corezzo e sul fosso di Valle.
Una curiosità: sono state recuperate decine di palle di gomma colorata, cadute in alveo; si è così evitata la frammentazione e la dispersione del materiale, prima causa dell’inquinamento di fiumi e mari.

PUGLIA: UN PROGRAMMA DI INTERVENTI DIFFUSI

È ricco di interventi il programma di lavori avviati dal Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia). Sono iniziati, infatti, i lavori finanziati dalla Regione Puglia per il ripristino della funzionalità dell'idrovora Setteposte, in agro di Zapponeta.
È stato realizzato il ripristino della funzionalità idraulica della tratta medio-valliva del canale Santissima Annunziata, affluente in destra del torrente Padre Francesco, in agro di Lesina. È stata riparata in tempi brevi la rottura del “tronchetto su passo d'uomo” nella camera 2 dell'adduttore primario Foggia - Candelaro. Viene altresì definito “delicato” l’intervento di riparazione di una condotta in vetroresina, danneggiata da terzi nel distretto 6b Fortore, in agro di Foggia.
Si è provveduto alla sostituzione di una tubazione in cemento armato precompresso con una in acciaio di pari diametro nel comprensorio irriguo Sinistra Ofanto, in agro di San Ferdinando. È stato realizzato un collegamento temporaneo e straordinario per portare acqua dalla vasca A2 alla vasca A4, nel comprensorio irriguo Nord Fortore in agro di San Severo, a seguito dell’elevata domanda irrigua. Sono iniziati i lavori di efficientamento del collettore delle colline di Chieuti, finanziati dalla Regione Puglia nell’ambito del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 “Patto per la Puglia”.
Infine, si è proceduto ai lavori di risagomatura del canale Torretta, tributario in sinistra del torrente Salsola, in agro di Foggia.

PIEMONTE: DIRAMATO CALENDARIO ASCIUTTE

Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara), Associazione Irrigazione Ovest Sesia (con sede a Vercelli) e Coutenza Canali Cavour (con sede a Santhià, nel Vercellese) hanno comunicato il programma di disattivazione degli imbocchi di canali irrigui, al fine di consentire l’esecuzione di urgenti lavori di manutenzione in alveo e sulle reti di distribuzione idrica.
I più recenti ad essere oggetto di intervento sono il ramo Buccella e le sue diramazioni dal Naviglio Sforzesco, mentre dal 1 Ottobre p.v. toccherà a canale Regina Elena, roggia molinara di Oleggio, diramatore Alto Novarese, cavo Cid e loro diramazioni.
Le “asciutte” si succederanno fino al 4 Marzo 2024.

VENETO: INCONTRO SOTTO LE STELLE CON LE ISTITUZIONI

Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) ha riunito a Montecchio Maggiore, nella sede di rappresentanza della Provincia di Vicenza a Villa Cordellina Lombardi, Sindaci e rappresentanti istituzionali del comprensorio, consiglieri regionali, onorevoli e parlamentari, nonché le organizzazioni professionali agricole e società di gestione dei servizi idrici integrati, per fare il punto sull’azione dell’ente consortile nella gestione della risorsa irrigua e nella prevenzione del rischio idraulico.
L’incontro, realizzato in collaborazione con ANBI Veneto, ha visto la partecipazione di oltre centocinquanta amministratori, inclusi Presidenti e Direttori degli altri enti consorziali della regione. L’ente consortile ospite insiste su un territorio storicamente considerato ricco d’acqua, ma che nel 2022 si è scoperto completamente vulnerabile, con torrenti a secco, falde e risorgive ai minimi storici, autobotti in collina per soccorrere comunità rimaste all’asciutto. Quest’anno è stato sufficientemente piovoso, ma l’appello lanciato alle Istituzioni è stato quello di non abbassare la guardia perché, a causa del cambiamento climatico, le crisi idriche saranno sempre più frequenti.
“Siamo qui per rinsaldare un patto con tutti i soggetti, che a diverso titolo operano nella gestione dell’acqua e dell’ambiente”, hanno spiegato i vertici consorziali, “perché la sfida dei cambiamenti climatici non si può affrontare autonomamente.”
Millesettecento chilometri di canali in gestione, un territorio che si estende tra le province di Verona, Vicenza e Padova, 96 comuni serviti e circa centosettantaseimila ettari di superficie: “Alta Pianura Veneta” è uno tra i più estesi Consorzi di bonifica del Veneto.
Oltre all’ordinaria attività di gestione dell’irrigazione e sicurezza idraulica, è alle prese con alcuni interventi straordinari di efficientamento irriguo e prevenzione del rischio idraulico. Servono pianificazioni e risorse, ma il timore è che le piogge di questa annata mettano nel dimenticatoio le difficoltà passate.
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente Consiglio Regionale Veneto (Roberto Ciambetti), il Segretario Generale Autorità Bacino Distrettuale Alpi Orientali (Marina Colaizzi), il Presidente di ANBI Veneto (Francesco Cazzaro).

LIGURIA: CENTRI ESTIVI ALLA SCOPERTA DELL'IRRIGAZIONE

Quanti temi affascinanti hanno arricchito gli incontri dei ragazzi dei centri estivi di Luni, Arcola e Sarzana, coinvolti nelle scorse settimane in escursioni lungo il canale Lunense e nell'ascolto degli avvenimenti, che hanno segnato il passato più che centenario dell'ente consortile: hanno camminato sulle sponde, visitato la centrale idroelettrica, ascoltato le testimonianze di chi lavora per garantire l'irrigazione e la sicurezza dei territori, imparando tante cose su storia, ambiente, energia sostenibile e capendo l'importanza dell'acqua, risorsa preziosa che va rispettata e tutelata.
Il Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia di La Spezia) ha organizzato tali iniziative nell'ambito delle celebrazioni per il Centenario della nascita avvenuta il 21 Marzo 1923; lo ha fatto, dando seguito agli incontri ed alle visite scolastiche, avvenute negli scorsi mesi primaverili ed in vista di quelli, che verranno ancora con gli istituti delle primarie e secondarie del comprensorio.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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