Anno XXV, n. 7 lunedì, 27 febbraio 2023

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

OLTRE TRE MILIONI DI ITALIANI SONO ORMAI A RISCHIO SICCITA’

VINCENZI: “NON DIAMO PER SCONTATA L’ACQUA DAI RUBINETTI, LA CRISI IDRICA NON E’ SOLO UN PROBLEMA AGRICOLO”

Secondo il C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche), una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti ad una siccità severa od estrema: questo è solo uno dei dati eclatanti, che disegnano un Paese in grave difficoltà idrica, riportati dal report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che settimanalmente registra il peggiorare di una situazione, che appare irrimediabilmente compromessa anche a fronte di prossime e comunque auspicate precipitazioni; non solo: l’assenza di pioggia a Febbraio torna a fare intravvedere lo spettro della siccità anche lungo le zone tirreniche dell’Italia centrale.
“Dati alla mano è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata. E’ la dimostrazione del clamoroso errore, che fa chi ritiene la siccità un problema prettamente agricolo, pur essendo il settore primario e la sovranità alimentare, i primi ad esserne minacciati” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Intanto, le temperature miti del mese in corso fanno sì che il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine si assottigli ulteriormente. L’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po  stima in 1.800 milioni di metri cubi (Mmc) il valore disponibile SWE (Snow Water Equivalent) su tutto il bacino padano. Secondo il C.N.R., il quantitativo di neve caduta da inizio anno sulle Alpi è inferiore ai valori medi del decennio 2011-2021.
In Valle d’Aosta, il manto nevoso si sta riducendo su tutta la regione: anche su Le Grandes Murailles in 2 settimane si è passati da 144 a 128 centimetri; sulla fascia occidentale, interessata dalle nevicate più abbondanti, la coltre bianca permane mediamente sui 52 centimetri. La conseguenza è una portata della Dora Baltea che, pur con tendenza a decrescere, resta considerevole: 28,10 metri cubi al secondo (mc/s).
In Piemonte, calano quasi tutti i fiumi, aumentando il gap con i livelli di portata degli anni passati (Sesia -74%, Stura di Demonte -52%, Stura di Lanzo -34%, Toce -46%); una timida ripresa viene rilevata solo per il Pesio e per il Tanaro, la cui portata resta comunque inferiore al 2022 ed è inferiore del 77,5%  alla media.
In Lombardia, il manto nevoso, pur superiore a quello dello scorso anno, si attesta attorno al 59% della media storica; sono più che dimezzate le riserve idriche (-52,7% sulla media del periodo), ormai ai livelli di un anno fa. Allarmante è la condizione del fiume Adda, la cui portata continua costantemente a decrescere da mesi ed attualmente (mc/s 58) è nettamente inferiore a quelle dei recenti anni più siccitosi (2022: mc/s 74; 2017: mc/s 83); ai minimi sono anche i livelli di Serio ed Oglio (- 15 centimetri sull’anno scorso e ben 1 metro e 14 centimetri sul 2021).
In Friuli Venezia Giulia, il quantitativo maggiore di neve è presente sulle Alpi Carniche (mediamente cm.52), mentre sulle Alpi Giulie la media è di quasi quarantotto centimetri e sulle Prealpi Carniche di cm. 42 (fonte: ARPA FVG). Attualmente il livello idrometrico del Tagliamento è inferiore al 2022, così come quello della Cellina che è 12 centimetri più basso dell’anno scorso (fonte: Protezione Civile regionale).
In Veneto, cresce la portata del fiume Piave, mentre Livenza, Adige e Bacchiglione restano ai minimi in anni recenti.
Rimane stazionaria la situazione dei grandi invasi settentrionali, dove il lago di Garda è testimone di una crisi idrica, che si aggrava di anno in anno: nonostante sia stata ridotta la portata erogata al minimo di sempre (mc/s 9, utili a garantire solo il deflusso vitale per il fiume Mincio), il livello del bacino resta al di sotto dei 45 centimetri, cioè oltre mezzo metro più basso della norma; lo scorso anno, questo livello fu toccato nella seconda decade di Luglio, nell’ “annus horribilis” 2017 a fine Agosto, mentre nel 2012, anch’esso siccitoso, non fu mai raggiunto. Per gli altri bacini lacustri: il Maggiore è al 38% di riempimento, il Lario è al 18,8%  ed  il Sebino al 15% (il suo afflusso da monte registra la portata minima storica: mc/s 14,6).
E’ drammatica la condizione del fiume Po che, lungo tutta l’asta, registra portate al di sotto del minimo storico ed ovviamente inferiori al 2022 (a Piacenza, -23,53%): nelle sezioni più a monte lo scarto con la media è di  -73% (a Torino, la portata è di mc/s 15,7, quando normalmente in questo periodo è mc/s  60,2!).  A Pontelagoscuro si è ormai vicini al limite minimo di portata per contrastare l’avanzamento del cuneo salino.
In Emilia Romagna, i fiumi appenninici ed in particolare quelli della Romagna meridionale godono di migliore salute (il Savio è sopra la media ed il Reno cresce), grazie ad apporti pluviometrici ben più consistenti rispetto al resto del bacino (fonte: Adbpo).
Come ormai consuetudine, è contrastante l’andamento dei fiumi in Toscana: se è in ripresa la portata dell’Arno, cala quella sia dell’Ombrone che della Sieve; sempre più a secco è il Serchio che, con una portata di soli mc/s 15,40 in alveo, segna una performance più negativa di Febbraio 2022 oltre che un grave deficit rispetto alla media storica (mc/s 72,94).
Va riducendosi la copertura nevosa anche sui massicci marchigiani a causa della scarsità di precipitazioni e delle temperature miti: sul Monte Carpegna (al confine con la Romagna) restano 67 centimetri di neve, sul Monte Acuto (fascia centrale, al confine con l’Umbria) cm. 21 , a Monte Prata (sui Sibillini) si registrano 47 centimetri. Sono in calo le portate dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, mentre buona è la performance del Tronto ed aumentano i volumi d’acqua nei bacini artificiali.
Segnali di sofferenza idrica si palesano in Centro Italia, dove costante è la decrescita di livello del fiume Tevere, dall’Umbria fino alla foce. La portata dell’Aniene è meno della metà della media storica; in calo anche i fiumi Sacco e Liri. Il lago di Bracciano rimane ad un livello più basso di 14 centimetri rispetto al 2022 e di circa 30 centimetri rispetto al 2021; al livello del piccolo lago di Nemi mancano 84 centimetri. Praticamente stabile è il livello del Trasimeno, che però non riesce neppure ad avvicinarsi ai livelli del 2022 (altezza idrometrica: attuale -m.1,16; Febbraio 2022, -m.0,96).
Confortanti sono le prospettive idriche in Abruzzo, dove rimane un quantitativo di neve al suolo piuttosto consistente (dai cm. 43 di Rocca di Cambio ai cm. 93 di Passolanciano), così come in Molise (65 centimetri di neve a Campitello Matese)
Calano i livelli dei fiumi in Campania con il Garigliano sceso di circa un metro in un mese ed il Volturno in discesa dalla sorgente molisana fino alla foce, toccando valori inferiori agli scorsi 6 anni.
Infine, i volumi negli invasi artificiali della Basilicata subiscono una piccola contrazione (-1.300.000 metri cubi), rimanendo comunque al di sopra degli ottimi valori dell’anno scorso (+ trenta milioni di metri cubi ca.), mentre crescono ulteriormente le riserve d’acqua invasata nei serbatoi della Capitanata (+81 milioni di metri cubi sul 2022), a testimonianza di una stagione felice, vissuta soprattutto dai territori più settentrionali della Puglia.
“Settimana dopo settimana si aggrava la situazione idrica in un Paese, penalizzato dall’assenza di infrastrutture capaci di contrastare le conseguenze della crisi climatica – ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Accade così che al Sud si sia costretti a rilasciare in mare quantitativi d’acqua, esuberanti le capacità degli invasi e che al Nord si capitalizzi solo una piccola parte del già iniziato scioglimento delle nevi. Questo, non solo di fronte alle immagini di autobotti già in azione nel Piemonte, ma ad allarmanti segnali provenienti da altre zone d’Europa: dalla Francia, dove si è alla vigilia del razionamento idrico in alcune zone del Paese, alla Gran Bretagna, dove è già iniziato il contingentamento negli acquisti di alcuni prodotti agricoli, quali peperoni, pomodori e lattuga. Se vogliamo limitare le pesanti conseguenze, che la situazione climatica sta disegnando per l’Italia – ha concluso il DG ANBI - dobbiamo attrezzarci subito a gestire al meglio una situazione d’emergenza, coordinando le inevitabili scelte nel rispetto delle priorità di legge; poi, assieme alla costante ricerca ed all’applicazione di soluzioni per l’ottimizzazione d’uso delle risorse idriche, è necessario dare il via ad interventi per aumentare le riserve d’acqua: dall’efficientamento delle opere esistenti alla realizzazione di nuovi bacini multifunzionali, come previsto dal Piano Laghetti, proposto da ANBI e Coldiretti.”

LAZIO: LO SPETTRO DELLA SICCITA’ FA PAURA

Anche nel Lazio la siccità preoccupa e non poco: a lanciare l’allarme è l’ANBI regionale. In molte zone del territorio (Ciociaria, Reatino, Viterbese), l’irrigazione dovrebbe prendere il via ad Aprile, ma a soffrire di più è l’area romana.
Qui, il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede nella Capitale) ha già provveduto ad avviare le procedure per garantire anticipatamente l’acqua.
Le colture delle carote, in special modo, hanno necessità, più di altre, della risorsa irrigua e la compresenza di terre aride e sabbiose con colture a più cicli produttivi fa in modo che l’irrigazione parta prima proprio nell’importante comprensorio di Maccarese a Fiumicino. Gli impianti consortili hanno garantito l’irrigazione sino praticamente a tutto Dicembre e con così poco tempo anche le ordinarie manutenzioni obbligano a tempistiche da record.
Una crisi idrica ormai consolidata non può risolversi con qualche precipitazione; il Piano Laghetti può costituire una valida risposta per aprire una nuova era basata sulla prevenzione e non più solo sull’emergenza per dare forza a quel Patto per il Suolo, che deve vedere uniti cittadini, consorziati, imprese ed Enti Locali.

SCOPERTO LO SCRIGNO DELLE PIANTE ALIENE IN ITALIA: È IL FIUME ARBIA IN TOSCANA

Dopo oltre un anno di monitoraggi e ricerca universitaria è stato individuato nel fiume Arbia, in provincia di Siena, l’ecosistema tipo della trasformazione, che sta colpendo l’ambiente italiano di fronte ad una globalizzata crisi climatica; dai rilievi lungo l’alveo emerge che  28 specie arboree su 412 censite (6,8%) sono ormai aliene: “artemisia verlotiorum” e “robinia pseudoacacia” sono le più ricorrenti con una frequenza, che aumenta con la distanza dalla sorgente, indicando una correlazione con l’impatto antropico, secondo una divisione fra un tratto a Nord di elevata naturalità ed un tratto a Sud di Taverne d’Arbia a forte impatto umano.
“Ora – ha affermato Fabio Zappalorti, Direttore Generale ANBI Toscana - i ricercatori dell’Università di Siena analizzeranno i fattori ambientali e le cause antropiche, che guidano la distribuzione delle più frequenti specie autoctone ed aliene. Questi risultati potranno essere utili ovunque, vista la crescente diffusione di specie invasive ad iniziare dalla Toscana.”
Lo studio sul fiume Arbia è parte della convenzione in atto tra il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud e le università della regione, resa ora più importante dall’invasione di piante aliene, che stanno minacciando i corsi d’acqua locali, estendendosi ormai anche nelle province di Grosseto e Siena; l’indagine ecologica, botanica e faunistica vuole quindi individuare linee guida per la gestione della vegetazione nei corsi d’acqua. Una prima fase del progetto, oltre al fiume Arbia nel Senese, ha interessato il torrente Ampio in Maremma, dove è stato attuato un intervento sperimentale per la rimozione della specie invasiva “arundo donax”, cioè la canna comune:  è in corso un esperimento con tre tipologie di trattamenti per dare risposte sulla possibile eradicazione della pianta, analizzando anche batteri e funghi associati, nonché mappando le tane di animali come istrici e tassi.
“Le azioni da intraprendere – ha osservato Martina Bencistà, ingegnere Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud, che sta curando il progetto – rappresentano un approccio integrato e sinergico tra gestione della vegetazione con tagli frequenti ed interventi mirati di chiusura delle tane. Nella maggior parte dei casi basta una sola chiusura per allontanare gli animali.”
“Lo studio effettuato con il software Hecras ha inoltre confermato che la presenza di vegetazione riparia a monte dei centri abitati rallenta le ondate di piena, avvalorando la correttezza delle più moderne tecniche di ingegneria idraulica ed ambientale, adottate dai Consorzi di bonifica – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Le ripetute collaborazioni fra il nostro mondo e quello accademico fanno degli oltre 220.000 chilometri della rete idraulica minore e degli ambienti connessi, uno straordinario laboratorio a cielo aperto.”
L’analisi toscana della vegetazione e degli habitat si è incentrata su altre tre aree chiave: i fiumi Ombrone (in provincia di Siena), Bruna ed Albegna (in provincia di Grosseto).  Sull’Ombrone si lavora lungo un tratto di circa un chilometro, a Buonconvento: lo studio ha l’obbiettivo di valutare l’impatto delle diverse metodologie di taglio sulla composizione e la diversità della vegetazione per individuare la migliore pratica sostenibile per il patrimonio di piante autoctone; i sensori installati registreranno i dati di temperatura nel microclima locale per un periodo minimo di un anno.
“Il monitoraggio verrà ripetuto tra la primavera e l’estate – ha aggiunto Fabio Bellacchi, Presidente Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud – E’ un progetto molto importante per aiutarci a convivere meglio con il nostro principale corso d’acqua.”
Sul tratto vicino alla foce del fiume Bruna, lo scopo della ricerca è invece valutare, se gli argini dei corsi d’acqua possano rappresentare un serbatoio di specie vegetali autoctone anche di pregio all’interno di aree agricole, soggette a colture intensive. Il monitoraggio sul fiume Albegna, con la creazione di modelli 3D grazie anche a sopralluoghi aerei, vuole infine produrre una carta della vegetazione per analizzare i pericoli da alluvione: nonostante la presenza di “arundo donax” in gran parte del fiume, non sono finora emerse preoccupanti conseguenze per il rischio idraulico.
“Il migliore rapporto tra manutenzione, vegetazione, animali, antropizzazione, sicurezza idrogeologica, utilizzo delle risorse idriche è oggetto di costante ricerca applicata nei Consorzi di bonifica – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – E’ da questo, costante approccio concreto, in collaborazione anche con il mondo accademico, che sono nate le soluzioni, che permettono, grazie all’innovazione irrigua, di ridurre considerevolmente il fabbisogno d’acqua nelle campagne. E’ questo stesso approccio che oggi ci permette di insistere sull’urgente necessità di nuove infrastrutture idrauliche per aumentare la resilienza dei territori alla crisi climatica. Il Piano Laghetti, da noi proposto con Coldiretti, è una soluzione, che offriamo al Paese.”

OPERE IDRAULICHE: FIRMATO A ROMA IMPORTANTE PROTOCOLLO DI LEGALITA’ FRA CONSORZIO DI BONIFICA E PREFETTURA

“In un momento di preoccupante scollamento fra cittadini ed istituzioni e che proprio nel Lazio ha avuto evidenza con la recente, bassa affluenza elettorale, portiamo un significativo tassello alla ricomposizione di un rapporto determinante per la tenuta della democrazia”: ha commentato così Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, la firma di un importante protocollo di legalità, sottoscritto dal Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma) e dalla Prefettura della Capitale; a siglare l’intesa sono stati il Prefetto, Bruno Frattasi ed il Presidente dell’ente consortile, Niccolò Sacchetti.
Nella prospettiva di impegnativi lavori per migliorare l’assetto idraulico del territorio, le parti firmatarie del documento hanno assunto l’impegno a seguire specifiche linee guida, utili ad un controllo più capillare sulle imprese affidatarie, agendo in stretta sinergia e concertazione, relativamente agli appalti di opere o lavori pubblici del valore, al netto di I.V.A., pari o superiore ad 1 milione di euro, ai subappalti e/o subcontratti  indipendentemente dal valore, alle prestazioni di servizi e forniture pubbliche del valore pari o superiore ad € 140.000,00.
“Un plauso al Consorzio di bonifica – ha sottolineato il Prefetto -  perché nella complessa ristrutturazione dopo la fusione fra enti consortili ha inserito la legalità tra i principali obbiettivi.”
“Ringraziamo il Prefetto di Roma per aver provveduto alla stipula dell’importante accordo, manifestando sensibilità a tematiche, che come ANBI erano state poste all’attenzione dell’ufficio del Governo” ha concluso il Presidente Consorzio di bonifica Litorale Nord.

VENETO: RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE

Il basso corso del fiume di risorgiva Marzenego, che scorre per 35 chilometri tra la pianura trevigiana e veneziana è oggetto di un articolato intervento di riqualificazione ambientale, ad opera del Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre), atto a diminuire gli inquinanti, che si riversano nella laguna di Venezia.
Tale intervento, che si articola su 4 maxi lotti, è finanziato dalla Regione Veneto per un totale di 26 milioni di euro stanziati tramite la Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.
Sono in dirittura d’arrivo gli interventi di conclusione del primo lotto (5 milioni di euro), nel quale si inserisce la riqualificazione del canale Osellino, che a Mestre raccoglie le acque del Marzenego e le riversa in laguna.
In questo contesto si inserisce la realizzazione di una nuova passerella ciclopedonale, che collega le aree di San Giuliano e Campalto; ultimato il primo lotto, l’ente consortile si appresta ad avviare i cantieri dei successivi interventi, i cui lavori sono stati già aggiudicati.

LAZIO: INTERVENTI DI MANUTENZIONE

Nell’ambito della convenzione riguardante le manutenzioni del territorio, il Consorzio di bonifica Valle Liri (con sede a Cassino, in provincia di Frosinone) ha eseguito importanti lavori sulla rete idraulica.
Gli interventi hanno riguardato i corsi d’acqua di competenza consortile ricadenti in 9 comuni del cassinate.
I corsi d’acqua e loro affluenti interessati sono stati il rio di Forma Quesa (nei comuni di Esperia e Pontecorvo), rio delle Forme d’Aquino (Aquino, Castrocielo, Pignataro Interamna e Piedimonte S. Germano), rio Faio (Cassino e Cervaro), rio Pioppeto (Piedimonte S. Germano e Villa S. Lucia), rio Fontanelle (Piedimonte S. Germano), rio Mandriniello (Villa S. Lucia), rio Pioppeto (nel tratto dei comuni di Pignataro e Villa S. Lucia) e rio Fontanelle (Cassino).
Altri interventi sono stati eseguiti su altri corsi d’acqua presenti nel comune di Cassino.

TOSCANA: SCATTA IL CHECK UP DELLE RETI IRRIGUE

Sono le gelate primaverili il primo problema da affrontare. Per questo il Consorzio di bonifica Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) ha già iniziato la ricognizione, nonchè la riparazione di eventuali guasti a reti irrigue e punti di consegna.
Tutto deve essere pronto, per consentire l’attivazione dell’irrigazione antigelo, che ogni anno costringe, complici i cambiamenti climatici, ad anticipare la stagione irrigua. Altro nemico, con cui è ormai da tempo necessario combattere, è la siccità, fenomeno che colpisce corpi idrici e falde per intervalli prolungati, che vanno ben oltre i tradizionali mesi estivi.
Le richieste di risorsa aumentano ogni anno: le imprese agricole hanno necessità di avere acqua disponibile in modo costante e in quantità sufficiente dai mesi primaverili fino all’autunno inoltrato.
E’ quindi necessario controllare le reti per evitare disguidi e interruzioni, nei momenti critici, quando la sospensione dell’irrigazione potrebbe provocare danni ingenti alle colture. Lo stesso impegno è posto dall’ente consortile nella ricerca di risorse finanziarie da destinare alla manutenzione straordinaria delle reti più obsolete ed all’attivazione di nuovi distretti.
D’altronde l’acqua è un bene  indispensabile per avere produzioni di qualità: utilizzare pienamente i laghetti ed i bacini di raccolta, già esistenti, completando il Sistema Occidentale di Montedoglio, è un dovere.

EMILIA ROMAGNA: IL PROGETTO “ACQUA DA MANGIARE” CONTINUA

Si è svolto il primo dei due workshop piacentini, legati al progetto didattico “Acqua da Mangiare” a cura di ANBI Emilia Romagna. A partecipare sono state le classi 4D, 4G, 4O del liceo scientifico “Lorenzo Respighi” e che hanno scelto di partecipare al progetto, uscendo dalle loro aule alla volta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Il progetto didattico “Acqua da mangiare” ha, come obbiettivo principale, l’approfondimento delle tematiche legate ai concetti di sostenibilità ambientale, alimentare e sociale, partendo dal ruolo fondamentale svolto dall’acqua, dal suo impiego razionale e dal ruolo strategico delle attività svolte dai Consorzi di bonifica sul territorio.
Gli studenti coinvolti sono stati una sessantina; con loro il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città) ha attivato un percorso didattico, che prevede l’approfondimento delle tematiche legate alla difesa idraulica, alla distribuzione irrigua ed alla difesa del suolo, senza tralasciare il funzionamento di impianti idrovori e dighe anche grazie ad uno strumento interattivo, che ne permette la simulazione.
Ai ragazzi viene chiesto di creare contenuti per le pagine Facebook e Instagram di “Acqua da mangiare”, partendo dai contenuti appresi.
Infine, gli studenti partecipano al monitoraggio dell’atteggiamento degli adolescenti nei confronti del cibo e delle modalità, con cui si rapportano quotidianamente all’alimentazione. Lo studio, intitolato “Food Mood”, è curato scientificamente dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, dal CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), da ANBI Emilia Romagna, dal Consorzio di bonifica Piacenza e coinvolge ogni anno un campione di studenti dell’intera regione.

LOMBARDIA: NUOVO PRESIDENTE ANBI REGIONALE

Alessandro Rota, trentaseienne imprenditore agricolo di Cassano d’Adda, è il nuovo Presidente ANBI Lombardia. Al centro dell’impegno del nuovo comitato esecutivo sono le misure per affrontare il protrarsi della difficile situazione legata alla siccità. Il recupero di nuovi bacini di accumulo sta trovando le prime realizzazioni concrete in Lombardia.
“Sul tema degli investimenti strutturali - ha dichiarato Rota - intendiamo cogliere appieno le opportunità del P.N.R.R. e del Programma di Sviluppo Rurale per un ulteriore efficientamento dei sistemi d’irrigazione e, più in generale, del governo delle risorse idriche.”
In Lombardia sono in gioco 600.000 ettari di terreni irrigui: la regione ha infatti la superficie irrigata più estesa d’Italia (il 23% di quella nazionale), che colloca la locale agricoltura al primo posto per produzione lorda vendibile.
Le decine di migliaia di chilometri dei canali consortili lombardi rappresentano inoltre uno straordinario patrimonio ambientale e paesaggistico che, oltre alle funzioni di irrigazione e di difesa idrogeologica, offre fondamentali servizi ecosistemici.
Ad Alessandro Folli, che ha guidato ANBI Lombardia dal 2013 al 2022, sono arrivati gli apprezzamenti di tutti per l’attività svolta, tesa a rafforzare il ruolo tecnico e di rappresentanza del mondo consortile nei rapporti istituzionali regionali e nazionali.

EMILIA ROMAGNA: CAREER DAY

Il Consorzio di bonifica Emilia Centrale si è riunito nella Sala Prampolini, all’interno della sede a Reggio Emilia, in occasione di un momento in cui i vertici ed una rappresentanza del personale hanno voluto porgere il benvenuto a 11 nuovi dipendenti nel corso di un “Career Day” organizzato per l’occasione.
Le 11 figure (2 unità impiegatizie “senior”, una donna ed un uomo più 9 uomini assunti in qualità di operai specializzati) sono state inquadrate con contratto a tempo indeterminato.
Le sfide affrontate quotidianamente sul campo dal personale dell’ente hanno fatto anche sì che 35 dipendenti dell’ente consortile siano stati premiati per il loro operato con un avanzamento di posizione: rappresentano il 15% di un organico composto da 220 lavoratori.

AGENDA: APPUNTAMENTI A CAGLIARI E ROMA

Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno nella mattinata di mercoledì 1 Marzo p.v. al convegno “A cento anni da San Donà di Piave i Consorzi di bonifica della Sardegna ancora protagonisti delle nuove sfide ambientali ed energetiche dettate dai cambiamenti climatici”, organizzato nella sala conferenze Thotel, a Cagliari, da ANBI Sardegna.
Il Dg ANBI sarà inoltre relatore, nel pomeriggio di venerdì 3 Marzo, al Congresso Giuridico Forense, in programma, all’Auditorium del Massimo, a Roma, per iniziativa del Consiglio Nazionale Forense e della Scuola Superiore dell’Avvocatura.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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