ANBI: SONO LE RICORRENTI EMERGENZE A SOLLECITARE LA REVISIONE DEL CODICE APPALTI NEL RISPETTO DEI CONTROLLI DOVUTI
“Tra lo spiccio modello Genova per la ricostruzione del ponte Morandi e le lentezze burocratiche, concausa della tragedia alluvionale di Senigallia, è necessario creare un sistema, che contemperi esigenze di controllo democratico e velocità di spesa, riducendo le possibilità di inutili rallentamenti nei lavori pubblici”: ad appellarsi al Governo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, in vista dell’approvazione della riforma del Codice Appalti.
Ha proseguito: “Oltre alle già complesse procedure istruttorie, l’iter autorizzativo è spesso rallentato dalla concertazione fra pubbliche amministrazioni, cui seguono gli inevitabili ricorsi in sede giudiziaria per l’attribuzione dell’appalto - In queste condizioni è evidente, perché in Italia ci vogliano almeno 10 anni per realizzare una grande opera.”
“Per ciò – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - chiediamo l’istituzione di una procedura accelerata per le infrastrutture strategiche, tra cui devono rientrare a pieno titolo le opere idrauliche finalizzate al contrasto del dissesto idrogeologico, indispensabili a garantire le condizioni di sviluppo per il territorio ed il made in Italy agroalimentare. Nell’assoluto rispetto delle regole è necessario rispondere tempestivamente ad una crisi climatica, che non conosce rallentamenti; è indispensabile un forte richiamo ai valori della comunità ed al superiore interesse collettivo per superare egoismi di parte, ma è altrettanto importante che, laddove si operi una scelta, la si persegua con veloce determinazione, evitando inutili bizantinismi, che pregiudicano il futuro delle comunità. In campo idraulico – ha concluso il DG ANBI - la lentezza burocratica mal si accompagna alle necessarie politiche di prevenzione, che non solo ridurrebbero costi economici e di vite umane, ma abbatterebbero il ricorso a stati d’emergenza che, a fronte dell’urgenza d’intervento, ovviamente scavalcano le consuete procedure di controllo.”
FONDI PNRR: SOTTOSCRITTO A PARMA IL PRIMO PROTOCOLLO DI LEGALITA’ FRA CONSORZIO DI BONIFICA E PREFETTURA
VINCENZI: “E’ QUESTO L’ESEMPIO DEL NOSTRO IMPEGNO PER LA BUONA SPESA PUBBLICA CHIEDERE L’ACCELERAZIONE DEGLI ITER BUROCRATICI NON VUOL DIRE ABBASSARE LA GUARDIA CONTRO IL MALAFFARE”
Prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici, soprattutto in occasione dello stanziamento dei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonché individuare misure di tutela dell’economia legale per salvaguardare la realizzazione di opere e servizi di interesse pubblico: sono le finalità con cui il Consorzio di bonifica Parmense ha stipulato un Protocollo di Legalità ad hoc con la Prefettura di Parma. A firmare il documento, che è il primo in un percorso indicato dall’ANBI allo scopo di salvaguardare la “buona” spesa pubblica nel solco della legalità, sono stati la Presidente dell’ente consortile, Francesca Mantelli ed il Prefetto di Parma, Antonio Lucio Garufi.
“E’ questa la prova provata del nostro impegno per il Paese, quando al contempo evidenziamo la necessità di creare un sistema, che contemperi esigenze di controllo democratico e velocità di spesa, riducendo le possibilità di inutili rallentamenti nei lavori pubblici – ha chiarito Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Nell’assoluto rispetto delle regole è infatti necessario rispondere tempestivamente ad una crisi climatica, che non conosce rallentamenti.”
“Per ciò – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - chiediamo l’istituzione di una procedura accelerata per le infrastrutture strategiche, tra cui devono rientrare a pieno titolo le opere idrauliche, indispensabili a garantire le condizioni di sviluppo per il territorio ed il made in Italy agroalimentare. E’ questa la strada da percorrere innanzitutto per ridurre i costi economici e di vite umane, che seguono ogni tragedia di origine naturale, ma anche per abbattere il ricorso a stati d’emergenza che, a fronte dell’urgenza d’intervento, scavalcano le consuete procedure di controllo.”
Nello specifico, il Protocollo siglato nella Reggia di Colorno prevede che, in caso di appalti di opere o lavori pubblici dal valore pari o superiore al milione di euro e per i subappalti di valore pari o superiore a 150.000 euro, il Consorzio della bonifica Parmense assuma l’obbligo, prima di procedere alla stipula del contratto, di acquisire dalla Prefettura le informazioni antimafia, relative alle imprese interessate, fornendo tutti i dati relativi ai cantieri in oggetto.
L’ente consorziale si impegna inoltre a richiamare, nei bandi di gare per le imprese esecutrici, l’obbligo di osservare le disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro e tutela dei lavoratori in ambito contrattuale e sindacale.
“Un significativo impegno nel momento in cui i Consorzi di bonifica stanno intercettando numerosi finanziamenti legati al P.N.R.R. – ha ricorda la Presidente dell’ente consorziale, Francesca Mantelli – La stipula di questo Protocollo di Legalità intende tutelare da possibili tentativi di infiltrazioni mafiose, tutti gli attori che nei prossimi mesi saranno coinvolti in interventi legati a finanziamenti comunitari e nazionali.”
“Il Protocollo, dimostrazione tangibile dell’impegno del Consorzio di bonifica nel contrastare ogni forma di pervasione criminale – ha concluso il Prefetto di Parma, Antonio Garufi – vuole essere un esempio per tutte le componenti attive della società, affinché ciascuno si renda interprete dell’affermazione di legalità in ogni contesto e contribuisca alla lotta alle infiltrazioni mafiose, condotta quotidianamente dalle Istituzioni.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
L’ITALIA IN BALIA DELLA CRISI CLIMATICA
Mentre il Sud è di nuovo in allarme per annunciate e copiose piogge, è stata l’immagine del “torrente” Po a caratterizzare il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche: ormai simile ad una fiumara, il cui alveo si riempie solo quando piove a monte, il più lungo corso d’acqua italiano sta registrando una parziale ripresa di portata in concomitanza con l’arrivo degli apporti idrici, dovuti alle precipitazioni registrate in Piemonte e Lombardia: così, se a Pontelagoscuro il livello dell’idrometro si alza, a Cremona il terreno torna a fendersi per l’aridità.
“Il caso del Po, dalla cui disponibilità idrica dipende molta parte della produzione agricola italiana, deve essere tempestivamente affrontato in una logica unitaria, prevenendo i rischi di ulteriori stagioni siccitose – ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – E’ chiaro che ci sono ancora i margini, perché le condizioni meteo risolvano la contingente situazione di sofferenza, ma è altrettanto palese che quella del fiume Po è una crisi, che si sta consolidando e per rispondere alla quale bisogna agire subito.”
Clamoroso è il confronto fra grandi invasi in questa Italia idricamente rovesciata; il Meridione ha bacini traboccanti, al Nord invece i livelli dei laghi hanno percentuali di riempimento in linea con quelle della stagione estiva: il lago di Garda, cioè il più importante bacino italiano, ha toccato il minimo storico del 1985.
“E’ sempre più evidente la necessità di infrastrutture calmieratrici di eventi meteo estremizzati: dal Piano Laghetti al completamento degli schemi idrici, dalle casse di espansione all’ottimizzazione della distribuzione d’acqua – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - L’Italia deve riprendere la regia del proprio destino idrologico, oggi in balia degli eventi, contrastando e mitigando le conseguenze di una crisi climatica, cui sta pagando un alto prezzo in termini economici, ma soprattutto di prospettive di vita.”
Esemplare è la situazione del Veneto dove, dopo un Ottobre senza significative precipitazioni, nella prima quindicina di Novembre sono caduti 43 millimetri di pioggia contro una media storica mensile di mm.136, permanendo un grave deficit in un periodo generalmente importante per la ricarica degli acquiferi (fonte: Arpav); in particolare sui bacini dei fiumi Piave e Sile, nonché sulla pianura tra Livenza e Piave, si sono registrati quantitativi di pioggia, inferiori al 30% della media mensile In Valle d'Aosta, nonostante le temperature abbiano subito un notevole calo anche a bassa quota, le precipitazioni sono state scarse e la portata della Dora Baltea resta sostanzialmente stabile. Va peggio per i principali corsi d'acqua piemontesi; lo testimonia il confronto tra le portate attuali e le medie mensili storiche: Stura di Lanzo al 25,4%; Tanaro al 15,14%; Sesia al 10,8%; Varaita al 22%; Stura di Demonte al 27,4%; Toce al 33,48%. Nonostante alcune nevicate sparse, torna a fare notizia la situazione del lago di Ceresole Reale, che è per buona parte ancora prosciugato e che ad oggi trattiene meno del 12% del volume idrico invasabile. In Lombardia cala il livello del fiume Adda e si riducono ulteriormente le riserve idriche, che al momento si attestano intorno al 40% della media storica.
In Emilia Romagna rimane eccezionale la “magra” del fiume Reno, che ha registrato un deficit di ben il 94% (!!), mentre calano anche le portate di Savio e Secchia. Scendendo lungo la Penisola, i corpi idrici del Centro Italia, seppur in maniera differenziata e con un ridimensionamento nei livelli dopo gli exploit delle ultime settimane, mantengono generalmente volumi d'acqua superiori a quanto registrato nei mesi scorsi. In Toscana sembrano essere usciti dalla condizione critica, in cui da mesi ristagnavano, i fiumi Serchio ed Ombrone, mentre l’Arno resta ancora deficitario.
Nelle Marche le recenti piogge hanno permesso l’incremento di 1 milione e mezzo di metri cubi nei volumi invasati dalle dighe regionali. In Umbria, invece, non sono bastate le piogge novembrine per far crescere significativamente il livello del lago Trasimeno (m. -1,46), ancora lontano da quello minimo di sicurezza, fissato a m.-1,20. Nel Lazio il fiume Tevere decresce, così come l'Aniene, che ora si attesta intorno a mc/s 13; in netto calo è il livello del Sacco, mentre il lago di Nemi registra un'impercettibile crescita. In una Campania tragicamente colpita e ad alto rischio idrogeologico, si registrano indicazioni uniformi di crescita per fiumi e laghi. Dopo mesi particolarmente idroesigenti, le dighe della Basilicata hanno visto un notevolissimo incremento nei volumi invasati (circa 48 milioni di metri cubi in più) portando, in una sola settimana, il differenziale con il 2021 da -1,35 milioni di metri cubi a + 35 milioni.
In Puglia, dove l’incremento settimanale dei volumi invasati è stato di circa ventisei milioni di metri cubi, i bacini trattengono 45 milioni in più dell'anno scorso e ben 85 milioni in più del 2020! Infine, piove da una quindicina di giorni in Calabria, soprattutto sulla Sila, ma precipitazioni abbondanti si registrano anche lungo la costa. Piogge copiose sono infine registrate anche in Sicilia, dove alto è il rischio di emergenze idrogeologiche.
ANBI: SE LE TRAGEDIE SONO ANNUNCIATE PERCHE’ NON PREVENIRLE?
VINCENZI: “DOPO L’EMERGENZA CHIEDIAMO ALLA POLITICA DI APPROVARE URGENTEMENTE LA LEGGE CONTRO L’ECCESSIVO CONSUMO DI SUOLO”
“Dopo l’alluvione di Senigallia, la tragedia di Casamicciola è un’altra sciagura, in cui è palese la concausa dell’imprevidenza umana alla violenza dell’estremizzazione degli eventi atmosferici”: a sottolinearlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, che ha proseguito: “Nell’esprimere costernazione di fronte al bilancio delle vittime e vicinanza alla popolazione colpita, è evidente che adesso la priorità è rispondere alle emergenze, ma è altrettanto evidente che ciò non può essere la risposta ricorrente alle fragilità di un Paese, dove ormai il 94% dei Comuni è interessato dal rischio idrogeologico. Nella ridda dei commenti e delle dichiarazioni di prammatica, ricordiamo alla politica che è dal 2013 che il Parlamento latita sull’approvazione di una legge contro l’eccessivo consumo di suolo, che è acceleratore di pericolo di fronte alle violente conseguenze della crisi climatica. Approvarla in tempi rapidi sarebbe una risposta responsabile e democratica al dolore di tante famiglie. In questo periodo, gran parte della Penisola – ha concluso il Presidente ANBI - è ad alto rischio, schiacciata fra terreni indeboliti dalla siccità e temperature delle acque marine, fautrici di violenti eventi meteo, sconosciuti nel Mediterraneo fino a poco tempo fa. A dirlo è la scienza, ma anche l’esperienza quotidiana dei Consorzi di bonifica sul territorio: chiediamo di essere concretamente ascoltati.”
CAMPANIA: PRESENTATO MASTERPLAN REGI LAGNI
Presente, tra gli altri, il Governatore, Vincenzo De Luca, il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno (con sede a Caserta) ha presentato a Napoli il masterplan per la rifunzionalizzazione idraulica ed il recupero ambientale, agricolo e paesaggistico dei “Regi Lagni”, finanziato per 40 milioni di euro dal Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) “Da Terra dei fuochi a Giardino d’Europa”, sottoscritto con Governo, Regione Campania, Comuni interessati, al fine di favorire la rapida realizzazione di progetti ed investimenti volti a rilanciare i territori interessati con risorse del Fondo sviluppo e coesione (Fsc).
L’intento del progetto è di restituire massima funzionalità idraulica al corpo idrico ed al tempo stesso farne un bosco di grande impatto paesaggistico e naturalistico lungo gli argini, che saranno rinaturalizzati con opere di ingegneria naturalistica e corredati da una via ciclopedonale. Il valore dell’intera opera si aggira sui centotrentanove milioni di euro. Entro Giugno 2023 l’ente consortile affiderà la progettazione dei primi lavori, che si concluderanno entro la fine del 2027.
È stata data la precedenza agli interventi di sistemazione idraulica dell’area più a monte, particolarmente necessari per la tutela idrogeologica del territorio. Altri lavori prioritari sono quelli inerenti il tratto finale dell’asta valliva, coerenti con le progettualità indicate del “Programma obbligatorio di eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina in regione Campania’, necessari per contribuire a debellare la brucellosi, con lavori di straordinaria manutenzione dei canali, di un’idrovora e con la creazione di vasche di fitodepurazione. Tali interventi verranno predisposti sin dalla prima fase progettuale, proprio perché le opere da realizzarsi intendono restituire la piena vocazione agricola e zootecnica all’area di Foce dei Regi Lagni.
SARDEGNA: UN CASO DI STUDIO
La corretta manutenzione e la conservazione di impianti storici, quali chiuse ed impianti idrovori, è fondamentale per la tutela del territorio da un punto di vista idraulico, ma anche per preservare un patrimonio di opere.
Sulla base di questi presupposti, grazie alle risorse messe a disposizione da Regione Sardegna, il Consorzio di bonifica Nord Sardegna (con sede ad Ozieri, in provincia di Sassari) ha coordinato la progettazione, l’appalto e l’esecuzione di 6 distinti interventi nel tratto terminale dell’area arginata del fiume Coghinas, uno dei più importanti dell’isola. Il costo dell’intervento è stato di € 2.100.000,00.
Il restauro architettonico ha restituito a nuovo splendore 2 beni tutelati, quali le chiuse sulla rete dei colatori, che drenano la piana del tratto vallivo del corso fluviale, mentre le manutenzioni impiantistiche e strutturali hanno reso perfettamente funzionanti le paratoie e le idrovore, con la automazione delle stesse ed il loro controllo da remoto.
Questo sistema di opere di bonifica, realizzato nei primi del ‘900, venne integrato negli anni ’70 con 2 impianti idrovori, che hanno lo scopo di drenare la rete scolante soprattutto nelle frequenti fasi di chiusura della foce, quando le condizioni meteomarine creano una lingua di sabbia, che impedisce lo sfogo del fiume in mare, anche per lunghi periodi.
LAZIO: PROSEGUE L’ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE IDRAULICA
Proseguono i lavori di manutenzione idraulica ordinaria sulla rete scolante secondaria di competenza del Consorzio di bonifica A Sud di Anagni, con sede nel comune frusinate, dove nelle scorse settimane sono stati ultimati, tra l’altro, i lavori di trinciatura della vegetazione, risagomatura e riprofilatura dell’alveo del fosso Bassano.
È stata effettuata anche la trinciatura della vegetazione lungo le sponde e la rimozione dei sedimenti trasportati dalle piene, che riducono le sezioni di deflusso del torrente Rio.
In concomitanza del meteo avverso, che nello scorso mese si è manifestato più di una volta, le attività di manutenzione programmate ed eseguite hanno garantito la tenuta della rete scolante, garantendo il regolare deflusso delle acque.
TOSCANA: MILLE OCCHI E MILLE MANI PER CURARE I CORSI D’ACQUA
E’ stato un “Sabato dell'Ambiente” davvero speciale, quello organizzato nei giorni scorsi dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord a Lucca: decine di volontarie e volontari si sono ritrovati per raccontare quello, che è stato fatto in 5 anni, ma soprattutto per costruire il futuro di questa iniziativa, che vede ogni mese la partecipazione di centinaia di persone.
E’ stato un confronto di 3 ore, in cui le voci del volontariato si sono unite a quelle dei tecnici e degli amministratori locali nell'obbiettivo comune di migliorare e potenziare il monitoraggio e la pulizia dei corsi d'acqua, anche attraverso il coinvolgimento di scuole ed agricoltori. La particolarità e l'importanza del 'Sabato dell'Ambiente' consiste nella frequenza e regolarità: ogni ultimo sabato del mese, centinaia di volontari armati di guanti, stivali e pinze raccogli-rifiuti, setacciano le sponde di fiumi e torrenti ed al tempo stesso monitorano lo stato di salute dei tanti corsi d'acqua del territorio: un grande lavoro di squadra, che rende l'iniziativa unica nel panorama nazionale.
A sottolineare l'importanza del 'Sabato dell'Ambiente' è stata anche la presenza di Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI: “I cambiamenti climatici – ha affermato – per il nostro Paese significano avere meno cibo a disposizione, meno sicurezza per i cittadini e prezzi più alti sugli scaffali. Dobbiamo cambiare modello di sviluppo. Non possiamo continuare ad affondare le radici della crescita nel cemento e nell'asfalto; dobbiamo valorizzare le nostre bellezze artistiche, il nostro patrimonio ambientale, il nostro made in Italy agroalimentare, il cui export vale oltre sessanta miliardi di euro. Per costruire un nuovo modello di sviluppo abbiamo bisogno di territori sicuri e di acqua a disposizione, attività che sono affidate ai Consorzi di bonifica: questa è la nostra sfida.”
A chiudere i lavori è stato Ismaele Ridolfi, Presidente dell’ente consortile organizzatore: «Il bilancio del Sabato dell'Ambiente è assolutamente positivo. Ora proponiamo a tutti di fare un passo avanti, di unire le forze attorno ai patti di adozione dei corsi d'acqua che, oltre alle associazioni, saranno aperti a scuole e agricoltori. Solo con un'assunzione di responsabilità collettiva potremo agire efficacemente sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici. Noi facciamo la nostra parte e dal 2023 saremo in grado di produrre annualmente oltre duecentomila kilowattora di energia fotovoltaica.”
VENETO: TORRENTE IN SICUREZZA
Il Consorzio di bonifica Piave (con sede a sede a Montebelluna, in provincia di Treviso) ha iniziato i lavori per la realizzazione di un bacino di laminazione da 20.000 metri cubi sul torrente Riazzolo nel comune di Fonte, nella Marca Trivigiana. Si tratta di un importante intervento volto a proteggere dagli allagamenti l’abitato a valle della cassa di laminazione e che mette in sicurezza anche la superstrada Pedemontana Veneta.
L’intervento completo prevede un secondo bacino sito sul Nogarazze,affluente del torrente Riazzolo. L’ammontare complessivo per la realizzazione dei due bacini è di € 1.750.000,00, possibile grazie al finanziamento ottenuto nell’ambito dell’ultima annualità dei fondi per la “Tempesta Vaia”, assegnati dalla Regione Veneto.
TOSCANA: OSPEDALE IDRAULICAMENTE PIU’ SICURO
Il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) è intervenuto sul canale Diversivo, storica opera idraulica della Maremma. Da tempo inutilizzato, torna infatti importante per l’equilibrio idraulico del capoluogo della Maremma dopo che è stato realizzato, da parte della Asl Toscana Est, un canale di scolo che, in caso di pioggia, convoglierà tutte le acque per proteggere l’ospedale.
La condotta passerà sotto i campi per andare a confluire nel Diversivo, che quindi deve essere in grado di ricevere le acque, che poi finiscono nel canale San Rocco. L’intervento di “Cb6”, richiesto dal Genio Civile, ha riguardato un tratto di circa due chilometri del canale Diversivo, dove è stata operata una decespugliazione ed è stato eseguito un completo escavo dell’alveo per garantire una maggiore efficienza idraulica.
E’ utile ricordare che sotto la città di Grosseto scorre una serie di canali tombati, il cui compito, in caso di precipitazioni importanti, è di convogliare l’acqua nei canali consortili, che portano le acque piovane al mare e nel fiume Ombrone.
VENETO: SI APRE CANTIERE PER NUOVO COLLETTORE
E’ tutto pronto per l’avvio del cantiere del collettore Carpanedo – Sabbioni nei comuni di Maserà ed Albignasego, ad opera del Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova): l’intervento prevede la realizzazione del primo stralcio del canale, cioè il tratto di valle lungo 1800 metri in località Bertipaglia.
Il progetto complessivo prevede la realizzazione di un nuovo canale lungo complessivamente 5 chilometri, in parte “a cielo aperto” ed in parte tombinato, a servizio di un’area estesa circa tremila ettari. Il primo stralcio consiste nello scavo dell’alveo, nella costruzione di 2 manufatti di regolazione e di 2 ponti.
Il canale avrà l’importante compito di migliorare la sicurezza idraulica in un territorio, che ha subito una grande espansione delle aree urbane; nel contempo fungerà da invaso per raccogliere le acque nel momento, in cui si dovessero verificare piogge eccezionali. Il primo stralcio del collettore Carpanedo – Sabbioni ha ottenuto un finanziamento di € 1.700.000,00 dalla Regione Veneto.
LAZIO: BENE IL PIANO REGIONALE PER RISERVE IDRICHE E CONTRO EMERGENZA CLIMATICA
Nelle disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale del 2022 è stato approvato Il Piano Regionale Straordinario di Incremento e Risparmio delle Riserve Idriche per il contrasto all’emergenza climatica in agricoltura.
L’autorizzazione di spesa prevista è pari a € 1.000.000,00 per ciascuna annualità, dal 2023 al 2027. Nel provvedimento si individuano importanti interventi a vantaggio del settore agricolo e soprattutto per l’attività dei Consorzi di bonifica laziali.
“La sensibilità dimostrata dalla Regione Lazio - ha commentato Sonia Ricci, Presidente ANBI Lazio - va sottolineata senz’altro positivamente ed è figlia di una sana concertazione”. Nel provvedimento si mira a creare una rete diffusa di piccoli e medi invasi per la raccolta delle acque (a basso impatto paesaggistico ed in equilibrio con i territori), al ripristino delle capacità di invaso dei bacini attualmente in esercizio, al completamento delle opere incompiute, al funzionamento dei bacini realizzati ed attualmente non in esercizio. Sono previsti pure l’ampliamento della superficie attrezzata con impianti irrigui collettivi, la manutenzione straordinaria del reticolo idrografico e delle condotte idrauliche per sanare le perdite della rete di adduzione ormai datata.
Si tratta di una rosa di provvedimenti strategici, che ANBI Lazio aveva più volte richiesto e che, insieme alla verifica ed al potenziamento degli impianti irrigui, anche mediante digitalizzazione dei processi gestionali, potranno concorrere a rendere più efficiente l’uso irriguo. Nel Collegato Regionale spicca anche un altro provvedimento, di natura tecnica, riservato ai Consorzi di bonifica laziali, che riguarda la stesura degli schemi di bilancio: la disposizione approvata tende ad armonizzare i sistemi contabili ed è una concreta risposta alle sollecitazioni di ANBI Lazio.
“Dopo il contributo concesso dalla Regione Lazio ai Consorzi di bonifica per contrastare, almeno in parte, l’incremento delle spese energetiche, che sono triplicate rispetto all’anno scorso – ha, tra l’altro, detto il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – ANBI Lazio raccoglie altri importanti risultati nel quadro di rilancio delle proprie attività, sommandosi alle capacità progettuali, che anche di recente hanno permesso ai Consorzi di bonifica del Lazio di registrare importanti finanziamenti per i propri progetti.”
EMILIA ROMAGNA: LOTTA CONTRO IL TEMPO (METEO)
Una vera e propria task-force, con attività anche il sabato e la domenica nei giorni con condizioni meteo favorevoli, per concludere i lavori di ripristino dell’efficienza del primo tronco del Canale Emiliano-Romagnolo e salvaguardare la stagione irrigua di un territorio di 336.000 ettari (ha. 227.000 di superficie agraria), compreso tra le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna: proseguono a ritmo serrato gli interventi di manutenzione del primo tronco del C.E.R. (importo complessivo di quasi quattro milioni di euro) e che interessano il tratto Reno-Crevenzosa, nel territorio del comune di Galliera.
Le attività di stabilizzazione e ripristino delle funzionalità del primo tronco del Canale e che comportano il prosciugamento di un tratto di oltre tre chilometri possono, infatti, essere realizzate solo nei periodi, in cui l’attività irrigua è sospesa, cioè nei mesi di novembre, dicembre, gennaio e febbraio, vale a dire un periodo dell’anno caratterizzato da condizioni meteorologiche ed ambientali sfavorevoli.
Nello specifico, il progetto di ripristino è stato concepito dal Consorzio di 2° grado C.E.R. (con sede a Bologna) per risolvere alcune criticità riguardanti il degrado dei calcestruzzi, che compongono il rivestimento spondale del Canale ed i conseguenti franamenti delle arginature, verificati negli anni passati (anche negli inverni 2021 e 2022).
Il Canale Emiliano-Romagnolo è una delle più importanti opere idrauliche italiane; parte da S. Agostino, in provincia di Ferrara e termina in provincia di Rimini, in prossimità del torrente Fontanaccia, assicurando l’approvvigionamento idrico di un’area tra le più produttive a livello internazionale sotto il profilo industriale ed agricolo, ma povera di acque superficiali.
TOSCANA: CONCLUSA CAMPAGNA DI ASCOLTO DEL TERRITORIO
Sulla carta, che rappresenta il reticolo idrografico della città di Arezzo, affidato dalla Regione Toscana al Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede proprio nel capoluogo aretino), molti tratti sono evidenziati di rosso; sono i tratti da sottoporre a manutenzione ordinaria nel 2023: alcuni perchè, attraversando abitati ed infrastrutture importanti, hanno necessità di interventi con cadenza annuale; altri perché, in seguito ai sopralluoghi o segnalazioni, evidenziano criticità, che devono essere affrontate e risolte.
La mappa dei futuri cantieri comprende i tratti annuali: alcune porzioni del torrente Chiassa, di alcuni affluenti del fiume Arno, dei corsi d’acqua che scorrono nelle zone Maspino, San Polo e Antria; le casse di espansione di Cognaia e del torrente Bicchieraia, ultima opera affidata dalla Regione Toscana in gestione all’ente consorziale.
Saranno oggetto di manutenzione, inoltre, le aste fluviali, che attraversano le aree maggiormente urbanizzate: in particolare, uomini e mezzi si metteranno all’opera sui torrenti Vingone, Castro, Bicchieraia e Fosso Sellina/Fossatone; “sotto i ferri”, poi, passeranno i principali rami del bacino idrografico del Lota, dove gli interventi si spingeranno verso monte. In tutto sono oltre centoquaranta i chilometri di aste fluviali, interessate dalle operazioni di sfalcio e taglio selettivo della vegetazione, riprofilatura degli alvei e manutenzione delle opere idrauliche, nel solo comune di Arezzo; 220 i chilometri nell’Unità Idrografica Omogenea B, che comprende anche i comuni di Capolona e Subbiano. Il confronto con il Comune di Arezzo ha concluso un percorso in 54 tappe, attraverso altrettanti territori suddivisi in 3 province.
Resta l’importanza di investire su nuove opere per poter affrontare e risolvere criticità, che necessitano di risposte strutturali.
LOMBARDIA: DALLA PARTE DELLE AZIENDE AGRICOLE
Il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano), prima di rinnovare gli organismi amministrativi, ha approvato la relazione di fine mandato. Grazie a una puntuale programmazione degli interventi manutentivi sul reticolo, l’ente consortile è riuscito ad attuare numerose opere significative e tangibili, finalizzate all’ottimizzazione degli utilizzi dell’acqua ed al risparmio della preziosa risorsa idrica.
A fronte di una congiuntura particolarmente difficile, che ha provocato l’aumento inevitabile dei costi operativi, l’ente consorziale ha agito concretamente per non aggravare la situazione delle aziende agricole, prostrate da una crisi idrica senza precedenti nel corso della stagione irrigua, evitando loro un aumento dei contributi grazie alla solidità patrimoniale. Se da un lato l’attenzione della struttura consortile è sempre più rivolta all’ottimizzazione della gestione delle risorse esistenti, dall’altro l’integrazione delle fonti di approvvigionamento idrico è destinata a diventare determinante: “ETVilloresi” punta perciò all’attuazione di progetti con un alto profilo strategico e che necessariamente presuppongono risorse ed investimenti considerevoli.
L’ampliamento del canale Villoresi tra Monza ed il fiume Adda (per una lunghezza di oltre ventitre chilometri) con portata al tratto terminale sino a sei metri cubi al secondo, da rendere disponibile per il Naviglio Martesana a Cassano d’Adda; il potenziamento del canale derivatore di Vittuone e la contestuale creazione di nuove infrastrutture; il completamento del collegamento canale Villoresi-naviglio Grande a Milano a partire dall’area Mind (l’ex sito espositivo) al fine di trasferire sino a mc/s 2,7 all’area portuale, sia durante la stagione irrigua che nel corso delle “asciutte” del naviglio Grande: sono solo alcune delle azioni, che sarebbe necessario implementare.
Da ultimo, al fine di garantire lo svolgimento del servizio irriguo anche in condizioni di deficit idrico severo e consentire la distribuzione delle risorse disponibili attraverso tutte le bocche servite, la bacinizzazione del naviglio Grande e del naviglio Martesana rappresenterebbe una concreta possibilità per limitare gli effetti di periodi siccitosi come quello del 2022, cui il Consorzio di bonifica ha opposto una turnazione dei rilasci irrigui tra canali, mai sperimentata prima.
Oltre a ciò, il futuro dell’ente consorziale sarà sempre più votato al confronto costante con un’altra importante conseguenza dei cambiamenti climatici: il verificarsi di eventi meteorici violenti ed improvvisi, che presuppongono un approccio orientato alla tutela territoriale ed alla mitigazione del rischio idrogeologico, estremamente elevato in un Paese dalla fragile morfologia come l’Italia. Anche in questo l’ente consortile è pronto ad offrire, prima di tutto a Regione Lombardia, le proprie competenze e l’esperienza maturata nella gestione idrica.
LAZIO: ARANCIO BIONDO DI FONDI: APPROVATO PROTOCOLLO D’INTESA
E’ stato approvato il Protocollo d’Intesa tra il Consorzio di bonifica Lazio Sud Ovest (con sede a Fondi, in provincia di Latina) e l’Ente Regionale Parco dei Monti Aurunci per la realizzazione del progetto “Ossigeno – piantumazione Arancio Biondo di Fondi”.
L’Arancio Biondo, eccellenza del territorio di Fondi, è una varietà molto chiara di agrume con presenza di semi all’interno e che rischia di non essere più prodotto. Per evitare tale prospettiva, l’ente consortile vuole promuovere la plantumazione dei semi dell’agrume. Con la firma dell’accordo il Parco prenderà in carico 900 semi di arancio biondo per metterli a dimora nel proprio vivaio e poi restituirli all’ente consorziale in un triennio, a germinazione avvenuta, per la plantumazione nelle aree consortili.
Con questa iniziativa si intende tutelare e conservare una specie agricola in via di estinzione e che ha rappresentato per tanto tempo un prodotto tipico dell’agricoltura della Piana, oltre ad arricchire la vegetazione adiacente i canali di bonifica. |