Anno XXIV, n. 33 lunedì, 19 settembre 2022

DI FRONTE ALL’ALLUVIONE NELLE MARCHE

ANBI: NON ERAVAMO NÉ CASSANDRE, NÉ ALLARMISTI, CAMBIAMENTI CLIMATICI E SICCITA’ ESPONGONO L’ITALIA AD ALTO RISCHIO IDROGEOLOGICO. DA ANNI PROPONIAMO SOLUZIONI INASCOLTATE PER AUMENTARE LA RESILIENZA DEI TERRITORI

“Rabbia, tanta rabbia e tanto dolore per le persone, che stanno perdendo beni e soprattutto affetti familiari. Oltre a ciò, la consapevolezza che eventi meteo come quello, che sta colpendo le Marche, possono ripetersi già nelle prossime ore in altre zone d’Italia.  Nessuno ora dica di non sapere,  perché sono anni, che lo denunciamo in sintonia con la scienza, accrescendo l’allarme nei mesi scorsi: il territorio italiano è alla merce’ dei cambiamenti climatici e dell’estremizzazione degli eventi meteo dopo anni di mancati investimenti nella sicurezza idrogeologica dei territori.” A dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Ora – ha aggiunto Massimo Gargano., Direttore Generale ANBI - inizierà la litania della dichiarazione dello stato di calamità che, dati alla mano ristorerà solo il 10% dei danni subiti dalle persone, senza considerare l’incommensurabile perdita di vite umane e poi comincerà l’ennesimo stato d’emergenza con costi 5 volte maggiori degli interventi in prevenzione e lunghi tempi di  ricostruzione, cui si devono sommare le perdite per l’economia e lo sviluppo delle comunità.  Soprattutto ora, in campagna elettorale, comincerà l’uso dei verbi della buona volontà al futuro, quando da anni, come ora, ripetiamo che bisogna intervenire con urgenza per adeguare la rete idraulica del  Paese per la quale, nel 2020, abbiamo presentato un ennesimo Piano di Efficientamento con 858 interventi prioritari, perlopiù definitivi ed esecutivi, cioè cantierabili, capaci di aumentare resilienza ed occupazione, ma ancora disatteso.”
Ha concluso il Presidente ANBI, Vincenzi: “Lo ripetiamo ancora una volta a lettere cubitali, come l’Osservatorio ANBI  Risorse Idriche ha segnalato: l’Italia centrale è stata colpita da una straordinaria siccità, cui è collegato un poco percepito, ma alto rischio idrogeologico, conseguenza di finora inusuali fattori climatici, cui si uniscono terreni inariditi dalla siccità ed infrastrutture idrauliche, rese insufficienti anche dalla crescente cementificazione. ”

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

ARRIVA LA SICCITA’ DI FINE ESTATE IN CENTRO ITALIA: SORGENTI QUASI ASCIUTTE E DIFFICOLTA’ ANCHE PER IL POTABILE. IL NORD E’ IN LEGGERA RIPRESA MA LA SICILIA DIVENTA IL CATINO D’ITALIA

Secondo l’European Drought Observatory,  nella terza decade di Agosto il 25% dei territori europei  era in condizione di “alert” (rosso) ed il 35% di “warning” (arancione) per le condizioni idroclimatiche. Per il Consiglio Nazionale Ricerche il 38,5% delle aree agricole irrigate in Italia è interessato da siccità severa od estrema, così come il 9,1% dei terreni agricoli non irrigati ed il 20,9% dei prati-pascoli. Secondo lo European Join Research Center (JRC-EU), il  2022 è l’anno peggiore dal 1500 a causa del binomio temperatura-siccità.
“Sono dati climaticamente sconvolgenti ed assai difficili da interpretare per un futuro, comunque caratterizzato da forte instabilità. Ciò dovrebbe convincere anche i più scettici sull’urgenza di aumentare la resilienza idrica dei territori, realizzando bacini capaci di trattenere le acque di pioggia, che ormai arrivano in maniera imprevedibile”: era stato questo il drammaticamente profetico commento di Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, di fronte alle analisi ed agli sconcertanti andamenti resi noti dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
In quasi tutto il Centro Italia  il bilancio idrico 2022 è tra “molto” od “estremamente” secco  con un deficit, che si aggira  tra il 30% ed il 40% con inevitabile impatto sugli ecosistemi.
Si aggrava  la situazione idrologica di Umbria e Lazio. Nella prima, dove il deficit pluviometrico si attesta sul 40%, la situazione delle portate alle sorgenti è in molti casi peggiore dei siccitosi  2017 e 2012 con forte  crisi soprattutto per le acque appenniniche. Il lago Trasimeno  ha un livello inferiore alla soglia critica, mentre nell’invaso della diga Maroggia restano solamente 660.000 metri cubi d’ acqua per irrigare in una stagione calda, che non accenna a finire. Il fiume Tevere ed il fiume  Chiascio viaggiano intorno ad una portata prossima a quella del Minimo Deflusso Vitale.
Nel Lazio, il lago di Bracciano scende al livello più basso da dicembre 2020, mentre  quello di Nemi cala di 13 centimetri  in una settimana. Il lago di San Casciano alla diga Elvella è addirittura quasi quattro metri più basso di quanto non fosse l’anno scorso alla stessa data! In tutta la regione le portate delle sorgenti sono eccezionalmente scarse. In provincia di Viterbo è già stato necessario predisporre autobotti  per 6.000 persone e, se continuerà la siccità, potrebbero esserne interessate  circa quarantamila in 28 comuni; inoltre, la minore portata  riduce la diluizione delle acque e peggiora la loro qualità con relativi problemi di potabilizzazione. In provincia di Roma il deficit  idrologico è peggiore di quello del 2017. Nonostante 40 millimetri di pioggia, caduti in un paio d’ore, Tarquinia rimane la “comunità più assetata” con soli 157 millimetri caduti da inizio d’anno contro una media a fine Settembre di mm.356 ca. . Anche in provincia di Frosinone il perdurare della siccità potrebbe comportare la sospensione della fornitura idrica per 4.300 abitanti in 55 comuni. Per quanto riguarda i fiumi, sono ancora a livelli molto bassi: il Tevere, a Roma, ha una portata di circa 100 metri cubi al secondo, mentre l’Aniene vede ridursi ulteriormente le già esigue portate.
Cresce la preoccupazione in Abruzzo, dove le portate delle sorgenti nella Marsica sono in costante flessione come quelle del Chietino;  nell’Aquilano la portata media della sorgente Gran Sasso, nel periodo Gennaio-Agosto  2022 è inferiore di 26 metri cubi al secondo rispetto allo stesso periodo del 2021, ma è anche al di sotto di quanto registrato nel 2005, quando si registrò il record negativo di risorsa. I deficit pluviometrici più cospicui si segnalano sulle località di confine con il Lazio, sia nell’Aquilano che nella Marsica: si va dai - 250 millimetri di Carsoli ai  -330 millimetri di Canistro.
Nel  confinante  Molise, i livelli idrici nell’invaso della diga del Liscione registrano  circa tre metri in meno rispetto al mese di luglio, confermando il trend negativo da record, iniziato lo scorso anno.
In Toscana gli apporti meteorici sono stati consistenti ad Agosto su buona parte del territorio, con punte di circa seicento millimetri di pioggia in soli 5 giorni sulla costa livornese (impietoso il confronto con alcune zone della provincia di Roma o di Viterbo, dove da inizio d’anno sono caduti meno di  centonovanta millimetri di pioggia). Ciò nonostante, i fiumi Serchio  ed Ombrone restano al di sotto del Deflusso Minimo Vitale, cui tende anche l’Arno. Su tutta la regione, tranne che sull’Aretino, le temperature sono state più alte del normale anche ad Agosto.
Scendendo al Sud, sorprendente è la situazione idrologica in zone, che si è abituati a pensare come prossime alla desertificazione.
In Sicilia, ad Agosto sono piovuti mm. 273,8 su Messina; mm.135,29 su Siracusa; mm.119,6 su Ragusa; mm.74,8 su Caltanissetta; mm.57 su Palermo: questi dati mettono al sicuro i territori dalla siccità per i mesi a venire come già accaduto lo scorso anno; nella stessa isola, però, esistono anche  “sacche” di aridità come Agrigento, dove per tutto il mese scorso non si è vista una goccia di pioggia.
Analogo andamento pluviometrico localizzato si evidenza in Calabria, dove si passa da un minimo di mm. 56,6 a Crotone ad un massimo di mm. 256,9 a Reggio Calabria, ma anche, seppur in maniera meno eclatante, in Sardegna:  dai mm. 7,6 su Oristano ai mm. 70,9 su Alghero.
“Investire sulle infrastrutture idriche del Paese significa anche completare gli schemi irrigui, creando le condizioni per trasferire le acque fra  territori” ha indicato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
In Campania, i livelli idrometrici dei fiumi danno ancora una volta informazioni diversificate, ma tuttavia risultano in graduale miglioramento le condizioni di siccità nei bacini idrografici di Liri-Garigliano, Volturno e Sele; si segnala in calo il lago di Conza della Campania sul fiume Ofanto. In Puglia si registra un calo di circa sei milioni e mezzo di metri cubi nei principali invasi della regione, dove comunque resta attivo il saldo con i valori registrati nel  già ottimo 2021.
Cambiando orizzonte, il volgere al termine della seconda estate più calda degli scorsi 130 anni (fonte: Protezione Civile) e gli ultimi giorni di un’annata idrologica tra le più secche dei recenti decenni su buona parte del Paese  regalano una parziale ripresa dei livelli dell’acqua negli alvei del Nord Italia, uscendo dalla situazione emergenziale, che perdurava dal Dicembre scorso.
I livelli dei Grandi Laghi, ad eccezione del Garda, crescono (oltre trenta centimetri nel Lario in una settimana).
Se In Valle  d’Aosta migliora la condizione idrica di Dora Baltea e torrente Lys, in Piemonte  mancano ancora all’appello 371 millimetri di pioggia (il 46% in meno); nel siccitosissimo 2017, a fine anno, il deficit era stato del 33%. Alcuni bacini nella regione non hanno beneficiato delle piogge agostane e settembrine e questo è  riscontrabile nell’andamento delle portate dei corsi d’acqua, che attraversano quei territori: in una settimana la portata del Tanaro è calata di mc./sec. 10 e l’Agogna è tornata a quote idriche al di sotto del metro cubo al secondo; con portate intorno allo zero ci sono gli alvei di Orba, Belbo, Bormida e Chisola. Sono in calo anche i flussi di Stura di Demonte e Stura di Lanzo. Drammatica è la situazione nelle dighe della Baraggia, dove a fine Agosto si registravano volumi inferiori di quasi il 70% al critico 2017.
In Lombardia il fiume Adda, pur raddoppiando la portata, rimane ai minimi degli anni recenti, mentre le riserve idriche della regione registrano un lieve rialzo.
Riprende finalmente vigore il fiume Po, nonostante il deficit di portata rimanga ancora sotto la metà della media storica, pur allontanandosi dai livelli minimi raggiunti nelle scorse settimane e facendo così  arretrare il cuneo salino, che, fino a pochi giorni fa, era segnalato ad oltre venti chilometri dalla foce, contaminando i territori.
In Veneto, dove resta grave la situazione di falde sotterranee al livello minimo dei recenti 20 anni, il fiume Adige, beneficiando del surplus di pioggia (+67%) caduta sul bacino, vede un rialzo dei livelli, che restano comunque inferiori a quelli abituali del periodo. Nel resto della regione, per la prima volta dal Novembre 2021,  il bilancio pluviometrico è positivo, fatta eccezione per alcuni bacini (Tagliamento, Sile , Livenza e Lemene). Cresce il fiume Piave, mentre Livenza e Bacchiglione calano. L’invaso del Corlo nel bacino del Brenta risulta pieno al 33%, mentre gli invasi nel bacino del Piave trattengono il 51% della capacità.
In  Liguria importanti precipitazioni si sono registrate tra Agosto e Settembre soprattutto sulle province di Genova e Savona: tra i 70 ed i 170 millimetri di pioggia; nettamente inferiori i livelli pluviometrici registrati sul Levante della Spezia (poco più di trenta millimetri) e sulle località occidentali della provincia di Imperia (meno di trenta millimetri).
Infine, in Emilia Romagna i fiumi  subiscono leggeri cali (tranne il Reno): l’Enza ristagna sotto il minimo storico ed il bilancio pluviometrico sui bacini montani tra Parma e Trebbia è ancora largamente deficitario.

EMILIA ROMAGNA: IRRIGAZIONE SODDISFATTA NELL’ANNO NERO DELLA SICCITA’

Richiesta irrigua soddisfatta anche nella stagione 2022 (nonostante le criticità di un’annata che, secondo le rilevazioni idroclimatiche, è la più siccitosa da 70 anni a questa parte)  con un numero di irrigazioni (quasi  milleduecento) ed un volume di risorsa erogata (10 milioni di metri cubi) tendenzialmente stabili, rispetto ai valori della stagione scorsa, grazie alle eccezionali manovre a Foce Ongina (per consentire all’impianto consortile di derivare dal Po, sin quando possibile), alla presa straordinaria effettuata a monte della cassa di espansione del fiume Enza (per portare a maturazione le ultime colture e fornire sollievo all’ecosistema ed all’habitat del comprensorio dello Spelta), all’utilizzo a fini irrigui dell’acqua raccolta nel bacino di captazione di Medesano: è questa  la fotografia effettuata dal Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio”) al termine della stagione irrigua e che mostra sostanzialmente un quadro invariato rispetto al 2021, con oltre cinquemila ettari agricoli serviti.
La carenza perdurante di risorsa idrica, che aveva  caratterizzato gli equilibri idrologici del territorio parmense nei mesi invernali, si è prolungata inesorabilmente nel corso della primavera investendo poi, durante l’estate, ogni programmazione colturale, anche se realizzata con i crismi più adeguati per pianificare un utilizzo consapevole dell’acqua.
L’ente consortile ha impiegato, in modo capillare e per tutta la durata della stagione dell’irrigazione, uomini e mezzi per calibrare l’uso dell’acqua in modo da ottenere performances soddisfacenti, che ha raggiunto grazie ad una preventiva programmazione ottenuta con l’innovativo servizio di prenotazione anticipata dell’irrigazione, opzionabile con una semplice telefonata all’apposito numero verde.
La risorsa idrica nel Parmense arriva al mondo agricolo in via prioritaria grazie ai prelievi realizzati mediante l’utilizzo degli oltre venti impianti idrovori e di 7 pozzi consortili, che hanno generato complessivamente una derivazione d’acqua pari a 10 milioni di metri cubi; una percentuale di risorsa è stata disponibile grazie anche al trattamento delle acque opportunamente depurate dal servizio idrico IREN ed EmiliAmbiente. L’ente consorziale, nonostante le indubbie difficoltà di approvvigionamento, ha comunque soddisfatto tutte le richieste pervenute all’ente: più di milleduecento domande, che corrispondono ad un territorio di oltre cinquemilaquattrocento ettari di superficie colturale irrigata, che genera colture di pregio.
È stata l’alta pianura parmense a soffrire maggiormente la siccità, nell’area a Sud della via Emilia, a causa soprattutto delle scarse portate dei torrenti appenninici; diversamente, le aree a nord della via Emilia, grazie alla pur scarsa risorsa idrica presente nel fiume Po, alle acque reflue urbane depurate ed ai prelievi dalle falde sotterranee, hanno subito un impatto minore. In linea di massima, l’ente consorziale è così riuscito a soddisfare le richieste d’irrigazione per le colture di maggior pregio e valore economico, quali pomodoro ed orticole, che hanno precedenza. Solo nella parte conclusiva della stagione alle colture foraggere, come i prati stabili e artificiali, sono state indicate linee guida precise e ferree alle quali attenersi nelle singole modalità di pratica irrigua.
Ora l’importante è non abbassare la guardia perché, anche se la stagione è sì conclusa, diventa  essenziale individuare, con Istituzioni e portatori di interesse, tutte le soluzioni immediatamente spendibili, sia infrastrutturali che tecnologiche, per arginare le criticità; tutto questo in tempi rapidi, perché le difficoltà del 2022 non rappresentino, in modo sistemico, il modello con cui affrontare la sfida del futuro nel  territorio.

CARO ENERGIA: IN CAMPANIA GIA’ 20 MILIONI DI EURO PER MAGGIORI COSTI ENERGETICI! SIAMO AL BLOCCO DEGLI IMPIANTI IRRIGUI E DELLE IDROVORE

VINCENZI: “A RISCHIO LA SICUREZZA IDROGEOLOGICA E L’ECONOMIA DEI TERRITORI”

“Abbiamo chiesto  un intervento urgente alla Regione Campania, al fine di scongiurare un eventuale distacco delle utenze da parte degli enti gestori del servizio elettrico, con pesanti conseguenze per il comparto agricolo a causa dell’interruzione del servizio irriguo, ma anche per tutta la società civile, perché verrebbero a fermarsi le idrovore, che garantiscono sicurezza idrogeologica ai territori”: a segnalare il pericolo è stato  il Presidente ANBI Campania, Vito Busillo, a fronte di una bolletta energetica a carico dei Consorzi di bonifica ed Irrigazione, lievitata  di 20 milioni di euro, rispetto alle attese.
“Quello campano è un ulteriore, preoccupante segnale della situazione di grave difficoltà, che stanno vivendo i conti dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, schiacciati tra l’obbligo normativo di chiudere i pareggi in bilancio e la volontà di non gravare ulteriormente sui consorziati, cioè agricoltori e cittadini, già alle prese con i problemi della difficile congiuntura economica” ha commentato  Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
L’allarme arriva dopo una stagione irrigua estiva, condizionata da siccità e caldo torrido, che hanno comportato un aumento della domanda d’acqua da parte delle utenze in un contesto di scarsità, evidenziato dai livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Garigliano e Sele, spesso sotto le medie stagionali, a causa di una sofferenza idrica, iniziata sin dallo scorso Gennaio.
“Il sistema irriguo campano ha sostanzialmente tenuto – ha sottolineato  Busillo - nonostante l’eccezionalità delle condizioni ambientali: l’acqua nei campi non è mancata in una regione, dove i 104.570 ettari  bagnati da  impianti consortili superano il 50% della superficie irrigata complessiva.”
“La situazione registrata in Campania testimonia anche un’altra necessità per il Paese di fronte ai cambiamenti climatici: quella di nuove infrastrutture idrauliche a servizio del territorio, perché a favorire la resilienza dell’agricoltura nella regione sono stati, infatti, gli investimenti in moderne tecnologie irrigue:  circa trecentoquindici milioni di euro sono stati  spesi negli anni su circa cinquemila chilometri di reti irrigue in pressione – ha precisato  Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Disporre oggi di vasche di compenso per accumulare acqua di notte e distribuirla di giorno, attraverso efficienti reti, su richiesta dell’agricoltore assistito dal consiglio irriguo satellitare, ha consentito di ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica in un contesto oggettivamente difficile. Sul piano nazionale ANBI ha da tempo individuato e proposto 858 interventi primari di efficientamento della rete idraulica, perlopiù già cantierabili; l’investimento previsto è di circa quattro miliardi e trecentotrentanove milioni di euro, capaci di garantire oltre ventunmila posti di lavoro.”

VENETO: SI INTERVIENE CONTRO IL RISCHIO CROLLO

Stanno volgendo al termine i lavori del Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) per la messa in sicurezza idraulica del fiume Tione delle Valli in comune di Sorgà.
I lavori si sono resi necessari per risolvere il rischio causato dalle precarie condizioni strutturali dello storico mulino di Pontepossero: l’edificio si presenta in condizioni tali da non escludere, soprattutto in concomitanza con i sempre più frequenti eventi di piena, il crollo di parte del corpo di fabbrica all’interno dell’alveo; oltre alle precarie condizioni del mulino, le paratoie esistenti risultano inadeguate rispetto alle portate di piena, verificatesi negli anni scorsi. Il fiume Tione delle Valli è un corso d’acqua vincolato e per questo motivo l’ente consortile ha anche redatto una relazione paesaggistica.
I lavori hanno un costo complessivo di 1,5 milioni di euro (fondi per la prevenzione del rischio idraulico e mitigazione danni post VAIA) e sono previsti in ultimazione per fine Settembre.

EMILIA ROMAGNA: PROVE TECNICHE

Il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città) ha ottenuto l’autorizzazione del Parco del Ducato per eseguire le prove tecniche, utili alla definizione della miglior tecnica da impiegare per la continuazione dei lavori di ristrutturazione del Traversante Mirafiori: ad essere esaminato  sarà il terreno, in seguito ad un cedimento della parte superficiale, avvenuta nei mesi scorsi durante la realizzazione della galleria in sponda sinistra. Attualmente i lavori sono circa al 60%: restano da realizzare il recupero della traversa in sponda destra e la restante parte della galleria sotterranea in sponda sinistra.
Il Traversante Mirafiori è un’opera idraulica costruita nella seconda metà dell’800 nei pressi di Mirafiori di Rivergaro per derivare le acque di subalveo ad incremento delle portate superficiali, già raccolte nelle prese a S. Agata, Ca’ Buschi e La Caminata, che alimentano la Condotta piacentina delle acque di destra e sinistra Trebbia. Il Traversante è costituito da una galleria drenante, appoggiata ad un muro affiorante, che costituisce lo sbarramento della Traversa.
L’opera è realizzata ortogonalmente al corso del Trebbia. Come conseguenza dei regimi di piena del torrente, la galleria drenante ha subito rilevanti danni ed il crollo della parte centrale nel 2009. Il completamento del Traversante Mirafiori, oltre al fatto che sarà totalmente mascherato sotto il fondo dell’alveo,  non comporterà impatti sul territorio, permetterà una misurazione puntuale del Deflusso Minimo Vitale  ed il superamento dell’attività di movimentazione della ghiaia dal fiume Trebbia a vantaggio dell’agricoltura, ma anche dell’ambiente.
Con la ristrutturazione del Traversante, il nuovo sistema di prelievo sarà flessibile e modulabile: sarà infatti sufficiente movimentare le paratoie sulle aperture previste in corrispondenza dell’immissione di ogni galleria drenante per poter regolare la portata derivata.
Sarà poi possibile il passaggio della fauna ittica anche in condizioni di minima portata, grazie alla scala di risalita dei pesci che verrà realizzata in massi. L’intervento è finanziato dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.) del Ministero delle infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Piano Straordinario Invasi).

LOMBARDIA: IL RILANCIO ECONOMICO PASSA ANCHE ATTRAVERSO LA DIFESA IDROGEOLOGICA

Per qualche settimana il torrente Trobbia, in comune di Gessate, è stato oggetto di un intervento ricompreso nell’ambito del Piano Regionale per il rilancio economico. Gli interventi, affidati al Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano), hanno interessato un tratto di torrente lungo circa millecento metri.
Le attività, oltre alla sistemazione idraulica, hanno riguardato anche la realizzazione di una nuova briglia in corrispondenza dell’immissione della roggia Crosina nel Trobbia. I lavori hanno un valore complessivo  di oltre centomila euro.

TOSCANA: PRONTO INTERVENTO

Preziosa collaborazione tra enti pubblici in un recente “pronto intervento” del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto).
Il Comune di Chiusdino aveva infatti segnalato una criticità su un tratto del fiume Merse, in località Le Vene: una serie di tappi di legname, accumulato a ridosso di un attraversamento stradale, causavano un ostacolo al regolare scorrimento delle acque verso valle; ne conseguivano esondazioni nei terreni adiacenti con rischio anche per la stabilità del guado, aumentando il pericolo per l’incolumità pubblica.
L’ente consortile, oltre alle manutenzioni ordinarie inserite nel piano annuale della bonifica, garantisce interventi rapidi per gestire criticità, che si verifichino lungo il reticolo idraulico; a tal fine è però fondamentale la collaborazione del territorio, come in questo caso dell’Amministrazione Comunale di Chiusdino.

PUGLIA: AZIONE CONGIUNTA CONTRO FURTI IDRANTI

Nel corso di operazioni di controllo del territorio, eseguite dal Servizio Ispettivo del Consorzio di bonifica Capitanata (con sede nel capoluogo dauno) con il supporto della Legione Carabinieri “Puglia” (stazione di Foggia) sono stati rinvenuti diversi idranti sottratti dal distretto 6/A Fortore in agro di San Severo, facenti parte dell’impianto pubblico di irrigazione, gestito dall’ente consortile.
In considerazione dell’avvio del relativo procedimento penale dinanzi al Tribunale di Foggia, è intendimento della “Capitanata”, quale parte offesa, costituirsi  parte civile nei confronti degli imputati. Quella dei furti è una situazione, che l’ente consorziale cerca di arginare con ogni mezzo ed un controllo sempre più  intenso del territorio, svolto congiuntamente con le forse dell’ordine, il cui intervento  si è rivelato di fondamentale importanza.

VENETO: UN’OASI VIVA

Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha presentato pubblicamente a Fossò il progetto "Estensione dell'area umida di Dolo per l'ottimizzazione della gestione delle acque nella Riviera del Brenta".
L'opera prevede l'ampliamento di un’area, già realizzata, con un altro bacino multiobbiettivo di 10 ettari con una capacità d'invaso di circa centomila metri cubi.
La durata stimata dei lavori è di 2 anni. L’ intervento, che si inserisce a pieno titolo nel “Piano Laghetti” proposto da ANBI e Coldiretti, andrà ad arricchire la disponibilità idrica sul territorio, ma anche fungerà da bacino di laminazione  in occasione di forti avversità atmosferiche, nonché avrà valenza ambientale e di tutela della biodiversità: sarà insomma “un'oasi viva". I comuni di Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara,  Dolo, Fossò, Vigonovo, Stra, la Città Metropolitana di Venezia e le associazioni di categoria hanno accolto favorevolmente l'intervento,  riconoscendo  la lungimiranza dell’ente consortile nel progettare tali interventi  alla luce dei cambiamenti climatici.

TOSCANA: GIORNATA DEMO LIVE

Si chiama NoDig, l’alternativa sostenibile agli interventi che, tradizionalmente, vengono realizzati con scavi e demolizioni. Il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), nelle sue scelte operative sempre più  “green”, l’ha sperimentata con successo per realizzare attraversamenti a basso impatto ambientale.
Proprio per questo è stato scelto da Servizi a Rete, il network di comunicazione delle utility italiane, come partner della giornata educativa, formativa e dimostrativa tenutasi nel capoluogo aretino.
La testimonianza dell’ente è stata infatti al centro del workshop che, oltre all’incontro in aula, prevedeva una dimostrazione pratica “en plein air” nell’area antistante la sede dell’ente consortile.
La tecnica NoDig è estremamente vantaggiosa e ha trovato applicazione nella realizzazione dei distretti irrigui per consegnare l’acqua alle imprese agricole; evitare gli scavi significa ridurre tempi e demolizioni, nonchè consente l’accorciamento dell’iter autorizzativo.
L’iniziativa formativa ha ottenuto il riconoscimento del Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della provincia di Arezzo e dell’Ordine dei Geologi della Toscana.

VINCENZI E GARGANO AL FESTIVAL DELL’ACQUA

Il Presidente ANBI,  Francesco Vincenzi, interverrà nella mattinata di giovedì 22 Settembre p.v. alla sessione parallela “Le azioni di controllo sugli utilizzi idrici attuati dai Distretti Idrografici nell’Italia settentrionale e le misure per la gestione delle risorse idriche” nell’ambito del Festival dell’Acqua, organizzato a Torino da “Utilitalia”; l’appuntamento sarà al Centro Congressi Lingotto. Nella stessa mattinata, il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà da remoto, alla sessione plenaria “Rassegna di interventi di mitigazione e adattamento”.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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