VINCENZI: “L’INSERIMENTO DELLA SALVAGUARDIA AMBIENTALE IN COSTITUZIONE È UN ATTO DI FONDAMENTALE IMPORTANZA PER IL PRESENTE ED IL FUTURO DEL PAESE. ORA CI ASPETTIAMO SCELTE POLITICHE CONSEGUENTI AD INIZIARE DALLA LEGGE CONTRO IL CONSUMO DEL SUOLO”
“L’inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi in Costituzione è non solo un significativo atto di responsabilità verso le generazioni future, ma un fondamentale diritto civile, riconosciuto al territorio, che auspichiamo sia perno del nuovo modello di sviluppo, cui l’Italia deve ambire.
Ora, però, ci aspettiamo scelte politiche conseguenti ad iniziare dall’approvazione della legge contro il consumo di suolo, che giace da circa 9 anni nei meandri parlamentari.
Ogni giorno, in Italia continuano ad essere impermeabilizzati 15 ettari di territorio, cioè 2 metri quadri al secondo, incrementando la fragilità del Paese di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico.”
A dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
VOLATA FINALE PER L’ASSEGNAZIONE DEL FORUM MONDIALE SULL’ACQUA 2024
IN ITALIA, UNA DELEGAZIONE DEL WORLD WATER FORUM
È stata in Italia una delegazione del Council World Water Forum per valutare la candidatura di Firenze-Roma-Assisi ad ospitare il X Forum Mondiale dell’Acqua, che si terrà nel 2024.
L’ANBI è componente del “board” tecnico di direzione ed il suo Direttore Generale, Massimo Gargano, è stato presente all’evento inaugurale a Roma con la partecipazione di Luigi Di Maio e Marina Sereni, rispettivamente Ministro e Viceministro degli Esteri; Dario Nardella, Sindaco di Firenze; Stefania Proietti, Sindaca di Assisi; Ornella Segnalini, Assessora al Comune di Roma.
“Sono molto fiducioso – ha dichiarato il DG ANBI – sul raggiungimento di un obiettivo, che sarà decisivo per affermare, anche nel nostro Paese, principi di etica e sostenibilità ambientali, declinati nel contrasto ai cambiamenti climatici ed all’eccessivo consumo di suolo. La tutela della risorsa idrica è non solo elemento di vita, ma fonte di quella biodiversità alla base della bellezza del territorio italiano, nonché fattore di sviluppo economico ed occupazionale.”
CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER IL DEFICIT IDRICO IN ITALIA:
ORA TOCCA ANCHE IL CENTRO SUD E REGISTRA LE PRIME CONSEGUENZE AMBIENTALI. UNICHE ECCEZIONI: ABRUZZO, CALABRIA E SARDEGNA
Mentre si allarga al Centro-Sud Italia la preoccupazione per il deficit idrico, che sta colpendo il Paese, è al Nord, che si stanno battendo tutti i record negativi: decresce anche il lago di Garda ed il lago d’Iseo registra una percentuale d riempimento pari solo al 13,6%, mentre il Maggiore ha un’altezza inferiore di circa 76 centimetri alla media del periodo.
“E’ un quadro allarmante, quello che emerge dal report settimanale del nostro Osservatorio Risorse Idriche – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – A fronte di tale quadro, il cui futuro è affidato alla magnanimità del fato meteorologico, è fondamentale che il recente inserimento della tutela ambientale fra gli obbiettivi della Costituzione, non sia solo una mera, per quanto importante, affermazione di principio, ma sia l’avvio di un nuovo, quanto urgente paradigma operativo per il Paese.”
A NordOvest la neve scarseggia perfino in Valle d’Aosta, dove non si registrano significative precipitazioni da circa un mese e l’innevamento pare indirizzato a segnare nuovi minimi storici; questa condizione si ripercuote sul principale fiume della regione, la Dora Baltea, che questa settimana vede ridotta la sua portata da 29,7 a 19,50 metri cubi al secondo (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta). Da inizio dell’anno, in Piemonte, le precipitazioni sono inferiori del 93% sulla media storica e le temperature hanno toccato, in alcune occasioni, il massimo storico del periodo. La neve è molto scarsa e le portate del fiume Po sono più che dimezzate rispetto all’anno scorso, ormai evidenziando acclarate “caratteristiche di magra”, nonchè i primi segnali di danni all’habitat; a Torino è stata registrata una portata di 29,2 metri cubi al secondo, mai toccata nel 2020, neppure nel periodo estivo di massima calura!
“Se ovviamente l’attenzione è soprattutto concentrata sul futuro delle produzioni agricole e quindi del cibo – ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - non vanno comunque dimenticati le ancora poco conosciute conseguenze dell’attuale situazione climatica sugli ecosistemi, dove comunque si sta assistendo alla riduzione di specie autoctone, sopraffatte dall’arrivo delle cosiddette tipologie aliene, più adatte a riprodursi in condizioni ambientali estreme.”
Rimanendo sul Grande Fiume, ma nel tratto lombardo-emiliano, si segnala il record negativo di Piacenza, che tocca il punto più basso dei recenti 15 anni, scendendo addirittura sotto al livello dell’eccezionalmente negativa annata idrologica 2015-2016 (fonte: ARPAE) ed anticipando analoga sorte, permanendo le attuali condizioni, anche sul resto dell’asta fluviale. Non solo Po, comunque: sono in calo anche gli altri fiumi piemontesi (portata fiume Tanaro: mc./sec. 24,8 contro mc./sec. 197), mentre l’Adda torna a fare registrare la portata più bassa dal 2017 in una Lombardia, dove il divario tra le riserve idriche, attualmente accumulate e quelle del passato continua ad aumentare (-54,4% sulla media storica con un volume di neve, stimato in solo 578,9 milioni di metri cubi contro i quasi tremilaottocentodiciannove milioni dell’anno scorso ed una media dal 2006, pari a Mmc. 1911,80!).
Spostandosi a NordEst, il fiume Adige segna l’altezza idrometrica più bassa dal 2014 e gli altri corsi d’acqua del Veneto non fanno meglio: portate più che dimezzate rispetto al 2021 con il livello della Livenza inferiore di oltre due metri (fonte: ARPA Veneto); per quanto riguarda il deficit pluviometrico regionale, a Gennaio è indicato in -53% con picchi nei bacini di Adige (-68%) e Brenta (-66%). In Friuli Venezia Giulia, il fiume Natisone è praticamente “in secca”, toccando una portata minima di 0,7 metri cubi al secondo. In Liguria, i dati parlano di un aumento delle temperature minime di oltre mezzo grado negli ultimi 30 anni; la siccità ha iniziato a mettere in difficoltà i territori di Ponente: ad Imperia il torrente Impero è praticamente in secca ed a Ventimiglia il Roja, il torrente più importante, è nella stessa situazione (fonte: ARPAL).
A Levante, i quantitativi minimi per permettere l’attuale richiesta irrigua sono garantiti ma, se persisterà l’attuale condizione, l’estate si annuncia difficile. I dati delle centraline idrometriche a Gennaio sono sconcertanti: ad Imperia sono caduti 4 millimetri di pioggia contro i mm. 70,6 del 2020; a Savona mm. 7,4 contro i mm.71 di due anni fa. In Emilia Romagna, dove mezza regione pare essere dimenticata dalla pioggia, i fiumi sono “a secco” con portate estive.
Oltre al Nord, la situazione più grave è quella della Toscana, dove le portate dei corsi d’acqua sono tutte ampiamente al di sotto della normalità (fiume Arno: mc./sec. 13.80 contro una media a Febbraio di mc./sec. 110,82!). Importanti cali di portata si registrano anche nei fiumi delle Marche (altezza idrometrica dell’Esino: cm. 29, ma l’anno scorso era cm. 107!) e del Lazio, dove sono gli alvei del bacino del Liri-Garigliano a mostrare i segnali di maggiore sofferenza (tutti ai minimi dal 2017).
In Campania, i fiumi Garigliano, Volturno e Sele si posizionano su valori inferiori alle medie del periodo, segnando l’ingresso della regione in una fase di siccità invernale, dove si segnalano in calo anche i volumi trattenuti nel lago di Conza e nei bacini del Cilento (quello sotteso alla diga di Piano della Rocca sul fiume Alento contiene il 48,31% rispetto ad un anno fa).
In Umbria, i dati pluviometrici sono più bassi rispetto al passato, così come i volumi invasati nella diga di Maroggia e l’altezza idrometrica del lago Trasimeno, la più bassa dal 2010. Nella Bassa Valle del Tevere, la portata del “fiume di Roma” è in linea con le annate più siccitose ed al rilevamento di Monte Molino, a monte del lago di Corbara, con un’altezza idrometrica di m. 0,58 (media storica m. 1,28), si ha il valore più basso del decennio con un livello inferiore di oltre due metri e mezzo rispetto ad un anno fa. In Basilicata i principali bacini trattengono oltre venti milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto all’anno scorso, così come in Puglia, dove sul “granaio d’Italia” nel Tavoliere è piovuto la metà del 2021.
Tra i pochi dati positivi vanno segnalati quelli degli invasi di Penne, in Abruzzo e di Sant’Anna, in Calabria: entrambi sono al top degli anni più recenti; bene anche la Sardegna, dove i volumi invasati a Gennaio sono superiori alla media degli scorsi 12 anni.
UMBRIA: SITUAZIONE CRITICA PER SICCITA’
C’è grande preoccupazione al Consorzio di bonificazione Umbra (con sede a Spoleto, in provincia di Perugia) per le disponibilità idriche in un inverno finora avaro di piogge significative, indispensabili per riempire i bacini necessari a soddisfare le esigenze irrigue del periodo primaverile-estivo.
Gli impianti irrigui “a pioggia” (distretti “Valle di Spoleto”, “In destra fiume Topino nel comune di Foligno”, “Piana di Trevi e Montefalco nei comuni di Trevi, Montefalco e Castel Ritaldi”) e “a scorrimento” (distretti “In sinistra fiume Topino”, “Bordoni”, “Rioveggiano e Canale Formella in comune di Foligno”) ricevono acqua di superficie, che deriva dalla diga di Arezzo e dai fiumi Menotre, Topino e Clitunno: i suddetti corsi d’acqua sono tutti in sofferenza con le portate in progressivo calo. La diga sul torrente Marroggia, in località Arezzo di Spoleto, registra un volume disponibile per l'irrigazione, pari al 36,35 %.
L’impianto irriguo consortile coinvolge circa tremilacinquecento ettari di terreno con 2.200 utenze e, a fronte del ripetersi sempre più frequente di fasi di scarsità idrica, l’ente consortile sta operando per rendere gli impianti più efficienti, ridurre le perdite ed incentivare il risparmio dell’acqua irrigua.
Il monitoraggio sui distretti irrigui e le loro esigenze specifiche, anche in vista delle prime semine primaverili, è continuo; ciò per predisporre efficaci modalità distributive ed anticipare le soluzioni per eventuali criticità localizzate di scarsità idrica.
L’ente consortile ha infine chiesto l’urgente attivazione dei tavoli di concertazione per identificare, nel rispetto delle priorità normative, le necessarie compatibilità fra i molteplici interessi gravanti sulla risorsa acqua.
VENETO: FORTI PREOCCUPAZIONI PER LA STAGIONE IRRIGUA
Da quasi quattro mesi non piove e forti sono le preoccupazioni del Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Cittadella, in provincia di Padova) sia in vista dell’ormai prossima stagione irrigua, sia per mantenere i flussi minimi nella capillare rete idraulica del territorio e senza i quali nascono problemi igienico-sanitari ed ambientali.
La criticità della situazione idrica è oggettiva: lo scorso anno la portata fluente del fiume Brenta si attestava a 37.29 metri cubi al secondo, quest’anno a 9.49 (-27.8 mc/sec); la quota del bacino del Corlo, principale invaso montano ed indispensabile riserva idrica, si attestava l’anno scorso a 262.27 metri sul mare, quest’anno è pari a 253.52 (-8.75 metri); l’ultima pioggia significativa risale ai primi del mese di novembre 2021; la piovosità accumulata tra 1 Gennaio e 5 Febbraio 2021 è stata pari a mm. 46.2, mentre quella dello stesso periodo di quest’anno è di mm. 13.6 (-mm. 32.6); la quota della falda rilevata a Cittadella nel 2021 era di 40.8 metri sul mare, mentre attualmente risulta essere di 39.48 metri (- 1.32 metri); la scorta di neve in quota è molto minore rispetto a quella presente nello stesso periodo del 2021.
L’ente consortile ha da tempo avvertito sui rischi del cambiamento climatico e sottoposto all’attenzione la necessità ormai evidente di realizzare opere compensative per risparmiare l’acqua (impianti pluvirrigui) e tesaurizzarla (bacini di regolazione).
EMERGENZA “TORRENTE” PO: SI STANNO INSABBIANDO LE IDROVORE!
CORSA CONTRO IL TEMPO PER GARANTIRE CIBO ED ECONOMIA
Arriva dall’Emilia Romagna l’ennesima conferma dell’andamento ormai “torrentizio”, assunto dalle portate del fiume Po, conseguenza del cambiamento climatico: il susseguirsi dei periodi di magra (invernale ed estiva) sta provocando l’insabbiamento degli impianti idrovori di Boretto, nel reggiano.
Complici il drastico calo di portata del Grande Fiume e la scarsa piovosità di quest’anno, sta riemergendo un imponente quantità di detriti, costringendo il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale ad una lotta contro il tempo per liberare l’area prima dell’avvio definitivo dei prelievi irrigui a servizio delle aree agricole delle province di Reggio Emilia, Modena e di parte del Mantovano. Anno dopo anno, il problema ha ormai assunto caratteri endemici, causando disagi ed aggravio dei costi. Il tutto è stato ripetutamente segnalato agli organi idraulici competenti ma, in attesa del loro intervento, il locale ente consortile è costretto a provvedere autonomamente per la rimodellazione di un tratto anche dell’alveo del Canale Derivatore.
“Quanto sta accadendo lungo il fiume Po è la testimonianza di un Paese in costante ritardo di fronte ad un’emergenza climatica dai caratteri sempre più evidenti, come sta dimostrando anche l’attuale siccità fuori stagione. È necessaria un’assunzione di responsabilità collettiva altrimenti anche la straordinaria opportunità del Recovery Plan diverrà un’occasione sprecata” ha ammonito Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
L’intervento in atto a Boretto Po consiste nella rimozione dei materiali sedimentati in alveo ed il cui volume da asportare è stimato in 16.000 metri cubi.
“Quello della manutenzione dal progressivo interrimento è un problema, che interessa tutti i corpi idrici. Basti pensare – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – che il nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese prevede l’asporto di oltre settantadue milioni di metri cubi da 90 bacini, aumentando così di circa il 10% la loro capacità; il costo stimato è di quasi duecentonovantuno milioni di euro, capaci però di attivare circa millequattrocentocinquanta posti di lavoro. Come continuiamo a ripetere: serve un grande Piano di Manutenzione del Territorio ed ogni giorno, che passa, complice l’irrefrenabile consumo di suolo, ci espone ai crescenti rischi dell’estremizzazione degli eventi atmosferici.”
VENETO: IMPORTANTE ACCORDO NEL SEGNO DEL PNRR
La consolidata collaborazione tra Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) e Comuni del comprensorio ha subito un’importante accelerazione con l’obbiettivo di trasformare le analisi delle criticità idrauliche, evidenziate dai Piani delle Acque, in progetti di fattibilità tecnico-economica, che comprendano interventi di riduzione del rischio idraulico, ma anche di valorizzazione delle vie d’acqua e di rigenerazione urbana.
Un’importante opportunità per la realizzazione di queste opere è offerta in questi giorni dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), che offre ai Comuni la possibilità di candidare questi progetti a finanziamento attraverso un bando in scadenza il 15 Febbraio p.v. e con un secondo previsto per Marzo. Protagonisti di questa fase saranno i Comuni, avendo però l’ente consortile nel ruolo di ideatore e coordinatore di una complessiva azione di riqualificazione territoriale.
L’insieme dei progetti prevede complessivamente lavori per quasi centodieci milioni di euro interessanti sia il potenziamento delle reti di smaltimento delle acque piovane, sia l’adeguamento delle sponde e delle arginature delle principali rogge, unendo gli interventi, ove possibile, alla creazione di bacini di laminazione in aree verdi, inserite nel contesto cittadino e di percorsi dedicati alla mobilità lenta; in qualche caso, il progetto prevede anche la realizzazione di un nuovo impianto di pompaggio a servizio del centro urbano.
Nella prima tranche di richieste, che concorreranno al bando del 15 Febbraio p.v., si inseriscono 14 interventi dedicati alla resilienza dei centri urbani, per un totale di circa tentaquattro milioni di euro. A questi progetti si uniscono 2 grandi gruppi d'interventi di analogo importo e che l’ente consorziale sta direttamente proponendo al finanziamento pubblico del P.N.R.R. .
Il primo riguarda la realizzazione di opere di distribuzione delle acque irrigue ("acque ambientali"), il secondo interessa il potenziamento delle opere idrauliche per fronteggiare l'innalzamento dei livelli marini in un territorio per buona parte posto sotto il livello del mare.
LOMBARDIA: INSIEME PER NUOVI PROGETTI
È stato definito uno schema d’accordo tra una serie di Comuni dell’Altomilanese, il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) ed il Consorzio Parco Alto Milanese.
L’intesa è finalizzata alla predisposizione di proposte di piani integrati da trasmettere alla Città Metropolitana di Milano, cui le disposizioni per l’attuazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza hanno assegnato risorse per un ammontare complessivo di oltre duecentosettanta milioni di euro per l’attuazione di progetti relativi al potenziamento dell’inclusione sociale e della rigenerazione urbana all’insegna dell’ecosostenibilità nelle “smart cities”.
L’assemblea dei Sindaci del Patto dell’Alto Milanese ha condiviso un progetto di massima, interessante l’intera area: oltre ad un sistema di “electric bike sharing”, vi trovano spazio una serie di progetti ambientali, implementabili lungo le vie d’acqua e le “greenway” come il canale Villoresi.
EMILIA ROMAGNA: MIPAAF PREMIA PROGETTO IN PNRR
Il P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) premia il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”), che vede approvati una serie di interventi di ammodernamento e adeguamento idraulico-irriguo nel comprensorio del comune di Sissa-Trecasali, facenti capo alla locale canalizzazione nota come Canale degli Ottomulini.
L’ambizioso progetto avrà un costo di realizzazione, finanziato da un piano straordinario di quasi otto milioni di euro e sarà uno dei lavori più rilevanti in anni recenti nel territorio parmense. L’area interessata è estesa su ben 4.000 ettari a NordOvest di Parma e si sviluppa attraverso gli abitati di Borgonovo, Sissa, Trecasali, Ronco Campo Canneto, per una lunghezza complessiva di quasi dieci chilometri.
I lavori previsti sono principalmente mirati al ripristino funzionale (strutturale ed idraulico) dell’intero canale irriguo e degli impianti collegati, mediante migliorie sul rivestimento, sulle opere e sugli impianti idraulici (Borgonovo e Bastella). Di particolare rilevanza sono anche gli innovativi sistemi di telecontrollo ed i misuratori idrici, nonché le apparecchiature finalizzate alla gestione da remoto delle paratoie per la distribuzione dell’acqua.
L’intervento sul tratto Ottomulini avrà un impatto ambientale, pressoché nullo e, oltre alla tutela ambientale, affiancherà la maggiore efficienza energetica del sistema attraverso le opere elettromeccaniche, previste sugli impianti.
VENETO: PIU’ SICUREZZA IDRAULICA
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha avviato i lavori di manutenzione straordinaria dello scolo Fiumicello per la messa in sicurezza del territorio del comune di Piove di Sacco.
I lavori stanno procedendo a pieno regime su due fronti perché, con la stagione irrigua, dovranno essere sospesi. Gli interventi vanno a beneficio di un bacino idraulico di 10.000 ettari, che comprende, interamente o in parte, il territorio di 13 comuni: Piove di Sacco, S. Angelo di Piove, Legnaro, Saonara, Padova, Vigonza, Noventa Padovana, Ponte S. Nicolò, Polverara, Brugine, Vigonovo, Fossò e Campolongo Maggiore.
Dopo un’iniziale fase procedurale sono stati aperti 2 cantieri: nel primo si sta eseguendo l'escavo e la pulizia del fondo dello scolo Fiumazzo e che permetterà un miglior deflusso nel tratto compreso tra Corte di Piove di Sacco e Lova di Campagna Lupia; Il secondo, in comune di Piove di Sacco, interessa invece lo scolo Fiumicello, dove si sta provvedendo al ripristino delle sponde.
La fase successiva degli interventi (la Regione Veneto ha stanziato 3.500.000 euro nell'ambito dei fondi statali, assegnati per l'emergenza conseguente alla tempesta Vaia) prevede l'escavo del fondo dello scolo Fiumicello e l'automazione ed il telecontrollo delle paratoie di regolazione idraulica, in modo da poter effettuare le manovre da remoto con tempestività.
TOSCANA: INDISPENSABILE COLLABORAZIONE
Alcune segnalazioni di cittadini per una criticità sul fosso Val di Montone a Siena hanno messo in moto il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto): la caduta di piante di pioppo aveva, infatti, ostruito il regolare scorrimento delle acque e il pronto intervento dell’ente consortile ha permesso di liberare la sezione idraulica.
Esondazioni ed allagamenti, più probabili per la presenza di piante nell’alveo, avrebbero potuto mettere in pericolo gli automobilisti ed anche i pedoni. Come sempre i lavori sono stati eseguiti nel rispetto delle direttive regionali sulla manutenzione dei corsi d'acqua, nel rispetto della flora e della fauna.
Il monitoraggio dell’ente consorziale anche sui corsi d’acqua nel senese è continuo, ma non può essere in grado di individuare in tempo reale tutte le criticità presenti; per questo, è fondamentale la collaborazione tra enti pubblici e popolazione.
EMILIA ROMAGNA: PRESA DI CONOSCENZA
Alessio Mammi, Assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna, ha recentemente partecipato al Consiglio del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara (con sede nella città estense) per essere informato sui nuovi progetti di gestione dell’ente consortile e le criticità del territorio locale.
L’ente consorziale ha imboccato una strada di piena apertura verso i cittadini e le Istituzioni al servizio del territorio e della sua agricoltura. Ne sono esempio l’elaborazione e la condivisione del progetto “Idropolis”, un vero e proprio piano strategico per lo sviluppo sostenibile del comprensorio; in tale cornice sono inseriti interventi concreti sulle infrastrutture (molti già in fase di realizzazione), grazie alle risorse, che stanno arrivando dalla Regione Emilia-Romagna e dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza per un importo complessivo, pari a 80 milioni di euro.
Il primo tema cruciale è quello delle infrastrutture, che devono essere ripensate e adeguate alle nuove esigenze, sia in termini di servizi per l’agricoltura che in termini di difesa idraulica; in secondo luogo, è determinante trovare nuove soluzioni di contrasto al cuneo salino; infine, il problema degli animali .fossori, quali le nutrie.
“L’acqua è vita ed è un asset competitivo per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna” ha concluso l’Assessore, Mammi, esprimendo apprezzamento per l’attività dei Consorzi di bonifica.
TOSCANA: CONSORZIO DI QUALITA’ CERTIFICATA
Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) si conferma un ente di qualità: ha infatti ottenuto da “Certiquality” il rinnovo triennale della certificazione del sistema di gestione integrato qualità-ambiente-sicurezza.
Come in un’azienda, il sistema integrato consortile definisce procedure ed istruzioni operative, nonché indicatori per misurare le performances dei diversi processi: dall’esecuzione dei lavori al rilascio di concessioni, alla parte amministrativa. Viene così confermata la triplice certificazione, secondo le norme ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001, in tutte le sedi territoriali. Anche grazie al sistema di gestione integrato, in questi anni si sono migliorati tempi e modalità di esecuzione dei lavori, efficientata la gestione ottenendo significative economie di spesa, migliorate le performances ambientali, presidiate in modo efficace la sicurezza e la salute dei lavoratori.
In merito alla gestione ambientale il sistema ha consentito di realizzare gli obiettivi della dichiarazione di emergenza climatica, anche attraverso i nuovi strumenti del Piano Triennale per l’Ambiente e le Energie Rinnovabili e del bilancio ambientale. Il sistema integrato viene gestito con un ampio coinvolgimento di tutta la struttura consortile attraverso il lavoro organizzativo e di supporto specialistico, effettuati da un gruppo di dipendenti interfunzionale. Il sistema di gestione tiene continuamente monitorate le attività istituzionali dell’ente consorziale, con il controllo e la misurazione, in tempo reale, dei principali indicatori gestionali.
Ad esempio: la percentuale di cantieri in ritardo sui tempi programmati si è ridotta a zero, pienamente rispettando la programmazione prevista nell’esecuzione dei lavori; per quanto attiene la progettazione di interventi di manutenzione straordinaria, si sono registrati un generale rispetto delle tempistiche per la fase di progettazione dei lavori ed un netto miglioramento per la fase di affidamento dei lavori; la percentuale di risposta entro 30 giorni alle segnalazioni di cittadini è passata dal 67% del 2019 all’80% rilevato nel 2021.
LAZIO: ISTITUITO COMITATO PARI OPPORTUNITA’ ANBI REGIONALE
È stato istituito il Comitato per le Pari Opportunità di ANBI Lazio; saranno ora avviate le fasi propedeutiche, utili per il programma 2022.
Il tema è fondamentale in un ambiente, come quello della Bonifica, da sempre associato, forse anche troppo frettolosamente, a figure maschili.
Verranno promosse iniziative atte alla sensibilizzazione del personale consorziale sulla parità di genere ed il Comitato Pari Opportunità sarà garante del loro sviluppo concreto, mettendo a disposizione le competenze necessarie per proporre formule, in linea con le Direttive Comunitarie per la pari dignità delle persone.
Ad oggi nei 7 enti consortili laziali lavorano 50 donne in diversi ambiti.
NOVITA’ PIEMONTESI
L’ing. Giuseppe Scarzello è stato nominato Direttore e/o Segretario ai Consorzi Irrigui “Chivasso” (con sede nell’omonimo comune, in provincia di Torino), “Bealera Maestra-Destra Stura” e “Valle Gesso” (entrambi con sede a Bene Vagienna, in provincia di Cuneo); il dott. Mauro Costa è invece Direttore al Consorzio Irriguo Valli di Lanzo (con sede a Ciriè, nel torinese). |