DEFLUSSO ECOLOGICO: CALL TO ACTION ANBI
“I dati parlano chiaro, rilasciare più acqua nei fiumi, nel rispetto delle nuove portate previste dal Deflusso Ecologico, significa privare vasti territori di risorsa idrica, abbattere la produzione agricola, con danni notevoli a prodotto interno lordo e lavoro, compromettere ambienti generati dall’acqua e habitat naturali, distruggere paesaggi di straordinario pregio culturale e turistico con ripercussioni sulla ricarica di falda, ma anche sulle risorgive ed i fiumi alimentati”: ad affermarlo è stato Francesco Cazzaro, Presidente ANBI Veneto, al convegno nazionale “Emergenza per un territorio” organizzato assieme ad ANBI e Consorzio di bonifica Piave, a Quinto di Treviso e nel corso del quale si è affrontato lo scenario generato dall’applicazione del Deflusso Ecologico. Si tratta di uno scenario di crisi ambientale ed occupazionale per vasta parte della regione, a partire dai territori solcati dalle reti idrauliche che prelevano acqua dai fiumi Piave e Brenta, le cui adduzioni sarebbero fortemente ridotte.
E’ uno scenario addirittura drammatico nelle parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di misura, che “ammazzerà il territorio” e che dimostra come “l’Europa, quando scrive le direttive, non tiene conto delle specificità dei territori”; per questo motivo, la Regione, a fianco dei Consorzi di bonifica, è pronta anche ad “adire le vie legali” per tutelare ambiente e territorio, fermo restando che il tema del Deflusso Ecologico “va risolto a livello nazionale”.
La data cui tutti (Consorzi di bonifica, Istituzioni, mondo ambientale ed attività produttive) guardano con apprensione è il 1° gennaio 2022, allorché, con l’entrata in vigore del Deflusso Ecologico, secondo quanto previsto dalla Direttiva Quadro Acque per rilasciare un quantitativo d’acqua nei fiumi anche 3 volte superiore all’attuale, si diminuiranno sensibilmente i prelievi delle reti di alvei, che innervano vasti territori e che hanno generato nei secoli ambiente, attività produttive ed un paesaggio di straordinario pregio. “Mettiamo a rischio le nostre eccellenze agroalimentari” ha affermato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.
I dati illustrati dal Consorzio di bonifica Piave (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso) dimostrano che nel comprensorio, se storicamente le stagioni critiche dal punto di vista idrico sono 1 ogni 20 anni (l’ultima è il 2003), con l’applicazione del Deflusso Ecologico sarebbero 2 al triennio con una situazione di grande criticità ogni biennio (una riduzione di oltre il 50% sulla media).
“Con questi dati chiudiamo il Consorzio” ha spiegato il Presidente dell’ente consorziale, Amedeo Gerolimetto, “A soffrirne sarà soprattutto il comparto agricolo, perché in 20 anni perderà il 46% della produzione lorda vendibile.”
Il Consorzio di bonifica Piave, per irrigare i 50.000 ettari di comprensorio, attualmente preleva al massimo 55 metri cubi d’acqua al secondo, ma con benefici ecosistemici ben più ampi come l’alimentazione della falda; ogni mc. 1,1 d’acqua in meno significa privare d’acqua 1000 ettari di territorio. Danni anche per le energie rinnovabili, soprattutto a monte dove, secondo le sperimentazioni di “Enel Greenpower”, si riscontrerebbe “un deficit di energia rinnovabile pari al consumo annuo delle famiglie delle province di Treviso e Belluno ”. Sottrarre all’ambiente quell’acqua, che l’ha generato nei secoli, comporterebbe inoltre impatti ambientali su risorgive, ricarica di falda, siepi, corridoi ecologici, fauna ittica. Nel comprensorio del Brenta, significherebbe la fine del patrimonio ambientale, paesaggistico, storico-culturale delle rogge realizzate dalla Repubblica Serenissima centinaia di anni fa.
L’Autorità di bacino delle Alpi Orientali, per voce del Segretario Generale, Marina Colaizzi, ha spiegato che “studi, dati ed informazioni emersi sono fondamentali per rappresentare a Bruxelles la situazione di criticità;, chiedendo una gradualità nell’applicazione del Deflusso Ecologico ed anche nel rivedere il valore del quantitativo d’acqua da rilasciare nel fiume.”
Al convegno hanno partecipato oltre trecento persone tra amministratori, rappresentanti delle attività produttive, organizzazioni ambientali ed ovviamente mondo della gestione idraulica. Tra i relatori, oltre ai vertici nazionali ANBI, il Presidente Coldiretti, Ettore Prandini ; i Presidenti Commissioni Agricoltura Senato, Gianpaolo Vallardi ed Ambiente della Camera, Alessia Rotta.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ARRIVA L’AUTUNNO E L’ITALIA IDROLOGICA “TORNA A VESTIRSI A MACCHIA DI LEOPARDO”
Se in Toscana eventi meteorologici di particolare violenza hanno comportato danni al territorio, a beneficiare di abbondanti piogge sono stati fiumi come Arno e Serchio, che hanno visto triplicare repentinamente le portate, mentre resta sotto la media mensile quella della Sieve e l’Ombrone, non toccato da eventi significativi, ha ricominciato a calare dopo un paio di settimane in timida ripresa (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
A registrarlo è stato il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che indica come le piogge abbiano colpito anche l'Emilia-Romagna, le cui aree costiere sono così riuscite a superare la fatidica soglia del 5% sulla media storica delle precipitazioni: le pianure a Nord del fiume Reno hanno visto cadere mm. 39,3 ,mentre quelle a Sud mm. 21,7 come negli ultimi tempi si vedeva solo nell'arco di alcune settimane.
Anche in questo caso a goderne sono stati soprattutto i fiumi: il Secchia è schizzato dall’ “asciutta” a 15,7 metri cubi al secondo, superando addirittura la media storica; l'Enza è passato da 1 a 15 metri cubi al secondo; , il Taro da mc/sec 0,1 a mc/sec 21,6; il Trebbia da secco a mc/sec 32,5. A questi picchi si affiancano, però, le condizioni di stabilità di altri corsi d’acqua, quali Savio e Reno, esempio dell’andamento torrentizio assunto ormai dalla rete idraulica del Paese, testimoniato anche dalla portata addirittura in calo del fiume Po, sceso di circa quaranta metri cubi al secondo a Pontelagoscuro e che permane inferiore allo scorso anno, nonchè sotto la media storica.
“La fotografia idrologica della Penisola dimostra la peculiarità del regime fluviale del Paese, il cui andamento non è certo comparabile con quello delle grandi aste nordeuropee come invece pare intendere la volontà UE di applicare uniformemente norme come il Deflusso Ecologico; come stiamo evidenziando da mesi chiedendo un intervento urgente del Governo, la rigida applicazione dei nuovi parametri idrologici, seppur indirizzati verso un obbiettivo condiviso quale il benessere dei corsi d’acqua, avrà conseguenze controproducenti per l’ ambiente oltre che per l’economa di vasti territori italiani” ha denunciato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“Siamo solo all’inizio di una stagione autunno-vernina, che ha visto, in anni recenti, accentuarsi l’estremizzazione di eventi atmosferici, tali da rendere inadeguata la rete idraulica, bisognosa di investimenti come non avviene da ormai un quarto di secolo. C’è necessità di una strategia di interventi per la prevenzione dal rischio idrogeologico e di cui i nostri 858 progetti definitivi per l’ efficientamento della rete idraulica devono essere solo un tassello” ha ricordato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Se sono aumentate le portate della gran parte dei corsi d’acqua tosco-emiliani, restano stabili i livelli dei grandi laghi del Nord (Maggiore e Lario sono sotto media), mentre calano Dora Baltea in Valle d’Aosta e Pesio, Sesia e Stura di Lanzo (dimezzata in una settimana) in Piemonte, dove però crescono Tanaro, Vairata e Stura di Demonte. Decresce, seppur leggermente, l'Adda in Lombardia come i fiumi veneti (tutti con flussi inferiori allo scorso anno) con l’eccezione della Livenza, la cui potata aumenta e dell'Adige, che invece registra una delle peggiori performance in anni recenti.
Buone notizie arrivano dalle Marche, i cui fiumi sono finalmente tornati in linea con gli anni scorsi e l'Esino segna +19 centimetri in una settimana; resta grave, invece, il deficit idrico degli invasi, che trattengono complessivamente meno di ventisette milioni di metri cubi d’acqua, cioè oltre sette milioni in meno del 2017, anno di grande siccità. Nel Lazio calano invece, seppur leggermente, i livelli del lago di Bracciano e dei fiumi del bacino del Liri, che segnano, però, la peggiore performance idrica del più recente quinquennio, mentre in Campania le portate dei fiumi Sele e Volturno appaiono stabili, crescono quelle del Garigliano e calano quelle del Sarno, così come i livelli degli invasi del Cilento. Seppur con una stagione irrigua in fase conclusiva, proseguono gli approvvigionamenti idrici dai bacini della Basilicata, calati di circa dieci milioni di metri cubi d’acqua in una settimana, ma che ne conservano oltre novantaquattro milioni in più rispetto all’anno scorso (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Meridionale); analogo è l’andamento della Puglia, i cui bacini segnano -5 milioni di metri cubi in una settimana, ma conservano oltre trentanove milioni in più rispetto alle riserve 2020. In Sicilia, infine, le disponibilità d’acqua sono calate di oltre cinque milioni di metri cubi fra Agosto e Settembre e registrano un deficit di circa un milione di metri cubi sul 2020, già caratterizzato da una forte insufficienza idrica (fonte: Dipartimento Regionale Autorità di Bacino Distretto Idrografico Sicilia).
APERTE LE “CATTEDRALI DELL’ACQUA”:
VINCENZI: “IL FUTURO DEI NOSTRI TERRITORI NASCE DA UNA CULTURA DIFFUSA SULLA GESTIONE DELLE ACQUE”
Dopo il clamoroso successo di partecipazione alla “call to action” ANBI contro la rigida applicazione della normativa comunitaria sul Deflusso Ecologico (dal Governatore del Veneto, Zaia al Presidente Coldiretti, Prandini; da Enel Green Power a Legambiente…), la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione si è ufficialmente conclusa con il tradizionale week-end, incentrato sull’apertura della “cattedrali dell’acqua”, cioè i grandi impianti idraulici, che contrassegnano l’intero territorio italiano.
“PedaliAmo ogni giorno per l’Italia” è stato lo slogan, che ha sottolineato le tante iniziative, incentrate quest’anno sulla promozione del turismo ciclopedonale lungo i corsi d’acqua.
“La transizione ecologica non può prescindere da una crescita culturale della società, fatta di nuove consapevolezze sul rapporto fra acque e territorio. A questo contribuisce la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, che quest’anno prende spunto dall’accordo firmato da ANBI, Federazione Ambiente e Bicicletta, CIREM-Università di Cagliari e DAD- Politecnico di Torino FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), per promuovere le potenzialità del turismo ciclopedonale utilizzando, con i necessari adeguamenti normativi, gli oltre duecentomila chilometri di alvei della rete idraulica minore” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“La vivibilità e lo sviluppo di un territorio non possono prescindere dalla disponibilità d’acqua, come dimostrano le cosiddette migrazioni ambientali – ha precisato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Per questo, chiediamo al mondo della ricerca, cioè all’ISPRA, di preparare, sulla base dei dati sperimentali già resi noti dal mondo universitario, le modifiche alla normativa sul Deflusso Ecologico da offrire alla politica, affinché le sostenga in sede comunitaria per evitare che un obbiettivo condiviso, come il benessere dei corpi d’acqua, si trasformi in un boomerang per l’Italia, dove la gestione idraulica è un fondamentale asset di sviluppo fra ambiente ed economia.”
VINCENZI: “SE L’ITALIA FA L’ITALIA, CE LA FA IN EUROPA COME NEL MONDO. PER QUESTO NON CI PIACCIONO CERTI DISTINGUO CHE AVVERTIAMO NELLA POLITICA”
“Come la stragrande maggioranza del Paese, i Consorzi di bonifica ed irrigazione stanno facendo la loro parte per il rilancio dell’Italia, non solo completando ed avviando lavori per circa un miliardo di euro nel rispetto dei tempi previsti, ma avendo presentato progettualità definitive, per oltre quattro miliardi e trecento milioni di euro, da inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, perché nelle condizioni di rispettare il cronoprogramma imposto dall’Unione Europea. Per questo, non ci piacciono certi distinguo, che cominciamo ad avvertire nel mondo della politica”: a dirlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), intervenuto all’inaugurazione della centrale idroelettrica Mulino San Giuseppe a Canneto sull’Oglio, nel mantovano, là dove Hermann Einstein, padre di Albert, produsse la prima energia a servizio della comunità locale.
“L’idea - ha ricordato Paolo Magri, Direttore Tecnico Consorzio di bonifica Garda Chiese (con sede a Mantova), autore dell’intervento - fu di chi, a fine ‘800, sfruttò il salto del corso d’acqua. Il Consorzio ha installato una coclea idraulica, cioè la vite inventata da Archimede: pensata per sollevare i liquidi, qui la si usa per provocare un moto rotatorio, sfruttando la forza dell’acqua e, grazie ad una dinamo, produrre elettricità.” La piccola centrale, ricca però di significati, avrà una produzione media annua fino a 250.000 kilowattora in un anno; la potenza elettrica massima, che poteva essere prodotta con la turbina di Einstein, era di circa 16 Kilowatt, ora si arriva a 50!”
Il Presidente dell’ente consortile, Gianluigi Zani, ha approfittato dell’occasione per lanciare un appello: “Stiamo portando avanti opere per oltre 40 milioni di euro. Ce l’abbiamo messa tutta e siamo riusciti a presentare progetti cantierabili per il P.N.R.R. in pochissimo tempo e ne siamo orgogliosi ma vogliamo che le Istituzioni tutte siano al nostro fianco.”
“E’ l’ennesima dimostrazione che oggi in Italia il primo problema non sono le risorse economiche, anche se sono 25 anni che non si investe nella prevenzione del dissesto idrogeologico – ha concluso il Presidente ANBI - Il piano di resilienza è una straordinaria opportunità. Dobbiamo fare in modo che entro il 2026 tutte le risorse siano spese. È vero che ci sono tempistiche europee, cui non siamo abituati, ma accettiamo la sfida; prendiamo esempio dallo sport, perché se l’Italia fa l’Italia, ce la fa.”
EMILIA ROMAGNA: UN ANTIDOTO ALLE CRITICITA’ CLIMATICHE
L'estate appena conclusa ha registrato una lunga serie di record negativi a dimostrazione palese delle pesanti ripercussioni, che il cambiamento climatico sta causando, in modo ormai endemico, al territorio; contrassegnata dai mesi più aridi dal 1961, l’Emilia Romagna ha evidenziato cali drastici di precipitazioni (dal 50% fino al 70%) nell'area romagnola e del Delta Po. In questo contesto critico, il Consorzio di 2° grado C.E.R.- Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) ha effettuato un continuo prelievo di risorsa idrica dal fiume Po a beneficio delle colture di eccellenza, ma anche delle oasi ambientali ed a sostegno dell’impiego civile dell’acqua sulla costa adriatica.
Gli oltre trecento milioni di metri cubi d’acqua derivata dimostrano inequivocabilmente come l'agricoltura e più in generale tutta l'economia agroalimentare dell’area siano ora più che mai strettamente dipendenti dalla costante funzionalità del canale C.E.R. .
Per queste ragioni, in tanti hanno voluto presenziare all’inaugurazione ufficiale del potenziamento tecnologico ed innovativo dell’impianto Palantone, che consentirà allo storico impianto idrovoro a Salvatonica di Bondeno (Fe) di incrementare e rinnovare la sua determinante funzione alla luce delle conclamate esigenze, che il cambiamento climatico impone. Il restyling del manufatto idraulico è stato un importante momento d’incontro tra i rappresentanti delle diverse “governances” territoriali di enti, associazioni e portatori di interesse per indirizzare le azioni ed i progetti prioritari per tutta l’area emiliano-romagnola ed in particolare per l’area servita dal canale C.E.R. (Ferrara, Bologna, Modena , Ravenna , Rimini); alla luce delle più recenti normative comunitarie dovranno realizzarsi in tempi molto ristretti, ma al contempo, offriranno l’opportunità di realizzare infrastrutture oggi mancanti. Successivamente agli interventi istituzionali e di indirizzo è intervenuto il Presidente dell’ente consortile ospite, Nicola Dalmonte: “In questo 2021, la distribuzione d’acqua da parte del canale C.E.R., prelevandola dal fiume Po, ha salvaguardato un territorio agricolo ed ambientale , tra i più produttivi a livello mondiale ; risulta così fondamentale mantenere efficiente l’impianto Palantone, cuore pulsante di questo canale”.
È intervenuto anche Meuccio Berselli, Segretario Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po- Ministero Transizione Ecologica. I vertici ANBI (il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale, Massimo Gargano) hanno testimoniato come la lunga e fattiva catena di interventi, che i Consorzi di bonifica stanno realizzando in tutta la Penisola, siano concretamente un antidoto all’emergenza climatica.
“L’utilità straordinaria del Canale Emiliano Romagnolo – ha sottolineato Vincenzi – è sotto gli occhi di tutti. I Consorzi di bonifica hanno una dimostrata capacità progettuale ed in tempi rapidi riescono tradurre, in opere funzionali, le necessità delle comunità, in cui operano e del mondo agricolo; oggi, però, il cambiamento del clima obbliga tutte le Istituzioni a fare qualcosa in più ed a farlo velocemente.”
Le conclusioni della giornata sono state affidate ad Alessio Mammi, Assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna: “Il sistema idrico del Canale Emiliano Romagnolo è un’eccellenza europea di grande livello per la ricerca e l’innovazione nell’uso efficiente dell’acqua”.
Il Consorzio C.E.R., grazie alle 4 pompe idrovore alimentate elettronicamente all’impianto Palantone di Bondeno, assicura il costante approvvigionamento di risorsa idrica, prelevata direttamente dal Po.
La nuova, complessa e tecnologicamente avanzata cabina di alimentazione elettrica permetterà all’infrastruttura (oltre seicento metri quadrati) un sostanziale ammodernamento destinato ad incidere direttamente sulla garanzia di flussi idrici, indispensabili per il territorio, che dal Ferrarese va fino a Rimini.
LAZIO: DIFESA DEL SUOLO: SIGLATA CONVENZIONE PONTINA
“Evidenziamo con estrema soddisfazione la sottoscrizione della Convenzione relativa alla gestione e manutenzione delle opere, degli impianti e delle attività inerenti la difesa del suolo, perfezionata nei giorni scorsi a Latina”: a dirlo è ANBI Lazio che aggiunge: “La convenzione, così come previsto dalle normative vigenti, era già stata siglata in Provincia a Frosinone, nello scorso mese di luglio, per quanto attiene le operatività dei Consorzi di bonifica ciociari. Ora dovrebbe essere perfezionata anche quella relativa all’importante e delicato territorio romano e per le province di Viterbo e Rieti”.
A Latina a sottoscrivere l’atto, insieme al Presidente ANBI Lazio, Sonia Ricci, in qualità di Commissario dei Consorzi di bonifica pontini di Latina e Fondi, c’erano il Presidente della Provincia di Latina, Carlo Medici e l’Assessore Politiche Agricole Regione Lazio, Enrica Onorati. In provincia di Latina, le risorse dedicate al costituendo Consorzio di bonifica Lazio Sud-Ovest ammontano a € 2.500.000,00 per ogni anno del prossimo triennio, finalizzati ad interventi per la difesa del suolo.
ANBI Lazio crede molto nelle sinergie con enti ed Istituzioni per declinare nei territori quel Patto per il Suolo, attraverso il quale rendere consapevoli l’opinione pubblica delle attività, che quotidianamente le strutture consortili garantiscono nei territori.
VENETO: ECOINTERVENTI IN GRONDA LAGUNARE
Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) ha presentato alcuni importanti interventi su collettori tra le province di Venezia e Treviso, ricompresi in un unico piano (valore: circa sei milioni di euro interamente finanziati da Regione Veneto), che ha interessato la rete minore di Bonifica, toccando i comuni di Venezia, Mogliano Veneto e Scorzè; obbiettivo degli interventi: ridurre l’apporto di nutrienti nelle acque, che sversano in laguna: si conta di sottrarre oltre una tonnellata di azoto attraverso la fitodepurazione.
I lavori hanno anche altre finalità come la riqualificazione ambientale del sistema idrico e la riduzione del rischio idraulico del territorio. Ad essere interessati sono stati i collettori Marignana, Deviatore Piovega di Peseggia, Bacino Pisani, Peseggiana, Marocchesa e Tarù.
Gli interventi hanno creato 3 nuove aree umide di notevole valenza ambientale, nonché di elevato beneficio per la riduzione del rischio idrogeologico nelle fasi di piena: le vasche (una di ha. 1,6 ,la seconda di ha 5,3 e la terza di ha. 2,3) hanno complessivamente un volume d’ invaso pari a 150.000 metri cubi. I lavori hanno anche permesso di realizzare un nuovo by-pass per il collettore Peseggiana attraverso la costruzione di un canale e la sistemazione dello stesso collettore; è stato infine realizzato circa un chilometro e mezzo di fasce tampone con la messa a dimora di 11.450 piante.
LOMBARDIA: ASCIUTTA TOTALE
Si sono svolte le operazioni per portare in “asciutta” totale il tratto finale del canale Villoresi, al fine di permettere la manutenzione necessaria: pulizia e verifica delle condizioni spondali con piccoli interventi, laddove richiesto.
Lo sfalcio della vegetazione era stato avviato durante la stagione irrigua e si concluderà nel corso dell’ “asciutta”; in questi mesi, il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) accerterà anche la tenuta idraulica dell’alveo, in modo da garantire la veicolazione dei quantitativi d’acqua richiesti con il riavvio dell’irrigazione.
TOSCANA: SENTINELLE DEL TERRITORIO
Cresce l’alleanza tra istituzioni e cittadini per la sicurezza idraulica ed ambientale del fiume Serchio: è stata, infatti, rinnovata la convenzione, che lega il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in Lucchesia) e l’associazione “Percorso in Fattoria” che, per conto del Comune di Lucca, cura e gestisce la struttura della fattoria urbana alla Riva degli Albogatti a Nave, lungo l’alveo fluviale.
In virtù della convenzione, l’associazione si occuperà di segnalare all’ente consortile eventuali problemi idraulici in un ampio tratto della sponda sinistra del fiume e di raccogliere, in maniera partecipata, rifiuti e plastiche ogni mese durante l’appuntamento del “sabato dell’ambiente”.
Il Serchio è la principale arteria idraulica della Lucchesia ed è manutenuta dall’ente consortile per conto di Regione e Genio Civile Toscana.
SETTIMANA NAZIONALE DELLA BONIFICA E DELL’IRRIGAZIONE
UN CONCRETO CONTRIBUTO AL TURISMO SOSTENBILE: FIAB, ANBI, UNIVERSITA’ CAGLIARI, POLITECNICO TORINO PRESENTANO LINEE GUIDA PER UTILIZZO VIE D’ACQUA A FINI CICLABILI
In occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione è stato ufficialmente presentato il documento “Indirizzi per una legge nazionale sul recupero a fini ciclabili delle vie d'acqua”, realizzato da FIAB (Federazione Italiana Ambiente Bicicletta), ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), CIREM (Centro Interuniversitario Ricerche Economiche e Mobilità - Università Cagliari) e Politecnico Torino (Dipartimento Architettura e Design).
Si tratta di un primo risultato, frutto dell’accordo di collaborazione, sottoscritto ad inizio anno tra le quattro sigle, per lo “sviluppo di iniziative e programmi di ricerca per lo studio delle relazioni tra la rete nazionale dei corsi d’acqua e la rete delle ciclovie regionali e nazionali, con particolare riferimento all’armonizzazione delle norme che ne disciplinano la gestione in sicurezza”. La legge n. 2/2018 ("Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica") ha previsto infatti il recupero a fini ciclabili (con destinazione ad uso pubblico) delle strade arginali di fiumi, torrenti, laghi e canali, comprese le opere di bonifica, gli acquedotti, le reti energetiche, le condotte fognarie, i ponti dismessi e gli altri manufatti stradali.
In particolare, esiste in Italia un grande patrimonio infrastrutturale, rappresentato dalla rete di canali irrigui e di bonifica, gestita dai Consorzi di bonifica, che provvedono alla regolare manutenzione. Nella pratica, l'utilizzo di questa importante risorsa, come infrastruttura ciclabile e più in generale turistica, è reso difficile dalla grande varietà del territorio italiano cui si somma la difformità delle norme, dai problemi di rapporto tra chi opera e lavora nei territori impegnati dalle vie d'acqua e chi invece le vede come occasione di turismo e cultura, dalle attenzioni ai temi della sicurezza e del rispetto di chi deve mantenere in perfetta efficienza le reti idriche.
A partire da questo scenario, FIAB, ANBI, CIREM-Università di Cagliari e DAD-Politecnico di Torino hanno redatto un documento, che propone alcune linee di indirizzo, utili a definire i presupposti per un quadro normativo nazionale sul recupero ai fini ciclabili delle vie d’acqua del nostro Paese.
Lo strumento, che sarà presentato ai Ministeri interessati ed ai relativi tavoli tecnici, si propone di superare le attuali difficoltà normative e di gestione per facilitare lo sviluppo di una rete ciclabile nazionale e del turismo sostenibile ad essa legato, in armonia con chi già opera lungo la rete dei corsi d’acqua.
Il documento “Indirizzi per una legge nazionale sul recupero a fini ciclabili delle vie d'acqua” ha un’ impostazione espressamente tecnica e contiene significative “case history” ed utili riferimenti normativi e report di studi condotti. Il documento può essere consultato e scaricato dal sito www.anbi.it .
MARCHE: L’AMBIENTE CHE UNISCE
Scuola e Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) uniti per un ambiente più pulito: studenti delle scuole medie di Amandola, Santa Vittoria in Matenano e Montefortino hanno partecipato, nell’ambito della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, all’uscita didattica al lago di San Ruffino, inserita anche nel progetto di contrasto alla povertà ed all’emergenza educativa dal titolo “La cura, il bello, il buono, il bene”.
Accompagnati dagli insegnanti, i giovani hanno ricevuto pinze, guanti e sacchi prima di dividersi in due squadre per una passeggiata attorno al lago, mirata alla raccolta dei rifiuti abbandonati.
La giornata è proseguita con il pranzo al sacco, consumato in riva al lago e la visita pomeridiana al Museo della civiltà contadina di San Ruffino.
EMILIA ROMAGNA: L’ARCHIVIO STORICO DIVENTA UN LIBRO
La storia della città di Parma e delle sue terre di provincia passa obbligatoriamente dall’acqua, il cosiddetto “oro blu”, che ha consentito la nascita e la crescita del tessuto economico e il cui valore è, oggi più di ieri, inestimabile: è questo il messaggio che il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella ”città ducale”) ha rilanciato, d’intesa con ANBI Emilia Romagna, in occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’ Irrigazione attraverso la presentazione del volume “L’Acqua scrive la Storia”, che descrive l’Archivio Unico per la Bonifica della Bassa Parmense ed archivi aggregati dal 1530 al 1979; i fondi archivistici sono stati riordinati e catalogati grazie all’operato della docente, Franca Manzini e della sua equipe di esperti.
Il fondo, frutto di una lunga ricerca – è composto da 1673 registri, 13 volumi, 2921 fascicoli, pari a 74 metri di materiali catalogati; consultabile presso l’Archivio di Stato di Parma, contiene una raccolta mirata di mappe, documenti catastali, fascicoli amministrativi, registri, delibere, contabilità, disegni e planimetrie riguardanti dal XIV secolo ad oggi lo sviluppo ed il funzionamento delle reti di canalizzazione delle molteplici attività di bonifica nella provincia, rappresentando un’opera unica in grado di offrire una nuova prospettiva sulla gestione e governo delle acque locali.
Grazie al volume ora presentato, nell’ottica di Parma Capitale della Cultura 2020-21, si è potuto porre l’accento sul valore dell’operato consortile attraverso le varie epoche storiche.
AGENDA
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nella tarda mattinata di martedì 5 Ottobre p.v. al Forum “Acqua, una risorsa circolare”, organizzato da Legambiente nel Centro Congressi Cavour, a Roma.
Nel pomeriggio di giovedì 7 Ottobre sarà, invece, relatore al viaggio di studio “Fitodepurazione e riuso delle acque reflue: come applicare il regolamento UE 2020/741 -Esperienze della Regione Sardegna” organizzato ad Alghero nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Emilia Romagna 2014-2020.
Infine, nel pomeriggio di venerdì 8 Ottobre p.v., interverrà, con il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, alla Giornata della Bonifica, in calendario a Martignacco nella sala conferenze di Udine Gorizia Fiere per iniziativa del Consorzio di bonifica Pianura Friulana. |