FRANCESCO VINCENZI CONFERMATO PRESIDENTE ANBI DA UN CONSIGLIO NAZIONALE PIU’ GIOVANE E PIU’ ROSA
Francesco Vincenzi, 43 anni, imprenditore agricolo del modenese, è stato confermato, all’unanimità, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) da un Consiglio Nazionale molto più giovane e con una maggiore presenza femminile; Vicepresidenti sono stati eletti Vito Busillo (Campania), Stefano Calderoni (Emilia Romagna), Vittorio Viora (Piemonte).
Nel suo intervento Vincenzi, dopo aver ricordato la tragica alluvione nel Nord Europa, ha indicato alcune sfide, che attendono il mondo dei Consorzi di bonifica ed irrigazione; innanzitutto, il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (P.N.R.R.), per cui è necessario accelerare i tempi burocratici, pur nell’assoluto rispetto delle leggi, per rispettare il cronoprogramma. “Dobbiamo metterci al passo con il resto del mondo” ha chiosato il Presidente ANBI. Un secondo obbiettivo è quello dell’innovazione nel segno della sostenibilità, condizione indispensabile per la competitività delle imprese italiane e agricole, in primis.
“Ci vuole quindi un nuovo modello di sviluppo, alternativo a quello della cementificazione certificata dai dati diffusi in questi giorni e che abbia al centro la salvaguardia del territorio, incrementandone la resilienza attraverso un’indispensabile manutenzione straordinaria della rete idraulica – ha affermato il Presidente ANBI – C’è poi il capitolo Mezzogiorno, dove bisogna soprattutto migliorare la capacità di spesa per non perdere le straordinarie opportunità, che stanno arrivando e che continueranno anche dopo il P.N.R.R. . Per raggiungere questi obbiettivi – conclude Vincenzi - è necessario implementare il dialogo con la società civile ad iniziare dalle best practices, patrimonio del mondo della Bonifica, nonché proseguire nella nostra capacità di fare sistema. ”
Infine, è stato confermato anche l’impegno umanitario di ANBI a sostegno dell’associazione MAIS onlus per la realizzazione di infrastrutture idriche in Africa.
ANBI: NEL 2050 TERRITORI DEL FERRARESE SARANNO SOMMERSI DALLE ACQUE
DI FRONTE ALL’ITALIA DEL CEMENTO C’E’ CHI PROGETTA UN FUTURO SOSTENIBILE: PRESENTATO IL PROGETTO IDROPOLIS DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Mentre le drammatiche cronache dal Nord Europa all’Estremo Oriente evidenziano la necessità di accrescere la resilienza delle comunità e i dati I.S.P.R.A. testimonino invece come in Italia si continui a cementificare indiscriminatamente il territorio, a Ferrara viene presentato un programma pluriennale, scandito in 40 progetti per adattare, migliorare, potenziare strutture ed impianti idraulici a fronte dei cambiamenti climatici.
“Per progettare Idropolis – ha spiegato il Presidente Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, nonché neo Vicepresidente ANBI, Stefano Calderoni – siamo partiti da una verità imprescindibile: nel 2050 con l’innalzamento del livello del mare e la subsidenza, una parte del Ferrarese sarà invasa dall’acqua; per questo occorre programmare sin d’ora interventi mirati per mitigare i danni. Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici con fenomeni di siccità estrema, alternati a piogge spesso torrenziali, richiedono interventi sulle opere irrigue e non si può pensare di lavorare sempre in emergenza; basti pensare che al 30 Giugno u.s. avevamo già derivato 250 milioni di metri cubi d’acqua per assicurare l’irrigazione.”
“Il piano Idropolis – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - va nella direzione della programmazione, guardando al futuro, ma interpretando già i bisogni di oggi con cinque progetti di grande rilievo per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro, candidati ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che potrebbero iniziare ad Agosto. Per questo – continua il Presidente di ANBI – sollecitiamo velocità decisionale nel rispetto delle normative, perché non ci possiamo permettere di attendere mesi, pena non riuscire a cogliere la straordinaria opportunità del Recovery Plan.”
Il piano Idropolis, condiviso con gli enti pubblici ed i portatori di interesse, nasce da un’idea di sostenibilità e difesa del territorio; complessivamente l’investimento previsto è di 230 milioni di euro.
“Nel dettaglio – ha precisato Mauro Monti, Direttore Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara – parliamo attualmente di 5 progetti per il recupero e la razionalizzazione della rete irrigua, ma soprattutto del completamento del sistema irriguo Ciarle, i cui lavori sono iniziati a Giugno con l’obbiettivo di essere sempre più indipendenti dalla disponibilità di fiumi appenninici ormai torrentizi come il Reno, prelevando acqua invece dal Canale Emiliano Romagnolo.”
“Idropolis – ha concluso il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano - nasce perché l’agricoltura, ma anche molte altre attività non sono possibili senz’acqua e la gestione idrica richiede un piano di adattamento strutturato e di grande respiro. Con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali abbiamo un’interlocuzione costante a partire dal nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica, i cui 858 progetti cantierabili sono un patrimonio a servizio del Paese, considerando anche che il Next Generation EU prevede che i lavori siano ultimati e rendicontati entro il 2026.”
ARRIVA IL GRANDE CALDO: I LAGHI SI SVUOTANO E PIOVE SUL CEMENTO. IN SICILIA, LE RISERVE IDRICHE SONO AL MINIMO DEL DECENNIO
Con l’incedere dell’estate, da Nord a Sud si svuotano i bacini, non assolvendo quindi alla fondamentale funzione di riserva idrica: a sottolinearlo è il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche. E’ così per i grandi laghi del Nord, i cui livelli sono in discesa, ma se Maggiore e Garda restano abbondantemente sopra la media del periodo, non altrettanto può dirsi del Lario e dell’Iseo con quest’ultimo assai lontano dal riempimento registrato l’anno scorso (attualmente è al 40%). E’ così anche nel Lazio (in calo i laghi di Bracciano e Nemi) e Campania (invasi del Cilento), ma soprattutto in Basilicata, i cui serbatoi sono calati di oltre ventidue milioni di metri cubi in una settimana ed in Puglia, la cui riserva idrica segna circa -9 milioni di metri cubi in 7 giorni: entrambe le regioni, però, conservano riserve idriche abbondantemente superiori all’anno scorso.
“E’ l’evidente dimostrazione di come, a fronte dei cambiamenti climatici, sia necessario aumentare la raccolta delle acque di pioggia attraverso nuovi bacini, nonchè l’ottimizzazione di quelli esistenti – ha evidenziato Francesco Vincenzi, neoconfermato Presidente ANBI - Il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica ne prevede la realizzazione di 23, il completamento di altri 16 e la manutenzione straordinaria di ulteriori 90; l’investimento previsto è di circa 1970 milioni di euro, capaci di attivare quasi 10.000 posti di lavoro.”
Decisamente diversa è la situazione dei bacini delle Marche, che con 37,66 milioni di metri cubi d’acqua trattenuti sono largamente al di sotto dei livelli del siccitoso 2017, mentre le portate dei fiumi Sentino ed Esino sfiorano la sussistenza; non va meglio al lago Trasimeno, al minimo degli anni più recenti, complice un Giugno poco piovoso sull’Umbria.
Sempre più grave è la situazione della Sicilia, nei cui bacini mancano quasi settantotto milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso (fonte: Dipartimento Regionale Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia), segnando il livello più basso del decennio; a conferma di eventi climatici fortemente localizzati, è la situazione della Sardegna, i cui invasi, pur in calo, hanno condizioni addirittura migliori di un anno già idricamente buono come il 2020 (fonte: Autorità di bacino regionale Sardegna).
Per quanto riguarda le aste fluviali è il Po a registrare i maggiori benefici dalle recenti piogge, tornando nella media ai rilevamenti in Emilia, dove i fiumi appenninici restano invece deficitari; il Distretto Padano appare infatti sostanzialmente suddiviso in due aree: il deficit idrico delle zone a valle (Emilia Centrale, Romagna, Basso Veneto) permane ancora significativo a causa della finora scarsità di precipitazioni (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale Fiume Po).
In Valle d’Aosta sono in calo, ma ben al di sopra delle medie, le portate del torrente Lys e della Dora Baltea, che prosegue anche in Piemonte, dove invece sono in crescita gli altri fiumi (Pesio, Tanaro, Sesia e Stura di Lanzo).
Permane buona la condizione dei fiumi veneti, mentre scende la portata del fiume Adda in Lombardia. Resta deficitaria la condizione dei corsi d’acqua toscani con l’Ombrone, che continua ad essere ben al di sotto della portata minima del deflusso vitale con evidenti ripercussioni sull’ecosistema. In Centro Italia calano i fiumi Nera in Umbria e Tevere nel Lazio, regione dove però crescono i livelli di Liri e Sacco.
In Campania, i fiumi Sele, Sarno, Volturno e Garigliano sono complessivamente in crescita, grazie alle precipitazioni dello scorso fine settimana. Infine, il capitolo pioggia che, se è tornata a fare capolino in Romagna (mm. 15 a Nord del fiume Reno, mm. 20,4 a Sud), ha avuto conseguenze disastrose in altre realtà condizionate anche dall’eccessiva cementificazione, come Palermo, dove è urbanizzato il 40% del territorio e 100 millimetri di pioggia hanno creato situazioni, bisognose perfino dell’intervento di subacquei. Violente “bombe d’acqua” si sono registrate anche in Molise, in Abruzzo ed in Puglia.
“Di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici, bisogna uscire dalla mera logica della proclamazione degli stati d’emergenza, attraverso un grande piano di manutenzione straordinaria della rete idraulica: noi abbiamo presentato 729 progetti cantierabili da inserire nel Recovery Plan e che garantirebbero quasi dodicimila posti di lavoro, grazie ad un investimento di circa due miliardi e trecentosessantacinque milioni di euro – ha ricordato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Contestualmente occorre approvare urgentemente la legge contro il consumo indiscriminato del suolo per porre fine ad un ingiustificato trend, ormai incompatibile con qualsiasi prospettiva di sostenibilità ambientale e resilienza dei territori.”
EMILIA ROMAGNA: CRISI IDRICA: CHIESTI DEROGA A DMV E MAGGIORI RILASCI
ARPAE (Agenzia Regionale Prevenzione Ambientale Emilia Romagna) ha introdotto un nuovo sistema di regolazione dei prelievi in situazioni di scarsità idrica, cercando di superare i meccanismi delle ordinanze vincolistiche, che fino allo scorso anno venivano emanate al generarsi delle situazioni di scarsità.
Il vecchio meccanismo risultava molto rigido e complesso, mentre la nuova procedura prevede automatismi in funzione di 2 aggiornamenti settimanali relativi alle condizioni idrologica e meteorica.
L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha registrato situazioni di crisi idrica, che interessano i sistemi irrigui, alimentati dai torrenti appenninici con portate, che non rendono possibile proseguire le attività irrigue. La Giunta della Regione Emilia Romagna ha così dichiarato lo stato di severità idrica, aprendo alla possibilità per i territori che ricadono nelle “zone rosse” di chiedere deroghe all’applicazione temporanea del D.M.V. (Deflusso Minimo Vitale); infatti, la situazione contingente rischia di interrompere l’irrigazione proprio nel momento, in cui la domanda di acqua delle colture raggiunge i massimi picchi e, in assenza d’acqua, i prodotti rischiano di andare persi con ingenti danni economici.
Quest’anno la condizione sia meteorica sia di maturazione dei prodotti, unita alle alte temperature, ha richiesto che l’erogazione dall’invaso del Brugneto per la val Trebbia iniziasse con 3 settimane d’anticipo rispetto agli anni scorsi così come, dalle dighe del Molato e di Mignano per la val Tidone e la val d’Arda, i rilasci all’inizio di Giugno sono stati effettuati con portate molto superiori a quelle degli anni passati.
Il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede nella città capoluogo) ha quindi avviato le pratiche per la richiesta di deroga dall’applicazione del D.M.V. almeno fino al ristabilirsi delle condizioni normali, così come ha chiesto che dal bacino del Brugneto siano rilasciati ulteriori volumi d’acqua rispetto ai 3,5 milioni di metri cubi concessi dal 25 Giugno ad oggi, facendosi anche portavoce del settore agricolo, che ha già portato all’attenzione pubblica la severità della situazione.
TOSCANA: CITTA’ E CAMPAGNA PIU’ SICURE
La città di Grosseto adesso è più protetta dalle piene del fiume Ombrone e l’utilizzo della sua acqua viene ottimizzato: tra Ponte Tura e la centrale del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede proprio nel capoluogo della Maremma) è in funzione il nuovo impianto di derivazione: una condotta in vetroresina lungo 1700 metri (2 metri e mezzo di diametro) ha permesso di intubare il canale originario ed evitare le dispersioni, che negli anni hanno rischiato di indebolire l’argine , costringendo l’ente consortile ad intervenire per ripristinarne l’efficienza e prevenire il rischio di esondazioni.
Si tratta di un’opera interrata e quindi senza impatto ambientale, costata 6,3 milioni di euro, finanziati totalmente dal Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il cui Sottosegretario, Francesco Battistoni, ha tagliato il nastro inaugurale.
“E’ un’opera, che va a conciliare 2 esigenze fondamentali – ha affermato – cioè il risparmio idrico ed il consolidamento dell’argine con un progetto all’avanguardia.”
Accanto al Sottosegretario ed al Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, c’era Fabio Bellacchi, Presidente del l’ente consorziale ospitante: “La sicurezza idraulica per la città è il primo aspetto che vorrei sottolineare – ha spiegato – Non meno importante è l’aspetto dell’irrigazione, perché riusciamo a risparmiare circa il 30% d’acqua, facendo lavorare meglio e di più la centralina idroelettrica.”
L’inaugurazione ha rappresentato il completamento di una serie di interventi di ristrutturazione dell’impianto irriguo consortile; è l’ultima parte di un’opera strategica, che migliora il servizio irriguo con l’intubazione completa del canale primario a servizio di 3.300 ettari di terreni nella zona Sud di Grosseto. A salutare l’avvio dell’importante opera c’era un parterre ricco di autorità regionali e locali.
“C’è la tematica dei cambiamenti climatici, che stiamo affrontando con determinazione – ha affermato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, commentando il recente dramma tedesco - La conta dei morti con atteggiamento notarile non è più sostenibile. I Governi devono impegnarsi insieme per passare dalla cultura dell’emergenza a quella della prevenzione, dal ripristino dei danni alla bellezza dei paesaggi. Quando cediamo al modello di sviluppo del cemento, i fiumi si riprendono i loro spazi. In Germania era un’area perifluviale, dove non si sarebbe dovuto costruire; a noi era successo nel 2012 a Soverato, ma purtroppo il passato insegna poco.”
EMILIA ROMAGNA: NUOVA CONDOTTA IRRIGUA
Proseguono a pieno regime i lavori per la ricostruzione di un tratto della condotta Forzata Cicalini all’interno del territorio del comune di Gattatico (RE); l’ intervento è stato avviato dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) per un importo complessivo di 140.000 euro volti all’eliminazione di cedimenti strutturali, consentendo il miglioramento della sicurezza del territorio.
Le condizioni della condotta, realizzata negli anni ‘70, apparivano infatti deteriorate; l’ente consortile ha quindi deciso di intervenire, rimuovendo e sostituendo completamente la vecchia tubazione che, oltre a provocare fuoriuscite e dispersione di risorsa idrica, determinava ritardi nell’irrigazione a servizio di 430 ettari nel periodo estivo, oltre ad avere duplice funzione di scolo nel periodo invernale.
VENETO: UNA STAGIONE ANOMALA
Con il caldo delle ultime settimane la stagione irrigua del Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Cittadella, in provincia di Padova) è decollata, ma dopo un’alternanza di situazioni climatiche di grande incertezza.
L’abbondanza d’acqua, dovuta soprattutto allo scioglimento delle nevi, ha consentito il riempimento del serbatoio del Corlo, a tutela della stagione estiva, per la quale tale invaso costituisce preziosa riserva a fini irrigui, ma una volta riempito il bacino, la risorsa se ne è andata a mare senza poter essere trattenuta.
Ora con il caldo l’irrigazione sta raggiungendo un andamento a regime, ma nel contempo le portate nel fiume calano; in assenza di significativi eventi meteo, nel giro di breve tempo c’è quindi il pericolo che le portate fluenti diminuiscano a valori limite e che si debba utilizzare la scorta d’acqua montana, che però basta solo per 20 giorni.
Sarebbe paradossale, dopo l’abbondanza d’acqua registrata sia all’inizio dell’anno che nella tarda primavera, doversi ritrovare con un’altra estate critica e siccitosa. Quello, che spiace è che le proposte che l’ente consortile da tempo avanza, cioè di creare nuove scorte d’acqua, non abbiano ancora trovato attenzione e riscontro.
CAMPANIA: PNRR: CHIESTO INCONTRO CON REGIONE
ANBI Campania ha chiesto con una lettera indirizzata al Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola e alla Direzione Generale per Ambiente Difesa del Suolo ed Ecosistema, di fissare a breve un incontro volto a “definire le modalità, le possibili forme e termini della partecipazione dei Consorzi di bonifica” al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in modo da fissare al più presto i criteri di selezione anche per i 193 progetti di difesa del suolo, redatti dai 12 enti consorziali campani per un valore complessivo di 623 milioni di euro.
I tempi sono stretti, perché l’ente di Palazzo Santa Lucia dovrà inviare gli elaborati a Roma entro il 30 Settembre p.v. per poter procedere al finanziamento con le procedure ed i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
In Campania i territori interessati dalla Bonifica coprono oltre il 60% della superficie territoriale per circa novecentomila ettari su un totale di 1.367.100. Inoltre, nelle aree di pianura una superficie di circa duecentottantaseimila ettari è servita da opere di scolo, realizzate e gestite da enti consorziali e sono oltre sedicimila gli ettari sotto il livello del mare e che richiedono il sollevamento meccanico con impianti idrovori.
“Sulla scorta delle prerogative di legge, unite alla comprovata capacità ed esperienza specifica maturata in decenni di presenza continua sul territorio regionale”, si legge nella lettera,” si chiede a codesta Autorità regionale di voler tenere in considerazione, nell’ambito del complesso di attività comprese nella Missione “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, il sistema dei Consorzi di bonifica campani, che potrebbe validamente partecipare a molteplici iniziative tra le diverse misure previste, in primis la Misura M2C4 - Tutela del Territorio e della Risorsa Idrica, contribuendo al contrasto del dissesto idrogeologico ed alla riduzione del rischio idraulico, cui è sottoposto il territorio regionale”.
LOMBARDIA: IDROVIA LOCARNO-MILANO-VENEZIA: SINDACI SCRIVONO
Una proposta di sviluppo territoriale che riprenda, riproponendole, le potenzialità della navigazione turistica interna tra Locarno e Venezia, passando da Milano e seguendo il tracciato dell’antica idrovia: con questo obbiettivo i Sindaci di diversi Comuni dell’Altomilanese hanno scritto una nota ufficiale al Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, affinché si attivi per richiedere finanziamenti comunitari ad hoc nell’ambito di Next Generation Eu.
Già in passato, in previsione di Expo Milano 2015, una serie di importanti finanziamenti P.O.R.-F.E.S.R. avevano consentito al Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) di avviare il ripristino dell’idrovia con il recupero di diversi manufatti ed il rilancio della navigazione interna; proseguire sulla strada avviata significherebbe sostenere fattivamente lo sviluppo economico del territorio, l’impulso turistico e la promozione della mobilità sostenibile.
PUGLIA: FILIERA LEGNO, AVANTI TUTTA
Presente il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, si è tenuto a Foggia il convegno di studi del Consorzio di bonifica montana del Gargano, dedicato al progetto Filiera Legno, predisposto dall’ente consortile (con sede proprio nel capoluogo dauno) ed attuato in Accordo di Programma con Regione Puglia, Arif, Ente Parco Nazionale del Gargano.
Il simposio è stato aperto dall’intervento del Presidente dell’ente consorziale, Eligio Giovanbattista Terrenzio, il quale ha evidenziato come l’iniziativa rivesta un carattere di estrema attualità, se collocata nello scenario attuale del Green New Deal, della transizione ecologica e di tutti quei progetti in grado di coniugare la valorizzazione di risorse del territorio con la creazione di attività di grande valenza economica e sociale in un quadro di sinergie istituzionali.
Il dibattito tecnico-scientifico ha riassunto l'iter di elaborazione, approvazione ed esecuzione del progetto, fondato su una superficie di oltre trentasettemila ettari, pari ad un quarto della superficie boscata pugliese, di cui quasi ventiduemila di proprietà pubblica.
Nel corso dei lavori sono state presentate le attività svolte ed i risultati di classificazione ottenuti, come pure le prove di incollaggio, su castagno, pino d’Aleppo, abete bianco, faggio e cerro, nonché le valutazioni di carattere economico – ambientali di un eventuale investimento su specie forestali per lo più autoctone e prossime protagoniste in un comparto, quello del legno in edilizia, in costante crescita in Italia per i numerosi vantaggi ecologico-prestazionali della materia prima.
VENETO: SOTTOSCRITTO CONTRATTO AREA UMIDA PER LAGUNA
ANBI Veneto ed i Consorzi di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) e Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, nel veneziano) hanno sottoscritto, insieme ad altri 28 soggetti tra enti ed associazioni, il Contratto di Area Umida per la Laguna Nord.
Il Contratto, che vede come capofila l’Università IUAV di Venezia, prevede 18 azioni programmate, che si declineranno in 76 attività specifiche con l’obbiettivo di tutelare e salvaguardare l’ecosistema della parte a Nord della laguna veneta, favorendone uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale con ricadute positive anche per attività produttive e turismo.
Come per altri, analoghi Contratti (di Fiume, di Lago, di Foce, di Risorgiva) si tratta di uno strumento di governo partecipato del territorio e che punta a favorire la cooperazione di tutti i soggetti interessati, nonché delle comunità locali nella gestione e conservazione di fragili ecosistemi.
Il contratto rientra all’interno del progetto Interreg Italia-Croazia “Crew” e la firma segna il passaggio dalla fase di pianificazione, iniziata nel 2018 e proseguita anche nei momenti più difficili della pandemia, alla fase attuativa. Tra le azioni previste figurano la valorizzazione della litoranea veneta e del sentiero delle barene dell’isola di Lazzareto Nuovo, lo sviluppo di percorsi legati alla Grande Guerra ed ai cippi lagunari.
Si provvederà inoltre alla riqualificazione delle lagune di Jesolo, al legame tra Piave Vecchia e Laguna Nord, alla valorizzazione di un sito di straordinario pregio paesaggistico come Lio Piccolo.
MARCHE: SPORT TURISMO E RELAX PER TUTTI
Cinque interventi per rendere il lago di Gerosa sempre più una destinazione da vivere e godere: nella sede dell’Unione Montana del Tronto e Valfluvione sono stati presentati i progetti per la valorizzazione del lago, rispetto ai quali il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) ha ottenuto le comunicazioni di esito positivo dell’istruttoria regionale.
Si tratta di finanziamenti relativi ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, destinati a “investimenti in infrastrutture ricreazionali per uso pubblico, informazioni turistiche, infrastrutture”. È un risultato importante, che ha preso le mosse dall’Accordo di Programma Quadro regionale “Area interna Ascoli Piceno” del Maggio 2019: ad esserne interessati sono i Comuni di Comunanza, Montemonaco, Montefortino e Montegallo, l’Unione Montana dei Monti Sibillini, l’Unione Montana del Tronto e Valfluvione, la Camera di Commercio delle Marche e il Bim Tronto.
I progetti previsti nell’Accordo di Programma andranno ad integrarsi ad altre iniziative presenti e future, che interesseranno l’area del lago di Gerosa. L’investimento complessivo è di € 1.005.238,00 così suddivisi: € 297.205,06 per la realizzazione di un’area attrezzata denominata ‘Pump Track’ nel comune di Montemonaco e dedicata alla pratica della mountain bike, con infopoint, servizi igienici, parcheggi; € 287.523,90 per aree attrezzate picnic con giochi ludici, postazioni barbecue, servizi igienici, chiosco con punto vendita nei comuni di Montemonaco e Comunanza; € 122.142,21 per la realizzazione di un ‘Parco avventura Easy’ per bambini nel territorio di Comunanza; € 222.022,50 per 2 pontili destinati all’attracco di idrovolanti, canoe e kayak con relativo ufficio dotato di postazione radio e servizi igienici (territori di Comunanza e Montemonaco); € 76.344,92 per la realizzazione di un osservatorio astronomico e per il ripristino di un sentiero esistente tra il lago e la frazione Propezzano di Montegallo.
TOSCANA: CON I SEDIMENTI SI “CURA” L’ARNO
Cinquecento metri cubi di sedimenti, equivalenti ad una quarantina di camion carichi di materiali: questo è il volume dei sedimenti, che saranno complessivamente rimossi dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), nel territorio del comune di Reggello, per l’intervento di manutenzione ordinaria in fase di esecuzione su corsi d’acqua Resco e Massa Nera.
L’operazione, necessaria per restituire funzionalità idraulica, consentirà anche di recuperare materiale da impiegare, poco lontano, per rimodellare, in località Matassino, la golena del fiume Arno, dove alcuni tratti interessati dalle erosioni necessitano di ripristino. Operai e macchine sono al lavoro da qualche giorno. Gli interventi in corso a Reggello sono parte di un lotto più ampio, che comprende la riprofilatura di alcuni corsi d’acqua anche in altri comuni del Valdarno; si tratta di operazioni, che devono necessariamente essere concentrate in estate, quando le portate d’acqua sono minime.
L’intervento è condiviso dall’ente consorziale con la locale Amministrazione Comunale. I lavori interessano un’area prospicente il centro abitato, insistendo su una zona urbana ed antropizzata, che richiede il massimo sforzo per prevenire situazioni di pericolo e rischio; inoltre, la sistemazione idraulica ha il pregio di migliorare la fruibilità dei corsi d’acqua e quindi contribuisce a riavvicinare i cittadini alle aste fluviali, uno degli obbiettivi, su cui è impegnato l’ente consorziale anche attraverso la promozione dei Contratti di Fiume.
VENETO: AUMENTA LA SICUREZZA IDRAULICA
Un nuovo by-pass idraulico per la gestione delle piene: il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) sta realizzando il nuovo manufatto al nodo idraulico al confine tra il comune patavino e quello di Ponte San Nicolò; l’intervento prevede lo scarico diretto delle acque di scolo Boracchia nello scolo Maestro per migliorare il deflusso ed aumentare la sicurezza idraulica del territorio.
L’urbanizzazione degli ultimi decenni ha provocato un aumento della portata d’acqua, che attraversa il ponte, al punto che la sezione non risulta più sufficiente per un corretto deflusso delle acque; poiché la valenza storica del manufatto non permette modifiche alla struttura, la costruzione del by-pass è la soluzione più funzionale e meno invasiva.
L’intervento (150.000 euro) è cofinanziato dai due Comuni e dall’ente consortile.
TOSCANA: INTERVENTO STRATEGICO
Stanno procedendo regolari e particolarmente spediti i lavori per interventi di ripristino della sezione idraulica del Fosso Dogaia dei Quadrelli per un tratto di circa ottocento metri in comune di Quarrata; ad eseguirli è il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze).
Sono lavori conseguenti agli ultimi grandi eventi di pioggia e di piena, con forti correnti in alveo che hanno destabilizzato le sponde, provocando accentuati cedimenti su entrambi i lati ed è grazie ai fondi (300.000 euro) di Regione Toscana e Ministero Ambiente che oggi si sta lavorando.
Nello specifico l’ente consortile sta provvedendo al ripristino della geometria interna al corso d’acqua con tre tipi di intervento: la regolarizzazione delle sponde con pendenza omogenea, la stabilizzazione del fondo alveo, il miglioramento della percorribilità lungo le sommità arginali. |