VINCENZI: “L’ALLUVIONE NEL NORD EUROPA E’ UN MONITO ANCHE PER L’ITALIA DOVE L’INARRESTABILE CEMENTIFICAZIONE AUMENTA IL RISCHIO IDROGEOLOGICO”
“Nell’esprimere partecipata vicinanza alle popolazioni di Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo, colpite da una drammatica alluvione, vogliamo evidenziare un dato certificato dal recente rapporto I.S.P.R.A.: tra il 2019 ed il 2020 in Italia si sono cementificati 767 ettari all’interno di aree a pericolosità idraulica media e 285 in quelle a pericolosità da frana, incrementando notevolmente il pericolo idrogeologico in un Paese, dove già il 16,6% del territorio è mappato nelle classi a maggiore rischio, coinvolgendo la vita di circa tre milioni di nuclei familiari”: a sottolinearlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, che ha proseguito: “Di fronte a questi dati ed alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ribadiamo la necessità di approvare urgentemente la legge contro il consumo indiscriminato di suolo, che giace nei meandri parlamentari dal 2013, al tempo del Governo Monti e del Ministro, Mario Catania.”
“Attraverso il nostro Osservatorio sulle Risorse Idriche stiamo documentando settimanalmente l’inaridimento di ampie zone del territorio italiano, vale a dire l’altra faccia di uno stesso fenomeno: l’estremizzazione degli eventi atmosferici – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - E’ pertanto indispensabile avviare un piano straordinario di manutenzione del territorio, adeguando la rete idraulica alla mutata fenomenologia meteorologica per evitare di vivere sei mesi con il rischio alluvioni ed altrettanti con il rischio siccità. Con questo obbiettivo ANBI ha proposto l’inserimento di 858 progetti cantierabili nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; l’investimento richiesto di circa 4 miliardi e 339 milioni, capaci di attivare oltre 21.000 posti di lavoro. L’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione è per affermare il diritto dei cittadini a vivere in sicurezza dalle acque e ad avere cibo di qualità, garantendo un reddito sicuro agli agricoltori.”
IL MARE ADRIATICO È ORMAI UN CATINO: SI VA VERSO UNA SICCITA’ STRUTTURALE
SITUAZIONE MOLTO GRAVE SU ENTRAMBE LE SPONDE: NELLE MARCHE È DRAMMA PER CHI È SENZA IRRIGAZIONE
E’ la più recente mappa dello European Drought Observatory ad evidenziare la gravità della situazione, che si sta verificando nel bacino del mare Adriatico: le condizioni di siccità anche estrema ed aridità, che si registrano nei territori prospicenti in Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro sono tra le più gravi in Europa.
“E’ necessario prendere atto che i cambiamenti climatici stanno creando le premesse per permanenti situazioni di deficit idrico, cui si può rispondere solo con il trasferimento della risorsa acqua da un territorio all’altro e la sua distribuzione alle campagne attraverso un’efficiente rete d’irrigazione – ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Tale situazione è aggravata dall’aumentata pressione antropica sulle coste e rischia di pregiudicare non solo l’economia agricola, ma anche quella turistica. Per questo, il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica prevede 729 progetti cantierabili e plurifunzionali, capaci di attivare quasi dodicimila posti di lavoro, grazie ad un investimento di circa due miliardi e trecentosessantacinue milioni di euro.”
La situazione nelle Marche è drammatica: se non piove, molti agricoltori senza irrigazione perderanno i raccolti; i dati dei fiumi e dei bacini parlano chiaro: l’Esino, con un’altezza idrometrica registrata di 2 centimetri, è praticamente all’asciutto (fonte: Centro Funzionale Regionale della Protezione Civile Marche), mentre gli invasi con 38,51 milioni di metri cubi trattenuta sono al minimo del recente quinquennio (erano Mmc. 44,29 nel siccitoso 2017!)
In Abruzzo, alcune località, dove a Maggio era già caduto oltre l’80% di pioggia in meno, in Giugno non hanno visto una goccia dal cielo! Analoga, grave situazione si sta verificando in Molise, dove il livello dell’invaso del Liscione segna m. 114,06 sul livello del mare, cioè 1 metro sotto alla media del periodo, evidenziando condizioni di criticità superiori a quelle degli anni siccitosi. Sul bacino del fiume Biferno, negli ultimi 3 mesi, è piovuto il 73% di meno, mentre nella zona di Campobasso si registra -70%; meno grave è la situazione nell’alto Molise, dove il deficit pluviometrico è “solo” del 30%.
Il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche evidenzia come le precipitazioni, che hanno interessato alcuni territori del nostro Paese, abbiano dato respiro ai corsi d’acqua ed ai bacini lungo l’arco alpino, mentre i territori di pianura e quelli appenninici del Centro-Sud siano invece rimasti all’asciutto. Ne è esempio l’Emilia Romagna che, soprattutto nella pianura costiera non interessata da significativi eventi atmosferici, vede ancora calare i livelli dei fiumi (portata dell’Enza: mc/sec 0,1!); basti pensare che i territori adriatici a Nord del fiume Reno hanno ricevuto solo 7,7 millimetri di pioggia, mentre quelli a Sud addirittura mm. 0,6!
A risentire di questa situazione di stress idrico è anche il serbatoio rappresentato dalle dighe piacentine di Mignano e Molato scese dal “quasi colmo” delle scorse settimane rispettivamente al 71,2% ed al 64,9% dei volumi autorizzati (fonte: A.R.P.A.E.) Per quanto riguarda i grandi laghi del Nord, il Maggiore sta registrando il nuovo record del periodo, mentre il Garda è al 92,1% del riempimento; opposta è la situazione di Lario ed Iseo sotto media ed in calo dalla scorsa settimana; quest’ultimo, dopo avere toccato livelli vicini ai massimi storici, oggi è ben al di sotto delle quote dello scorso anno.
E’ buona la ripresa del fiume Po lungo tutta l’asta e destinata a durare anche nei prossimi giorni, sostenuta dalle precipitazioni, che hanno causato un forte innalzamento delle portate della Dora Baltea e del torrente Lys in Valle d’Aosta, dove nei primi giorni di Luglio è già piovuto (mm.74) più che nell’intero mese di giugno (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta). In Piemonte, in un quadro comunque deficitario rispetto allo scorso anno, delle piogge “a macchia di leopardo” hanno beneficiato, oltre alla Dora Baltea, i fiumi Sesia e Pesio, mentre sono ancora calati i livelli di Tanaro e Stura di Lanzo.
In calo è anche il fiume Adda in Lombardia, mentre una condizione idrica migliore degli anni scorsi si registra complessivamente in Veneto, nonostante un Giugno, che ha registrato -59% nelle piogge con localizzate situazioni di siccità da moderata ad estrema: i volumi invasati nei principali serbatoi lungo i fiumi Piave, Brenta e Adige sono in linea con le medie del periodo (fonte: ANBI Veneto).
Continua la criticità idrica per i fiumi della Toscana, dove solo la Sieve si mantiene sopra la media del periodo e l’Ombrone è al livello più basso del quinquennio, non raggiungendo neppure il minimo deflusso vitale. In Umbria, i volumi idrici trattenuti nella diga Maroggia sono in linea con gli anni passati, mentre nel Lazio i laghi di Bracciano e Nemi risultano in calo; nella stessa regione restano buoni i livelli del fiume Tevere, così come del Liri-Garigliano, mentre il Sacco decresce. In Campania, le portate dei fiumi Sele, Sarno, Volturno e Garigliano sono complessivamente in calo come il lago di Conza e gli invasi del Cilento, rimanendo comunque con scorte idriche superiori a quelle di un anno fa.
E’ invece deficitaria la situazione del bacino Sant’Anna in Calabria che, trattenendo solo 7,41 milioni di metri cubi, segna la peggiore performance dal 2011. Complice il gran caldo, continua il decremento dei volumi idrici, trattenuti nei bacini di Basilicata (calati di circa sette milioni e mezzo in una settimana) e di Puglia ( circa diciasette milioni di metri cubi in meno); entrambe le regioni mantengono tuttavia riserve idriche largamente superiori a quelle dello scorso anno (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale).
“L’analisi della situazione nell’Italia meridionale conferma l’indispensabile funzione degli invasi, autentiche casseforti anche pluriennali per risorse preziose come quelle idriche. Aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia è ormai un indispensabile direttrice per lo sviluppo del Paese, minacciato da una crescente aridità delle campagne in territori finora insospettati come la dorsale adriatica – ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – Oltre ai mille laghetti medio-piccoli proposti con Coldiretti, il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica prevede la realizzazione di 23 nuovi bacini da affiancare ai 16 da completare ed ai 90 bisognosi di manutenzione straordinaria per evitarne l’interrimento. È sempre più urgente la necessità del suo inserimento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.”
LOTTA ALLA SICCITA’: L’EMILIA ROMAGNA È UN LABORATORIO DI RESILIENZA
VINCENZI: “IN ITALIA CI SONO 35 GRANDI OPERE IDRAULICHE DA COMPLETARE E UN PIANO LAGHETTI GIA’ PRESENTE NEL PNRR”
Arriva da Reggio Emilia, un esempio di collaborazione fra enti per il miglior utilizzo della risorsa idrica nel nome della biodiversità: torna infatti a respirare il torrente Crostolo, affluente del fiume Po, ma colpito da una perdurante magra, che ne minacciava l’ecosistema; accogliendo l’appello del Comune reggiano e grazie alla positiva sinergia con la multiutility IREN, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede in città) ha potuto rilasciare, durante il weekend in cui sono minori i prelievi irrigui, una quantità d’acqua pari a circa sessantamila metri cubi (60 milioni di litri), prelevati perlopiù dal fiume Secchia, salvaguardando così l’habitat del corso d’acqua.
“La capacità infrastrutturale di trasferire risorse idriche da un territorio all’altro è uno degli obbiettivi, che deve avere il Paese per rispondere a cambiamenti climatici, che minacciano l’economia agricola italiana, coinvolgendo in processi di progressiva aridità, territori finora floridi come l’Emilia Romagna e la dorsale adriatica – ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Basti pensare che, da un nostro censimento, in Italia esistono 35 importanti opere idrauliche incompiute in 10 regioni: dall’Emilia Romagna al CentroSud fino alle isole; costate finora oltre seicentocinquanta milioni di euro, necessiterebbero di circa ottocento milioni per essere completate. Anche per questo, il Recovery Plan è un’opportunità irripetibile.”
Quanto accade nel reggiano è un’ulteriore testimonianza della grave siccità, che sta colpendo vaste zone dell’Emilia Romagna, impegnando gli enti consorziali nella gestione dell’irrigazione h24, con eventuale turnazione tra utenze irrigue e grande attenzione al risparmio idrico.
Nel comprensorio bolognese gestito dal Consorzio di bonifica Renana (con sede nel capoluogo felsineo), la concomitanza tra l'ondata di calore in atto da 30 giorni e le precipitazioni inferiori di circa il 35% rispetto alla media annuale ha fatto sì che siano già stati distribuiti 32 milioni di metri cubi d'acqua, provenienti per oltre il 70% dal fiume Po, attraverso il Canale Emiliano Romagnolo: un volume che, per i primi sei mesi del 2021, risulta pressoché doppio rispetto alla media del recente decennio.
Per i distretti irrigui, dipendenti dagli approvvigionamenti dal fiume Reno, grazie alle misure attivate dalla Cabina di Regia del nodo idraulico bolognese (operante dal 2012 con Regione Emilia Romagna, “Renana”, Canali di Bologna, Comuni, Enel ed Hera), dal 1 Luglio sono stati avviati rilasci specifici dall'invaso artificiale di Suviana (6 metri cubi al secondo in due fasce orarie giornaliere), consentendo di rispondere alle esigenze di 800 ettari irrigati.
“I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono attenti alle svariate esigenze dei territori. E’ evidente che, essendo ormai molteplici gli interessi gravanti sulla risorsa idrica, necessitano strumenti di concertazione, che ne permettano la convivenza nel rispetto delle priorità di legge – ha concluso Vincenzi – E’ questa, comunque, la strada maestra per sviluppare la resilienza delle comunità alle conseguenze dei cambiamenti climatici ed è alla base delle nostre progettazioni di invasi multifunzionali, ad iniziare dai 39 previsti dal Piano Nazionale di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese e dai mille laghetti medio-piccoli proposti insieme a Coldiretti.”
PIEMONTE: CRISI IDRICA: CI SI PREPARA ALLA SUA GESTIONE
Regione Piemonte ha organizzato per la prima volta un incontro propedeutico alla consueta riunione dell’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici nel Distretto Idrografico del fiume Po.
La presenza di ANBI Piemonte è stata voluta dalla Regione per poter condividere le informazioni riguardanti l’attuale situazione di disponibilità idrica e di fabbisogni per il comparto irriguo piemontese, con particolare riferimento alle eventuali criticità tipiche della stagione estiva. ANBI Piemonte, nell’incontro cui ha partecipato anche l’ARPA regionale, ha avuto modo di illustrare la situazione dei Consorzi di bonifica ed irrigui associati, evidenziando soprattutto le gravi criticità, che sta affrontando il comparto agricolo cuneese-alessandrino.
Stante la situazione, Regione Piemonte ha sottolineato la necessità di avere riscontri rapidi circa l’evoluzione delle disponibilità idriche sul territorio e delle criticità evidenziate; si è pertanto deciso di calendarizzare con maggiore frequenza questi importanti momenti di confronto tra le realtà operanti sul territorio.
LOMBARDIA: TAVOLO PER IL BRESCIANO
Presente l’Assessore Territorio Protezione Civile Regione Lombardia, Pietro Foroni, si è riunito a Brescia, il Tavolo istituzionale per la riduzione del rischio idrogeologico nella locale area metropolitana, cui hanno partecipato anche Comune di Brescia, Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, Agenzia Interregionale per il fiume Po, Consorzi di bonifica bresciani Oglio Mella (con sede a Travagliato) e Chiese (con sede a Calcinato). Le opere previste vanno dalla manutenzione sul nodo idraulico di Brescia alla messa in sicurezza del torrente Garza a San Polo e a Nave, alla sistemazione idraulica del torrente Garzetta di Costalunga.
Sarà realizzato lo scolmatore a Nuvolera ed alcune vasche di laminazione a Nave, Nuvolento, Botticino e Rezzato. In totale sono 10 progetti per € 15.582.000,00 , di cui oltre undici finanziati dalla Regione, 2.582.000 euro provenienti dal Ministero della Transizione Ecologica, il resto dell'Autorità di Bacino.
Nel corso dell’incontro sono stati evidenziate le opere, già comprese nel piano comprensoriale di bonifica, per la difesa idrogeologica del territorio consortile ricadente nell’area metropolitana di Brescia: in particolare, la sistemazione idraulica del vaso Garzetta delle Fornaci, gli interventi per assicurare l’invarianza idraulica a seguito della realizzazione della T.A.V. e dell’allargamento della tangenziale Sud di Brescia, gli interventi per l’automazione ed il telecontrollo dei principali organi di manovra a servizio dei canali Seriola Nuova e Castrina.
A conclusione del Tavolo è stata organizzata una visita alle vasche di laminazione di Rezzato e Botticino che, è stato assicurato saranno pronte per entrare in funzione il prossimo inverno; le 2 vasche, con una portata di circa cinquantamila metri cubi d’acqua, serviranno ad evitare l'esondazione del torrente Rino-Musia e quindi gli allagamenti di una parte dell'abitato di Mazzano e di Rezzato.
TOSCANA: LAVORI TERMINATI
Sono terminati i lavori di manutenzione straordinaria alle arginature del fiume Cornia per un importo totale di € 255.000,00. Il primo stralcio prevedeva la realizzazione di lavori nelle arginature in sinistra idraulica e che sono stati eseguiti, rispettando il cronoprogramma. Soddisfazione è stata espressa dal Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa (con sede a Venturina Terme, in provincia di Livorno) per l’importante traguardo di aver realizzato, dal 2008 ad oggi, lavori per circa sette milioni di euro, finanziati da Regione Toscana sul fiume Cornia.
I lavori ora realizzati consentono la riduzione del rischio idraulico nelle aree interessate dei comuni di Piombino e Campiglia Marittima.
LOMBARDIA: UN INVESTIMENTO PER IL TERRITORIO
Procedono le attività presso il cantiere della Chiavica Nuova a Chignolo Po, nel Basso Pavese.
Con la consegna della nuova idrovora i lavori sono entrati nel vivo; inizia a configurarsi l’esito di un intervento di manutenzione straordinaria, molto atteso dal territorio e pianificato dal Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) presso un impianto storico.
Ultimate le opere entro l’anno, grazie ad un significativo finanziamento pubblico di quasi tre milioni di euro, la Chiavica vedrà decisamente potenziata la sua efficacia e sottolineata la sua centralità rispetto alle attività di bonifica.
VENETO: MIGLIORATA FUNZIONALITA’ IDROVORA
Il Consorzio di bonifica Piave (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso) ha concluso gli interventi di manutenzione dell’impianto di sollevamento “San Giovanni”, nel comune trevigiano di Motta di Livenza, dove sono stati installati una griglia e un nuovo sgrigliatore.
In particolare, lo sgrigliatore garantirà il perfetto funzionamento delle pompe idrovore, poste a quota più bassa e che per prime entrano in funzione in occasione di eventi meteo avversi.
È stata installata, inoltre, una recinzione a protezione dell’area di manovra dello sgrigliatore automatico.
TOSCANA: INDISPENSABILE MANUTENZIONE
Grazie alle risorse arrivate dall’Unione Europea sui bandi del Piano di Sviluppo Rurale, il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha potuto realizzare, negli scorsi anni, decine di opere sull’intero comprensorio.
L’ente consortile si occupa anche della manutenzione dei lavori, in modo che proseguano a svolgere la loro funzione per la sicurezza idraulica ed ambientale del territorio.
È il caso dei cantieri in programma sul Canale della Capriola e sul torrente Picignana a Stazzema nonché sul Canale Bagno a Camaiore, per i quali, l’ente consorziale investe ora quasi cinquantamila euro: sul Torrente della Capriola, si ripristinerà l’opera di difesa spondale; sul Fosso di Picignana si recupera un tratto di una scogliera; sul Canale Bagno, si interviene sull’argine. Gli interventi si concluderanno entro la fine dell'estate.
VENETO: ISPEZIONE INTERNA A BOTTE A SIFONE DELLA SERENISSIMA
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) avvierà a Settembre l’importante intervento di ispezione della botte a sifone a Conche di Codevigo, in provincia di Padova.
L’intervento, la cui conclusione è prevista per fine anno, è finanziato con 1 milione di euro da Regione Veneto, nell’ambito degli interventi urgenti in conseguenza della “tempesta Vaia”.
Grazie alla presa in gestione dell’impianto idrovoro Altipiano da parte dell’ente consortile sarà possibile mettere in asciutta le canne, nonché fare le prime valutazioni strutturali sulla botte a sifone sottopassante il fiume Brenta e costituita da 3 canne in muratura, lunghe 135 metri.
Il manufatto riceve le acque provenienti dal Canale di Scarico, diventando poi canale Montalbano, che si immette nel canale Novissimo per sfociare in laguna. La struttura originaria dell’opera risale ai primi anni del 1600 e l’ultima modifica risale all’inalveazione del fiume Brenta nel 1889.
A seguito dell’ispezione verranno programmati gli interventi necessari alla ristrutturazione delle canne e delle facciate della botte.
APPUNTAMENTI IN TOSCANA
Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno lunedì 19 Luglio p.v. all’inaugurazione del nuovo impianto irriguo consortile in località San Martino di Grosseto, presso la sede distaccata del Consorzio di bonifica Toscana Sud.
Il DG ANBI parteciperà inoltre al workshop “Contratto di Fiume: il territorio al centro!”, organizzato venerdì 23 Luglio p.v. dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno a Pratovecchio Stia, in provincia di Arezzo. |