ANGELO BORRELLI IN SEDE ANBI, A ROMA: “CULTURA DELLA PROTEZIONE CIVILE A SCUOLA E NUOVA APP PER LE EMERGENZE”
PRESENTATO IN ANBI IL LIBRO DI D’ANGELIS-GRASSI SULLE CATASTROFI NATURALI IN ITALIA
“Nel campo della prevenzione del rischio idrogeologico siamo di fronte ad una rivoluzione copernicana: con l’avvio del nuovo anno scolastico, l’educazione alla protezione civile entra nei programmi didattici”: a ricordarlo è stato Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, intervenuto a Roma nella sede ANBI, alla presentazione del libro “Storia d’Italia e delle catastrofi”, presenti gli autori: Erasmo D’Angelis, Segretario Generale Autorità Bacino Distrettuale Appennino Centrale e l’economista, Mauro Grassi. “Non solo – ha proseguito Borrelli – Stiamo per lanciare l’app “IT Alert”, grazie alla quale ciascun cittadino potrà ricevere, nel caso di emergenze previste o in corso , informazioni su come comportarsi.”
“La Protezione Civile è un’eccellenza del nostro Paese, cui bisogna accompagnare, però, la sfida per adeguare le infrastrutture idrauliche all’estremizzazione degli eventi atmosferici, conseguenza dei cambiamenti climatici - gli ha fatto eco Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Il libro giunge puntuale alla vigilia di una fase cruciale per i finanziamenti previsti dal Recovery Fund, ai cui obbiettivi i Consorzi di bonifica ed irrigazione portano il contributo di oltre 800 progetti definitivi ed esecutivi per l’efficientamento della rete idraulica sul territorio, capaci garantire circa 21.000 posti di lavoro, grazie ad un investimento di 4 miliardi e 339 milioni di euro. Siamo orgogliosi – ha concluso il DG ANBI – che proprio dalla nostra sede, attraverso anche la presentazione di questo libro, salga la richiesta di un cambio di paradigma per il Paese verso un modello di sviluppo green, che abbia al centro la salvaguardia del territorio e delle sue comunità.”
E’ una storia d’Italia originale e documentata, quella raccontata da Erasmo D’Angelis e Mauro Grassi, i 2 fondatori della Struttura di Missione di Palazzo Chigi “#italiasicura”: dai primi disastri conosciuti come lo tsunami provocato 8.000 anni fa in Sicilia dal collasso dell’Etna, che distrusse i primi villaggi costieri del Mediterraneo, fino alle recenti alluvioni (da Palermo a Milano) ed agli uragani di Agosto, che hanno devastato l’Italia del Nord.
Con 12 mosse gli autori indicano una strategia di fronte ai rischi del cambiamento climatico, che aumenta gli eventi meteoclimatici estremi; spiegano come lo Stato possa essere riorganizzato e, anziché spendere mediamente circa 8 miliardi di euro all’anno per le emergenze, possa spendere 10 volte meno, investendo in prevenzione e sicurezza. Un dato è drammaticamente esemplificativo: i soli 3 grandi terremoti degli ultimi 11 anni obbligano a ricostruzioni per oltre 53 miliardi di euro (L'Aquila 2009: 17.4 miliardi; Emilia 2012: 13 miliardi; Centro Italia 2016-2017: 23 miliardi); è esattamente la metà dell’investimento, stimato in 100 miliardi di euro, per mettere in sicurezza il patrimonio edile del Paese.
L’Italia ha 12.400 chilometri quadri di zone a più elevato rischio idraulico, 25.400 chilometri quadri a pericolosità media e 32.900 a pericolosità più bassa; complessivamente sono circa dodici milioni, i cittadini che vivono in aree potenzialmente allagabili. L’Italia delle frane è un altro quadro allarmante: delle circa settecentocinquantamila frane censite nel continente europeo, ben 620.800 interessano l’Italia con 2.940 frane attive e preoccupanti, monitorate dalla Protezione Civile. La superficie franosa è di kmq. 59.900 (19,9% del territorio nazionale) e tocca 7.275 comuni su un totale di 7.904; vi risiedono 1.281.900 abitanti con 550.723 edifici, 83.000 strutture industriali con 217.608 addetti.
L’Italia presenta sempre più lunghi periodi di siccità con aumento delle zone in inaridimento e desertificazione: ad esserne potenzialmente interessati sono 90.000 dei 301.000 chilometri quadrati di suolo italiano, dove già oggi oltre ventimila chilometri quadrati vedono ridotta o cancellata la produttività agricola. La risalita del cuneo salino sta colpendo gli acquiferi con penetrazione di acqua marina nelle falde dolci di lunghi tratti di costieri (isole, Sud Italia, Maremma toscana ed alto Adriatico).
Per D’Angelis e Grassi occorre, infine, una cabina di regia nazionale a Palazzo Chigi per un piano coerente e duraturo, ma soprattutto per contrastare il possibile innalzamento nel livello dei mari con impatti, già nei prossimi decenni, sui 1.800 chilometri di 40 aree costiere e su 5.500 chilometri quadri di territorio, dove si concentra oltre metà della popolazione italiana.
PRESENTATO A BOLOGNA IL PIANO ANBI PER L’EMILIA ROMAGNA (MA NON SOLO)
Ammonta a circa quattrocentosessantasei milioni di euro, il valore delle opere previste in Emilia Romagna dal Piano ANBI di efficientamento della rete idraulica del Paese e presentate a Bologna (presente il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini) nel quadro degli interventi proposti per le aree settentrionali ed orientali del Paese.
“Il nostro Piano risponde alle emergenze climatiche, offrendo nuove prospettive occupazionali nella cornice del Green New Deal – ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ricordando gli oltre quattro miliardi di investimenti e ventunmila posti di lavoro previsti in tutta Italia - Per aumentare la resilienza dei territori all’estremizzazione degli eventi atmosferici, bisogna aumentare la capacità di trattenere le acque al suolo, oggi ferma all’11%, incrementando il numero degli invasi, ma anche manutenendo quelli esistenti, così come completando le troppe opere idrauliche tuttora incompiute. Premessa al miglioramento dell’efficienza - ha aggiunto il Presidente ANBI - è però lo snellimento degli iter burocratici, utili se non diventano solo un ostacolo come nel caso di alcuni provvedimenti previsti dal Decreto Rilancio ed ancora in attesa, dopo mesi, di essere attivati. A chiederlo è il Paese, che esce dalla pandemia con la necessità e la voglia di cambiare modello di sviluppo, al cui servizio operano quotidianamente i Consorzi di bonifica ed irrigazione.”
“Ringrazio l'ANBI e tutti i Consorzi per il lavoro molto importante, fatto in questi anni – ha dichiarato Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna e Conferenza Stato Regioni - L’acqua è un bene primario, che non possiamo sprecare; per questo è importate lavorare insieme, avendo sempre presenti tre obiettivi precisi: programmazione rigorosa degli investimenti, precedenza alle priorità strategiche e tempi rapidi di attuazione. Il piano presentato oggi mi pare vada in questa direzione. Abbiamo davanti grandi sfide, prima tra tutte il contrasto al cambiamento climatico, un impegno che farà parte anche del prossimo Patto per il Lavoro e per il Clima della Regione Emilia-Romagna e che firmeremo a breve con le parti sociali. In quest’ambito, il Recovery Fund europeo, con i 208 miliardi di euro assegnati all’Italia, rappresenta un'occasione formidabile per il futuro del Paese: se saremo capaci di spendere bene quelle risorse, avremo la possibilità di risalire velocemente, trasformando l’impatto della pandemia in opportunità. Infine, come Regione, dovremo rivedere la destinazione dei prossimi fondi europei, risorse che andranno rimodulate in base alle esigenze post Covid e che potranno essere determinanti per le nostre infrastrutture, sia materiali che digitali, l’ambiente e la sostenibilità.”
Agli odierni lavori sono intervenuti anche gli Assessori Ambiente (Irene Priolo) ed Agricoltura (Alessio Mammi) di Regione Emilia Romagna, unitamente al Segretario Generale Autorità Distrettuale Fiume Po (Meuccio Berselli), al Direttore Generale ANBI (Massimo Gargano) ed al Presidente ANBI Emilia Romagna, Massimiliano Pederzoli; “da remoto” si sono collegati gli Assessori Agricoltura di Lombardia (Fabio Rolfi) e Friuli Venezia Giulia (Stefano Zannier), interessati dal Piano ANBI per le regioni di competenza.
SICUREZZA DELLE DIGHE E AMMODERNAMENTO DELLE RETI IDRICHE, LE PRIORITÀ IN ABRUZZO
L’ANBI ha scelto l’Abruzzo per presentare le prospettive della sistemazione idraulica del territorio, alla luce delle nuove risorse previste dal Recovery Fund; teatro del convegno nazionale è stato il Palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila, sede del Consiglio Regionale, che ha patrocinato l’iniziativa. Il presidente ANBI, Francesco Vincenzi, ha auspicato che "le risorse del Recovery Fund siano spese bene, rispettando i cronoprogrammi europei. Perché i cambiamenti climatici – ha spiegato Vincenzi - necessitano di incrementare urgentemente la resilienza dei territori, altrimenti si rischia di penalizzare ulteriormente l'agroalimentare italiano. Per questo, offriamo al Paese un Piano Nazionale per l’efficientamento della rete idraulica, fatto di progetti definitivi ed esecutivi, cui manca cioè solo il finanziamento. Si tratta di un’operazione capace di garantire oltre ventunmila posti di lavoro, grazie ad oltre quattro miliardi di investimenti. L'Italia vincerà la sfida, solo se saprà ridurre il gap fra Nord e Sud dell'Italia”.
La sfida di rilancio del territorio abruzzese, regione dotata di 5 Consorzi di bonifica, passa per un dettagliato documento, che riassume le opere da realizzare distinte per priorità di intervento.
Paolo Costanzi, Commissario del Consorzio di bonifica Centro (con sede a Chieti Scalo), ha tracciato le linee generali delle azioni da mettere in campo: “Puntiamo a garantire sia la funzionalità delle reti e degli impianti che l’approvvigionamento idrico in continuità. Immaginiamo interventi, che non siano di semplice manutenzione, come conciliabile con i bilanci consortili, ma di vera e propria “ricostruzione”, sostenuta pertanto da risorse economiche di carattere straordinario. Dobbiamo intervenire sulle infrastrutture principali – ha illustrato Costanzi - quali dighe e traverse, così come sulle adduttrici e sulle interconnessioni acquedottistiche attraverso nuove bretelle di collegamento. Non vanno trascurate, infine, le proposte progettuali per il risparmio idrico e misura dell’acqua erogata, in linea con le più recenti direttive comunitarie.”
Tra gli intervenuti anche Emanuele Imprudente (Vicepresidente ed Assessore Agricoltura Regione Abruzzo), Erasmo D’Angelis (Segretario Generale Autorità di Bacino Appennino Centrale), Massimo Gargano (Direttore Generale ANBI) ed i rappresentanti delle Organizzazioni Professionali Agricole.
OSSERVATORIO ANBI SULLE RISORSE IDRICHE
NON SOLO “BOMBE D’ACQUA”: DA NORD A SUD È LA LOCALIZZAZIONE A CARATTERIZZARE L’ANDAMENTO DELLE PIOGGE
L’acclarata crisi pluviometrica lungo la costa adriatica riceve ulteriore conferma dall’analisi delle precipitazioni sui bacini di pianura, dalla foce del fiume Reno al confine fra Emilia Romagna e Marche: nel 2020, fino al 15 Settembre sono caduti, infatti, 502 millimetri di pioggia, inferiori anche al siccitoso 2017. Non va meglio nei bacini montani dell'area confinante, tra i fiumi Savio al Lamone, dove le precipitazioni risultano sotto la media e con mm. 897 segnano la terza peggiore prestazione nel recente decennio.
A renderlo noto è il settimanale bollettino dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che individua così una congiuntura in cui Nord e Sud “pari sono”: in Campania, infatti, se i 32 centimetri del fiume Volturno rappresentano il livello più basso del recente quadriennio, i 46 centimetri del Sele sono il top dal 2017!
Omogeneamente migliore degli anni scorsi è invece la situazione dei fiumi nel Veneto (Adige, Bacchiglione, Brenta, Piave, Livenza), così come confortanti, seppur “a macchia di leopardo”, sono le portate del fiume Po e dei corsi d’acqua piemontesi (Stura di Lanzo, Dora Baltea e Sesia), su cui, in Agosto, è caduto circa il 60% della pioggia mediamente attesa.
È tornata nella norma, la condizione dei grandi laghi settentrionali (tutti oltre il 60% del riempimento), mentre è sempre più preoccupante il dato sugli invasi delle Marche che oggi trattengono circa 35 milioni di metri cubi d’acqua, assai vicini al limite dei 34,53 milioni segnati nel siccitoso 2017.
“Fortunatamente – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – l’apice della stagione irrigua è passato, ma il rischio, nelle Marche come in altre regioni soprattutto meridionali, è di iniziare la prossima stagione agricola già in deficit idrico.”
Sarà così (salvo una stagione autunno-vernina caratterizzata da piogge diffuse) per i bacini della Basilicata (-52,95 metri cubi d’acqua, oggi disponibili rispetto al 2019) e della Puglia (76,8 milioni di metri cubi in meno rispetto a 12 mesi fa), le cui riserve calano di 1 milione di metri cubi a settimana.
“È evidente che i cambiamenti climatici condizionano il regime delle piogge, aumentando paradossalmente, nonostante le innovazioni tecnologiche, la dipendenza dell’agricoltura dagli eventi meteo – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Per questo, è necessario urgentemente aumentare la resilienza dei territori, cominciando dall’efficientamento delle opere idrauliche esistenti. Nel nostro Piano di settore, per un concreto Green New Deal in vista delle scadenze e degli obbiettivi dettati dal Recovery Fund, segnaliamo che sono ben 45 gli invasi meridionali, bisognosi di essere escavati, perché l’11,3% della loro capacità è occupata dalla presenza di sedime; liberarli dall’interrimento comporterebbe una spesa di circa 274 milioni di euro, in grado di garantire circa 1370 posti di lavoro. I progetti definitivi ed esecutivi ci sono – ha concluso il DG ANBI - basta la volontà di finanziarli!”
PIEMONTE: ANDAMENTO STAGIONE IRRIGUA
La stagione irrigua estiva 2020, che sta volgendo al termine, è stata caratterizzata, nel comprensorio dell’Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara) da un inizio favorevole, grazie alla costante disponibilità di acque fluenti nelle principali fonti idriche del comprensorio e grazie alle diffuse ed abbondanti precipitazioni verificatesi nel mese di giugno.
La stagione è poi proseguita con qualche difficoltà: a partire dall’ultima settimana del mese; l’incremento dei fabbisogni idrici, normali nel periodo per il mais e significativi anche per il riso coltivato con la tecnica “all’asciutto”, in aggiunta alle elevate temperature registrate, hanno reso necessaria l’applicazione di riduzioni alle erogazioni. Successivamente, a seguito anche delle riduzioni applicate ai deflussi da parte del Consorzio Ticino (con sede a Milano) per contenere la discesa del livello idrico del lago Maggiore, le riduzioni alle erogazioni hanno raggiunto il 55% . Le precipitazioni verificatesi nella seconda decade di agosto, in particolar modo sui bacini montani e la conseguente, rinnovata disponibilità idrica hanno consentito, con il soddisfacimento delle residue esigenze idriche delle colture, di terminare la stagione irrigua estiva senza dover applicare ulteriori riduzioni.
Le operazioni di disattivazione degli imbocchi dei canali d'irrigazione sono iniziate il 29 Agosto, con la messa in asciutta dei cavi della Zona Cavo Montebello, il 2 Settembre con il canale Farini e proseguiranno nel mese di ottobre con il canale Regina Elena, il Diramatore Alto Novarese e il Naviglio Langosco.
TOSCANA: RESTAURATA BRIGLIA
Il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) è intervenuto, in accordo con il Genio Civile di Regione Toscana, direttamente per il restauro di un’importante opera idraulica per il capoluogo toscano. Approfittando della quasi totale assenza d’acqua nel tratto finale, condizione tipica della stagione estiva per il principale torrente fiorentino, l’ente consortile è intervenuto per il restauro della grande, ultima briglia del Mugnone prima del suo sbocco nel fiume Arno.
L’imponente salto idraulico ha la fondamentale funzione di diminuire la pendenza del fondo alveo, contribuendo così ad evitare erosioni alla base degli argini, arrestare eventuali fenomeni di rigurgito delle acque al passaggio delle piene più importanti, permettere di mantenere qualche riserva idrica più a monte durante i periodi più siccitosi. Il lavoro dell’ente consorziale ha permesso di ricalibrare bene il centro alveo per poi procedere con il rafforzamento strutturale dell’opera idraulica.
Infine, una precisazione: la movimentazione delle terre e sabbie con risistemazione direttamente in alveo non deve destare preoccupazioni; è ormai ampiamente condivisa la convinzione per cui, al di là dell’impedimento di legge, l’asportazione di materiale dagli alvei non comporta alcun considerevole beneficio in termini di rischio idraulico, mentre sono considerevoli i rischi di alvei sempre più incisi.
VENETO: ADEGUAMENTO DI CANALI TRA DUE BACINI ATTIGUI NEL VENETO ORIENTALE
Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede San Donà di Piave, in provincia di Venezia) è impegnato in un importante intervento di adeguamento dei canali perimetrali esterni dei bacini, a sollevamento idrovoro, “S. Osvaldo” e “Lison”, nel territorio compreso tra i comuni di Portogruaro, Annone Veneto e San Stino di Livenza.
I lavori comprendono il collegamento irriguo, attraverso un condotto, tra i 2 manufatti che presentano condizioni diverse, essendo il bacino Lison alimentato adeguatamente dalla derivazione sul fiume Reghena, diversamente dal bacino S. Osvaldo, in deficit idrico. Il lavoro “di condivisione della risorsa idrica” consiste nel sottopassare con un sifone il canale Loncon e collegare il canale Gronda con il canale Fosson al fine di disporre di acqua irrigua “in quota” per l’alimentazione delle reti di bonifica nelle parti superiori dei bacini.
Con un secondo lotto di intervento è previsto, a valle, il recupero dei reflui irrigui, sempre sottopassando il Loncon, e la loro re-immissione dal lato Fosson. I collegamenti permetteranno, inoltre, di risolvere alcune gravi criticità idrauliche. Il costo complessivo delle opere è di 2.800.000 euro per il primo lotto e 2.300.000 per il secondo.
TOSCANA: A SANSEPOLCRO AL LAVORO PER CONIUGARE SICUREZZA IDRAULICA E FRUIBILITA’
Nel mese di aprile, gli argini del torrente Afra a Sansepolcro si presentavano come un groviglio informe di vegetazione, una sorta di muro verde intricato e inaccessibile; oggi al posto di erba e rovi è spuntato un sentiero tuffato nella natura, dove è bello correre e passeggiare.
Dall’intersezione con il fiume Tevere fino all’aviosuperficie, il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) è al lavoro con un intervento di manutenzione ordinaria che, oltre a consegnare ai cittadini un corso d’acqua più sicuro dal punto di vista idraulico, ha regalato anche un nuovo piacevole camminamento. Con lo sfalcio della vegetazione erbacea ed arbustiva, nonché il taglio selettivo della vegetazione arborea, effettuata salvaguardando le specie giovanili ed autoctone, si è riusciti a ritagliare un tracciato ben accessibile e percorribile. L’obbiettivo è di mantenere un adeguato ombreggiamento sia del tracciato che dell’acqua a tutela della fauna, per limitare l’evapotraspirazione ed evitare l’eccessiva riduzione dell’ossigeno.
L’intervento, su cui l’ente consortile complessivamente investirà 50.000 euro, era previsto nel piano delle attività 2020. È già concluso, invece, l’intervento sul fiume Tevere e che ha portato al miglioramento dell’utilizzo del campo gara di pesca sportiva.
Si vuole così coniugare sempre meglio le esigenze di sicurezza idrogeologica con i bisogni di fruibilità delle aree fluviali da parte delle comunità locali.
FRIULI VENEZIA GIULIA: STOP AD ALLAGAMENTI ED ESONDAZIONI
Le violente ed eccezionali avversità atmosferiche hanno causato, nel territorio comunale di Ruda, esondazioni ed allagamenti, che hanno interessato abitazioni e vie di comunicazione; in particolare, la frazione di Perteole, negli ultimi anni, è stata raggiunta da acque provenienti da Nord. Per questo, il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine), in sinergia con l’Amministrazione Comunale di Ruda e con la sensibilizzazione degli enti regionali competenti, ha ottenuto finanziamenti dalla Protezione Civile e dalla Direzione Ambiente ed Energia della Regione Friuli-Venezia Giulia, per un totale di 254.000 euro.
Uno studio idraulico ha evidenziato le maggiori criticità, risolte in un progetto, che ha avuto un complesso iter autorizzativo; ora, però, i lavori, sono stati finalmente consegnati alla presenza del sindaco di Ruda; tenendo conto delle possibili condizioni atmosferiche sfavorevoli e delle interferenze con le fasi dei raccolti delle campagne, i lavori termineranno tra circa un anno.
Nello specifico, gli interventi progettati dall’ente consortile prevedono il ripristino e l’adeguamento funzionale di canali demaniali, ormai completamente interrati, per uno sviluppo di oltre due chilometri. Tali canalizzazioni permetteranno di intercettare le acque meteoriche provenienti dalle zone agricole e urbane, poste a monte dell’abitato di Perteole, per convogliarle nella roggia Mondina, a sud del capoluogo.
CALABRIA: CAMBIO DELLA GUARDIA
I Presidenti dei Consorzi di bonifica della regione hanno eletto l’ing. Rocco Leonetti, Presidente di ANBI Calabria; l’Assemblea ha inoltre eletto Roberto Torchia e Francesco Borrello, Vicepresidenti.
Al momento dell’insediamento il neopresidente ha ricordato la figura del compianto Grazioso Manno, nonché ha ringraziato il proprio predecessore, Marsio Blaiotta, per l’opera svolta. Rocco Leonetti, ha una profonda conoscenza del mondo consortile, cui ha dedicato, sin dal 1975. il suo impegno professionale. Attualmente ricopre l’incarico di Direttore Unico del Consorzio di bonifica integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino (con sede a Cosenza).
VENETO: GRANDE SUCCESSO PER IL FESTIVAL DELLA BONIFICA
Con il grande successo dello spettacolo “Accadueo” della Banda Osiris e Telmo Pievani si è conclusa la terza edizione di Terrevolute, il Festival della Bonifica che ANBI Veneto (con i suoi 11 Consorzi di bonifica) e l’Università degli Studi di Padova hanno organizzato a San Donà di Piave tra l’11 e il 13 Settembre u.s.
La manifestazione, nonostante le limitazioni dovute alle disposizioni anti Covid-19, è stata un successo: tutti esauriti i tour in bicicletta e nordic walking, pubblico molto partecipe anche agli spettacoli che si sono tenuti nei 3 giorni e che hanno visto la presenza anche di Giovanna Digito, Mirko Artuso con la Hanky Panky Band, Andrea Pennacchi con Giorgio Gobbo; molto frequentati, nonostante i rallentamenti dovuti alle disposizioni anti assembramento fatte rispettare con molto scrupolo, anche i mercatini agricoli e dell’artigianato, coinvolgenti organizzazioni del territorio. Nel complesso, i partecipanti al Festival possono essere quantificati intorno ai duemila, considerando che le iniziative hanno quasi sempre registrato il tutto esaurito e che le disponibilità di posti erano la metà dell’anno scorso; molte persone, infatti, soprattutto per quanto riguarda i tour, non sono riuscite ad iscriversi per il raggiungimento della quota massima.
L’iniziativa è stata occasione anche per riunire fisicamente, per la prima volta, il Comitato Scientifico, che sta lavorando ai contenuti di Terrevolute 2022, l’edizione che celebrerà i 100 anni del Congresso della Bonifica del 1922. I componenti hanno dibattuto sull’Agenda 2030 nell’evento inaugurale, cui hanno assistito un centinaio di persone. ANBI, ANBI Veneto ed Università di Padova stanno già pensando alla prossima edizione che, situazione sanitaria permettendo, potrebbe ritornare nella sua collocazione originaria di Maggio.
VINCENZI E GARGANO A MATERA
Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno giovedì 24 Settembre p.v. alla conferenza stampa, prevista a Matera sul tema “Resilienza ai cambiamenti climatici, transizione ecologica, Recovery Fund, Green Deal: la proposta concreta e immediata dei Consorzi di bonifica.”; l’appuntamento sarà alle ore 11.00 presso la Camera di Commercio della Basilicata. |