Anno XXII, n. 15 venerdì, 17 aprile 2020

OSSERVATORIO ANBI SULLO STATO DELLE RISORSE IDRICHE: CRISI AL SUD, BENE AL CENTRO, PREOCCUPAZIONE AL NORD

ANBI: “COVID-19 NON FERMA I CONSORZI, MA ORA SIAMO IN DIFFICOLTA’ ECONOMICA”

Inizia tradizionalmente a metà Aprile la stagione irrigua, già anticipata quest’anno localmente sia per dissetare i campi a causa delle scarse precipitazioni e delle temperature invernali superiori alla media, sia per proteggere l’anticipo delle colture dalle improvvise gelate notturne (servizio antibrina). Secondo i dati dell’Osservatorio ANBI sulla Stato delle Risorse Idriche, l’avvio dell’irrigazione si presenta in tre quadri diversi: conclamata siccità al Sud; sostanziale tranquillità al Centro; preoccupazione al Nord, seppur lenita dagli ancora cospicui manti nevosi. Seppur leggermente migliorata a seguito di alcune precipitazioni, permane largamente deficitaria la situazione delle riserve idriche in Puglia e Basilicata, i cui invasi trattengono rispettivamente circa centoventidue e centodue milioni di metri cubi d’acqua in meno, rispetto all’anno scorso.
Analoga è la situazione della Sicilia, dove mancano all’appello, circa sessantadue milioni di metri cubi d’acqua, rispetto al 2019. Esemplare della condizione idrica calabrese è la situazione della diga Sant’Anna sul fiume Tacina: contiene 7,59 milioni di metri cubi d’acqua, ma erano 10,19 lo scorso anno e 12,21 solo tre anni fa. Risalendo l’Italia, è confortante quest’anno la situazione dei bacini della Sardegna che, con circa 788 milioni di metri cubi d’acqua, segnano + 11 milioni sul 2019. In Abruzzo, la diga di Penne segna il record del più recente quadriennio ad un solo milione di metri cubi dalla massima capacità di invaso, indicata in mln. mc. 8,80.
A conferma della positiva condizione del Centro Italia c’è il livello del lago di Bracciano, nel Lazio, oggi a – 110 sullo zero idrometrico, mentre un anno fa era a -144. Interessante è l’andamento delle precipitazioni di Marzo sull’Umbria: con un valore medio di 65,87 millimetri di pioggia, il 2019 è secondo, nel recente quinquennio, solo all’analogo mese del 2018, che segnò eccezionalmente oltre 191 millimetri di pioggia. A “macchia di leopardo” si presentano la Toscana (in sofferenza idrica sono le province di Grosseto e Siena, meno bagnate dalle piogge) e l’Emilia-Romagna, dove ai bacini piacentini di Tidone e Molato, quasi al limite della capacità, si contrappongono le portate dei fiumi Savio, Secchia e Taro, largamente inferiori a quelle dello scorso anno, nonché alla media del periodo e non distanti dai minimi storici.
Dopo un inverno sotto media ma superiori allo scorso anno, le portate del fiume Po risultano ora inferiori al 2019 ed hanno obbligato l’Autorità competente ad un richiamo sull’uso oculato della risorsa idrica; i flussi in alveo sono in diminuzione fin dal transito in Piemonte, dove solo la Dora Baltea è superiore allo scorso anno, mentre il Tanaro è dimezzato e la Stura di Lanzo è addirittura al 25% del 2019. Tale situazione si pone in un quadro regionale, che vede le piogge di Marzo, diminuite del 34,6% in un solo anno. Migliore pare presentarsi la congiuntura idrica nel Veneto dove, a Marzo, sono caduti mediamente 89 millimetri di pioggia contro una media di 68,1; ciò nonostante, i fiumi sono appena sopra i livelli del minimo deflusso vitale, ma i laghi alpini hanno immagazzinato rassicuranti quantità idriche, così come è ancora cospicuo il manto nevoso alpino. Per quanto riguarda i grandi laghi è sceso sotto la media storica anche il lago Maggiore, mentre restano abbondantemente sotto media anche il lago di Como e d’Iseo; unico a godere di buona salute è il principale bacino italiano, quello del Garda.
“L’andamento disomogeneo delle piogge sul Paese – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – non fa che confermare la necessità di nuovi invasi per raccogliere le acque di pioggia da utilizzare nei momenti di bisogno; attualmente ne riusciamo a trattenere solo l’11%. È evidente, oggi più che mai, la necessità di avere un’agricoltura di qualità, i cui raccolti e quindi il reddito delle imprese rurali, già minacciati dall’estremizzazione degli eventi atmosferici, non possono essere lasciati alla mercè delle bizze meteorologiche.”
La rete irrigua italiana è lunga circa centocinquantamila chilometri a servizio di oltre tremilionitrecentomila ettari, dove si produce l’85% del “made in Italy” agroalimentare; le regioni maggiormente servite sono Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Puglia e Sardegna.
“L’anticipo dell’irrigazione, con la necessità di avviare gli impianti per il prelievo ed il pompaggio dell’acqua, sta facendo lievitare le bollette elettriche dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, che non godono di alcuna agevolazione tariffaria nonostante il servizio pubblico reso, come testimoniato dall’operatività garantita anche in tempo di emergenza sanitaria – ha informato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Ciò, unito al doveroso posticipo nelle riscossioni delle contribuenze a causa dell’epidemia Covid-19, rischia di creare una situazione di sofferenza economica per gli enti. Per questo, ci appelliamo al Governo, affinché ne tenga conto.”

VENETO: AL VIA LA STAGIONE IRRIGUA, MA NELLE CAMPAGNE C’E’ PREOCCUPAZIONE

In uno scenario generale di emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, l’avvio della stagione irrigua, che in Veneto è iniziata ufficialmente il 15 Aprile, è caratterizzato da un problema ben noto e ormai sempre più frequente in questa parte dell’anno: la siccità.
L’Osservatorio permanente per le emergenze idriche, istituito presso l’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali e cui prende parte anche ANBI Veneto, ha evidenziato che la situazione riguardante la risorsa idrica è molto simile a quella registrata nella primavera del 2017, l’anno più siccitoso degli ultimi due secoli (fonte ISAC – CNR). Unici aspetti, che permettono di tratteggiare un quadro leggermente migliore, sono i depositi nivali in alta quota, in gran parte eredità delle forti nevicate dello scorso Novembre ed il buon livello d’acqua invasata nei laghi alpini. Qualora la mancanza di precipitazioni dovesse proseguire, l’Osservatorio, che si riunirà nuovamente il 24 Aprile per analizzare gli effetti dei prelievi irrigui, sulle portate dei fiumi, potrebbe riconoscere ed attivare lo “scenario di severità idrica bassa”. Tale scenario prevede la predisposizione (da parte di amministrazioni, Consorzi di bonifica e gestori di impianti idroelettrici) di piani, da applicare in caso di “severità idrica media”, per la riduzione del prelievo idrico; ad amministrazioni e Consorzi sono anche richieste azioni di informazione verso i cittadini e gli agricoltori per un utilizzo più efficiente dalla risorsa.
Dal Veronese al Veneto Orientale, la situazione nelle campagne è difficile già in questi giorni. La siccità e le alte temperature costringono alcune aziende ad irrigare già in questa stagione anche campi coltivati a frumento ed erba medica; ma ad aver soprattutto necessità d’acqua sono i trapianti e le semine di mais, soia, orticole, nonché i frutteti, che hanno anticipato la fase fenologica e sono in fioritura. La siccità è particolarmente marcata nel comprensorio del Consorzio di bonifica Veronese (con sede nella città scaligera), dove l’irrigazione inciderà cospicuamente sulla redditività delle aziende agricole. Dal punto di vista delle portate dei fiumi, la situazione più critica è quella registrata dal Brenta, i cui livelli sono ben al di sotto della media del periodo, mentre sono sostanzialmente in media le portate di Adige, Piave e Bacchiglione; è comunque logico attendersi, con l’apertura delle derivazioni, riduzioni sulle portate.
La situazione è difficile per il canale Lessinio Euganeo Berico – L.E.B., principale arteria irrigua della regione: gli attuali 21 metri cubi al secondo d’acqua, prelevati dall’Adige (secondo la concessione regionale) non riescono a soddisfare la richiesta di risorsa dal suo bacino, che interessa 102 comuni su 82.000 ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. Per questo motivo, il
Consorzio di bonifica Adige Euganeo (con sede ad Este, in provincia di Padova), di concerto con gli enti consorziali Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona), Bacchiglione (con sede a Padova) e LEB (con sede a Cologna Veneta, nel veronese), ha chiesto all'Assessorato all'Agricoltura di Regione Veneto di aumentare la concessione di prelievo dall’Adige e permettere così di derivare subito  mc/sec 34 che, secondo il decreto di concessione, dovrebbero essere prelevati nei mesi di maggio e giugno.
Dal Consorzio di bonifica Piave (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso)) è invece partito un appello verso gli agricoltori, affinché non vengano utilizzati impianti irrigui tra loro adiacenti, vista l’attuale difficoltà della rete ad alimentarli tutti; l’ente consorziale ha chiesto agli agricoltori di attivare i prelievi solo su indicazione del personale consortile o almeno quando in un raggio di m. 500 non siano in uso altri irrigatori. La situazione è particolarmente delicata anche nel fiume Po dove, in appena 5 giorni, il livello medio d’acqua nell’asse polesano è sceso di ben 30 centimetri.

ANBI: “ECCO I DATI DELL’IMPATTO ECONOMICO SULL’AGRICOLTURA PER LA PRODUZIONE DI CIBO”

Dopo le manutenzioni invernali, il progressivo rientro dell’acqua nello storico canale Villoresi, in Lombardia, è l’ulteriore tessera del puzzle irriguo (lunedì toccherà al grossetano) che, giorno dopo giorno, sta dissetando le campagne italiane in un avvio di stagione, che si preannuncia problematica per la conclamata siccità al Sud e la preoccupante disponibilità delle risorse idriche al Nord.
L’Italia, con 20 miliardi di metri cubi d’acqua annualmente utilizzati in agricoltura per la produzione di cibo, è tra i Paesi europei, che maggiormente fanno ricorso all’irrigazione: è seconda in termini di superficie irrigata solo alla Spagna e quarta in termini di incidenza della superficie irrigata sulla S.A.U. (Superficie Agricola Utile) dopo Malta, Cipro e Grecia. Nel nostro Paese, l’agricoltura costituisce un settore importante, in quanto il valore della produzione agroalimentare risulta di circa 270 miliardi di euro (l’export vale circa 45 miliardi, di cui l’85% è irriguo) con 3.300.000 occupati. 
In un’analisi svolta con l’Università di Trieste si è stimato il valore dell’irrigazione a partire dall’effetto prodotto sul valore dei suoli agrari, considerando una relazione statisticamente significativa fra il Valore Agricolo Medio (V.A.M.) di una coltura e la possibilità di irrigarla. Dall’analisi è emerso che il V.A.M. delle colture economicamente più importanti (seminativo, frutteto, orto, prato) si aggira sui 40.000 euro ad ettaro, con un massimo al Nord (52.000 euro/ha) ed il minimo al Centro (20.000 euro/ha). La presenza dell’irrigazione condiziona in modo significativo il valore, introducendo una differenza fra irriguo e non irriguo pari a 13.500 euro/ha. In termini percentuali tale differenza è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle differenze climatiche.
“E’ a partire da questi dati – è intervenuto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – che stiamo conducendo la nostra battaglia a Bruxelles, attraverso Irrigants d’Europe, per affermare in sede comunitaria la fondamentale funzione dell’irrigazione per le agricolture mediterranee, fortemente soggette alla disponibilità del primo fattore produttivo: l’acqua.”
Il beneficio prodotto dall’irrigazione si differenzia, oltre che per latitudine geografica anche per colture praticate. Nei seminativi, mediamente, l’incremento di valore riconducibile all’irrigazione è pari a circa il 27%. Il contributo massimo si registra per i suoli a colture specializzate: frutteto (+35%) e orto (+82%). Significativo è pure il contributo fornito al valore dei prati (+48%) che, nel Nord Italia, richiedono elevati volumi d’acqua.
“Lo studio, cui ci riferiamo –ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – evidenzia come l’irrigazione sia essenziale per la sopravvivenza dei sistemi agricoli italiani, basati sulle colture specializzate, al Nord come al Sud, contribuendo in modo significativo al valore agricolo e quindi alla stabilità di reddito per l’impresa rurale, riducendone i rischi legati ad un andamento meteorologico, sempre più condizionato dai cambiamenti climatici.”
L’irrigazione, garantendo competitività economica, favorisce la permanenza delle comunità sul territorio, permettendo il mantenimento delle filiere produttive oltre a provvedere alla ricarica delle falde sotterranee, a consentire il mantenimento di aree umide, agroecosistemi e paesaggio, a ridurre la subsidenza e l’intrusione salina nelle falde.
“In sintesi, sono queste – ha concluso il Presidente ANBI – le funzioni ecosistemiche, il cui valore vogliamo affermare nella cultura della politica e della burocrazia in Italia ed in Europa”.

VENETO: ATTIVATI GLI IMPIANTI CONTRO UNA SICCITA’ ECCEZIONALE

In un contesto complicato a causa dell’emergenza Covid-19, il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) si sta confrontando con un’annata di eccezionale siccità e ha quindi predisposto tutte le misure possibili per minimizzare gli effetti della mancanza di piogge sui seminativi ed i trapianti.
L'emergenza sanitaria sta peraltro caratterizzando le operatività, costringendo l’ente consortile a mettere in atto un efficace e generalizzato piano di telelavoro per il personale degli uffici, istruendo sulle corrette pratiche lavorative e dotando degli opportuni dispositivi di protezione il personale impiegato all'esterno. In questo modo è stato perciò possibile predisporre, con la tempestività che le condizioni climatiche di quest'anno richiedevano, il piano di attività per la stagione irrigua 2020. La situazione, che si sta vivendo nelle campagne in questo inizio di primavera, è infatti simile a quella che normalmente si registra a fine Maggio. L’ente consorziale ha quindi iniziato, ai primi d’Aprile, l’attivazione di alcuni impianti e dei sostegni irrigui, in modo da poter soddisfare al meglio la richiesta delle campagne.
L’attivazione riguarda il sostegno del Brian, l’impianto di Albano, il sostegno Vela, il manufatto generale a Bevazzana, il sostegno sul Taglio ed i numerosi sistemi di sollevamento interni nel territorio. È inoltre stato avviato l’invaso nella rete di canali a duplice funzione (scolo e irrigazione), presenti in particolare nei bacini afferenti al sistema idraulico del Lemene - Loncon - Lugugnana-Taglio. Le previsioni meteorologiche non fanno al momento prevedere significative precipitazioni nelle settimane a venire, per cui c’è da attendersi il raggiungimento del pieno regime irriguo già per la fine di Aprile.

FRIULI VENEZIA GIULIA: AGRICOLTURA 4.0 GRAZIE ALLA RETE 5G

Tre milioni e seicento mila euro giungono da Roma al Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) per adeguare e implementare il telecontrollo e la strumentazione di misura degli impianti consortili. Per ottimizzare ed aggiornare gli attuali sistemi si usufruirà delle recenti innovazioni tecnologiche per la telefonia mobile, in particolare della rete 5G; importanti le ricadute a favore dei consorziati, che saranno forniti di servizi (necessità irrigue, orari di bagnatura, ecc.) in tempo reale.
Si passa insomma ad una “Agricoltura 4.0” che consente, ad esempio, di calcolare in maniera precisa qual è il fabbisogno idrico di una determinata coltura oppure di prevedere l’insorgenza di alcune malattie delle piante o di individuare in anticipo i parassiti, che potrebbero attaccare le coltivazioni. I fondi giungono in Friuli dal Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali e sono relativi al Programma di Sviluppo Rurale Nazionale degli anni 2014-2020 per lo sviluppo, l’ammodernamento e l’adeguamento dell’agricoltura, la ricomposizione fondiaria e il miglioramento fondiario.
Al bando di selezione delle proposte progettuali, l’ente consortile aveva risposto con la richiesta di contributo per la realizzazione di 2 interventi distinti: infatti, oltre all’adeguamento ed all’implementazione del telecontrollo, era stato chiesto un contributo di oltre quattordici milioni per la ricostruzione del canale principale tra il nodo idraulico di Rivotta e la derivazione del canale di San Gottardo in comune di Martignacco (9° lotto), intervento già finanziato e per il quale sono in corso le procedure di affidamento con gara europea.
L’ente consortile vede così confermato e valorizzato il suo ruolo di sostegno all’agricoltura e all’imprenditoria agricola in un momento storico particolarmente delicato e difficile anche per il nostro territorio e le aziende in esso insediate”.

CALABRIA: SI INTERVIENE MA SERVONO FINANZIAMENTI REGIONALI

Il Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese (con nel capoluogo di provincia) ha programmato una serie di lavori nel comprensorio consortile: interventi alle strutture irrigue ed indispensabili interventi minori, ma diffusi sul territorio. L’ultimo intervento, in ordine di tempo, ha riguardato la vasca di compenso, in località Cardusa, a Sellia Marina. Una vasca da 16.000 metri cubi d’acqua e che è funzionale all’intero impianto irriguo dell’area, che va da Sellia Marina a Botricello, al servizio di oltre mille ettari di terreno irriguo.
Senza questo intervento ci sarebbero state notevoli difficoltà nella fornitura d’acqua; la soluzione progettuale (realizzata con uomini e mezzi consorziali, conclusa in soli 5 giorni e con notevole risparmio economico) ha riguardato la ricostruzione della sponda della vasca e la sua manutenzione. Ora l’ente consortile aspetta che la Regione Calabria, che sta per approvare il proprio bilancio, destini finanziamenti ai Consorzi di bonifica, aumentando notevolmente anche le somme riferite a Leggi Regionali di interesse, nonché per la previsione di interventi sulle reti irrigue.
Lo “Ionio Catanzarese” ha la necessità di un finanziamento specifico per la riparazione della condotta di Cropani, distrutta dal cedimento del ponte   avvenuto il 30 Agosto u.s.; occorre inoltre, soprattutto in questa difficile situazione, investire risorse per rafforzare il sistema irriguo. Le già notevoli difficoltà economiche dell’ente sono ora aggravate dalla sospensione dei tributi, impedendo i necessari investimenti.

TOSCANA: RIPARATO ARGINE “FRIABILE”

Lo sfalcio della vegetazione ed il taglio selettivo delle piante rappresentano la base della manutenzione ordinaria del reticolo idraulico; sono operazioni considerate strategiche per la prevenzione del rischio idrogeologico: erba ed arbusti, infatti, possono ostacolare il regolare deflusso del corso d’acqua. 
A volte possono addirittura nascondere pericoli gravi come quelli smascherati dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), nel corso della realizzazione del cosiddetto “piano tagli”, la maxi operazione di contenimento del verde nell’alveo e lungo le sponde del fiume Arno, che ha interessato, oltre ai comuni di Subbiano e Castel Focognano, tre comuni valdarnesi: San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini e Montevarchi. Proprio in territorio montevarchino, una volta eliminato l’eccesso di verde, è venuta a galla la magagna: poco a valle del quartiere Peep, infatti, l’arginatura leopoldina si presentava sforacchiata da cavità e cunicoli, che ne minavano la resistenza e la robustezza.
Immediato l’intervento di ripristino: prima della chiusura del cantiere, gli operai sono riusciti a tamponare le ferite all’opera idraulica, causate dagli animali selvatici; attraverso un’operazione accurata di demolizione e ricostruzione, la struttura ha riconquistato la sua originale compattezza e funzionalità. La precoce individuazione e l’immediata riparazione del problema, per una estensione di circa cinquanta metri lineari, hanno permesso di consolidare l’arginatura; senza la ripulitura preliminare, sarebbe stato impossibile individuare il danno.

EMILIA ROMAGNA: ACQUA CHE UNISCE…IN BICICLETTA!

Un lavoro essenziale per il territorio di pianura è stato ultimato nei giorni scorsi dal Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio”) in comune di Sorbolo Mezzani: si tratta di un multi-intervento mirato alla complessiva sistemazione idrogeologica e al contestuale consolidamento di ampi tratti di una delle opere idrauliche strategiche per l’approvvigionamento idrico e lo scolo all’interno dell’area, che attraversa il Cavo Polesine.
L’analisi tecnico-strutturale delle criticità emerse, che alla lunga hanno sostanzialmente minato l’operatività della canalizzazione, hanno spinto i progettisti dell’ente consortile a pianificare e subito realizzare veri e propri cavi con funzione by-pass, da posizionare all’interno del canale in grado sia di “intubare” e scongiurare la dispersione di risorsa idrica, sia di consentire il flusso costante dell’acqua. L’intervento, volto anche a migliorare la sicurezza stradale oltre che ad incrementare i livelli di generale sicurezza idraulica, è stato particolarmente impegnativo, perché le aree di lavoro individuate si distribuivano su oltre settecento metri di canale; questo ha portato le maestranze consortili ad interventi periodici di riqualificazione, step by step,  conclusi in tempo utile per l’avvio della stagione irrigua.
Un altro elemento importante di questo lavoro è stata la stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Sorbolo Mezzani, che ha consentito di raggiungere, per l’opera, l’ammontare complessivo di circa centottantamila euro in co-finanziamento. I lavori del Cavo Polesine erano stati avviati proprio a cavallo della fusione tra i due Comuni; la popolazione si aspettava i lavori di riqualificazione del canale proprio per la sua strategicità e funzione. Grazie a questo intervento oggi da Mezzano Inferiore si possono raggiungere le frazioni Casale e Mazzabue anche in bicicletta.

VENETO: MANUTENZIONE DEGLI ARGINI

Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) avvierà nei prossimi giorni i lavori per il ripristino dell’argine del canale di scolo Pionca a Dolo, comune della Riviera del Brenta. L’intervento, realizzato in convenzione con l’Amministrazione Comunale, si è reso necessario a causa dei continui cedimenti causati dai fontanazzi, quasi certamente derivanti da una vena di sabbia nel sottosuolo.
Tali lavori, che interessano circa venti metri di argine, comporteranno l’allontanamento della strada soprastante dal ciglio del corso d’acqua e la realizzazione di un tracciato alternativo di tre metri di larghezza da adibire a strada carrabile, visto il passaggio frequente di automobili e di mezzi agricoli. L’ente consortile prevede di rinaturalizzare la porzione di sedime stradale dismessa mentre la sponda sarà rinforzata con roccia compatta.
Sempre nel comune di Dolo, l’ente consorziale è impegnato in altri lavori di manutenzione: nella frazione di Sambruson è stato ripristinato un tratto dello scolo Brentoncino; lungo lo scolo Tergolino si è provveduto al risezionamento dell’alveo per porre rimedio all’erosione delle sponde causata dalle acque.

EMILIA ROMAGNA: LA BONIFICA UNISCE L’ITALIA

La natura non si ferma con le sue ricchezze e criticità e la produzione alimentare deve continuare; per questo, anche oggi, il lavoro del Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città)  prosegue nel rispetto delle restrizioni imposte dal Governo per la gestione dell’emergenza sanitaria e con l’adozione dei criteri di tutela e prudenza: continuare sono il presidio del territorio, delle dighe, degli impianti idraulici e l’operatività dei cantieri prevalentemente con personale interno e mezzi propri.
Per quanto riguarda i distretti di pianura (Arda, Tidone, Trebbia-Nure) sono in corso la preparazione della rete dei canali irrigui con attività di sfalcio, spurgo e risagomatura e l'esecuzione dei lavori di costruzione delle prese irrigue stagionali in alveo. Diversi i cantieri aperti tra cui la ristrutturazione e manutenzione degli impianti irrigui di San Nazzaro (Monticelli d'Ongina) e Pievetta (Castel San Giovanni), entrambi posti sull'argine maestro del fiume Po; la posa di oltre ottocento metri lineari di condotte utili all'efficientamento della distribuzione dell’acqua; la sostituzione di una paratoia (Monticelli d'Ongina) strategica per l’irrigazione della bassa Val d'Arda. Per tutto il territorio di pianura prosegue anche la manutenzione di opere, manufatti e del reticolo idraulico utili sia allo scolo che alla distribuzione.
Per quanto riguarda i distretti di montagna (Est e Ovest), dopo aver completato 2 importanti interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico in comune di Ferriere e di Coli (località Ciregna, Grondone e Punta Tapparello), proseguono le progettazioni esecutive relative sia agli interventi in programma per l’anno in corso, sia quelle relative ai 26 progetti finanziati dalla Regione Emilia Romagna tramite il programma P.S.R. (Piano Sviluppo Rurale).

TOSCANA: RICETTA CONSORZIALE

Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha fatto il punto sugli investimenti ordinari e straordinari e sui lavori eseguiti nei corsi d’acqua della montagna pistoiese, in particolare nei comuni di Abetone-Cutigliano e San Marcello –Piteglio.  Nel dettaglio, l’ente consortile ha completato, dal 2015 ad oggi, 9 cantieri legati al Piano Sviluppo Rurale (P.S.R.), finanziati dall’Unione Europea con 1.770.000 euro.
Si tratta di lavori, che hanno permesso di riprendere movimenti franosi andando a consolidare versanti e ripristinando il funzionamento di corsi d'acqua, che versavano in condizioni critiche; inoltre, è stato completato  un intervento importante sul torrente Torbida, nel comune di San Marcello Piteglio: si trattava di una frana, che minacciava una casa; un caso difficile per il quale Consorzio di bonifica, Comune e Regione Toscana hanno unito le forze, prevedendo uno specifico cofinanziamento nel DODS, il Piano regionale per la difesa del suolo. Oltre alle risorse straordinarie ottenute sulle linee del P.S.R. e del DODS, il “Toscana Nord” ogni anno esegue lavori di manutenzione al reticolo dei corsi d'acqua, destinando circa duecentocinquantamila euro, operando in convenzione con l'Unione dei Comuni.  
Ogni anno, quindi, i torrenti vengono puliti a rotazione, secondo criteri che tengono conto degli interventi fatti l'anno precedente e cercando di omogeneizzare le aree di intervento. La precedenza viene data ai corsi d’acqua che più necessitano di pulizia e a quelli che interessano zone a maggiore rischio idraulico. Su tutto il reticolo viene comunque garantita la vigilanza che i tecnici consortili svolgono anche sulla base delle segnalazioni ricevuta dai cittadini. La mappa degli interventi annuali, condivisa con le Amministrazioni Comunali, è consultabile liberamente dai cittadini sul sito del Consorzio.

CAMPANIA: EMERGENZA CORONAVIRUS: PIANO REGIONALE DI SOSTEGNO ECONOMICO

Il Consorzio di bonifica Paestum (con sede a Capaccio Scalo, in provincia di Salerno), allo scopo d’informare costantemente i consorziati e le imprese operanti sul territorio in ordine alle misure che vengono adottate dagli enti sovraordinati a sostegno delle realtà produttive, ha comunicato che è stato pubblicato sul BURC n. 78 del 14 aprile 2020, il Piano per l’emergenza socio economica della Regione Campania.
Con specifico riguardo alle imprese dell’ortofrutta, della zootecnia (bufalini, bovini, ovi caprino), della pesca e dell’acquacoltura, il Piano ha stanziato risorse finanziarie per  50.000.000 di euro. Ciascuna azienda, interessata dalla crisi determinata dall’emergenza epidemiologica da Coronavirus, riceve un contributo una tantum nella misura di 1.500 euro per le aziende, che hanno fino a 5 dipendenti e di 2.000 euro per quelle, che hanno piùÌ? di 5 dipendenti. I tempi di avvio delle procedure sono previsti nel corrente mese di aprile.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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