ANBI HA INCONTRATO IL SOTTOSEGRETARIO ALL’AMBIENTE, MORASSUT
La ricerca di una sinergia fra i tempi della programmazione e quelli della esecuzione lavori sono stati al centro dell’incontro fra Roberto Morassut, Sottosegretario all’Ambiente e Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, enti associati destinatari di ingenti risorse per la realizzazione di opere idrauliche a tutela dello sviluppo dei territori.
“L’Italia è il Paese europeo più esposto all’estremizzazione degli eventi atmosferici e quindi bisogna accelerare i tempi per incrementare la resilienza delle comunità. Per questo non basta stanziare risorse altresì necessarie e per le quali serve un preciso indirizzo politico in favore della prevenzione; bisogna accorciare i tempi burocratici per l’avvio dei cantieri: oggi superano mediamente i 12 mesi di attesa. ANBI – ha proseguito Gargano – indica 2 obbiettivi urgenti, su cui la politica deve impegnarsi per dare concretezza alle affermazioni di principio, che si susseguono in questi giorni: l’approvazione della legge sul consumo del suolo, che giace nei meandri del Parlamento dai tempi del Governo Monti; il varo di provvedimenti atti a favorire la permanenza delle popolazioni nelle aree interne del Paese, oggetto da anni di emigrazione verso le aree costiere. Ciò non solo aumenta la pressione antropica su aree strutturalmente fragili, ma incrementa il rischio idrogeologico nelle aree montane, private dell’indispensabile manutenzione, garantita dalle attività umane e in particolare da quella di imprese agricole reddituali.”
All’incontro con il Sottosegretario, Morassut era presente anche Andrea Renna, Direttore ANBI Lazio, a testimonianza del costante impegno dei locali Consorzi di bonifica per la manutenzione del territorio e che, pur in una fase di riorganizzazione regionale del settore, hanno dimostrato anche nei recenti eventi meteo, che hanno violentemente colpito alcune aree laziali.
DELTAMED CONFERMA: RISICOLTURA CONTRO LA SALINIZZAZIONE DEI TERRENI
Alla recente riunione di Deltamed ad Amposta, capoluogo del Delta dell’Ebro in Spagna, anche il Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara (con sede nella città estense), tra i soci fondatori, ha messo a disposizione il proprio bagaglio di esperienza, contribuendo a consolidare la rete dei delta del Mediterraneo, nata nel 2001 con lo scopo di condividere esperienze e conoscenze relative alle problematiche del territorio ed all’agricoltura sostenibile. Oltre agli adempimenti statutari e di bilancio, si è fatto il punto sulle iniziative in corso e da programmare; si è discusso delle problematiche relative al cambiamento climatico, alla subsidenza, all’incremento del livello medio dei mari, alle anomale stagioni siccitose.
Ne sono scaturite interessanti riflessioni anche per il territorio estense, che dovrebbe puntare di più sulla coltura del riso contro la salinizzazione dei terreni verso la costa. Le relazioni tecniche sulle conseguenze dell’aumento dei tenori salini nelle falde, nei terreni e nelle acque di superficie evidenziano che la coltura del riso e l’utilizzo di importanti volumi di acqua irrigua siano la prima e più efficace difesa delle aree rivierasche e sotto il livello del mare, proprio come si trova una larga porzione dell’entroterra costiero di Ferrara. Diverse, dunque, le azioni che si possono mettere in campo, ma richiedono volontà ed unione di intenti della politica nei vari enti. La convention di Deltamed ha evidenziato la necessità di interventi legislativi mirati, che comportino un riordino di quanto già presente (la legge sulla subsidenza), programmi tramite fondi europei, ma anche scelte che incentivino colture come il riso, che oggi è in crisi e rischia l’abbandono.
Basti pensare che nel giro di pochi anni a Ferrara sono dimezzate le superfici coltivate con questo cereale, passate da oltre diecimila ettari a poco più di cinquemila; queste colture dovrebbero anche essere inquadrate in progetti di sostegno ad ampio respiro programmatorio, ma anche dedicati e specifici. Per quanto riguarda la delegazione italiana all’annuale assemblea generale dell’associazione Deltamed, network che riunisce gli enti del Mediterraneo con competenza territoriale su delta, zone umide e aree risicole, erano presenti oltre all’ente consorziale ferrarese, il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo), la Fondazione Ca’ Vendramin, il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia), il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero), il Parco Regionale Delta Po.
ANBI: GLI STATI DI CALAMITA’ RIESCONO A RIMBORSARE SOLO IL 10% DEI DANNI SUBITI
MASSIMO GARGANO: “DI FRONTE ALLE SCIAGURE, IN ITALIA SIAMO CAMPIONI NEL PASSARE DALL’EMOZIONE ALLA RIMOZIONE”
“L’Italia è un campione di velocità nel passare dall’emozione per una sciagura alla sua rimozione nella memoria collettiva e conseguentemente nelle scelte politiche per eliminarne le cause”: la frase ad effetto è di Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, intervenuto al convegno per i 30 anni della Legge 183 sulla Difesa del Suolo, organizzato nella Capitale dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma.
“Gli esempi si sprecano – ha proseguito il DG ANBI – Dalla Legge sul Consumo del Suolo, ferma in Parlamento dal 2012 al susseguirsi degli stati di calamità, per i quali mediamente lo Stato riesce a rifondere solo il 10% dei danni; senza parlare delle irresponsabilità costruttive, su cui deve indagare la magistratura o dei ritardi burocratici. Di fronte a questo scenario è necessario che a prevalere siano le competenze che ci sono, come nei Consorzi di bonifica, per un grande piano di prevenzione civile; primi obbiettivi devono essere l’approvazione della legge contro la progressiva cementificazione del territorio, nonché la riduzione dei tempi fra il momento decisionale e quello esecutivo per le opere pubbliche.”
VENETO: LA PREVENZIONE È MEGLIO DELL’APPROCCIO EMERGENZIALE
I Consorzi di bonifica del Veneto stanno operando per la prevenzione del danno idrogeologico in un Novembre caratterizzato da un indice di piovosità ben al di sopra della media del periodo, superando in alcune aree i valori di piovosità dell’intero autunno. Se il Veneto sta superando il maltempo di questo mese con un computo dei danni sostanzialmente contenuto, ad eccezione del Veneto Orientale gravemente colpito da fenomeni di eccezionale intensità, lo si deve ai 1.500 tra operai e tecnici della Bonifica, alle 400 idrovore in funzione per una capacità di sollevamento complessiva di 1.577.709 litri d’acqua al secondo, agli oltre ventisettemila chilometri di canali manutentati.
I dati sono stati presentati all’opinione pubblica nel corso di un incontro a Venezia nella sede di ANBI Veneto, il cui Presidente, Giuseppe Romano ha evidenziato 2 aspetti: gli effetti positivi dei Piani Acque, che i Comuni del Veneto, su impulso degli enti consorziali, stanno adottando per individuare le aree urbane con maggiori criticità idrauliche ed approntare i rimedi necessari; l’applicazione del principio dell’invarianza idraulica, che prevede nei nuovi centri abitati opportune misure per regimentare l’acqua piovana, evitando allagamenti. All’incontro era presente anche il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
TOSCANA: SUI LUOGHI COLPITI DAL MALTEMPO
I vertici del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) hanno accompagnato il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in un tour, che ha toccato i luoghi della Maremma colpiti dall’ondata di maltempo. Il sopralluogo ha permesso di verificare che, a fronte di eventi di portata simile agli anni delle alluvioni, il reticolo ha retto. La costante manutenzione effettuata dal Consorzio di Bonifica e i sostanziosi investimenti destinati dalla Regione Toscana al territorio, principalmente concentrati sulle strutture idrauliche, sono serviti a contenere i danni. Nelle varie tappe sono stati incontrati i cittadini ed i Sindaci di Grosseto, Orbetello, Magliano in Toscana, Manciano.
CALABRIA: BILANCIO POST MALTEMPO
Si comunica che, nonostante l’intensità e l'eccezionalità del nubifragio abbattutosi sul comprensorio lametino, non risulta compromessa la rete di colo di competenza del Consorzio di bonifica Tirreno Catanzarese (con sede a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro); questo anche grazie ad una mirata attività di manutenzione ed ispezione dei fossi e dei canali, svolta precauzionalmente nei giorni precedenti ai gravi eventi atmosferici.
Gli interventi hanno interessato, fra l’altro, il “3° Collettore che sfocia nei canali CORAP nella zona industriale di Lamezia Terme.
Altri interventi in emergenza sono stati svolti sulla rete irrigua, in particolare per il ripristino dell’opera di presa dal torrente Turrina a servizio dei 2 impianti irrigui, denominati “Turrino” e “6° Distretto a Monte Ferrovia”. Sono stati svolti, inoltre, ulteriori sopralluoghi per verificare la funzionalità o eventuali danni arrecati dal maltempo ad altri impianti di distribuzione ed alle vasche di raccolta, compreso il monitoraggio del canale di distribuzione della diga Angitola.
VENETO: GRANDE SFORZO PER CONTENERE I DANNI DEL MALTEMPO
Il maltempo, che si è abbattuto sul Veneto in questo novembre, ha colpito con maggiore severità il litorale Nord della regione, dove nelle prime due decadi del mese è scesa più pioggia rispetto alla media di tutta la stagione autunnale. Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave) si sta trovando ad affrontare, un po’ in tutto il comprensorio, allagamenti e frane di argini con danni per diversi milioni di euro.
Ultimo intervento in ordine di tempo è stato il tamponamento della falla lagunare in prossimità della chiavica "La Fonte" a Cavallino Treporti. Il pronto intervento del personale dell’ente consortile, che ha posizionato alcune palancole, ha evitato l'allagamento del territorio. Sono state anche attivate le 2 pompe dell'impianto idrovoro Cavallino per anticipare il maggior afflusso di acqua dalla falla.
EMILIA ROMAGNA: INSIEME PER LA MONTAGNA
Nuovo incontro del Nucleo Tecnico Politico per la Montagna per fare il punto sull’avanzamento dei lavori in tema di difesa del suolo e sull’avvio della programmazione degli interventi per il prossimo anno. Dopo l’incontro di metà settembre era stato chiesto, alle Unioni Montane ed ai Comuni non compresi nelle Unioni, di inoltrare al Consorzio di bonifica di Piacenza (con sede in città) le proposte di intervento, relative alla lotta al dissesto idrogeologico e cui i tecnici consortili hanno dato seguito, effettuando sopralluoghi e compilando le relative schede di progetto: 77 complete di interventi da eseguire, stima dei costi e priorità di esecuzione.
Sono stati poi illustrati i 26 progetti, il cui finanziamento da parte della Regione Emilia-Romagna è notizia recente: si tratta di progetti riferiti ad interventi volti alla prevenzione di danni da fenomeni franosi, rispondenti al bando P.S.R. (Piano Sviluppo Rurale) 2014/2020. Per ognuno dei progetti sarà cura dei tecnici consortili redigere un progetto esecutivo finale, cui seguirà l’approvazione regionale, nonché l’affidamento e la realizzazione in un tempo massimo di 18 mesi.
TOSCANA: INVESTIRE IN PREVENZIONE
Tanti ed importanti messaggi sono emersi dal workshop “Fiume e vegetazione, verso un rapporto ideale”, organizzato dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) in collaborazione con “Civis Chiana – il Contratto di fiume del Canale Maestro della Chiana”. L’iniziativa si è tenuta nel Palazzo Comunale di Castiglion Fiorentino. Ha avuto un ampio successo di pubblico ed è stata apprezzata dai giovani degli istituti agrari del comprensorio e che, insieme ai docenti, hanno seguito i lavori, unitamente agli stakeholders del Contratto di fiume, a tanti amministratori, tecnici, professionisti, rappresentanti di ditte specializzate.
Nel corso dell’incontro (presenti, tra gli altri, il Presidente ANBI Toscana, Marco Bottino ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano) è stato presentato il nuovo corso di specializzazione universitaria sul corretto rapporto tra sicurezza idraulica e taglio della vegetazione, che “nel comprensorio è ancora ricco e diversificato, tanto da comprendere specie considerate rare o importanti indicatori biologici”, come ha sottolineato la Presidente dell’ente consorziale ospite, Serena Stefani.
A margine dell’incontro è stato allestito un angolo dedicato alla biodiversità locale: ci sono specie come il barbo tiberino, che si trovano da Nord a Sud del territorio; altre, come lo scazzone e la grande perla, concentrate solo in alcune aree. Lo dimostrano studi recenti, curati da enti diversi (ministero, Comuni, ente parco, università): i risultati raccontano che i 54 comuni, inseriti nel perimetro consortile del Cdb 2 sono un autentico scrigno ricco di differenze da difendere e tutelare.
MARCHE:SICUREZZA E SALUTE DEI CITTADINI SONO LE PRIORITA’
“Perché stanno tagliando gli alberi? Sono così belli!”. È naturale lasciarsi andare ad un’esclamazione del genere, ma spesso la situazione è più complessa di come appare pur avendo, come stella polare, sempre la tutela della sicurezza e della salute dei cittadini, oltre naturalmente al corretto deflusso delle acque negli alvei. L’osservazione è del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro), che ha sottolineato anche come, a volte, un occhio non esperto possa essere tratto in inganno dai lavori. In alcune aree del Fermano, ad esempio, c’è stato il problema del tarlo asiatico, un parassita letale per le piante che, se non contrastato con vigore e decisione, poteva provocare danni estesi e gravissimi.
Così, in determinati punti, l’ente consortile è dovuto intervenire con la cosiddetta “cippatura”, cioè triturare i tronchi in loco, impedendo al tarlo di proliferare; lasciare sul posto piante malate avrebbe significato, infatti, aumentare l’area del contagio. In altri termini, ha concluso l’ente consortile, non si taglia mai a vanvera.
CAMPANIA: SCARTI DI LAVORAZIONE E POLISTIROLO NEI CANALI CONSORTILI
In occasione delle persistenti condizioni di maltempo, con le recenti piogge cadute copiose e con insistenza su tutto il territorio salernitano, si sono registrati problemi di deflusso delle acque in alcuni tratti del ‘canale acque medie’, in località Gromola di Capaccio Paestum, risolti solo grazie al tempestivo intervento del personale del Consorzio di bonifica Paestum (con sede nel comune) che, operando con non poche difficoltà, è riuscito a scongiurare situazioni di pericolo, legate all’esondazione del canale.
Nonostante la pulizia preventivamente eseguita dall’ente consortile, il corso d’acqua risultava ostruito da materiale di diverso genere: in particolare, da polistirolo e tubazioni in plastica, scarti di lavorazione e rifiuti.
Pertanto, al fine di evitare potenziali situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica e danni alle coltivazioni, connessi alla possibile tracimazione in presenza di elementi ostruttivi, è stato vietato tassativamente il deposito di rifiuti lungo gli argini, anche al fine di preservare le acque per l’irrigazione da elementi inquinanti.
GARGANO A PRESENTAZIONE PIANO RISCHIO IDROGEOLOGICO ROMA E VATICANO
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nella mattinata di lunedì 2 Dicembre p.v. alla Presentazione del PS5 – Piano per la difesa dal rischio idrogeologico e la tutela ambientale dell’area metropolitana e dello Stato Città del Vaticano; l’appuntamento, organizzato dal Comune di Roma e dall’Autorità di bacino distrettuale Appennino Centrale, si terrà nella Sala Promoteca del Campidoglio nella Capitale.