Anno XXI, n. 28 venerdì, 12 luglio 2019

CANALE EMILIANO ROMAGNOLO:  60 ANNI DI RICERCA E INNOVAZIONE A SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA E DELL’AMBIENTE. ANCORA DI PIU’ OGGI CON I CANALI INTELLIGENTI

Il Consorzio di 2° grado C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo celebra i 60 anni di sperimentazione a servizio dell’agricoltura. L’ente consortile, nato nel 1939 ma dove l’avvio della sperimentazione data 1959, è oggi il centro di eccellenza della ricerca sul risparmio idrico nell’utilizzo delle risorse idriche per l’irrigazione,  a livello nazionale ed internazionale, come indicano tutti gli studi di settore.
A Mezzolara di Budrio, in provincia di Bologna, dove ha sede l’area sperimentale “Acqua Campus”, unica in Europa nella ricerca applicata sulle pratiche irrigue, si apre ufficialmente un anno di iniziative volte a condividere i risultati ottenuti dal

  Consorzio C.E.R.  in questo settore strategico per l’economia, l’ambiente e l’agricoltura del Paese. Attualmente, tra i progetti in corso, ci sono: “Green4water” per affrontare la tematica delle “Green Infrastructures (Infrastrutture Verdi) per la rinaturalizzazione delle città e in generale del territorio; “Aladin” per sviluppare nuove tecnologie per l’irrigazione di precisione; “Moses” per implementare ed applicare una piattaforma informativa a supporto della pianificazione delle risorse irrigue. Particolarmente innovativi sono inoltre i progetti di studio sull’influenza colturale della falda ipodermica, la realizzazione dei “canali intelligenti”, l’incremento di resilienza irrigua delle campagne ai cambiamenti climatici.
“Quella del Consorzio C.E.R. è una realtà, di cui andare orgogliosi per gli importanti risultati raggiunti ed internazionalmente  riconosciuti. L’auspicio sono altri anni di successi, confermandosi punto di riferimento non solo per i Consorzi di bonifica e di Irrigazione, ma per  più ampi settori agricoli ed ambientali”: così Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), ha salutato l’importante ricorrenza.
“Le innovazioni prodotte dal C.E.R. in 60 anni di attività – ha precisato Paolo Mannini, Direttore Generale Consorzio C.E.R. - hanno inciso profondamente sul miglioramento dell’uso dell’acqua in agricoltura, individuando soluzioni innovative, che sono state in grado di incrementare le produzioni con il minimo consumo irriguo. Siamo stati innovatori nell’applicazione dei rotoloni semoventi ed a realizzare il primo drenaggio tubolare, nonché ad introdurre gli impianti a goccia; abbiamo messo a punto un preciso bilancio idrico delle colture e, grazie ai più moderni sistemi di analisi territoriale, anche il sistema migliore per irrigarle, suggerendo agli agricoltori come, quando e quanta acqua utilizzare: è la base per i sistemi esperti Irrinet ed Irriframe, frutto della ricerca applicata italiana.”
“Il Canale Emiliano Romagnolo è un’opera unica nel panorama nazionale, perché interpreta le esigenze dell’economia, coniugando l’idraulica allo sviluppo dell’agricoltura e del territorio,  precorrendo i tempi su temi fondamentali, quali il cambiamento climatico ed il risparmio idrico”:  a sottolinearlo, in conclusione, è stato il Presidente Consorzio di 2° grado C.E.R., Massimiliano Pederzoli, aprendo così le celebrazioni per il 60° della sperimentazione del C.E.R. .
 

WORKSHOP ACQUA TOUR: POLITICI, SINDACATI E CONSORZI DI BONIFICA INSIEME PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO, FULCRO DI UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

“Stiamo scrivendo una pagina nuova della storia del nostro Paese, ma dobbiamo fare presto. Da tempo chiediamo un nuovo modello di sviluppo per l’Italia, che abbia il territorio al centro in un quadro di sostenibilità; per farlo, occorre però investire in ricerca ed innovazione. I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono e ne sapranno essere attori determinanti.”
E’ stato con queste parole, che Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ha concluso il workshop “Dal lavoro al cibo per la bellezza e la sicurezza dei territori” nell’ambito dell’Acqua Tour, che ha accompagnato anche la nuova tappa milanese del Villaggio degli Agricoltori Coldiretti. Coordinato da Gladys Lucchelli, Direttore ANBI Lombardia ed introdotto da Paolo Voltini, presidente Coldiretti Lombardia, il confronto ha visto la presenza di esponenti sindacali nazionali e di rappresentanti del Consiglio Regionale lombardo; questi ultimi (Franco Lucente, Commissione Agricoltura Montagna Foreste e Parchi; Roberto Mura,  Commissione Ambiente e Protezione Civile; Fabio Pizzul, Commissione Programmazione e Bilancio) hanno evidenziato il ruolo anche culturale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, indicando 3  temi prioritari: finanziamenti, innovazione, tutela della bellezza dei territori. Unanime da parte sindacale (Raffaella Buonaguro, Segretaria Nazionale FAI CISL; Gabriele De Gasperis, Segretario Generale  FILBI-UIL; Giorgia Sanguinetti, Segretaria FLAI-CGIL Milano) è stato il riconoscimento del fondamentale ruolo, a servizio della filiera agroalimentare, svolto dagli enti consorziali, di cui vanno valorizzati l’autogoverno e la grande professionalità della forza lavoro; un plauso è stato riservato alla capacità di ANBI nel coinvolgere  politici, sindacati, enti datoriali nella soluzione di problemi interessanti il Paese.
Il determinante ruolo dei lavoratori della Bonifica è stato  sottolineato anche da Alessandro Folli, presidente ANBI Lombardia, dichiaratosi orgoglioso di essere a capo di un ente (il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi, con sede a Milano) protagonista dello sviluppo lombardo, la cui crescita è testimoniata dalle assunzioni:  in pochi anni, da 32 a 158 dipendenti.   Nell’ambito della manifestazione, ANBI Lombardia era presente con uno stand, dove ha esposto materiali promozionali e proiettato video riguardanti le attività, che gli enti consortili svolgono quotidianamente. Inoltre, nello stand, è stato illustrato, dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Ceresara (in provincia di Mantova), il progetto “ Percorsi d’acqua: tutela della biodiversità” realizzato in collaborazione con il Consorzio di bonifica Garda Chiese (con sede nella “città di Virgilio”); in particolare è stato  presentato il plastico da loro creato, dedicato  al ciclo dell’acqua e proiettato il video dedicato al progetto.
All’appuntamento milanese era presente anche una delegazione di ANBI Lazio, che ha sottolineato come l’attività quotidiana di salvaguardia dei territori, unitamente alla certezza del servizio di irrigazione, restano priorità da perseguire, facendo leva sulle ottime professionalità, che le strutture consortili posseggono anche a livello di progettazione e mirando ad una alleanza strategica, per tutto il territorio laziale, con Enti Locali, referenti politici, organizzazioni di categoria, forze sindacali. Un plauso all’iniziativa milanese è giunto anche dal Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese (con sede nel capoluogo di provincia).
 

VINCENZI: “OGNI ITALIANO HA IN CARICO 58 LITRI D’ACQUA AL GIORNO  PER PRODURRE PLASTICA E NON LO SA. PROPONIAMO UN MODELLO ALTERNATIVO: MENO PLASTICA E PIU’ ACQUA PER REALIZZARE  MATERIALI  ALTERNATIVI A BASE VEGETALE”

Sta nascendo una nuova consapevolezza sui danni ambientali, causati da un eccessivo uso della plastica, il cui abbandono nei corsi d’acqua crea problemi anche ai Consorzi di bonifica, obbligati a spese aggiuntive per evitare che immani quantitativi di bottiglie intasino gli impianti idraulici. E’ ora anche di sapere che ogni italiano ha in carico un consumo idrico quotidiano di circa 58 litri per la produzione di plastica: a dirlo è stata l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI) sulla base dell’elaborazione di dati del CoRePla.
“Quando si parla di risorse idriche - aggiunge il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi - si usa un’ottica asimmetrica in Europa come in alcune frange dell’ambientalismo nostrano, puntando l’indice sull’idroesigenza dell’agricoltura, che produce cibo ed ha un’importante funzione ambientale (restituisce, al ciclo biologico, l’85% dell’acqua utilizzata e spesso in condizioni migliori di come l’ha prelevata), ma dimenticando colpevolmente l’idroconsumo nascosto nelle produzioni industriali (come jeans, automobili o computer), che rilasciano acqua qualitativamente compromessa e bisognosa di depurazione. Non solo: tali produzioni sono spesso decentrate in Paesi poveri, dove vive la gran parte dei due miliardi e mezzo di esseri umani in sofferenza idrica; in altri termini, vengono sfruttati due volte!”
“Il caso plastica – ha insistito il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano - è esemplare. Per produrre 1 chilogrammo di plastica servono 180 litri d’acqua; in Italia, ogni anno, si utilizzano 7.168.000 tonnellate di plastica; ergo, vengono consumati oltre 1 miliardo e 290 milioni di metri cubi d’acqua: un cifra spropositata, se consideriamo che ogni metro cubo equivale a 1000 litri d’acqua! Ma qui nessuno si scandalizza…”
“La nostra analisi – ha concluso il Presidente ANBI - dimostra che ogni milione di tonnellate di plastica, non prodotta oppure riciclata, comporterebbe un risparmio di risorsa idrica, pari a 180 milioni di metri cubi, che potrebbero essere virtuosamente utilizzati per coltivazioni destinate alla produzione di materiali sostitutivi e biodegradabili come il materB, incrementando l’agricoltura e la green economy nel rispetto dell’ambiente.”
 

VINCENZI: “GLI INTERVENTI PREVISTI DAL PIANO IRRIGUO NAZIONALE FARANNO RISPARMIARE UN LAGO D’ISEO ALL’ANNO”

“I 18 progetti irrigui, finanziati nell’ambito del Piano Nazionale di Sviluppo Rurale, permetteranno annualmente un risparmio d’acqua pari al volume del lago d’Iseo.”
A comunicare  il significativo dato, frutto anche della ricerca applicata degli enti di bonifica, è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, intervenuto, a Milano, al convegno “Conoscere per intervenire”, promosso da Regione ed ANBI Lombardia.
“Tali buone pratiche – ha proseguito il Presidente ANBI – rafforzeranno l’azione di Irrigants d’Europe per affermare in ambito comunitario, superando anacronistici pregiudizi,  la funzione dell’irrigazione come fondamentale fattore economico ed ambientale, soprattutto per le agricolture mediterranee. L’obbiettivo è quello di rafforzare la funzione dei distretti idrografici, puntando a colmare la forbice tra fabbisogni e prelievi idrici, diminuendo gli approvvigionamenti da pozzi e preservando così la falda. Ora siamo in periodo di discussione sulla nuova Politica Agricola Comune, che dovrà dedicare specifici capitoli  ai temi legati all’uso, all’approvvigionamento ed alla conservazione delle risorse idriche. In Lombardia, ad esempio, ci si è già attivati per la trasformazione di cave dismesse in bacini di accumulo idrico. Nel futuro, ricerca ed innovazione saranno determinanti per vincere la sfida dell’efficienza ed essere competitivi sui mercati globali. In questo, la gestione dei Consorzi di bonifica, basata sui principi di autogoverno e sussidiarietà, è esemplare, perché dimostra capacità progettuale e di gestione della spesa in tempi certi e rapidi. Gli enti consortili si confermano così, giorno dopo giorno, custodi della risorsa idrica e presidio del territorio in un tempo, in cui i cambiamenti climatici obbligano la politica a riprogrammare le scelte a servizio del territorio.”
 

GARGANO: “COME IN VAL DI CORNIA , SERVE UN PARTENARIATO CULTURALE FRA ISTITUZIONI E SOCIETA’ PER AUMENTARE LA RESILIENZA DEI TERRITORI”

Grazie ad un progetto comunitario LIFE REWAT, la Val di Cornia, in Toscana, è il primo territorio italiano, che applica una strategia coordinata (dai Contratti di Fiume alla ricarica delle falde in condizioni controllate) per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno già importanti ripercussioni su ecosistemi, settori economici, salute umana e benessere. Se ne è parlato a Pisa in un convegno alla Scuola Superiore Sant’Anna.
“Di fronte ad evidenti trasformazioni nell’andamento meteo – ha affermato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – è necessario mettere in campo ogni opportunità per limitare, in particolare, le conseguenze di fasi stagionali sempre meno prevedibili. In questo, è necessario riformare anacronistiche normative sull’uso delle acque reflue, una risorsa oggi rilasciata, perlopiù inutilizzata, verso il mare; contestualmente vanno realizzati nuovi invasi per aumentare la percentuale dell’11% di acqua piovana, che oggi riusciamo a trattenere in bacini, con funzioni di riserva idrica. In un’Italia, dove il paradosso sei mesi rischio siccità e sei mesi a rischio alluvioni costa annualmente  oltre 2 miliardi mezzo per ristorare i danni, serve un partenariato culturale fra Istituzioni e società civile per dotare il Paese della più grande opera infrastrutturale, di cui la Penisola ha bisogno, cioè una rete idraulica in grado di rispondere ai cambiamenti climatici. I Consorzi di bonifica stanno facendo la loro parte ad iniziare dalla realizzazione delle opere, previste dagli oltre 600 milioni di euro, sbloccati dal Governo.”
 

EMILIA ROMAGNA: MIGLIORA LA QUALITÀ DELL’ACQUA PER L’AGRICOLTURA DEL PARMENSE

Parametri rispettati e indagini approfondite su oltre cinquanta campionamenti consegnano un quadro positivo della risorsa irrigua nel comprensorio consortile. Rispetto allo scorso anno migliorate anche le acque dei canali Galasso e Naviglio Navigabile. La qualità delle acque irrigue nel territorio di Parma, all’interno della rete dei canali di bonifica, è migliorata ulteriormente rispetto allo scorso anno: è quanto emerge dal report annuale, redatto dai ricercatori tecnico-scientifici del Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) .
L’ente consortile  monitora periodicamente lo stato dei flussi irrigui, indispensabili per la produzione della gran parte delle tipicità agroalimentari, grazie al laboratorio tecnico itinerante “Bonifica Lab”,  che consente di asserire che le acque irrigue dei canali consortili superano l’esame qualità, dimostrandosi idonee agli usi per l’agricoltura. Rilevanti e significativi soni alcuni dei dati emersi dalle relazioni conclusive  sulla qualità irrigua della risorsa esaminata: le sostanze prioritarie (fosfati, fitofarmaci) e la sommatoria complessiva delle sostanze rilevate si mantengono inferiori ai valori limite della cosiddetta “classe 1”, utile per l’impiego irriguo e la migliore delle classi della tabella A Giardini, universalmente riconosciuta come modello di riferimento per il settore agricolo. Il dato rappresenta l’ultimo anello di una catena di risultati di idoneità confermata già negli ultimi anni. Un importante miglioramento è quello nelle aree, che presentano alcune criticità, come quelle relative ai canali che attraversano la zona urbana di Parma, in particolare quelle provenienti dal Naviglio Navigabile e dal Canale Galasso: in questi due casi, all’azoto ed  al fosforo si sommano cloruri e salinità elevati, pur sempre rientrando nei limiti di utilizzo.
Da evidenziare anche l’assenza di sostanze tossiche, compresi pesticidi e fitofarmaci, in concentrazioni significative e per questo motivo le acque dei canali possono essere utilizzate senza particolari problemi. Nell’ottica di un perpetuo e continuo miglioramento è da segnalare l’inizio di un percorso di collaborazione condivisa con le aziende conserviere della provincia di Parma, volto a sensibilizzare verso l’importanza del recupero delle acque reflue e la salvaguardia dell’ecosistema: un Protocollo d’Intesa èstato firmato dai Consorzi di bonifica di Parma e Piacenza, “OI Pomodoro” e “Industria del Nord Italia” nel Settembre 2018; così come va sottolineata la sinergia con A.R.P.A.E. (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Emilia Romagna) Parma per il trasferimento dei dati ambientali sui loro controlli di qualità alle acque dei depuratori comunali.
Proprio in questi giorni è in corso la campagna di rilevazione 2019 con il mezzo mobile di “Bonifica Lab” che, come l’anno scorso, prevede di monitorare più di cinquanta  punti-stazione distribuiti sul territorio irriguo gestito dall’ente consortile, in particolare di pianura; I primi risultati sono confrontabili con il 2018 e restituiscono  un primo quadro positivo, stante la forte siccità di inizio anno e che aveva favorito la concentrazione di sostanze nell’acqua.


VENETO: GIORNI DI EMERGENZE

Sono state ore notturne di duro lavoro per gli uomini del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) e del Consorzio di 2° grado L.E.B. – Lessinio Euganeo Berico (con sede a Cologna Veneta, sempre nel veronese): insieme ad A.R.P.A.V. (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Veneto), Protezione Civile e Vigili del Fuoco, gli enti consortili hanno operato  in situazione di emergenza per scongiurare che l’inquinamento delle acque, dovuto all’incendio dello stabilimento Isello Vernici, a Brendola,  potesse estendersi, anche a causa delle forti piogge, fino alla Bassa Padovana nei fiumi e nei canali del bacino Fratta Gorzone. Il personale consortile ha dovuto lavorare in massima velocità per apporre sacconi assorbenti, che trattenessero sostanze inquinanti e mettere in sicurezza il canale L.E.B., principale arteria irrigua del Veneto.
Gli invasi di raccolta dell’acqua, usata dai pompieri per domare il rogo, avevano infatti ceduto a causa della pioggia battente e, se il rischio di un allargamento dell’area inquinata è stato scongiurato, molto si deve all’intuizione degli uomini dell’ “Alta Pianura Veneta” che, ritenendo insufficienti le barriere sintetiche, hanno recuperato erba falciata da altri canali per buttarla in acqua come assorbente naturale. Dall’arrivo del  giorno, i Consorzi hanno provveduto sia allo sfalcio dell’erba lungo le rive venute a contatto con l’acqua inquinata, sia al triste compito di raccogliere migliaia di pesci morti a causa della mancanza di ossigeno nel fiume. Arpav, dopo essersi confrontata con il Genio Civile, ha emesso un’ordinanza di divieto di pesca e prelievo irriguo nella zona interessata; il divieto è stato completamente ritirato all’inizio di questa settimana.
Gioco di squadra, invece,  tra il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) e Genio Civile di Venezia per sistemare parte di un argine del canale Novissimo, a Codevigo, crollato a causa di una voragine, causando così l’allagamento di alcuni campi. L’incidente  è stato probabilmente causato da un’infiltrazione occulta,  aggravata dagli scavi delle nutrie  e dalla pressione dell’acqua nel canale, molto più alta per rispondere alla esigenze irrigue. La velocità d’intervento ha permesso di mettere in sicurezza l’area, contenendo i danni.
Il personale consortile ha provveduto ad aprire le derivazioni a monte della falla, in modo da diminuire il livello dell’acqua nel canale  Novissimo e bloccare così l’allagamento delle campagne; la Protezione Civile si è attivata con pompe e sacchi di sabbia per mettere in sicurezza le abitazioni del posto e che fortunatamente non sono state lambite dall’acqua; il Genio ha infine chiuso la falla con strati di sassi e sabbia. In meno di 24 ore l’argine era ristabilito; nessun danno a persone ed immobili, ma a rischio sono la raccolta della soia e la sopravvivenza del radicchio e del porro appena piantati.
 

MARCHE: CONSOLIDATO VERSANTE E RIPULITO ALVEO

Un importante intervento di sistemazione idraulica è stato operato dal Consorzio di bonifica  Marche (con sede a Pesaro) sul fosso Accia, affluente del fiume Foglia, in località Schieti, nel comune di Urbino.
L’alveo del corso d’acqua era stato completamente ostruito dalla vegetazione anche a seguito di una frana, che aveva trascinato giù parte della scarpata; tale smottamento, che ha coinvolto la strada che collega Schieti ad Urbino, aveva provocato anche la rottura del manto stradale e compromesso la viabilità. In seguito alla grande precipitazioni del 13 Maggio scorso, inoltre, la situazione si era  ulteriormente compromessa  e le piogge  ripetute avevano riversato, nel fosso, grandi piene, che avevano reso il versante più fragile ed instabile; il Consorzio ha ritenuto urgente un intervento d’emergenza: ora l’acqua non riesce ad erodere la sponda e c’è maggiore protezione della carreggiata; il fosso è stato sistemato e la carreggiata ha recuperato la sua funzionalità.

TOSCANA: VIA ALLA RIMOZIONE DELLE ALGHE

I Comuni di Viareggio e Camaiore hanno provveduto a posizionare, così come previsto dal Protocollo d’Intesa siglato 4 anni fa con il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede nella “città del Carnevale”), i cassoni per lo stoccaggio del materiale vegetale presente nella Fossa dell’Abate;  uomini e mezzi consortili sono così  entrati in azione  per rimuovere le alghe. 
L'iter prevede di  raggruppare la massa delle alghe con barriere galleggianti per poi racchiuderle in un'area limitata  nel tratto conclusivo del fiume Camaiore; Successivamente  saranno raccolte e conferite negli appositi cassoni, da dove verranno smaltite attraverso l'azienda dei rifiuti.

LOMBARDIA: ECCEZIONALE RITROVAMENTO ARCHEOLOGICO

Una fornace di epoca post medievale ha fatto capolino durante i lavori di costruzione del magazzino del Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po a Gonzaga, resisi necessari  a seguito del terremoto 2012, che aveva colpito anche il capannone del Saino a Pegognaga, rendendolo inagibile ed ora demolito. In fase progettuale, anziché ricostruire quest’ultimo, si era optato per l’esecuzione di un nuovo capannone a Gonzaga, centro operativo dell’ente consortile (con sede a Mantova). Gli scavi sono iniziati alla presenza di un archeologo professionista, secondo le richieste della Soprintendenza di Milano.
Durante gli scavi per accogliere i plinti di fondazione, è stata rinvenuta una fornace risalente all’epoca post medievale e adibita alla cottura di mattoni. Costituita da una camera di cottura di forma rettangolare, preceduta da un lungo prefurnio voltato a oriente, la fornace aveva dimensioni significative; l’intensa attività di fuoco e le alte temperature le hanno donato uno spiccato colore rosso.  
L’intero manufatto risulta realizzato nel deposito naturale limoso, derivato dalle alluvioni fluviali. Sospesi temporaneamente i lavori, la Soprintendenza Archeologica ha successivamente dato il nulla osta alla loro prosecuzione dopo gli studi di approfondimento del ritrovamento. Le strutture sono state quindi coperte con geotessuto e rispettate con cura durante la realizzazione delle ulteriori opere di progetto.

CAMPANIA:  ELEZIONE CONSORTILE

Dopo quasi tre anni di commissariamento, il Consorzio di bonifica Paestum (con sede a Capaccio Scalo, in provincia di Salerno) torna ad avere un’amministrazione scelta dai suoi consorziati: su 4.820 aventi diritto, i votanti (deleghe comprese) sono stati  1.584, per un’affluenza del 32,86%. I 12 eletti, insieme a 3 delegati nominati dalla Provincia di Salerno e ad un delegato nominato dalla Regione Campania, vanno  a comporre il Consiglio dei Delegati.

VENETO: BILANCIO SENZA AUMENTI

L’Assemblea del Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Cittadella, in provincia di Padova) ha approvato il bilancio consuntivo 2018. L’ente consortile opera su una rete di canali di 2.400 chilometri  su un’area di oltre settantamila  ettari nelle province di Padova, Vicenza e Treviso, con 53 Comuni interessati. Un importante introito deriva dalle 8 centrali idroelettriche consorziali, che producono energia pulita e rinnovabile.
Come negli anni precedenti si sono concretizzate sinergie con Enti Locali, fondate su collaborazioni e Protocolli d’Intesa su problematiche comuni.  La scelta del bilancio è stata di procedere secondo  le esigenze manifestate da un territorio sempre più sensibile ed attento alle problematiche delle acque; ciò, pur non aumentando i tributi, grazie all’operatività ed all’organizzazione, nonché all’impegno della struttura professionale.

EMILIA ROMAGNA: UN NUOVO DIRETTORE GENERALE

Lucia Capodagli, marchigiana ed ingegnere meccanico, è il nuovo Direttore Generale del Consorzio di bonifica Romagna (con sede a Ravenna), dove  sarà operativa a partire dal 22 Luglio p.v. . L’iter, che ha portato alla sua nomina, è durato più di due mesi, attraverso una selezione di oltre cinquecento candidati, effettuata da primaria società nazionale in tema di reclutamento di risorse umane.
Il nuovo dg ha avuto diverse esperienze dirigenziali nell’ambito privato e pubblico, dove ha recentemente guidato con successo una multiutility ed è anche componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università Tor Vergata Roma 2.

VINCENZI A BOLOGNA

Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà nella mattinata di mercoledì 17 Luglio p.v. all’Incontro “Più acqua per l’agricoltura. Nuovi investimenti per invasi e infrastrutture irrigue in Emilia Romagna”, in programma alla Terza Torre di Bologna; ad organizzarlo è la Regione Emilia Romagna. 

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
Sito internet: anbi.it - eMail: anbimail@tin.it