Anno XXI, n. 14 venerdì, 5 aprile 2019

L’ITALIA DEL NORD SORRIDE ALLA PIOGGIA: SI ALZANO LIVELLI DEI LAGHI

VINCENZI: “LA PIOGGIA DISSETA LE CAMPAGNE E MIGLIORA LA SITUAZIONE AMBIENTALE, MA NON CANCELLA LA NECESSITA’ DI INTERVENTI STRUTTURALI”

A lungo invocata è arrivata una pioggia ristoratrice sulle regioni settentrionali del Paese; finora le caratteristiche del fenomeno meteo sono benigne: non si lamentano criticità idrogeologiche, seppur Consorzi di bonifica e Protezione Civile siano in allerta per la conclamata fragilità idraulica di un terreno inaridito da mesi di scarse precipitazioni. I fenomeni meteorologici stanno comunque evidenziandosi con una diversa intensità testimoniata da apporti idrici localizzati.
A beneficiarne finora sono soprattutto i grandi laghi: in soli 4 giorni, il livello del lago Maggiore è cresciuto di quasi 44 centimetri; il lago di Como, che era indirizzato al minimo storico, segna + cm. 22,6; il lago d’Iseo, + 13 centimetri. Il lago di Garda è addirittura 26 centimetri sopra la media del periodo. Bene, in Emilia Romagna, anche gli invasi di Mignano e Molato, riempiti per circa la metà della capacità e superiori a quanto contenuto lo scorso anno. Diversa e “a macchia di leopardo” è la situazione dei fiumi: il Po non ha ancora ricevuto l’atteso  beneficio dalle piogge e, a Pontelagoscuro, è sceso sotto la fatidica soglia dei 600 metri cubi al secondo (mc/sec 598,cioè un terzo della media del periodo e la metà della portata del 5 Aprile di un anno fa), che fa scattare l’allarme “risalita del cuneo salino”, che contamina  terreni e falde, rendendo inservibili le prese irrigue. A monte, il Po resta largamente sotto il livello dello scorso anno come altri fiumi piemontesi con l’ eccezione della Dora Baltea. Diversificata è la situazione per i fiumi dell’Emilia Romagna: se  l’Enza è tornato ai livelli dello scorso anno, largamente sopra la media è  il Secchia, mentre il Reno  resta abbondantemente al di sotto della porta di un anno fa. In sofferenza anche il Lago di Bracciano nel Lazio che misura -147,5 centimetri rispetto allo zero idrometrico fissato a 163 centimetri.
“E’ una situazione in evoluzione – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – La pioggia sta dissetando i territori, ma non è certo risolutiva di problemi, che restano strutturali di fronte ad evidenti cambiamenti climatici. In montagna, ad esempio, sta anche nevicando, ma l’apporto idrico di tale fenomeno è assai diverso da quello delle nevi invernali che, “impaccandosi” al suolo, creano una riserva idrica che progressivamente si scioglie con il crescere della temperatura. Le nevi odierne, invece, tenderanno a sciogliersi repentinamente, aumentando un seppur contenuto  rischio idrogeologico.”
“La grande novità è che la pioggia di queste ore – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - è accolta con sollievo non solo dagli agricoltori, ma dall’opinione pubblica in generale. Pur essendoci un grande bisogno di accrescere la cultura dell’acqua, la percezione sulla necessità di preservare ed ottimizzare la gestione di tale risorsa è ormai largamente diffusa. E’ tempo per scelte condivise.”
 

ALLARME IDRICO: DOPO IL PO ANCHE L’ADIGE E’ IN CRISI D’ACQUA

VINCENZI: “OGNI ANNO CADONO 300 MILIARDI DI METRI CUBI DI PIOGGIA SULL’ITALIA, OBBLIGATORIO RACCOGLIERLA”

Mentre il fiume Po si avvicina, a Pontelagoscuro, alla fatidica portata di 600 metri cubi al secondo, sotto la quale scatta l’emergenza siccità e la concomitante dannosissima risalita chilometrica del cuneo salino, anche l’Adige, secondo fiume d’Italia e dal quale “pescano” gli acquedotti di Rovigo, segnala una crescente sofferenza idrica: il trend è allarmante, se si paragona l’attuale portata, inferiore ai 100 metri cubi al secondo, a quella del Marzo di 5 anni fa: oltre 271 metri cubi al secondo nel 2014, un exploit idrico, dal quale ci si è progressivamente allontanati. 
D’altronde, sul bacino del fiume Adige, nella prima quindicina di Marzo è caduto il 93% di pioggia in meno (-89% sull’intera regione Veneto; il record spetta al bacino polesano Fissero Tartaro Canalbianco:-97%!). Continua, invece, il trend positivo nelle regioni meridionali, dove i bacini di Puglia, Sicilia e Sardegna sono indicativamente oltre il 60% delle capacità d’invaso, largamente superiore alle condizioni dello scorso anno.
“Il paradosso italiano, cui dover porre urgente rimedio, si accentua, se consideriamo che, sul Bel Paese, ogni anno sono finora caduti mediamente 302 miliardi di metri cubi di pioggia, di cui i cambiamenti climatici hanno incrementato l’estremizzazione degli eventi, aumentando i rischi idrogeologici; ad oggi, di tale ricchezza idrica invidiata da tutto il mondo, tratteniamo, per diversi usi, solo l’11,3%! Usando un termine proprio di altri settori, dobbiamo maggiormente tesaurizzare tale patrimonio sempre prezioso”. A segnalarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Contestualmente, secondo il Ministro dell’Ambiente, il 20% del territorio italiano è a rischio desertificazione per un andamento meteorologico, a macchia di leopardo, accentuato da una spesso incontrollata cementificazione del suolo, la cui prima risposta sta nell’aumentare la resilienza delle comunità attraverso la creazione di bacini per trattenere l’acqua, quando arriva: in Italia attualmente esistono 381 dighe con altrettanti invasi, ma ne servirebbero altri 2000 di dimensioni medio-piccole e che non vanno ad interferire con la “naturalità” dei nostri fiumi e torrenti. Se ne evince – ha concluso il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano - che i 30 cantieri del Piano Nazionale Invasi, in fase di avvio, devono essere solo  la prima tranche di un piano più ampio, mirato alla realizzazione di infrastrutture idrauliche, indispensabili a cogliere le opportunità di un Paese ricco, dati alla mano, dall’ “oro blu”, anche se nessuno oggi lo direbbe. Ecco perché serve cultura e formazione ad ogni livello per affrontare, a 360°, un problema epocale.” 

I CONSORZI DI LOMBARDIA ED EMILIA ROMAGNA INIZIANO A STOCCARE ACQUA NEI CANALI

VINCENZI: “E’ UNA CONCRETA RISPOSTA AL RISCHIO SICCITA’ IN ATTESA DELLA REALIZZAZIONE DEL PIANO NAZIONALE INVASI”

Nel comprensorio del Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po (con sede a Mantova), a cavallo tra Lombardia ed Emilia Romagna, è iniziato l’invaso dei canali per garantirsi l’acqua necessaria nell’ormai probabile caso di siccità.
“Il prelievo idrico avviene dal fiume Po  nel comune di Boretto tramite due stazioni di pompaggio idraulico per 20.000 litri al secondo – ha indicato il Direttore dell’ente consortile, Raffaele Monica -  L’acqua viene immessa nel canale Derivatore e poi distribuita nel comprensorio attraverso canali irrigui, costruiti appositamente nel secondo dopoguerra; in pochi giorni tutti gli alvei stanno raggiungendo la quota indicata.”
“Il Consorzio – ha aggiunto la Presidente, Ada Giorgi – attivandosi in anticipo, è riuscito ad ottenere  il rinnovo della concessione  fino al 2046, confermando gli attuali limiti di  portata; così, concluse le operazioni di rimozione della sabbia depositata dal fiume in corrispondenza delle pompe, ha potuto avere inizio l’attività di derivazione. Questo per aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici e rispondere alle necessità degli agricoltori, che non possono certo  attendere i tempi della burocrazia: se la risorsa serve, va erogata immediatamente.”
“Per avere futuro – ha concluso Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - bisogna affrontare le sfide con lungimiranza. Trasformare i canali in bacini per trattenere acqua in previsione della possibile siccità, fa parte della concreta cultura del territorio, praticata dai Consorzi di bonifica ed alla quale vanno abbinati interventi infrastrutturali, quali quelli previsti dal Piano Nazionale Invasi e dal Piano Irriguo Nazionale, la cui fase realizzativa è ora finalmente in rampa di partenza.”

VENETO: IL PIANO ANTI SICCITÀ DEL VENETO PARTE DAL CANALE LEB

Parte dal Canale Lessinio-Euganeo-Berico (Leb), principale arteria irrigua del Veneto, l’articolato piano predisposto dai Consorzi di Bonifica della regione per contrastare la siccità. Il canale preleva acqua dal fiume Adige e la riversa nel fiume Bacchiglione dopo aver attraversato oltre quarantotto chilometri tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia.
Grazie a 20 milioni finanziati con il Piano Nazionale Invasi, il Consorzio di 2° grado L.E.B. (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona) potrà ricostruire la parte iniziale dell’infrastruttura (m. 4.665), arrivando a contenere le perdite idriche di oltre il 50% a beneficio di un territorio di 350.000 ettari, interessato da ben 103 comuni. La chiusura della gara è fissata alle ore 12.00 del ’11 Aprile p.v. alle 12 e l’apertura del cantiere è prevista in Ottobre. Il risparmio idrico a lavori ultimati sarà di oltre ottantasette milioni di metri cubi all’anno; a beneficiarne saranno le colture e la vivificazione di molti corsi d’acqua quali il Fratta ed il Guà-Frassine. Un altro aspetto positivo è che saranno ridotti i prelievi dall’Adige.

LOMBARDIA: INSEDIATOSI TAVOLO CONTRO  SICCITA’

Si è riunito a Milano, nella sede di Regione Lombardia, il tavolo tecnico contro la siccità, presenti gli Assessori regionali,  Fabio Rolfi (Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi), Massimo Sertori (Enti locali, Montagna e piccoli comuni), Raffaele Cattaneo (Ambiente e Clima) e Pietro Foroni (Territorio e Protezione Civile); hanno partecipato anche ANBI Lombardia, le associazioni di categoria agricola, i rappresentanti dei produttori idroelettrici, A.R.P.A. Lombardia, l'Autorità Bacino del fiume Po ed A.I.Po.
L'attuale situazione si configura caratterizzata da severità idrica, a causa delle scarse precipitazioni registrate negli ultimi mesi, delle insufficienti scorte nivali accumulatesi in montagna e dei livelli estremamente bassi di falda a fronte di temperature costantemente calde, oltre la media. ANBI Lombardia (U.R.B.I.M.) ha aperto portanto, all’attenzione generale, la complessità del sistema irriguo lombardo, dove l'utilizzo dell'acqua in agricoltura ha una valenza ambientale determinante e all'interno del quale è necessario poter contare su flessibilità ed investimenti da orientare al potenziamento delle infrastrutture idrauliche. 
L’Agenzia Regionale Protezione Ambientale (A.R.P.A.) Lombardia ha presentato lo stato delle riserve idriche che, pur non ancora inferiori all’anno critico di riferimento (2007), sono nel complesso il 12% in meno della media dell’ultimo decennio.  Gli interventi successivi sono ruotati attorno alla necessità di effettuare studi relativi ai sistemi irrigui, di realizzare una sempre maggiore interazione tra idroelettrico ed irriguo (auspicato un censimento dei serbatoi idroelettrici, utilizzabili anche per altre finalità), di orientare gli utilizzi idrici ad una maggiore flessibilità. Dalla riunione è emersa la volontà di rendere il tavolo tecnico periodico, caratterizzato da una regolarità  funzionale all’evolversi della situazione.

MARCHE: PIANO IRRIGUO NAZIONALE: PARTE LA CORSA PER IL CANTIERE

E’ stato pubblicato, dal Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, il decreto per l’approvazione della graduatoria definitiva delle domande di finanziamento per infrastrutture del Piano Irriguo Nazionale: tra le 19 ammesse, è stata confermata anche quella per l’ampliamento della superficie irrigua del fiume Musone. Grazie a questo intervento, la nuova superficie irrigua lorda salirà a 1.900 ettari, compresi nei comuni di Cingoli, Montefano e Filottrano.
Ora si potrà dare avvio al bando europeo per la gara di appalto, cui seguirà la stipula del contratto e il successivo inizio dei lavori, che si spera di avviare entro l’anno. Il progetto prevede la realizzazione di un serbatoio di compenso (laghetto), in località San Faustino di Cingoli e una rete di distribuzione con condotte in pressione per oltre quarantacinque chilometri, che serviranno circa centoquaranta ditte. L’importo complessivo del finanziamento è pari a 20.000.000 di euro e la durata dei lavori è stimata in 2 anni.
Il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) ha programmato fino ad ora 102 milioni di investimenti sui fiumi: 20 milioni di interventi sul Foglia, 35 sul Musone, 12 sul Tronto, altri 15 sul Tenna e 7 sull’Aso; di questi, 82 milioni sono già finanziati e gli altri 20 sono in corso di approvazione.

LA CARENZA D’ACQUA NON E’ UN PROBLEMA SOLO AGRICOLO: CONTRO LE CRISI IDRICHE, ANBI PROPONE UN’ALLEANZA PER BACINI POLIVALENTI

VINCENZI: “SUL FUTURO DELL’ACQUA, SERVE UNA VISIONE CONDIVISA”

“L’emergenza idrica, che si sta prospettando nell’Italia settentrionale, non colpirà solo l’agricoltura, ma tutti gli interessi, che gravano sulla risorsa idrica; per questo, ANBI propone una strategia ventennale di bacini ad uso plurimo dove, nel rispetto delle priorità di legge, trovino soddisfazione le diverse esigenze: umane, agricole, produttive, turistiche  in un contesto di valorizzazione ambientale, nel quale coinvolgere le realtà locali attraverso processi partecipativi dal basso.”
Lo ha affermato  Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, intervenuto ad un workshop sul futuro delle energie rinnovabili, organizzato a Roma da “Terna”.
“L’acqua – ha proseguito il Presidente  ANBI – è non solo fonte di vita, ma un elemento produttivo strategico da gestire con lungimiranza. E’ necessario contemperare  le diverse esigenze, evitando controproducenti conflitti sull’utilizzo della risorsa idrica; per questo, nell’immediato abbiamo chiesto la convocazione degli Osservatori sulle risorse idriche presso le Autorità di Distretto, ma in prospettiva dobbiamo aumentare la capacità di trattenere le acque in bacini, coinvolgendo le espressioni del territorio in una strategia virtuosa. Già oggi, i Consorzi di bonifica producono, da fonti rinnovabili, l’80% dell’energia utilizzata.”
ANBI e Terna, unitamente a Coldiretti, sono già legate da un Protocollo d’Intesa, siglato ad inizio 2018, per ottimizzare i benefici di una gestione polivalente della risorsa irrigua, coniugandone un uso idroelettrico con i fabbisogni prioritari delle imprese agricole e con la sostenibilità ambientale.
“L’accordo siglato fra ANBI, Coldiretti e Terna – ha concluso Francesco Vincenzi - conferma il ruolo che i Consorzi di bonifica e, più in generale, l’agricoltura possono giocare sul terreno della modernità. L’intesa apre nuove opportunità nel campo della sostenibilità energetica e della ottimizzazione d’uso delle risorse idriche nell’interesse della salvaguardia ambientale e dell’economia del settore primario. Il futuro non può che nascere dalla condivisione di obbiettivi comuni fra soggetti di diversa natura, ma con una comune sensibilità per la valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturali.”
 

TOSCANA:CONSORZI DI BONIFICA AL VOTO. PROSSIMI OBBIETTIVI: PIU’ MANUTENZIONE, MENO COSTI

A 5 anni dalla riforma regionale dei Consorzi di bonifica,  che ha ridotto a 6 i soggetti, che si occupano dell'attività a presidio della sicurezza del territorio ed ha avviato il processo per migliorare l'efficienza del sistema, Regione Toscana  ha fatto il punto sui risultati attuali e sulle prospettive di ANBI Toscana. La manutenzione dei corsi d'acqua toscani è migliorata molto in questi anni ; oggi si tratta di alzare l'asticella rispetto al futuro, perché si richiedono più cose: sicuramente di imprimere un'accelerazione sulla gestione associata delle funzioni amministrative, così da creare quelle economie di scala, utili a drenare ulteriori risorse per le manutenzioni  ed anche di aumentare il reticolo manutenuto, lavorando anche sul miglioramento degli standard di qualità.
Nell'ottica della riqualificazione dei corsi d'acqua per renderli fruibili da parte della comunità, grande importanza assumono i Contratti di Fiume. Due gli oBbiettivi che la Giunta di Regione Toscana darà ogni anno ai nuovi Organi Amministrativi dei Consorzi di bonifica al voto fino a sabato 6 Aprile p.v.: dare attuazione alla gestione associata già a partire da questo 2019 ed aumentare di almeno il 50%, nei prossimi 3 anni, i chilometri di reticolo consortile, manutenuti annualmente, mantenendo comunque il presidio  sul 100% della rete idrica di compeenza (circa trentasettemila chilometri di corsi d'acqua, che ricomprendono anche  fiumi geograficamente rilevanti come Arno, Tevere, Ombrone, Serchio.
Proprio per questo, la Regione a fine 2018 si è attivata, stanziando ulteriori 10 milioni di euro, oltre alle risorse ordinarie di 6 milioni di euro per la manutenzione delle opere principali e per la manutenzione straordinaria col cosiddetto "Piano tagli". La sfida non è solo quella di restituire una corretta regimazione idraulica, ma di far svolgere al fiume la funzione di naturale corridoio ecologico e renderlo sempre più fruibile da parte della comunità. ANBI Toscana, attraverso i Consorzi di bonifica, ha dato omogeneità alla manutenzione su tutto il territorio grazie ad una riforma innovativa: le  competenze si sono accorciate e gli investimenti sono aumentati, sia perché è aumentato il tributo, sia perché la Regione ha fatto investimenti importanti.
Gli enti consorziali hanno messo il “know how”, migliorando le capacità operative. I dati sono significativi, il tributo ammonta a 65 milioni di euro e viene investito in maniera trasparente. In più gli enti consortili toscani sono macchine operative, che progettano e realizzano grandi opere, terminali di progettazioni importanti per la messa in sicurezza del territorio. Ai lavori di manutenzione ordinaria, finanziati grazie alla contribuenza dei consorziati, si aggiungono le opere finanziate da risorse regionali, destinate agli interventi manutentivi sui corsi d'acqua principali, per un importo di oltre venti milioni da impegnare nel triennio 2019-2021 (6.740.000 euro per ciascun anno). Uno sforzo economico ingente, che solo nel 2019 mette in gioco risorse complessive pari a circa settantadue milioni di euro, costituendo uno strumento importantissimo per la risoluzione di singole criticità locali. Soprattutto è l'asse portante di un disegno di razionalizzazione e diminuzione del rischio idraulico, che mantiene alto e costante nel tempo l'obbiettivo della cura capillare del territorio.
Tutti gli interventi di manutenzione, che verranno eseguiti nel corso del 2019 dai Consorzi di bonifica, saranno visibili durante il loro sviluppo cronologico, grazie ad un apposito portale web all'interno della pagina del sito istituzionale di Regione Toscana.
 

VENETO: NUOVO CANALE SCOLMATORE

Grazie a fondi straordinari per l’emergenza maltempo, che ha colpito il Veneto l’autunno scorso, il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) potrà dare il via ai lavori di realizzazione del canale scolmatore di Thiene, che andrà a risolvere il problema delle esondazioni del torrente Rozzola.
L’opera, il cui costo ammonta ad 1.800.000 euro, è funzionale alla messa in sicurezza dei comuni di Thiene, Carré e Zugliano nella pedemontana vicentina; sarà scavata nella fascia tra i torrenti Igna e Rozzola, permettendo di ridurre l’onda di piena, che scende dalle colline delle Bregonze.  L’obbiettivo ora è  essere pronti col cantiere a Settembre.

FRIULI VENEZIA GIULIA: AL VIA TAVOLO TECNICO

Un confronto positivo è quello che si è tenuto  tra l’Amministrazione Comunale di Udine (rappresentata dal Sindaco, Pietro Fontanini e dal suo Vice, Loris Michelini) ed i vertici del  Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede proprio nella città capoluogo); programmato in vista del rinnovo della convenzione previsto per fine anno, si è stabilito di istituire un tavolo tecnico per affrontare temi come la sistemazione e la manutenzione dei canali consortili, la realizzazione di nuove centraline, la ristrutturazione dello storico mulino di viale Volontari della Libertà. 
L’incontro ha registrato un “comune sentire” su difesa ambientale, lotta al degrado, riqualificazione del territorio. Come con tanti altri comuni del comprensorio, la collaborazione ne è uscita rafforzata, confermando il ruolo strategico dell’ente consortile non solo negli aspetti più tipici dell’irrigazione e della difesa idraulica, ma anche in quelli più generali, legati al miglioramento complessivo del territorio nell’ottica di una maggiore vivibilità.
Al termine del colloquio è stato riconosciuto che l’ente consorziale, nell’offrire la propria disponibilità a collaborare per la sistemazione e la gestione dell’oggi abbandonato  mulino di Chiavris, nonchè per la manutenzione della prossima centralina di Largo delle Grazie,  ha dimostrato una non scontata sensibilità nei confronti della città di Udine e di un patrimonio che non è solo energetico, ma anche storico e culturale.

GARGANO: “SERVONO CULTURA E FORMAZIONE AD OGNI LIVELLO PER MEGLIO RISPONDERE AD UNA REALTA’ CLIMATICA CAMBIATA”

“Soprattutto in un momento come l’attuale, in cui si percepisce una diffusa preoccupazione per il futuro idrico del Paese, aderiamo con convinzione alla proposta di dedicare una giornata dell’anno scolastico alla cultura dell’acqua. Di fronte ad un territorio e condizioni climatiche fortemente mutate, serve un programma di formazione verso i cittadini, ma anche verso i soggetti decisori: la realtà è cambiata e dobbiamo attrezzarci per convivere con l’estremizzazione degli eventi meteorologici.”
Lo ha affermato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, intervenuto ad un recente workshop al Senato, cui hanno partecipato il Presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, Mauro Coltorti e il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alessandra Pesce ed i vertici di Alta Scuola.
In Italia, penisola per circa 2/3 montana o collinare, oltre un milione di persone vive in territori a rischio frane od alluvioni  che, in 10 anni, hanno causato quasi 1800 morti senza contare i danni per decine di miliardi di euro. Ciò nonostante, in Europa, l’Italia è seconda solo all’Olanda nel consumo del suolo e la legge per contrastare la cementificazione giace nei meandri parlamentari, nonostante i ripetuti richiami a riprenderne l’iter.  Innumerevoli sono i casi di aree urbanizzate in zone ad alto rischio idrogeologico o sopra i corsi d’acqua “tombati” (circa dodicimila chilometri). Ciò costringe a vivere con apprensione sia l’allarme idrico registrato da alcune settimane, sia le precipitazioni annunciate per questi giorni e che, se si abbatteranno violentemente su territori inariditi, rischiano  di dar vita a fenomeni alluvionali.
“Senza acqua non può esserci agricoltura di qualità e per questo stiamo aprendo i cantieri finanziati nell’ambito del Piano Irriguo Nazionale, del Fondo Sviluppo e Coesione e del Piano Nazionale Invasi – ha proseguito il DG ANBI – E’ necessario incrementare il patrimonio di bacini del nostro Paese rispettando integralmente la naturalità dei fiumi e dei torrenti ed intervenendo contestualmente sulla manutenzione degli invasi meridionali, escavando i fondali e ampliandone la capacità di invaso.”
“Ai prossimi parlamentari europei ed al Governo– ha concluso Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - offriamo la seppur giovane esperienza di Irrigants d’Europe, l’associazione che ANBI, unitamente alle omologhe organizzazioni di Francia, Portogallo e Spagna, ha creato per sensibilizzare Bruxelles sulle esigenze dell’agricoltura mediterranea, dove la disponibilità d’acqua irrigua è un indispensabile fattore produttivo.”
 

PUGLIA: A LEZIONE DI BIODIVERSITA’

La flora e le specie rare autoctone del Gargano sono state al centro della visita dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "P. Giannone" di San Marco in Lamis al vivaio-bosco didattico di Borgo Celano, gestito dal Consorzio di bonifica montana del Gargano (con sede a Foggia).
Accompagnate da una delegazione dell’Amministrazione Comunale, le scolaresche hanno potuto seguire un interessante percorso didattico, che le ha portate a conoscere da vicino, oltre al vivaio forestale, l’orto botanico delle specie rare e dei frutti antichi del Gargano, nonchè la raccolta semi delle specie arboree ed arbustive autoctone, tipiche del comprensorio. La visita guidata al vivaio ha di fatto anticipato gli incontri con le scuole che caratterizzeranno, anche nel corso del 2020, la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’Amministrazione Comunale di San Marco in Lamis, nel cui territorio è nato l’ente consortile e nella cui sede storica oggi è ospitato il vivaio.

LUNEDI’ ASSEMBLEA SNEBI A ROMA

Saranno alcune migliaia i posti di lavoro creati dai circa ottocento milioni di investimenti in opere infrastrutturali idriche, previsti dal Piano Nazionale Invasi e dal Piano Irriguo Nazionale; i Consorzi di bonifica ed irrigazione stanno firmando le convenzioni per l’apertura di una quarantina di cantieri dal Nord al Sud d’Italia.
Le ricadute sul piano sociale e previdenziale saranno uno dei temi dell’annuale Assemblea S.N.E.B.I., sindacato d’impresa, cui fanno riferimento gli enti consortili di ANBI, convocata lunedì 8 Aprile p.v. dalle ore 10.30 a Roma, nel Centro Congressi di NH Hotel Collection Roma Vittorio Veneto.
Ai lavori, aperti dalla relazione del Presidente S.N.E.B.I., Massimiliano Pederzoli, è confermata la presenza, tra gli altri, di Claudio Durigon, Sottosegretario Ministero Lavoro e Politiche Sociali e di Giorgio Piazza, Presidente Fondazione ENPAIA.

 

L’AGENDA DEI VERTICI ANBI

Dopo essere intervenuto, lunedì 8 Aprile p.v., all’Assemblea S.N.E.B.I. a Roma, il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, sarà nella mattinata di martedì 9 Aprile al 2° Forum dell’Appennino, organizzato dal Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna) a Ca’ Vecchia di Sasso Marconi, alle porte del capoluogo felsineo; sabato 13 Aprile, concluderà la settimana nell’azienda agricola Sant’Ilario a Mira, nel veneziano, partecipando al convegno “Buone pratiche del compost in agricoltura: economia, tutela dell’ambiente, lavoro”, organizzato da Coldiretti con il patrocinio del Sernato della Repubblica. 
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà, invece, nel pomeriggio di martedì 9 Aprile alla tavola rotonda “La partecipazione nelle scelte programmatiche”, organizzata nell’ambito dell’incontro tecnico “La partecipazione pubblica nella gestione dei corpi idrici”, promosso dall’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume nel Centro Congressi Fontana di Trevi, a Roma.

 

 
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SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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