Anno XXI, n. 12 venerdì, 22 marzo 2019

GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA: L’ITALIA “A GOCCIA IN GIU’”: EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE E LOMBARDIA IN STATO DI ALLERTA  IDRICO

VINCENZI: “FINALMENTE IN ARRIVO LE CONVENZIONI PER L’APERTURA DEI CANTIERI DEL PIANO NAZIONALE INVASI”

“La situazione idrologica del Paese – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua – si è capovolta nel giro di pochi anni, obbligando a nuove strategie infrastrutturali, iniziando dal Piano Nazionale Invasi di cui, grazie all’impegno del M.I.T. e del Mi.P.A.A.F.T., stanno arrivando le convenzioni indispensabili all’avvio delle procedure di assegnazione dei primi 30 interventi; analogamente stanno per essere emanate le graduatorie degli interventi nell’ambito del Piano Irriguo Nazionale. La salvaguardia del patrimonio idrico, deve essere impegno comune verso una nuova civiltà dell’acqua.”
In concomitanza con la Festa di San Benedetto, patrono dei bonificatori, l’ANBI ha fatto il punto sullo stato delle risorse idriche del Paese, dove è forte la preoccupazione per le future disponibilità d’acqua, permanendo un insufficiente apporto di pioggia ed un manto nevoso largamente inferiore ai quantitativi del periodo.
A ben rappresentare la gravità del quadro, che potrebbe disegnarsi, stanti le attuali condizioni, è il bacino padano, dove la portata del  fiume Po è indicativamente la metà della media del periodo (a Cremona: 538 metri cubi al secondo invece di 1086; a Boretto: mc/sec  616 invece di 1226; a Pontelagoscuro: mc/sec  770 invece di 1533) con l’inevitabile risalita del cuneo salino per oltre 10 km nel Po, che ha già contaminato le prese irrigue più vicine alla foce.  Ancora più evidente è la criticità del momento, analizzando i dati di altri fiumi dell’Emilia Romagna, già protagonisti di disastrose alluvioni in anni recenti: l’Enza ha una portata di 0,06 metri cubi al secondo contro una media di 17,3; il Reno di mc/sec 2,89 contro una media di 25; il Secchia addirittura di mc/sec 2,02 invece di 31,2!
Analogo andamento si registra in Piemonte: infatti, se la Dora Baltea segnala solo 28 metri cubi al secondo invece di 31,1, ben più grave è la condizione del Tanaro (mc/sec 57 invece di 124,5) e della Stura di Lanzo (mc/sec  3,0 invece di 6,2); di fronte a tale situazione e prevedendone solo un peggioramento, considerato anche  l’inconsistente manto nevoso sulle montagne, è scattato l’invito a “sommergere” le risaie entro fine Aprile per evitare la successiva concomitanza con le esigenze irrigue del mais, creando al contempo una riserva idrica indispensabile per “dissetare” le campagne a valle nei mesi a venire.
In Lombardia sono i grandi laghi a dare il segno della crisi; tutti ampiamente sotto la media stagionale indicano percentuali di riempimento insufficienti a garantire i molteplici interessi (le norme privilegiano l’uso agricolo dopo quello umano) gravanti su quelle acque: il Maggiore è al 28%, il lago di Como è al 7,6%, quello d’Iseo è al 15%, il lago d’Idro è al 13,8%.
Decisamente diversa è la situazione nel Sud Italia, dove i maggiori bacini sono indirizzati al massimo riempimento. In Puglia trattengono attualmente 284 milioni di metri cubi (l’anno scorso erano 243) su una capacità complessiva di 336; in Sardegna, l’acqua nei grandi invasi è pari a 776 milioni di metri cubi (l’anno scorso erano 556) su una capacità complessiva pari a 945 milioni di metri cubi; in Sicilia sono conservati 277 milioni di metri cubi erano 192 nello stesso periodo 2018) su una capacità complessiva di 421; la Basilicata è la regione meno ricca di riserva idrica: solo 422 milioni di metri cubi (erano 392, un anno fa) contro una capacità totale di 826 milioni di metri cubi.
“La Giornata Mondiale dell'Acqua 2019, attraverso lo slogan Non lasciare nessuno indietro,  vuole porre attenzione sulla drammatica emergenza idrica, che colpisce ampie zone del Pianeta e che è primaria causa di flussi migratori; la complessità della congiuntura ambientale causata dai cambiamenti climatici è oggi riscontrabile anche nel nostro Paese, richiamando tutti ad un uso sostenibile della risorsa.” A concludere così è Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, che prosegue: “Oggi più che mai, il nostro slogan Il cibo è irriguo è di straordinaria attualità e sottolinea  l’impegno responsabile dei Consorzi di bonifica ed irrigazione anche attraverso una continua ricerca applicata, ricordando che, in agricoltura, l’acqua si usa e non si consuma.”

L’ALLARME ACQUA ARRIVA NELLE MARCHE: FIUMI E INVASI AL MINIMO. A RISCHIO ANCHE LE RISERVE IDROPOTABILI

VINCENZI: “E’ NECESSARIO UN TAVOLO DI CRISI”

Si allarga, verso il centro Italia, l’allarme per le disponibilità idriche nei mesi a venire: se al Nord restano sotto media stagionale i livelli dei principali fiumi e dei grandi laghi lombardi, anche i corsi d’acqua nelle Marche hanno portate minime e gli invasi sono pesantemente sotto media. La prolungata assenza di piogge sta anche impedendo  alle falde di ricaricarsi e questo potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle disponibilità idriche estive.
“L’invaso di Cingoli è sotto di 12 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla quantità media di riserva idrica rilevata in questo periodo; la situazione è preoccupante – ha affermato Claudio Netti, Presidente del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro)  - Se non arriveranno presto le precipitazioni, la carenza d’acqua avrà conseguenze pesanti sull’agricoltura, ma anche la capacità di approvvigionamento degli acquedotti sarà minacciata con rischio per le riserve idropotabili. Se a questo si aggiunge che anche in campagna il livello dei pozzi si sta abbassando, il quadro non è davvero roseo.”
Dunque, anche nella Marche, si guarda al cielo, auspicando precipitazioni regolari e prolungate; il timore è, infatti, per le sempre più frequenti “bombe d’acqua”, che colpiscono la regione, portando solo notevoli danni al territorio. L’anomalo andamento climatico ha già costretto ad aprire alcuni impianti per irrigare i campi e non creare danni alle colture. Per questo, è stata chiesta la convocazione  di un tavolo di crisi per affrontare l’emergenza.
“E’ necessaria una seria programmazione, che scongiuri future carenze – ha concluso Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Nelle Marche, l’introduzione dei contatori idrici ha ottimizzato l’uso della risorsa idrica per irrigazione, ma non basta: bisogna aumentare la resilienza dei territori, dotandoli delle necessarie infrastrutture; l’apertura dei cantieri del Piano Nazionale Invasi ed il finanziamento di una nuova tranche di lavori sono una prima, indispensabile e concreta risposta.”

IL LAGO MAGGIORE DIVENTA UN SALVADANAIO DELL’ACQUA: AUTORIZZATI LIVELLI PIU’ ALTI

VINCENZI: “LA DECISIONE SUL LAGO MAGGIORE TESTIMONIA LA NECESSITA’ DI NUOVI INVASI”

Nonostante qualche sporadica pioggia, resta alta la preoccupazione per le riserve idriche nel Nord Italia, tanto che l’Autorità di bacino del fiume Po ha autorizzato il Consorzio Ticino (con sede a Milano) ad elevare la quota di regolazione delle acque del lago Maggiore, passando dagli attuali m.1,25 a m.1,35; ciò per  incamerare un eventuale apporto idrico, fornito dalle piogge e dallo scioglimento delle nevi da utilizzare qualora dovesse sopraggiungere la paventata crisi idrica. I laghi lombardi sono accomunati da un evidente deficit nel livello idrometrico, causato dalla scarsità di precipitazioni, che ha caratterizzato i primi mesi dell’anno e vicina ai minimi del periodo. Unica eccezione è il lago di Garda, avendo usufruito degli apporti di un Febbraio relativamente piovoso sul suo bacino. La quantità d’acqua stoccata sotto forma di neve, espressa dall’indice SWE (Snow Water Equivalent) è in linea o leggermente al di sotto della media,  ma ha registrato un netto calo nel mese di febbraio a causa delle temperature molto elevate anche in quota. In Lombardia, la stagione dell’irrigazione partirà il 1 Aprile, ma le attuali riserve idriche difficilmente potranno soddisfare  le esigenze dell’ agricoltura.
“Permanendo le attuali condizioni – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - si prefigura  una stagione irrigua 2019 molto complessa, che va affrontata con un’attenta pianificazione della risorsa idrica, dando vita anche ad osservatori locali come previsto dalla bozza di nuovo regolamento dell’Osservatorio.”
“Nell’immediata prospettiva – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – non possiamo che ribadire la necessità di cogliere l’opportunità offerta dai Consorzi di bonifica, con la loro progettazione esecutiva, per realizzare ulteriori invasi e trattenere l’acqua piovana, di cui oggi si riesce a conservare  solo l’11%. I Consorzi di bonifica, che già con i primi 30 cantieri hanno confermato la loro cultura del fare e di prossimità al territorio, chiedono di proseguire. Solo la presenza di nuovi bacini garantisce, infatti, di stoccare le acque meteoriche, creando una riserva idrica per tutti, cittadini ed imprese!”
 

CAMBIAMENTI CLIMATICI E NUOVE TECNICHE AGRONOMICHE METTONO A RISCHIO LA PRODUZIONE DI RISO: A LUGLIO POTREBBE NON ESSERCI ACQUA SUFFICIENTE.

ANBI LANCIA L’ALLARME PER IL FUTURO DELLE RISAIE, BACINI DI PIANURA CHE “MOLTIPLICANO” LE RISERVE D’ACQUA E LA RISPARMIANO”

Il 2019 si prospetta un anno, in cui la scarsa disponibilità di neve sulle montagne comporterà di utilizzare al meglio la poca risorsa idrica disponibile; in Piemonte, l’indicazione dei principali enti consortili (Associazione Irrigazione Est Sesia, con sede a Novara; Associazione Irrigazione Ovest Sesia e Consorzio di bonifica Baraggia Biellese e Vercellese, entrambi con sede a Vercelli)  è di tornare all’irrigazione tradizionale almeno per quest’anno (la tecnica della “pesta” nei terreni bibuli), operando  le pratiche agricole, che consentono la sommersione delle risaie già nel mese di aprile, non posticipandola a periodi, in cui la disponibilità d’acqua potrebbe essere ancora minore. Il rischio che si corre, infatti, è la possibilità davvero elevata che nel mese di luglio non ci sia acqua sufficiente per consentire al riso di completare il ciclo produttivo. La pianura di Vercelli, Novara e della Lomellina ( vi si coltiva oltre il 90% della produzione risicola italiana, che rappresenta il 50% di quella europea) è un contesto unico al mondo (il cosiddetto “lago a quadretti”), caratterizzato da una rete di canali così fitta e tecnicamente virtuosa da essere considerata patrimonio ambientale. Le  quantità d’acqua prelevata dai fiumi è pari a circa duecentottanta  metri cubi al secondo. Nel pieno della stagione irrigua, una volta completata la sommersione delle risaie, la portata effettivamente distribuita ammonta in realtà ad oltre trecentonovanta  metri cubi al secondo su una superficie  di circa duecentocinquantamila ettari. Questa “moltiplicazione” della disponibilità idrica è dovuta al fatto che la rete dei canali, con la naturale pendenza dei terreni e l’ interconnessione tra acque superficiali e sotterranee, consente il riutilizzo per più volte delle stesse acque con l’ulteriore effetto di accumulare nella falda freatica grandi volumi d’acqua che, in lento movimento durante l’estate, raggiungono i fiumi, dai quali è stata prelevata, svolgendo una funzione di “riserva” fondamentale per l’intera pianura padana. Tornando al riso la crescente diffusione della semina “a file interrate” agevola l’attività degli agricoltori nelle prime fasi di vita del riso, ma richiede la disponibilità di un grande quantitativo idrico da distribuire, verso la fine del mese di maggio, quasi contemporaneamente alla prima bagnatura del mais. Questa nuova tecnica colturale non garantisce però la fase di “accumulo” e la risorsa idrica disponibile potrebbe quindi  non essere sufficiente per consentire la copertura irrigua di tutto il comprensorio. Con la “semina interrata” si rischia così di alterare la complessità e la particolarità di un sistema irriguo unico, che necessita invece di tutela e di strumenti speciali da parte delle Istituzioni per garantire un servizio pubblico fondamentale anche in termini ambientali.
“Le giovani generazioni chiedono, attraverso i “#FridayForFuture”, maggiore impegno nel contrasto ai cambiamenti climatici. Anche per questo, l’innovazione continua nel settore risicolo deve trovare un punto di equilibrio tra nuove tecniche di coltivazione, disponibilità idriche  ed esigenze ambientali” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“L’esempio delle risaie – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - dimostra la sapienza agricola di trattenere le acque; oggi quella esperienza si chiama Piano Nazionale degli Invasi: al Governo chiediamo di accelerare le procedure per poter aprire i primi 30 cantieri e contestualmente finanziare una nuova tranche di progetti definitivi ed esecutivi, che i Consorzi di bonifica hanno approntato, forti dell’attuale decisiva importanza di un’antica esperienza.”
 

TOSCANA: VISITA EUROPEA

Visita in Val di Cornia del Project Advisor del Progetto Life Rewat,  Malgorzata PIECHA, per una verifica degli interventi realizzati.  Il progetto, che si concluderà a Settembre 2020, vede capofila il Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa (con sede a Venturina, in provincia di Livorno) ed  i partner Regione Toscana, Asa Spa, Scuola Sant'Anna di Pisa nel gestire e coordinare la fase di monitoraggio, nonchè disseminazione degli interventi dimostrativi, già realizzati. E’ questa l'occasione per raccontare ai rappresentanti della Commissione Europea, che ha finanziato il progetto, i primi risultati, che stanno emergendo: nel comune di Suvereto dall'impianto di ricarica controllata della falda e dall'intervento di riqualificazione fluviale; nel comune di Campiglia Marittima, dall'impianto di irrigazione “sotto superficiale”, attivo da tre anni circa e dall'intervento per il riuso delle acque provenienti da depurazione al fine di irrigare l'impianto sportivo comunale;  dal lavoro sulla rete idrica, nel comune di Piombino, volto a ridurre le perdite di acqua. Al sopralluogo nei siti di intervento è seguita una breve visita all'Istituto Comprensivo Carducci di Venturina Terme, che insieme alle scuole di Piombino ha preso parte al Progetto Rewat, relativamente alle azioni di sensibilizzazione e formazione.
 

PUGLIA: VERIFICA DI PROGETTO

Nell’ambito della partecipazione al  Programma Interreg V-A Grecia - Italia 2014-2020, in qualità di  soggetto beneficiario del progetto IR2MA: “Strumenti di gestione dell’irrigazione su larga scala per l’uso sostenibile dell’acqua nelle aree rurali  e per la protezione degli ecosistemi acquatici recettori”, il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) è stato protagonista di una giornata tecnica  per alcuni degli  ospiti partner: l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (IAMB) e l’Istituto Scienze delle Produzioni Alimentari (ISPA/CNR). 
Seguendo gli obbiettivi del progetto è stato illustrato lo schema di funzionamento del sistema irriguo del comprensorio  Ofanto  e quindi le fonti di approvvigionamento: quelle convenzionali, rappresentate dalle fluenze del fiume Ofanto invasate a Capacciotti e quelle  alternative del bacino di stoccaggio ed affinamento a Trinitapoli  da utilizzare ai fini irrigui. Il focus  della giornata si è incentrato sui sistemi di risparmio della risorsa idrica  e la distribuzione automatizzata con tessera elettronica di prelievo, che ha ormai soppiantato la distribuzione meccanica.
L'incontro  ha rappresentato un’importante occasione utile a ridefinire gli obbiettivi rispetto alle esigenze degli utenti finali della risorsa idrica, approfondendo le tematiche, che legano distribuzione irrigua e protezione degli  ecosistemi.

UNO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI FIRENZE APRE UNA PAGINA NUOVA: LA VEGETAZIONE A SERVIZIO DELL’EQUILIBRIO IDRAULICO

VINCENZI: “E’ UN RICERCA IMPORTANTE IN TEMA DI SOSTENIBILITA’ E RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE. LA VERSILIA E’ UN PUNTO DI RIFERIMENTO INTERNAZIONALE”

“Le sfide vanno accettate in un’ottica di futuro a servizio del Paese. I Consorzi di bonifica lo hanno fatto e continueranno a farlo con le progettazioni esecutive del Piano Irriguo Nazionale e del Piano Nazionale Invasi, di cui l’andamento climatico conferma  la necessità di urgente avvio;  lo fanno anche  in campo ambientale come testimonia la Versilia, dove sta nascendo la più grande area europea di fitodepurazione ed è stato presentato  il primo studio scientifico inerente l’influenza della vegetazione presente negli alvei  sul deflusso dei corsi d’acqua.”
A dirlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, intervenuto al convegno organizzato a Viareggio dal locale Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord.  Lo studio è stato condotto dall’Università di Firenze (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie), che in tre anni di sperimentazione sul territorio è riuscita, per la prima volta, a quantificare scientificamente l’incidenza della vegetazione spontanea, che cresce in canali di bonifica, corsi d’acqua artificiali e minori, caratterizzati da scarse pendenze. Scopo della ricerca è creare i presupposti avvalorati per individuare tecniche, che riescano a far convivere  manutenzione idraulica, conservazione degli habitat naturali e rispetto delle specie animali. Il team di universitari, che ha condotto lo studio, è riuscito a determinare con esattezza i parametri, che saranno alla base di  nuove sperimentazioni sulle tecniche di manutenzione idraulica.
La capacità dell’acqua di scorrere viene inevitabilmente compromessa dalla presenza della vegetazione non solo sulle sponde, ma anche negli alvei dei canali; per questo è importante eseguire la manutenzione regolarmente durante l’anno. Si è però verificato che sono possibili tecniche di taglio “gentile”, compatibili con un adeguato standard di sicurezza idrogeologica :  lo sfalcio solo di una sponda oppure “a macchia di leopardo” o ancora lasciando crescere le piante solo  ai piedi degli argini. Grazie a questo studio  sarà realizzata una sorta di carta d’identità per ogni singolo corso d’acqua al fine di eseguire interventi mirati.
“Quella realizzata in collaborazione con l’Università di Firenze è una ricerca importante, che conferma la grande sensibilità dei Consorzi di bonifica – ha concluso il Presidente ANBI  – nello svolgere, sul territorio, sperimentazioni capaci di contemperare, nell’interesse comune, gli obbiettivi istitutivi dell’ente: salvaguardia idrogeologica, gestione e distribuzione delle acque di superficie a scopo prevalentemente irriguo, tutela ambientale, produzione di energia rinnovabile.”

VENETO: INVESTIMENTI PUBBLICI SUL TERRITORIO

Oltre ai lavori eseguiti “in diretta amministrazione e con fondi propri, derivanti dalla contribuenza, il Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Cittadella, in provincia di Padova)  sta lavorando nell’ambito di opere, per le quali ha ottenuto finanziamento pubblico.
Si tratta di: riqualificazione delle risorgive di Bressanvido, che ha ottenuto un finanziamento europeo nell’ambito del programma europeo Life ed i cui lavori sono stati ultimati sulle risorgive Castellaro, Rozzolo, Fontane Marzare, Tergola, Tergola Sud e Cumana, mentre sono in fase di ultimazione sulla risorgiva Tergola Scuole; sistemazione di canali consorziali, con aree di espansione delle acque, con il duplice obiettivo di difesa idraulica e ricarica della falda, a Rosà; realizzazione di un’area forestale di infiltrazione presso il “bosco delle prese”, ubicato a Tezze sul Brenta; realizzazione di un impianto idrovoro presso la chiavica del Bacchiglione sullo scolo Gabarda, tra Montegalda e Longare; sistemazione di un tratto della roggia Trona in comune di Cittadella (località Ca’ Moro) con installazione di uno sgrigliatore automatico di sicurezza.

EMILIA ROMAGNA: RIQUALIFICATO IMPIANTO IDRAULICO

Un territorio a forte vocazione agricola, comprendente colture di pregio ed esteso per oltre quattromila ettari, può ora beneficiare di un impianto irriguo, in gestione al Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”), completamente riqualificato sia per la funzione idraulica, sia architettonicamente: è quello di Casino, situato nel comune di Colorno, che prende i flussi dell’acqua per uso irriguo dal torrente Parma e li distribuisce, attraverso la fitta rete di canalizzazioni consortili, alle aziende agricole limitrofe.
La costruzione del manufatto risale agli anni ’30 e adesso ne è stata  ripristinata la colorazione originale; operai e maestranze consorziali hanno provveduto anche alla sistemazione generale dell'intonaco e al tinteggio dei 2 pozzetti piezometrici. Rilevante anche l’aggiornamento funzionale: si è provveduto al rifacimento delle vecchie tubazioni di aspirazione in acciaio oltre alla riqualificazione e pulizia della facciata; eseguite inoltre la sistemazione e l’aggiornamento dell’impiantistica generale, oltre alla ricostruzione del tetto. I lavori fanno parte di un programma di riqualificazione straordinario di tutti gli impianti gestiti dal “Parmense”.

TOSCANA: RESTYLING ARNO: FINANZIATO!

Il restyling del fiume Arno è più vicino: sull’onda del Documento Operativo di Difesa del Suolo (DODS 2019) è arrivata la conferma che anche la Regione Toscana considera prioritario il progetto, presentato dal Consorzio di bonifica  2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) con il supporto del Genio Civile e il sostegno del Comune di San Giovanni Valdarno.
L’approvazione del documento da parte della Giunta di Regione Toscana ha messo a disposizione le risorse necessarie per l’intervento tanto atteso: poco meno di un milione e centomila euro (quasi un quarto dei 4.912.831,81 euro messi a disposizione dal DODS per la progettazione e la realizzazione delle opere regionali, avvalendosi dei Consorzi di bonifica) saranno dirottati sull’Arno, in territorio sangiovannese. Grande è la soddisfazione dell’ente consortile, che è riuscito ad elaborare il progetto definitivo di entrambi i lotti dell’intervento in tempo per ottenere un sostanzioso finanziamento da investire nella difesa idrogeologica.
L’intervento sull’Arno è un altro tassello, che contribuirà alla messa in sicurezza di un territorio fortemente urbanizzato, su cui insistono infrastrutture strategiche per la città di San Giovanni Valdarno e per  tutta la vallata. L’inizio dell’iter per l’apertura del cantiere è previsto entro il 31 Maggio p.v.; il collaudo dell’opera entro il 30 Giugno 2021.

VENETO: INTESA VINCENTE

Sono terminati i “lavori di messa in sicurezza idraulica dell’area meridionale del comune di Fossò” realizzati grazie all’accordo tra Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova), Regione Veneto e Comune di Fossò.
L’intervento, progettato e realizzato dall’ente consortile, ha riguardato il ripristino della sezione di alcuni fossati e l’adeguamento della quota degli accessi carrai per un corretto deflusso delle acque.
Poi si è proceduto con la pulizia e la video ispezione delle condotte stradali. I lavori realizzati sono importanti per la sicurezza idraulica della zona, risolvendo il problema degli allagamenti; tale risultato è la conseguenza dell’efficace e continua collaborazione con le Istituzioni del territorio. I lavori sono stati eseguiti rispettando, per quanto possibile, la vegetazione preesistente, con particolare attenzione ai filari alberati e all’habitat.
L’intervento ha interessato diversi tratti di fossato per un totale di 1300 metri e una spesa complessiva di 100.000 euro.

FRIULI VENEZIA GIULIA:  ULTIMI GIORNI DI  “ASCIUTTE” PER MANUTENZIONE E PULIZIA

Dopo una proroga di alcuni giorni, richiesta dal Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede ad Udine) per completare i lavori di manutenzione straordinaria delle rogge di Palma e di Udine, nonchè del canale di Castions, si stanno concludendo gli interventi di pulizia e asporto dei rifiuti abbandonati in alveo.
Durante i lavori è emersa una particolare attenzione da parte di associazioni ambientaliste per la fauna ittica e anatide insediata; l’ente consortile  ha provveduto al recupero dei pesci con  il supporto dell’Ente Tutela Patrimonio Ittico mentre, relativamente alla fauna anatide, è stata segnalata la disponibilità consorziale ad affrontare la tematica in un tavolo tecnico, al fine di inserire nel rinnovo della convenzione, che regola l’attività di manutenzione dei canali e delle rogge cittadini, un protocollo, che coinvolga le associazioni animaliste.
E’ stato infine lanciato un nuovo  appello a tenere un comportamento virtuoso, “affinché non si considerino le rogge in asciutta come discariche a cielo aperto, evitando così di causare danni anche economici all’intera collettività in termini di costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti”. In passato, l’abbandono di rifiuti ingombranti, come elettrodomestici, aveva ridotto il deflusso dell’acqua con il rischio di provocare occlusioni e conseguenti  allagamenti.

MARCHE:  LA NUOVA VITA DI  UN FOSSO

“Irriconoscibile”, in senso positivo, è stata la parola usata per descrivere la trasformazione del fosso Cavarà a Venarotta, in provincia di Ascoli, dopo l’intervento del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro). Il fosso, in prossimità dell’accesso di un fabbricato, lo scorso anno era straripato a causa delle abbondanti piogge; l’eccessiva vegetazione spontanea, la melma e gli abbondanti detriti sul fondo hanno reso necessario l’intervento: è stato rimosso tutto il materiale, che ostacolava il deflusso dell’acqua e soprattutto è stato ‘ridisegnato’ il profilo della sezione idraulica.

CALABRIA: INSIEME NEL “GLOBAL STRIKE FOR FUTURE”

Davanti ad un clima impazzito a livello planetario, i ragazzi hanno dato una grande e positiva scossa: anche giovani studenti del Liceo Statale E. Fermi di Catanzaro Lido, partecipanti al progetto di alternanza scuola-lavoro all’interno del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese (con sede nella città capoluogo), hanno aderito, insieme all’ente consortile, alla mobilitazione globale per il clima, “Uno degli argomenti oggetto dell’alternanza scuola – lavoro”, è stato  sottolineato, “sono proprio i cambiamenti climatici, che sempre più frequentemente mettono in ginocchio le attività economiche e colpiscono violentemente il territorio, accentuando la sua già fragile tenuta idrogeologica che mette a rischio la sicurezza delle persone”.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato a contrastarli. L’attività dei Consorzi di bonifica è impegnata a contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici, che sono decisive per la qualità della crescita, ma soprattutto per il futuro delle giovani generazioni.

VENETO: PRESENTATA LA SECONDA EDIZIONE DI TERREVOLUTE | FESTIVAL DELLA BONIFICA

È stata presentata in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, nello storico Orto Botanico di Padova, la seconda edizione del Festival della Bonifica “Terrevolute”, organizzato dall’Università patavina e da ANBI Veneto; il Festival si terrà dal 16 al 19 Maggio p.v. nel contesto della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione a San Donà di Piave. Tema di questa edizione sarà l’acqua quale fattore di rischio e al contempo opportunità di sviluppo per i territori; si parlerà dunque di cambiamenti climatici, ma anche di agricoltura, turismo ambientale e paesaggio, confermando il format di successo della prima edizione: un mix di spettacoli, convegni, visite guidate ai luoghi della bonifica, concerti, mostre, eventi gastronomici; una programmazione articolata, che si rivolge al pubblico più ampio per sensibilizzarlo sul ruolo cruciale di una corretta ed oculata gestione della risorsa idrica. Il Festival è sostenuto da Regione Veneto e Comune San Donà di Piave, in collaborazione con le associazioni agricole.

VERTICI ANBI IN CALABRIA, POI GARGANO A TORINO E VINCENZI A BOLOGNA

Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno lunedì 25 Marzo p.v. al workshop “Consorzi di Bonifica: prospettive e opportunità nelle azioni di contrasto dagli effetti dei cambiamenti climatici ed alla gestione dell’acqua” organizzato, nella sede Coldiretti a Lamezia Terme-Sant’Eufemia, da ANBI nell’ambito di un’azione cofinanziata dalla Commissione Europea. Nel pomeriggio del giorno dopo, martedì 26 Marzo, Gargano parteciperà, nel Castello del Valentino, alla tavola rotonda pomeridiana nell’ambito del convegno “Ciclovie d’acqua. Per una mobilità sostenibile: fattibilità, sicurezza e gestione”, organizzato dal Politecnico torinese. Vincenzi interverrà, invece, nel pomeriggio di giovedì 28 Marzo p.v. alla sessione “Criticità del territorio e sistema di allertamento nazionale” all’interno della conferenza “Il sistema di allertamento nazionale: competenze e tecnologie per la mitigazione dei rischi naturali”, organizzato da “CAE” al Savoia Hotel Regency.   

 
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SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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