Anno XXI, n. 8 venerdì, 22 febbraio 2019

AL VIA IL PIANO NAZIONALE CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

VINCENZI: “IL NOSTRO  PLAUSO AL GOVERNO, CUI METTIAMO A DISPOSIZIONE  L’ESPERIENZA DEI CONSORZI DI BONIFICA ED UN PARCO PROGETTI DEFINITIVI ED ESECUTIVI”

“Non possiamo che plaudire al Governo ed al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha firmato il decreto per sbloccare i fondi a disposizione per migliorare la sicurezza idrogeologica del territorio”: lo ha detto  Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.  
La legge di bilancio previsionale 2019 e pluriennale 2019-2020 autorizza, infatti, la spesa di 800 milioni di euro per l’anno in corso e di 900 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 al fine di permettere l’immediato avvio e la realizzazione, nel triennio, di investimenti strutturali ed infrastrutturali urgenti, finalizzati esclusivamente alla mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico, nonché all’aumento del livello di resilienza dei territori.
“E’ un atto importante – ha proseguito il Presidente ANBI - per quella, che è la prima necessità infrastrutturale del Paese, indispensabile a qualsiasi piano di sviluppo economico. A tale percorso, i Consorzi di bonifica concorrono, in sintonia con la cultura del fare che è loro propria, con un parco progetti definitivi ed esecutivi, che mettono al servizio del Paese nella prospettiva di un nuovo modello di sviluppo, che veda al centro il territorio e le sue eccellenze, patrimonio inclonabile dell’Italia.”
La salvaguardia da frane ed alluvioni, per la quale i Consorzi di bonifica operano tutti i giorni, è anche un’importante opportunità occupazionale: si calcola, infatti, che ogni milione di euro investito in prevenzione possa attivare almeno 5 nuovi posti di lavoro.
“Ora – ha concluso Vincenzi – inizia dunque un’altra sfida: quella del fare presto e bene. I Consorzi di bonifica ci sono.” 


TOSCANA: “SOS TUSCAN WETLANDS ”:OCCORRE CONTINUARE IL CONTRASTO ALLE SPECIE ALIENE

Il Project Life Control of invasive alien species to restore threatened habitats in inland wetlands of northern Tuscany, (“SOS Tuscan Wetlands”), per un importo di € 1.374.725,00 cofinanziato al 50% dalla Comunità Europea, coordinato dal Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa) con il partenariato del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze, ha come scopo il controllo delle specie aliene invasive per ripristinare gli habitat minacciati nelle aree umide interne della Toscana settentrionale, in particolare nei 3 Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.) “Padule di Fucecchio”, “Bosco di Chiusi e Paduletta di Ramone” e “Lago di Sibolla”.
Il progetto è supportato anche da  Regione Toscana, Provincia di Pistoia, Provincia di Firenze, Provincia di Lucca, Comune di Altopascio, Comune di Larciano, Società Agricola Castelmartini, Associazione Sibolla Nostra. La diversità intesa come bene comune e l’ambiente naturale da salvaguardare ad ogni costo, pena la perdita dell’identità del luogo, nonchè della popolazione: è questo, che è emerso durante il convegno finale del Progetto Life “SOS Tuscan Wetlands”, tenutosi a Fucecchio, presenti autorevoli esponenti del mondo scientifico italiano. Le specie aliene, che si moltiplicano, costituiscono una seria minaccia alle specie autoctone: una vera e propria invasione che, se non tempestivamente arginata, crea danni ambientali, che non si esauriscono nell’immediato, ma che si protrarranno nel tempo con effetti devastanti.
I numeri raggiunti dalle azioni effettuate nel corso del progetto sono importanti. Dopo la cattura di oltre centoventitremila gamberi rossi della Louisiana, di taglia medio-grande, sia nella Paduletta di Ramone che nel Lago di Sibolla, il monitoraggio ha evidenziato una drastica diminuzione della popolazione che, a partire dagli anni 2000, si era diffusa velocemente; il gambero della Louisiana è responsabile della diffusione della “peste del gambero”, malattia letale per i gamberi nativi  ed è potenzialmente tossico per la salute umana, se consumato qualora proveniente da ambienti inquinati. Significativo anche il risultato ottenuto nel monitoraggio effettuato dopo la cattura delle nutrie nella Paduletta di Ramone, mentre nel Lago di Sibolla sono stati effettuati solo 2 monitoraggi propedeutici alle fasi di cattura. Questa specie altamente invasiva è responsabile del deterioramento degli ambienti umidi, compromettendo anche il successo riproduttivo di alcune specie di uccelli acquatici e provoca danni al settore agricolo. Ancora più preoccupanti sono gli impatti sul rischio idraulico, provocati dall’escavazione di tane e tunnel nelle arginature di fossi e canali.
Ampio il territorio interessato dagli sfalci di Amorpha fruticosa (gaggìa) e Robinia nelle aree del Lago di Sibolla e Paduletta di Ramone, mentre per la tutela delle sfagnete relitte del Bosco di Chiusi sono state realizzate recinzioni anti-cinghiale. Per favorire la riqualificazione degli ecosistemi forestali sono stati eseguiti poi tagli selettivi di pioppete e successiva piantumazione di specie tipiche, ripristinate praterie umide e creati piccoli stagni per gli anfibi. Infine sono state installate 30 bat-box all’interno delle pioppete riqualificate per favorire nel tempo l’insediamento di chirotteri tipici degli ambienti forestali. La problematica affrontata con il Progetto Life “SOS Tuscan Wetlands” è comune ad altri ambienti europei, dove  si studiano modalità per estirpare le specie aliene, che hanno monopolizzato gli ambienti. Tutti i progetti finora attuati concordano sulla improrogabile necessità di interventi immediati e mirati alla conservazione del nostro patrimonio.
Ma il problema non si riduce al solo impatto ambientale: i danni provocati dal “degrado alieno” modificano le economie delle aree interessate e le risorse finanziarie, che devono necessariamente essere impiegate per risanare l’ambiente, raggiungono cifre astronomiche. Per non parlare poi dell’impatto sul sociale, sulle abitudini della popolazione e sulle economie fino a toccare l’ambiente sanitario con nuove contaminazioni ,che possono colpire non solo gli animali ma anche l’uomo.
La conclusione del Progetto Life non è la fine, ma indica quali sono gli studi, i monitoraggi, le attività di manutenzione e gestione ambientale (contrasto alle specie aliene, miglioramenti dell’habitat e valorizzazione della risorsa idrica), che devono essere portati avanti con costanza.

LOMBARDIA: NO ALL’IPOTESI DI TRACIMAZIONE CONTROLLATA DEL PO

Una partecipata riunione si è tenuta  a San Benedetto Po, alla presenza di tutti i rappresentati degli Enti Locali del comprensorio del Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po (con sede a Mantova) ed anche  del  Consorzio di bonifica Oltrepò Mantovano (con sede a Quistello, nella provincia “virgiliana”).
Dalle risposte dell’assessore regionale, Pietro Foroni, sul tema del miglioramento della sicurezza del territorio dal rischio alluvione, è emerso che la Regione Lombardia non ritiene tecnicamente ed economicamente sostenibile l’adeguamento di tutti gli argini del fiume Po a quote per un tempo di ritorno di 200 anni, ma in alternativa considera possibile la realizzazione di alcuni tratti di argini maestri tracimabili senza rottura come già sperimentato per il fiume  Lambro. Sono state illustrate anche le proposte alternative dell’ente consorziale, incentrate sul sopralzo degli argini (con tempo di ritorno a 200 anni), sullo sfruttamento delle potenzialità di tutto il sistema golenale del medio tratto del fiume,  sul potenziamento dell’allertamento e conseguente pianificazione delle attività di protezione civile. In conclusione, i presenti hanno convenuto necessario eliminare dalle prospettive di intervento le opere, che consentirebbero la “tracimazione” del Po  e di investire invece sul sistema delle golene.
Si è valutata positivamente la disponibilità dell’Assessore a procedere solo con la piena condivisione dei territori interessati.

EMILIA ROMAGNA: DIFESA ATTIVA APPENNINO: CENTINAIA DI INTERVENTI

Tra poco, in ognuno dei 31 comuni, che hanno aderito al progetto, tutte le aziende agricole, che ne faranno richiesta specifica, potranno partecipare al bando Difesa Attiva Appennino 2019, che il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) ha ideato  già a partire dal 2012 e che, nel corso degli anni, ha riscosso una massiccia adesione tanto da diventare un vero e proprio modello di partecipazione diretta al contrasto del dissesto idrogeologico.
Il piano consortile consente di prendere parte ad una selezione di piccoli, ma numerosi finanziamenti , che l’ente, in base ad una selezione mirata con successiva graduatoria stilata dai comuni, assegna agli imprenditori  che, in prima persona, si preoccupano della sistemazione di una fetta del loro territorio montano. Tenuto conto del successo dell’iniziativa (oltre cento interventi annui), dagli iniziali 100.000 euro, l’ente consorziale  è arrivato oggi, con soddisfazione, a stanziarne esattamente il doppio, cioè 200.000 euro. Il progetto Difesa Attiva rappresenta, infatti, un vero e proprio anello di congiunzione tra il “Parmense” e chi svolge le attività agricole in montagna. Il “Difesa Attiva Appennino” ha guadagnato progressivamente consenso ed è divenuta pratica operativa di salvaguardia, guardata come modello anche da altri territori. Le attività svolte dagli imprenditori agricoli sono molteplici e riguardano il mantenimento di generali buone condizioni dei versanti, nonchè il funzionamento del reticolo idraulico/ambientale, della rete idrografica locale e della viabilità interpoderale.
Le imprese agricole, che vorranno partecipare ai bandi Difesa Attiva Appennino potranno prendere visione del bando negli uffici di competenza del proprio comune. Ecco l’elenco dei 31 comuni del Parmense, coinvolti nel progetto: Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgo Val Di Taro, Calestano, Collecchio, Compiano, Corniglio, Felino, Fidenza, Fornovo Di Taro, Langhirano, Lesignano De’ Bagni, Medesano, Monchio Delle Corti, Montechiarugolo, Neviano Degli Arduini, Noceto, Pellegrino Parmense, Sala Baganza, Salsomaggiore Terme, Solignano, Terenzo, Tizzano Val Parma, Tornolo, Traversetolo, Valmozzola, Varano De’ Melegari, Varsi.

MARCHE:DOPO LA PULIZIA, L’ACQUA TORNA A SCORRERE

L'attività del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) è fatta di lavoro quotidiano come nel caso di  località Molino, a Fermo: qui il fosso demaniale Sant’Antonio è finito sotto la lente dell’ente consortile, che è intervenuto per permettere alle acque di scorrere regolarmente;  gli operai hanno trinciato rovi e canne per poi passare alla risagomatura dell’alveo attraverso la rimozione di materiale limoso e roccioso, che impediva il naturale passaggio delle acque. Il materiale asportato è stato poi utilizzato per rinforzare gli argini.

TOSCANA: LAVORI IN ARMONIA CON L’AMBIENTE ED IL PAESAGGIO

Una struttura in legno, formata da oltre quattrocento  pali di castagno, per garantire una maggior sicurezza idraulica del territorio: è ormai sul punto di partenza il cantiere del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) nella zona del  Massaciuccoli Lucchese. I lavori, che interesseranno il fosso Ponte, sono già stati affidati e consistono in un intervento per il ripristino della sponda destra dell’alveo.
Questa tipologia d’intervento viene spesso realizzata  come alternativa alle scogliere, utilizzando pali di larice o castagno, un materiale di lunga durata e non casuale: secondo quanto previsto dall’ingegneria naturalistica, queste opere di ristrutturazione devono essere infatti effettuate senza intaccare il paesaggio circostante.

IN CILENTO SI VIVE DI PIU’:

NELLA PIANA DEL SELE, GRAZIE AD IMPRENDITORI E CONSORZIO DI BONIFICA, IL BOOM DELLA RUCOLA, ELISIR DI LUNGA VITA (ANCHE AFRODISIACO)

Nel 1931 la vita media in Italia era di circa cinquanta anni, oggi è di 90 anni ed oltre, in particolare nella zona salernitana del Cilento; il motivo è l’affermarsi della dieta mediterranea, ricca di verdura oltre che di carboidrati, formaggi e frutta.  Lo si evince dai tre volumi della trilogia “Alimentazione e Colture nella Piana del Sele.
Il Consorzio di Bonifica Destra Sele per l’equilibrio dell’Ecosistema”, presentata a Roma presso la Camera dei Deputati, presente il Presidente della Commissione Agricoltura, Filippo Gallinella. Nell’occasione è stato confermato l’avvio del processo di riconoscimento I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) per la rucola della Piana del Sele, la cui coltivazione si stende su 3.600 ettari per una produzione di 400 milioni di chilogrammi, pari al 73% di quella nazionale per un valore complessivo di circa seicentottanta milioni di euro. L’areale di produzione interessa 7 comuni della provincia di Salerno (Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Bellizzi, Capaccio-Paestum), dove operano 430 aziende agricole, per il 60% guidate da giovani e che danno lavoro a 5.000 addetti più altri 4.000 nell’indotto.
Utilizzata soprattutto nelle produzioni di IV gamma (circa venti milioni di consumatori in Italia), la rucola della Piana del Sele si prevede possa ottenere, dal riconoscimento I.G.P., un incremento produttivo pari al 20%, raggiungendo gli 850 milioni di fatturato, che ne farebbero il terzo consorzio a marchio del Paese per giro d’affari dopo quelli del Grana Padano D.O.P. e del Parmigiano Reggiano D.O.P. . Gli asset socio-economici della rucola I.G.P. sono quelli dell’innovazione agricola, di una forte attrattività verso i giovani produttori e della sostenibilità ambientale. Nota fin dall’antica Roma come afrodisiaca, la rucola ha caratteristiche antinfiammatorie, antiossidanti, antitumorali, antiage, ipocaloriche ed è utile in gravidanza , perché ricca di folati.
“L’esempio della Piana del Sele – ha affermato
Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – dimostra capacità di fare anche nelle regioni meridionali del Paese. Per riuscire, però, è necessario garantirne le condizioni; in questo caso, sono la disponibilità d’acqua e la sistemazione idrogeologica del territorio, assicurate dal locale Consorzio di bonifica.”
“Il nostro impegno – ha proseguito  Vito Busillo, Presidente del Consorzio di bonifica Destra Sele(con sede a Salerno) – è abbattere, anno dopo anno, i costi energetici della distribuzione irrigua attraverso l’autonoma produzione di energia rinnovabile, che già oggi ammonta a 8 milioni di kilowattora annui. La nostra rucola sarà sempre più un prodotto a piena sostenibilità ambientale.”
“L’agricoltura nella Piana del Sele – ha concluso il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – è un esempio di compatibilità fra aspetti  produttivi ed ecosistema; è quel nuovo modello di sviluppo, sostenuto dai Consorzi di bonifica e per il quale hanno un parco progetti a disposizione del Paese. E’ necessario però dare concretezza a tale patrimonio per superare l’atavico paradosso di un territorio, minacciato per molti mesi dal rischio alluvioni e per altrettanti da quello della siccità.”


EMILIA ROMAGNA: PRESENTATI 19 PROGETTI PER 36 MILIONI DI INVESTIMENTO

All’insegna dello slogan “Custodire le acque e coltivare il futuro”, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha varato  un massiccio ed ambizioso piano di investimenti. Per quanto concerne l’articolato programma di attività programmate,sono stati  presentati ben 19 nuovi interventi per un valore di 36 milioni di euro; oltre all’ammontare economico  è stata rimarcata anche  la  sostenibilità progettuale dei lavori, che garantiranno massima efficienza, assicurando oltre cinque milioni e mezzo  di metri cubi l’anno di risparmio idrico, contando sull’ottimizzazione degli impianti e della gestione dell’acqua. 
Da non trascurare, infine, è l’impatto economico e sociale degli interventi previsti, quasi tutti finanziati con fondi comunitari, che dovrebbero generare, stando alle stime, circa duecentocinquanta posti di lavoro per 4 anni. i principali interventi prevedono la messa in tubazione di oltre vntotto chilometri di canali irrigui nei comuni di Poviglio, Reggio Emilia, Novellara, Cadelbosco di Sopra, Correggio, Carpi e Soliera (costo complessivo di 5 interventi: € 19.999.311,93) e la realizzazione della cassa di espansione del cavo Bondeno, in comune di Novellara (importo di progetto: € 10.000.000,00).
Proseguirà inoltre la collaborazione con le istituzioni per i progetti di fattibilità per incrementare la disponibilità delle acque in Val d’Enza, con azioni anche nel breve e medio termine.  E’, infine, prevista la costruzione di due centraline idroelettriche sul Canale d’Enza.

VENETO: PRIMI RISULTATI DI UN PROGETTO COLLETTIVO AMBIENTALE

Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha guidato il progetto collettivo ambientale “L’Acqua volano per l’ambiente naturale e per l’habitat di merli, usignoli e passeri nella gronda lagunare”, per  la valorizzazione ambientale di un’ampia area tra i comuni di Codevigo e Campagna Lupia. Particolarmente rilevanti i risultati ottenuti in pochi mesi: sono state infatti piantumate oltre diecimila piante su quasi undici chilometri lineari e posizionati 229 nidi artificiali per uccelli di piccola taglia; inoltre sono state piantumate 5.000 piante per 40.000 metri quadri di boschetti, oltre alla realizzazione di fasce tampone ed  inerbimento fossi.
Le idee progettuali sono state preliminarmente condivise con le organizzazioni agricole padovane; l’ente consortile ha poi coinvolto 10 aziende, con le quali ha aderito ad un bando regionale, riuscendo a ottenere  un finanziamento di oltre trecentotrentamila euro. Nei lavori di riqualificazione ambientale è stata coinvolta anche Veneto Agricoltura, ente strumentale della Regione.

CALABRIA: SI CONSOLIDA UN’ESPERIENZA DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

E’ il quarto anno e per gli studenti del liceo Statale E. Fermi di Catanzaro lido si conferma  un’esperienza positiva quella all’interno del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese (con sede nella città capoluogo). Oltre ad orientare le future scelte di studio e di lavoro, i ragazzi  potranno acquisire competenze trasversali.
Tutto questo fa seguito alla convenzione tra l’ente consortile ed il Liceo “E. Fermi”, che ha inserito questi percorsi all’interno del piano triennale dell’offerta formativa. L’esperienza motivazionale, svolta negli anni precedenti,  ha generato entusiasmo e, anche per quest’anno, ci saranno spunti innovativi di alternanza scuola-lavoro per la sicurezza del territorio, la mitigazione del rischio idrogeologico, la progettualità, la qualità delle colture agricole, frutto dell’irrigazione consapevole.
I percorsi in alternanza si basano su un progetto formativo ed  hanno una struttura flessibile, articolandosi fra periodi di formazione, apprendimento mediante esperienze di lavoro, verifiche, relazioni e visite nel comprensorio consortile.

TOSCANA: AZIONE COSTANTE

Sono giornate di intensa vigilanza e manutenzione sui corsi d’acqua della Piana Empolese; dopo le ultime piogge, il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze) ha continuato a monitorare tutto il comprensorio della Media Valle dell’Arno per verificare e ripulire l’alveo dai detriti e dalle ramaglie, trasportati dalle piene.
Nei giorni scorsi si sono avuti gli ultimi lavori di ripulitura sul fitto reticolo idrografico della bassa valle del fiume Elsa e della Piana Empolese, dove i corsi d’acqua hanno scarsa pendenza, sono canalizzati e molto spesso  alternano tratti coperti e a cielo aperto.

VENETO: PRESENTATA LA GUIDA AD UN PARIMONIO ARCHIVISTICO

È stato presentato, a  Rovigo, il libro che ripercorre la nascita del nuovo archivio storico del Consorzio di bonifica Adige Po (con sede in città), inaugurato nell’Ottobre 2017 presso l’impianto idrovoro San Marco. La guida  è stata scritta da Francesco Ennio, Francesca Pivirotto e Stefano Cattozzo.
La guida contiene in allegato i “Piani di classificazione e conservazione della documentazione archivistica consorziale”, approvati dalla Soprintendenza Archivistica del Veneto e del Trentino Alto Adige. Il libro documenta  oltre seimila pezzi fra buste e registri, con documenti a partire dal 1486.

VINCENZI E GARGANO A PESCARA

Il Presidente, Francesco Vincnzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno nella mattinata di lunedì 25 Febbraio p.v. al workshop territoriale  “Consorzi di Bonifica: prospettive ed opportunità nelle azioni di contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici ed alla gestione dell’acqua” organizzato, nell’ambito dell’azione cofinanziata dalla Commissione Europea, unitamente ad ANBI Abruzzo.  Ne sarà sede l’Auditorium “Leonardo Petruzzi – Museo delle genti d’Abruzzo” a Pescara.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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