Anno XXI, n. 7 venerdì, 15 febbraio 2019

ANBI SULLE TRIVELLAZIONI IN ALTO ADRIATICO:

EVITARE IL RIPETERSI DI UN ERRORE CHE SI PAGA ANCORA OGGI

“Non si può rifinanziare, grazie ad un impegno politico trasversale da noi sollecitato, la cosiddetta Legge Ravenna, con lo stanziamento di 26 milioni di euro dal 2018 al 2024 per mitigare le conseguenze della subsidenza e contestualmente rischiare di riaccenderne le cause, creando le condizioni per  trivellazioni anche nell’Alto Adriatico”: a dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente  ANBI, aderendo all’invito dei  Consorzi di bonifica  Adige Po (con sede a Rovigo) e Delta del Po (con sede a Taglio di Po, nel rodigino). I territori delle province di Rovigo, Ferrara e del comune di Ravenna  sono stati interessati dallo sfruttamento di giacimenti metaniferi dal 1938 al 1964; l’emungimento di acque metanifere innescò un’accelerazione, nell’abbassamento del suolo, decine di volte superiore ai livelli normali: agli inizi degli anni ‘60 raggiunse punte di 2 metri ed oltre, con una velocità stimabile fra i 10 ed i 25 centimetri all’anno; misure successive hanno dimostrato che l’abbassamento del territorio ha avuto punte massime di oltre 3 metri dal 1950 al 1980. Successivi rilievi effettuati dall’Università di Padova hanno evidenziato un ulteriore abbassamento di 50 centimetri nel periodo 1983-2008 nelle zone interne del Delta del Po. L’ “affondamento” del Polesine e del Delta Padano ha causato un grave dissesto idraulico e idrogeologico, nonchè ripercussioni sull’economia e la vita sociale dell’area; il sistema di bonifica è attualmente costituito da un numero importante di centrali idrovore, che continuano a garantire l’indispensabile pompaggio per “sollevare” l’acqua verso il mare: 201 nel rodigino, 170 nel ferrarese e 144 impianti nel ravennate. La conseguenza dell’alterazione dell’equilibrio idraulico fu  lo sconvolgimento del sistema di bonifica. Tutti i corsi d’acqua si trovarono in uno stato di piena apparente, perché gli alvei e le sommità arginali si erano abbassate, aumentando la pressione idraulica sulle sponde ed esponendo il territorio a frequenti esondazioni. Gli impianti idrovori cominciarono a funzionare per un numero di ore di gran lunga superiore a quello precedente (addirittura il triplo od il quadruplo), con maggior consumo di energia e conseguente aumento delle spese di esercizio a carico dei Consorzi di bonifica. Si è reso  inoltre indispensabile il riordino di tutta la rete scolante così come degli argini a mare.
“I territori del delta del fiume Po – concludono ANBI e  Consorzi di bonifica polesani – da oltre mezzo secolo stanno subendo  le conseguenze di una scelta sbagliata;  il Polesine ha già dato e le conseguenze sono note a tutti.”

MERCOLEDI 20 FEBBRAIO, A ROMA PRESENTAZIONE TRILOGIA SU AGRICOLTURA  PIANA  SELE

Storia, realtà e prospettive dell’economia di un territorio a servizio dell’agricoltura di qualità: è questo l’obbiettivo editoriale della trilogia “Alimentazione e colture nella Piana del Sele. Il Consorzio di bonifica Destra Sele per l’equilibrio dell’Ecosistema”, che sarà presentata mercoledì 20 Febbraio p.v. alle ore 11.30 nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, a Roma. Saranno presenti: Filippo Gallinella, Presidente Commissione Agricoltura Camera Deputati; Francesco Vincenzi, Presidente ANBI; Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI; gli autori, Vito Busillo, imprenditore agricolo e Presidente Consorzio di bonifica Destra Sele (con sede a Salerno) e Belinda Villanova, dottore di ricerca in storia economica. Nel corso dell’incontro saranno forniti i più recenti dati sull’agricoltura nel salernitano, area leader per le produzioni della “quarta gamma” ed un focus particolare sarà dedicato alla produzione di rucola, simbolo dell’agricoltura locale.

ANBI ANNUNCIA:

PER RIGENERARE LE ACQUE DEL “LAGO DI PUCCINI”, NASCE IN VERSILIA IL PIU’ GRANDE IMPIANTO EUROPEO  DI FITODEPURAZIONE

Si avvia una nuova fase per migliorare la qualità idrica ed ambientale del lago di Massaciuccoli, condotta dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord con il supporto scientifico della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa: è stata, infatti, completata la prima gara d’appalto per l'affidamento dei lavori, che porteranno alla costruzione di una grande, nuova area di fitodepurazione (45 ettari) delle acque agricole del bacino di Vecchiano. Il lago di Massaciuccoli (conosciuto nel mondo come “il lago di Puccini”) è infatti afflitto da gravi problemi di eutrofizzazione per il mancato ricambio delle acque.
"Fino ad oggi è stata condotta un’ importante fase di studio e  sperimentazione, che ha  convinto la Regione Toscana ad investire 2,5 milioni di euro per l'ampliamento dell'area – ha annunciato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi  Gestione Tutela  Territorio ed  Acque Irrigue) - E’ questo un esempio importante del nostro, concreto   impegno in tutta Italia  per una gestione compatibile dell’ambiente attraverso l’utilizzo di  tecniche naturali, così come con la promozione di nuovi strumenti gestionali quali i patti d’area.”
“Gli esiti della sperimentazione – ha reso noto Ismaele Ridolfi, Presidente Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) - hanno dimostrato che  le quantità di nutrienti, assorbiti dalle piante e che quindi non finiranno nel lago, è particolarmente significativa: dal 50% al 60% di nitrati e fosfati in meno. Dal punto di vista tecnico la nuova fitodepurazione sarà direttamente collegata al lago di Massaciuccoli attraverso un piccolo impianto idrovoro; con l'espansione della superficie depurante, il volume di acqua trattata raggiungerà circa centocinquanta  litri al secondo."
Il nuovo impianto sorgerà attorno a quello esistente, sarà 3 volte più grande ed immetterà direttamente le acque fitodepurate nello specchio lacustre con un vantaggio immediato per l'intero ecosistema. L'opera è realizzata attraverso due lotti funzionali: il primo (circa 1.800.000 euro) riguarda la costruzione vera e propria delle vasche, mentre con il secondo lotto si realizzeranno i meccanismi idraulici per regolare l'entrata e l'uscita delle acque. La fitodepurazione  ha rappresentato fin da subito un metodo valido per alleggerire le acque dalle sostanze nutrienti e per riportare in equilibrio il sistema idrico degli apporti e della falda. Le acque da depurare entrano nel circuito e qui restano per circa quindici giorni, il tempo necessario alle piante per assorbire i nutrienti e rilasciare acqua depurata.

 

VENETO - AVVIATO ITER PER CONTRATTO AREA UMIDA  SISTEMA LAGUNA DI CAORLE

Nel Municipio di Concordia Sagittaria è stato firmato il documento d'intenti, primo passo ufficiale del percorso, che porterà alla stipula del “Contratto di area umida del Sistema della laguna di Caorle”, progetto pilota nell'ambito dell'iniziativa europea WETNET  e primo esempio di contratto di area umida in Italia. Il progetto, che coinvolge oltre cinquanta soggetti pubblici e privati, vede come capofila la Regione Veneto, il supporto tecnico del Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con Sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) e la partecipazione dei comuni di Caorle, Concordia Sagittaria e San Michele al Tagliamento.
Lo scopo dell'iniziativa è quello di tutelare e valorizzare le zone umide, riconoscendole come ambienti interconnessi e vulnerabili, che forniscono importanti contributi alla biodiversità, coinvolgendo tutti i soggetti, pubblici e privati, che gravitano intorno a questo ecosistema, in modo  da limitare i conflitti tra istanze di conservazione, tutela ambientale ed attività economiche. Per questo, l’ente consortile, che da anni pone, al centro del suo  agire, la sostenibilità ambientale (èstata  appena avviata una collaborazione con l'Università di Padova per  la sperimentazione di metodi volti a contrastare l'impoverimento e la desertificazione dei terreni agricoli), si sta impegnando in questo progetto. Alla cerimonia era presente anche  il Vicepresidente della Regione Veneto, Gianluca Forcolin, accompagnato dall’Assessore regionale Agricoltura, Giuseppe Pan. Per maggiori informazioni visitare il sito: www.bonificavenetorientale.it/contratto-laguna-caorle.

TOSCANA - PARTITO PROCESSO PARTECIPATIVO

Tanta partecipazione ha caratterizzato l’evento di lancio del processo partecipato del Contratto di Fiume Cornia, che si è tenuto preso il  Museo di Arte Sacra a Suvereto per iniziativa del Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa (con sede a Venturina Terme, in provincia di Livorno); in  platea, amministratori, associazioni, enti e cittadini uniti dall'interesse per la gestione del corso d'acqua e della risorsa idrica, per la tutela ambientale e la salvaguardia del territorio.
Al tavolo dei relatori c’era anche l'assessore della Regione Toscana, Federica Fratoni, che ha ribadito l’impegno dell’ente per l'utilizzo dello strumento del Contratto di Fiume come esempio di “governance” più larga ed efficace, ma anche per l'intero progetto Life Rewat, che prevede interventi dimostrativi come la ricarica della falda, che in un mese di attività ha immagazzinato 160.000 meri cubi d’acqua o l'intervento di irrigazione di precisione sulle colture del carciofo, che nella prima stagione ha consentito un risparmio del 70%.

EMILIA ROMAGNA - I DANNI POST ESONDAZIONE STOPPANO L’IRRIGAZIONE

A 10 giorni dall’esondazione del fiume Reno, il Consorzio C.E.R.-Canale Emiliano Romagnolo, utilizzato “straordinariamente” come via alternativa di scolo per allontanare oltre  due milioni di metri cubi d’acqua in poco meno di 40 ore liberando la gran parte dei territori alluvionati della Bassa Bolognese, ha tracciato un bilancio della propria eccezionale azione idraulica: mediante l’impianto Crevenzosa e complesse operazioni idrauliche sono stati dirottati a gravità, nel fiume  Po tramite il Cavo Napoleonico, oltre un milione e secentomila metri cubi, mentre le elettropompe dell’impianto di Pieve sono state accese per circa dodici ore con una portata di 10 metri cubi al secondo, invasando  oltre quattrocentomila metri cubi di acque limacciose nell’alveo del C.E.R. per 36 chilometri, salvando da ulteriori danni e allagamenti parecchi centri abitati dell’area colpita.
Di quest’azione, compiuta in fase emergenziale, il  Consorzio di 2° grado C.E.R. (con sede a  Bologna)  è chiaramente orgoglioso soprattutto per aver contribuito con le altre forze in campo (Protezione Civile, Sindaci dei comuni coinvolti, Bonifica Renana) alla salvaguardia del territorio; oggi però l’utilizzo straordinario del Canale ha portato alcune criticità, tra cui la sospensione dell’irrigazione, almeno fino alla fine del mese di marzo, quando presumibilmente si sarà provveduto alla pulitura delle acque limacciose. Il C.E.R., infatti, è un’ opera nata per finalità legate all’irrigazione di circa duedentomila  ettari di territorio e fornisce acqua per  fini potabili anche alle società  Hera Imola e Romagna Acque, oltre ad importanti insediamenti industriali. Gli impianti non sono perciò adatti a reggere il funzionamento di bonifica con improvvisi sbalzi di livello idrico ed acqua mista a terra e detriti.
Gli argini “pensili” possono subire frane anche a distanza di mesi dall’evento, le lastre del rivestimento subiscono erosione e danni permanenti, le pompe sollecitate dai detriti si danneggiano e, soprattutto, la qualità dell’acqua peggiora, non permettendo l’erogazione al potabile. I primi sopralluoghi di verifica post-alluvione hanno consentito di accertare che, a seguito dell’evento, i primi 42 chilometri di Canale Emiliano Romagnolo, interessati dalle operazioni di smaltimento delle acque di rotta del fiume Reno (dal Cavo Napoleonico sino al torrente Gaiana nel bolognese), sono ricoperte da uno strato di fango. L’adduzione d’acqua a fini potabili ed industriali verso la Romagna è stata sospesa  ed anche l’irrigazione subirà  un ritardo nell’avvio: si stima almeno sino alla fine di marzo, se non interverranno frane spondali nei primi chilometri dell’adduttore. Certamente i solidi sospesi, presenti nelle acque, determineranno problemi per gli agricoltori, specie per quelli dotati di impianti “a goccia”, facilmente soggetti ad intasamento degli erogatori.
Il Consorzio C.E.R.  sta studiando le metodologie più opportune ed economiche per ripulire il canale dal fango. Le prime stime valutano in almeno 50.000 euro al chilometro (oltre due milioni di euro totali) le complesse operazioni meccaniche di rimozione del deposito, ma si teme che tali manovre da effettuare, con mezzi meccanici pesanti, possano causare danni ancora maggiori. Si sta anche ipotizzando di procedere a ripetute manovre idrauliche di invaso e  svaso di acque via via di miglior qualità, che avrebbero minor costo (circa trecentomila euro) e maggiori garanzie di “tenuta” idraulica. Una cosa è certa: il Canale Emiliano Romagnolo è un’opera strategica per la fornitura d’acqua di buona qualità per la più avanzata agricoltura italiana, quella emiliano romagnola; fornisce anche acqua a gran parte della Romagna e che deve essere della più elevata qualità. Non è quindi possibile immaginare che l’impiego di questa strategica “autostrada dell’acqua” possa essere, in maniera strutturale, a fini di scolo delle acque.

FRIULI VENEZIA GIULIA - SOPRALLUOGO A CANTIERE IRRIGUO

"Questa è un'opera indispensabile, che finalmente porta a termine lavori attesi da troppi anni e diventati indifferibili per questa aree ad alta intensità e qualità agricola": così l'Assessore Risorse Agroalimentari e Forestali di Regione Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, ha definito l'intervento in corso nel bacino Vittoria, tra i comuni di Grado e Fiumicello, dove il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede ad Udine) sta svolgendo lavori sul sistema di irrigazione dei terreni agricoli. L'Assessore ha svolto  un sopralluogo al cantiere, assieme alla Presidente dell’ente consortile, Rosanna Clocchiatti, ai tecnici, agli impresari ed ai rappresentanti delle Amministrazioni Comunali interessate.
Si tratta di  lavori attesi da lungo tempo,giacchè le prime progettazioni erano partite nel 2007, ma hanno trovato ostacoli autorizzativi che, come specificato dallo stesso Assessore, "non dipendono dalla volontà del Consorzio ma dalla complessità autorizzativa delle procedure". L’Assessore ha anche ricordato un importante  piano di investimenti  regionali sui Consorzi di bonifica e che consentirà di ampliare la riconversione delle aree servite ad uso irriguo, garantendo un miglioramento dell'attività agronomica e un uso razionale della risorsa idrica. Lo scopo dell'intervento in corso  è migliorare il sistema di irrigazione del comparto di Fossalon, sostituendo quello attuale, che sfrutta l'acqua invasata nei canali di bonifica, con una rete di irrigazione in pressione, esclusivamente dedicata all'irrigazione “a pioggia” o “a goccia”.
In questo modo, a lavori ultimati, saranno irrigati 2000 ettari di terreni agricoli, che annoverano, oltre a coltivazioni cerealicole, anche una vasta produzione orticola di alta qualità. Non vi saranno opere fuori terra, ad eccezione di una nuova cabina elettrica; la captazione dell'acqua avviene attraverso canalette di derivazione dalle rogge del cervignanese. Il cantiere, suddiviso in 4 lotti per un valore complessivo di 6,5 milioni di euro, è stato avviato da poche settimane e sarà completato entro la fine dell'anno. Il progetto è dell’ente consorziale.

MARCHE - I MAGNIFICI 7

Sette progetti sviluppati su tutto il territorio regionale, una squadra di tecnici al lavoro da mesi, le ruspe pronte a entrare in azione ad un anno esatto dal via all’iter: gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, affidati al Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) e previsti dal decreto regionale del 30 marzo 2018, firmato dal Governatore, Luca Ceriscioli, in veste di Commissario Straordinario, sono ormai ad un passo dalla realizzazione. La fase preliminare, infatti, ha ultimato tutti i suoi step ed ai progetti definitivi/esecutivi manca solo l’ok finale.
Il 28 Febbraio si terrà l’ultima conferenza dei servizi per approvare 4 delle 7 opere complessive. Entro metà Marzo ne saranno approvate altre 2, mentre l’ultimo intervento (le casse di espansione sul fiume Foglia a difesa del centro urbano di Pesaro) ha richiesto alcuni accorgimenti in più e dunque sarà definito poco più avanti. Gli interventi , che saranno approvati entro metà Marzo, sono quelli in provincia di Ancona ai fossi di Castelferretti di Falconara (San Sebastiano, Rigatta e Cannetacci, con un finanziamento di 1.500.000 euro), sul fiume Aspio in località Montecamillone a Castelfidardo (finanziamento di 1.200.000 euro), sempre sul fiume Aspio ma in località Osimo stazione (1.200.000 euro), sul fiume Esino nei comuni di Falconara Marittima e Chiaravalle (810.000 euro), negli stessi comuni ma in corrispondenza del fiume Esino (590.000 euro) ed infine, in provincia di Macerata, sul fiume Potenza e sul torrente Scarsito nei comuni di Pioraco e Sefro (finanziamento di 435.200 euro).
A questi si aggiunge il settimo intervento a Pesaro, sul fiume Foglia, ma che necessita di una progettazione più complessa e quindi di tempi più lunghi. Ad un anno dal decreto del presidente Ceriscioli sono state effettuate le conferenze dei servizi preliminari, dove sono state tracciate tutte le linee progettuali, sono stati realizzati i progetti di fattibilità tecnico- economica, recepite le valutazioni dei soggetti  coinvolti e sviluppati i progetti definitivi/esecutivi. Il prossimo passo saranno le gare d’appalto, con l’obbiettivo di iniziare i lavori prima dell’estate e terminarli ad Aprile 2020, a 2 anni esatti dal decreto regionale.

VENETO - RIPRISTINATO ARGINE

Il Consorzio d bonifica  Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio , in provincia di Verona) ha ultimato la manutenzione dello scolo Fibbio, tra i comuni di Zevio e San Martino Buon Albergo, con  la ricostruzione di un argine ceduto.
Complessivamente sono state utilizzate 70 tonnellate di pietrame per rimediare all’erosione spondale, causata dalla normale azione dell’acqua e aggravata dall’azione delle nutrie.

EMILIA ROMAGNA - INTERVENTO STRUTTURALE

E‘ stato portato a termine dal Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) l'intervento di spurgo e sistemazione strutturale del sifone sottostante il torrente Recchio, nel comune di Fontevivo.
Il sifone, a servizio del canale di Bianconese, che preserva un territorio di 400 ettari compreso tra i comuni di Fontevivo e Fontanellato,  è stato oggetto di un’operazione di pulizia per estrarre il materiale depositato sul fondo. Successivamente le maestranze consortili hanno effettuato una stuccatura per evitare nuovamente perdite di acqua.

PUGLIA - DA VIVAIO A  BOSCO DIDATTICO

Il Servizio Forestale Regionale ha conferito, al Vivaio Forestale della Biodiversità Garganica del Consorzio di bonifica montana del Gargano (con sede a Foggia),l’importante riconoscimento di bosco didattico della Regione Puglia, procedendo quindi alla sua iscrizione nello specifico albo regionale. Il provvedimento dell’Assessorato Regionale alle Risorse Agroalimentari e Forestali attesta ulteriormente il patrimonio di esperienze e competenze, che vi sono nell’ambito della struttura vivaistica consortile, ubicata presso la sede storica di San Marco in Lamis-Borgo Celano e già in possesso della certificazione di vivaio forestale regionale. Attualmente il vivaio ospita oltre un centinaio di specie arboree ed arbustive autoctone, per una produzione annua di circa duecentomila piantine destinate agli interventi di forestazione pubblici e privati.
Il Vivaio Forestale per la Biodiversità Garganica ospita l’Orto Botanico delle Specie Rare del Gargano e dei fruttiferi in via di estinzione, oltre alla banca semi delle specie autoctone allevate. Il tutto è in linea con gli indirizzi nazionali ed internazionali per la conservazione della biodiversità: infatti, il vivaio e l’orto botanico rappresentano un mirabile esempio di conservazione ex situ. La conservazione ex situ è una strategia fondamentale di conservazione della biodiversità, quando questa è gravemente minacciata  oppure quando il numero degli individui di una specie è fortemente ridotto  ed è indicata nella Strategia Nazionale per la Biodiversità, che si colloca nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (Rio de Janeiro, 1992).
L’inserimento del Vivaio Forestale della Biodiversità Garganica tra i boschi didattici della Regione Puglia qualificherà maggiormente sia le diverse attività divulgative e di informazione rivolte alle scuole ed all’intera comunità, sia tutte le iniziative a carattere tecnico-scientifico che vedono il  Vivaio, meta costante di studiosi ed appassionati di botanica. Questa prestigiosa area didattica  costituisce una preziosa occasione per ricordare la valenza strategica e le molteplici funzioni del bosco, che vanno ben oltre il pur importante valore economico della produzione del legno: dalla protezione del suolo (grazie all’azione di regimazione delle acque e di consolidamento dei versanti) alla conservazione della diversità biologica (sia per le specie vegetali che animali); dalla valorizzazione paesaggistica del territorio alla produzione di ossigeno ed anche di energia rinnovabile.

TOSCANA - OPERAZIONE VINGONE PULITO

Il Consorzio di bonifica Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) è stato partner di un'iniziativa organizzata per rimuovere i rifiuti dagli argini del torrente Vingone. Gli interventi di manutenzione, che l’ente consortile ha realizzato sul reticolo, hanno  permesso di rendere più sicuri e belli i corsi d'acqua e così l'ambiente fluviale è ritornato ad attrarre i cittadini.
Si sono venuti a creare percorsi naturali spettacolari e numerose sono le persone che, complici alcune belle giornate invernali, hanno deciso di fare  salutari passeggiate lungo i corsi d’acqua. Proprio ‘vivendo’ questi nuovi scenari, è stata che notata la presenza di rifiuti come batterie, pneumatici, plastica, bombole e perfino eternit. Per questo,l’ente consortile ha ritenuto  utile partecipare alla giornata di volontariato per ripulire le sponde del Vingone dai rifiuti abbandonati dai soliti incivili che, oltre ad aumentare il rischio idraulico, vanificano ogni tentativo di riqualificazione dell'ambiente.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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