COLDIRETTI, ANBI E FONDAZIONE UNIVERDE LANCIANO IL CONCORSO FOTOGRAFICO NAZIONALE “OBIETTIVO ACQUA”
Educare alla cultura ed al rispetto della risorsa idrica: per aumentare la sensibilità sull’importanza di una sua corretta gestione per la sicurezza ambientale, ma anche come fattore strategico per il futuro dell’agricoltura italiana, Coldiretti, ANBI e Fondazione Univerde hanno lanciato il primo concorso fotografico nazionale “Obiettivo Acqua”, le cui premiazioni godranno del patrocinio del Ministero dell’Ambiente.
L’accessibilità all’acqua, la disponibilità di risorsa in quantità e qualità adeguata, nonché l’efficienza della sua distribuzione garantiscono benefici anche economici in termini di presidio del territorio, difesa idrogeologica, conservazione della biodiversità, mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici. Basti pensare che sono oltre due milioni e mezzo le famiglie italiane, che vivono in circa trecentomila chilometri quadrati di aree ad alta o media pericolosità di alluvioni, come testimonia anche l’ondata di maltempo, abbattutasi su gran parte del Paese con neve intensa e nubifragi, che hanno causato frane ed esondazioni, i cui danni, solo nelle campagne, sono stimati in milioni di euro.
Il contest fotografico vuole, in particolare, valorizzare la conoscenza delle peculiarità dei sistemi irrigui collettivi italiani e le esternalità positive in termini ambientali, paesaggistici, per la multifunzionalità delle imprese agricole e dello sviluppo rurale; oltre a ciò, il format punta a selezionare fotografie, che presentino particolari caratteristiche artistiche per valorizzare i molteplici e differenziati aspetti ambientali e sociali, legati all'impiego dell’acqua. Le iscrizioni al concorso sono aperte fino il 31 marzo p.v.; per informazioni è consultabile il sito: www.obiettivoacqua.it
DAL NORD AL SUD ITALIA: I CAMBIAMENTI CLIMATICI OBBLIGANO AD AUMENTARE LA RESILIENZA DELLE COMUNITA’ LOCALI
L’ESEMPIO DEL CONTRATTO DI FIUME PESA: LA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO DIVENTA ASSET DI SVILUPPO
“I fiumi scorrono ma non lo faranno per sempre. Servono nuovi sogni, adesso”: in questa frase, tratta da una canzone della celebre rock band degli U2, è riassunto lo spirito della firma del Contratto di Fiume del torrente Pesa, avvenuta nella significativa sede delle celebri Cantine Antinori a San Casciano. Si tratta di un’esperienza pilota a livello regionale, il cui lavoro preparatorio è stato promosso dal Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze) e portato avanti da un gruppo di lavoro intercomunale nell’ambito di un finanziamento “Open Toscana” dell’Autorità Regionale per la Garanzia e la promozione della partecipazione.
I Comuni della Val di Pesa, la Città Metropolitana fiorentina, l’Università degli Studi di Firenze, l’Autorità di Distretto dell’Appennino Settentrionale, l’ Autorità Idrica Toscana, enti ed associazioni locali hanno sottoscritto il documento fondante di un percorso di partecipazione che, intorno al torrente, darà vita ad un’identità di vallata per progetti unitari di tutela ambientale e sviluppo economico. Con la firma del “Contratto di Fiume” è iniziata la fase più concreta del progetto: coinvolgere gli operatori economici, le associazioni di categoria, gli agricoltori, le associazioni culturali e di volontariato locale, che vivono ed operano nel bacino della Val di Pesa, affinchè ciascuno apporti il proprio contributo in maniera costruttiva e coordinata. I temi, su cui agire, sono tanti: dalla tutela ambientale (ad esempio, le avviate esperienze di monitoraggio della qualità delle acque) alla difesa del suolo (la gestione condivisa delle fasce ripariali); dalla gestione della risorsa idrica (in alcune zone, l’acqua di superficie è ormai quasi totalmente assente per lunghi periodi) alle necessità per uno sviluppo economico sostenibile del territorio del Chianti; dalla valorizzazione del paesaggio (il “percorso della Pesa” è la spina dorsale di una fitta rete di percorsi di mobilità dolce e sostenibile) alla maggiore attrattività turistica di un brand riconoscibile.
“La firma di un Contratto di Fiume, nuovo strumento di gestione partecipata del territorio, da noi sostenuta - ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) - è però solo l’inizio di un percorso, in cui ciascuno è chiamato a nuove responsabilità per contribuire a migliorare la disponibilità e la qualità della risorsa idrica, valorizzare il patrimonio ambientale, agroalimentare, sociale e culturale, promuovere lo sviluppo sostenibile.”
EMILIA ROMAGNA: MALTEMPO: RILEVANTE AZIONE DI CONTRASTO E DANNI SERI
Disagi per la forte ondata di maltempo, che si è abbattuta sull’Italia negli ultimi giorni, colpendo soprattutto il centro-nord. Dopo la neve, la pioggia ha innalzato il livello di fiumi, torrenti e canali. Il Po si è alzato di oltre 3 metri in 12 ore, il Reno è esondato nel bolognese allagando strade, campagne e aree a ridosso delle abitazioni. Squadre della Protezione Civile e dei Consorzi di bonifica hanno operato senza sosta per oltre settantadue ore, pronte ad intervenire in caso di allagamenti o frane.
In particolare, il Consorzio di 2° grado C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) è stata l’ultima risorsa, cui si sono rivolti i Sindaci dei Comuni, colpiti dall’esondazione del fiume Reno, per scongiurare danni irreparabili ai loro territori. I tecnici dell’ente consortile agli impianti della Crevenzosa e Pieve di Cento hanno lavorato notte e giorno per impedire che l’acqua esondata, a seguito della rotta, sommergesse zone ancor più ampie del territorio della bassa bolognese. Il Consorzio C.E.R., in realtà, ha funzioni irrigue e non di difesa idraulica, ma in questo caso il suo uso ha impedito che alcuni comuni fossero raggiunti dall'alluvione. I tecnici consorziali sono intervenuti in una situazione di emergenza e sono riusciti a scongiurare il peggio grazie anche a manovre idrauliche inedite: sono state azionate in via eccezionale le opere idrauliche degli impianti per dirottare l’acqua del Reno, confluita nel canale Riolo che pure stava esondando, per immetterla nel sistema idraulico consortile e convogliarla nel Po tramite il Cavo Napoleonico.
Le pompe hanno sollevato 10 metri cubi al secondo d’acqua per oltre ventiquattro ore, immettendo l’acqua esondata nel canale C.E.R. verso la Romagna, trattenendola. L’intervento del Consorzio C.E.R., congiunto con quello del Consorzio di bonifica Renana (anch’esso con sede nel capoluogo di regione), ha quindi permesso di ridurre i danni dell’esondazione del Reno. L’ uso improprio del canale irriguo con repentine e violente immissioni di ingenti volumi d’acqua, avrebbe potuto mettere a rischio la stabilità degli argini dell’adduttore, ma la priorità è stata ovviamente data al territorio e soprattutto alla sicurezza della popolazione. Un’ondata di piena ha attraversato nei giorni scorsi anche il comprensorio reggiano ed ha ingrossato notevolmente le portate del torrente Enza e del fiume Secchia, transitando senza generare tracimazioni gravi, ma causando ugualmente alcune criticità non sottovalutabili.
A seguito di una prima stima dei danni, effettuata dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia), i danni causati alle strutture consortili ed arginali ammontano ad oltre cinquecentomila euro solo a Castellarano e Cerezzola. L’area maggiormente colpita si concentra soprattutto sul nodo idraulico di “Castellarano – San Michele”, in prossimità della nuova centrale idroelettrica dove l’argine, che separa il letto del Secchia dall’invaso irriguo, è stato eroso in modo significativo dalla forza dell’acqua. Danni leggermente inferiori si sono registrati sulla traversa di Cerezzola sull’Enza.
In questi giorni le maestranze consorziali hanno presidiato ininterrottamente i punti d’intersezione tra i fiumi Enza e Secchia e più in generale tutta la rete di bonifica interessata (punti di presa, scarichi e chiaviche).Nelle ultime ore l’attività è proseguita con un’operazione volta a liberare numerose condotte da ramaglie e fanghi trasportati dall’ondata di piena.
VENETO: TRIVELLAZIONI, FERMA CONTRARIETÀ DEL TERRITORIO
“In questi giorni si continua a parlare di trivellazioni sì, trivellazioni no. Il Polesine ha già dato e le conseguenze sono note a tutti. Dunque basta.” Lo hanno affermato, con una nota congiunta, i Consorzi di bonifica Adige Po (con sede a Rovigo) e Delta del Po (sede a Taglio di Po, nel rodigino); è un territorio, quello del Polesine, profondamente colpito dalla subsidenza, l’abbassamento drastico di ampie porzioni di territorio, causate del prelievo di gas metano tra gli anni ’30 e ’60 del secolo scorso.
“Non vogliamo più alluvioni, non vogliamo più che il territorio si abbassi – continua il documento - Abbiamo già dato e le conseguenze sono disastrose per il territorio del Polesine e per i Consorzi di bonifica, che ancora oggi continuano a garantire sicurezza idraulica, ristrutturando in modo continuativo gli impianti, che sono sicurezza indelebile per il territorio.”
MARCHE: AREE UMIDE, PREZIOSE CUSTODI DI BIODIVERSITA’
Si è celebrata la Giornata Mondiale delle Zone Umide: paludi, torbiere, distese di acqua stagnante o corrente, dolce o salmastra, sono luoghi da tutelare perché, oltre a conservare una ricca diversità biologica (uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci ed invertebrati), garantiscono risorse di acqua e cibo, svolgendo una funzione di mitigazione ai cambiamenti climatici.
Anche nei pressi della foce del fiume Foglia si sono create delle aree umide, che il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) intende valorizzare e possibilmente ampliare: grazie al progetto delle “aree di laminazione”, infatti, è prevista la realizzazione di 23 aree di naturale esondazione, lungo l’asta fluviale del fiume pesarese, strategiche per salvaguardare i centri abitati in caso di piene, ma altrettanto importanti per garantire la biodiversità nell’area golenale.
CALABRIA: UN PROGETTO PER SALVARE LE DUNE
Il territorio delle “Dune dell’Angitola”, in virtù della sua minacciata biodiversità vegetale e animale, è stato inserito nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), la cui conservazione è considerata prioritaria a livello Europeo.
Ciò nonostante, però, l’area è soggetta a preoccupanti fenomeni di degrado, che rischiano di comprometterne l’integrità naturale. Per questo, WWF Vibo Valentia, Consorzio Mediterraneo e Consorzio di bonifica del Tirreno Vibonese (con sede a Vibo Valentia), hanno deciso di unire le proprie forze; il progetto, approvato dalla Regione Calabria, prevede la pulizia manuale del materiale accumulato sulle dune oltre ad interventi di sensibilizzazione verso i fruitori turistici dell’area.
VENETO: NUOVO BACINO DI LAMINAZIONE
Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) ha ultimato il bacino anti-alluvione, che salverà gran parte dei comuni di Santa Maria di Sala e Mirano dal rischio idraulico. L’opera, il cui costo si aggira intorno ai due milioni di euro, si articola in 5 bacini interconnessi, che occupano un’area di 4 ettari.
E’ situata alla confluenza tra due scoli (Lusore e Fiumicello): lo sbarramento e l’ingresso delle acque vengono garantiti da 2 manufatti, uno per scolo, mentre l’uscita dall’area umida viene regolata da un terzo manufatto posto in corrispondenza della confluenza dei 2 canali.
TOSCANA: TASK FORCE PER IL CORSALONE
Il Corsalone è uno dei fiumi più suggestivi della provincia di Arezzo; bello ma bizzoso, l’andamento torrentizio può trasformarlo in un temibile ospite per la piccola frazione. Proprio per questo, l’Amministrazione Comunale di Chiusi della Verna ed il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) si sono impegnati a dare la caccia alle risorse necessarie per progettare un intervento capace di tenere sotto controllo il corso d’acqua.
I soldi per il restyling strutturale per ora non ci sono; così, poiché la necessità aguzza l’ingegno, ecco l’idea: perché non tentare un ripristino di emergenza, unendo forze e risorse? Detto fatto: l’ente consortile ha messo in campo tecnici, progetti ed esperienza; il Comune ha offerto i massi ciclopici, necessari per ripristinare le difese spondali; in breve è nata la “task force”, che ha condotto a un’operazione importante dal punto di vista idraulico, in modo economicamente sostenibile, per la soddisfazione degli abitanti del piccolo centro di Corsalone: una manciata di case, una scuola ed un campo sportivo, nati proprio sulla curva del fiume.
La completa messa in sicurezza dell’area sarà compiuta una volta ottenuto l’accesso alle risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana nel Documento Operativo di Difesa del Suolo.
EMILIA ROMAGNA: DONATA ATTREZZATURA INFORMATICA
La scuola primaria di Pontegradella ha ricevuto dal Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara (con sede nella città estense) attrezzature informatiche non più utilizzate.
L’ente consortile si era impegnato a ciò lo scorso anno, quando la scuola aveva subito un furto.
TOSCANA: PER RICORDO, UNA MAGNOLIA ED UNA TARGA
“Il giardiniere è la più bella rosa del suo giardino”: recita così la targa che è stata apposta nel parco della sede del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord a Santa Margherita a Capannori, davanti alla magnolia, che è stata plantumata per ricordare Michele Lencioni, dipendente dell’ente consortile (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca), prematuramente scomparso un anno fa. Per iniziativa dei suoi colleghi, si è voluto ricordarlo, con una piccola cerimonia, mettendo a dimora una pianta in quel giardino, che lui curava come fosse suo.